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Relazione agronomica - Comune di Romano d'Ezzelino

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<strong>Relazione</strong> Agronomica – a cura <strong>di</strong> dott. for. Diego Sonda – dott.ssa for. Silvia Forni – dott. for. Michele Cassol<br />

___________________________________________________________________________<br />

i punteggi attribuiti per i sistemi <strong>di</strong> ventilazione degli allevamenti;<br />

introducendo la possibilità per i Comuni <strong>di</strong> partecipare nella<br />

realizzazione degli interventi <strong>di</strong> riqualificazione degli allevamenti<br />

(miglioramento dell'inserimento ambientale nel territorio).<br />

La previgente normativa in materia <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanze degli allevamenti dagli inse<strong>di</strong>amenti<br />

civili (DGR n. 7949/1989) era stata adottata allo scopo <strong>di</strong> evitare l’insorgere, sul territorio ed<br />

in particolare nelle vicinanze <strong>di</strong> centri abitati, <strong>di</strong> problemi <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne ambientale a seguito della<br />

realizzazione <strong>di</strong> nuovi inse<strong>di</strong>amenti zootecnici intensivi. Per la definizione degli allevamenti<br />

zootecnico – intensivi, ai soli fini dell’applicazione della normativa in argomento, erano stati<br />

considerati il criterio della connessione funzionale con il fondo in coltivazione e le <strong>di</strong>mensioni<br />

assolute dell’allevamento: si erano pertanto inclusi tra gli allevamenti zootecnico – intensivi<br />

gli allevamenti privi <strong>di</strong> connessione funzionale con il fondo e gli allevamenti che, pur dotati<br />

della citata connessione funzionale, erano caratterizzati da un carico zootecnico superiore a<br />

determinati valori <strong>di</strong> peso vivo.<br />

Nel confermare il complessivo impianto metodologico, che ha ispirato la stesura della<br />

DGR n. 7949/1989, le nuove <strong>di</strong>sposizioni normative intendono recepire le mo<strong>di</strong>ficazioni<br />

produttive e tecnologiche intervenute che, in molti casi, hanno sensibilmente ridotto l’impatto<br />

ambientale degli allevamenti.<br />

L’art. 44 della legge regionale n. 11/04 conferma la <strong>di</strong>stinzione tra gli allevamenti in<br />

connessione funzionale con il fondo agricolo, definiti come “strutture agricolo – produttive<br />

destinate ad allevamento”, e quelle privi <strong>di</strong> tale connessione funzionale, rubricati come<br />

“allevamenti zootecnico-intensivi”.<br />

La normativa prevede tre criteri per la definizione <strong>di</strong> allevamento intensivo, ovvero la<br />

sussistenza del nesso funzionale tra l’allevamento e l’azienda agricola, il rapporto degli<br />

animali rispetto alla superficie e il rapporto <strong>di</strong> copertura delle strutture rispetto alla superficie<br />

complessiva del fondo <strong>di</strong> proprietà o <strong>di</strong>sponibilità.<br />

In base ai dati a <strong>di</strong>sposizione (numero capi fornito dall’Asl n. 3 e dati del quadro<br />

conoscitivo regionale), si è valutato <strong>di</strong> indagare gli allevamenti con una consistenza superiore<br />

ai 10 capi, per un totale <strong>di</strong> 29 aziende.<br />

Sulla base dei sopra citati criteri 11 aziende zootecniche sono risultate intensive, ossia:<br />

2 aziende avicole presenti sul territorio, ovvero quella <strong>di</strong> fagiani a Fellette e<br />

quella <strong>di</strong> quaglie a Sacro Cuore;<br />

2 aziende che allevano bovini da carne a <strong>Romano</strong>;<br />

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