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Relazione agronomica - Comune di Romano d'Ezzelino

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<strong>Relazione</strong> Agronomica – a cura <strong>di</strong> dott. for. Diego Sonda – dott.ssa for. Silvia Forni – dott. for. Michele Cassol<br />

___________________________________________________________________________<br />

7 allevamenti <strong>di</strong> bovini da latte, sparsi sul territorio comunale.<br />

Il parametro che ha reso le aziende allevamenti intensivi è stato il rapporto tra il peso<br />

vivo me<strong>di</strong>o annuo massimo per ettaro (t/ha), che per i territori ricadenti in zona vulnerabile da<br />

nitrati, come è il territorio comunale <strong>di</strong> <strong>Romano</strong> d’Ezzelino, deve essere inferiore a:<br />

per i bovini 1.2;<br />

per i vitelloni 2;<br />

per i fagiani e le quaglie 0.7.<br />

L’indagine ha comunque evidenziato una realtà zootecnica molto provata, alcuni<br />

allevamenti hanno recentemente chiuso e alcuni resistono solamente come seconda attività o<br />

per passione, ma che molto probabilmente per mancanza <strong>di</strong> passaggio generazionale andranno<br />

alla chiusura.<br />

Agli allevamenti sopra elencati, se ne possono aggiungere altri 3 – 4, che pur<br />

<strong>di</strong>mostrando il nesso funzionale meriterebbero una particolare attenzione in quanto presentano<br />

una certa consistenza aziendale; per cui su 29 aziende indagate solamente la metà presentano<br />

un’importanza rilevante nel territorio.<br />

L’indagine ha messo in evidenza come la quasi totalità <strong>di</strong> allevamenti cunicoli soffra <strong>di</strong><br />

una crisi notevole: 1 allevamento ha chiuso recentemente, 1 presenta solamente la sede legale<br />

in territorio comunale, mentre l’allevamento è in comune <strong>di</strong> Rosà, e l’ultimo ha ristretto<br />

drasticamente il numero <strong>di</strong> capi ad un uso quasi famigliare (25 fattrici su una potenzialità <strong>di</strong><br />

150); inoltre si sono rilevati alcuni capannoni una volta a<strong>di</strong>biti a questa tipologia <strong>di</strong><br />

allevamento oggigiorno chiusi.<br />

L’atto <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo prevista all’art. 50 delle Legge Regionale 11/2004, lettera d, al punto<br />

5, prevede la “Modalità <strong>di</strong> realizzazione degli allevamenti zootecnici intensivi e la definizione<br />

delle <strong>di</strong>stanze sulla base del tipo e <strong>di</strong>mensione dell’allevamento rispetto alla qualità e quantità<br />

<strong>di</strong> inquinamento prodotto”. La presente normativa si applica ai nuovi allevamenti nonché agli<br />

ampliamenti <strong>di</strong> centri zootecnici pre – esistenti per i quali sia previsto un aumento del numero<br />

<strong>di</strong> capi allevati nei limiti e con le specificazioni sotto elencate. Non si applica, invece, per la<br />

costruzione <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici funzionali ad allevamenti esistenti, ma <strong>di</strong>versi da quelli destinati alla<br />

stabulazione degli animali, con esclusione delle vasche scoperte e delle concimaie aperte. In<br />

particolare le <strong>di</strong>stanze <strong>di</strong> cui la lettera d punto 5 si fa riferimento riguardano:<br />

• i nuovi allevamenti zootecnico-intensivi, ovvero gli allevamenti che non<br />

sod<strong>di</strong>sfano i requisiti del nesso funzionale con l’azienda agricola, come definiti<br />

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