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Relazione agronomica - Comune di Romano d'Ezzelino

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<strong>Relazione</strong> Agronomica – a cura <strong>di</strong> dott. for. Diego Sonda – dott.ssa for. Silvia Forni – dott. for. Michele Cassol<br />

___________________________________________________________________________<br />

2.2 Carbonio organico<br />

La sostanza organica favorisce l’aggregazione e la stabilità delle particelle del terreno<br />

con l’effetto <strong>di</strong> ridurre l’erosione, il compattamento, il crepacciamento e la formazione <strong>di</strong><br />

croste superficiali; il carbonio organico si lega in modo efficace con numerose sostanze<br />

migliorando la fertilità del suolo e la sua capacità tampone; migliora l’attività microbica e la<br />

<strong>di</strong>sponibilità per le piante <strong>di</strong> elementi nutritivi come azoto e fosforo.<br />

La <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> sostanza organica è una delle principali “minacce” identificate dalla<br />

proposta <strong>di</strong> Direttiva del Parlamento e del Consiglio Europeo (COM 232/2006) e desta<br />

particolari preoccupazioni soprattutto nelle zone me<strong>di</strong>terranee. Il contenuto <strong>di</strong> sostanza<br />

organica nei suoli, oltre ad essere connessa al fenomeno della desertificazione, ha un<br />

importante ruolo nelle strategie <strong>di</strong> mitigazione delle emissioni <strong>di</strong> gas ad effetto serra, CO2 in<br />

particolare. A livello globale il carbonio nel suolo è infatti stimato essere tre volte maggiore<br />

rispetto a quello immagazzinato nella biomassa del soprassuolo.<br />

L’importanza del ruolo del carbonio organico nel suolo viene riconosciuta ed inserita<br />

anche negli strumenti <strong>di</strong> programmazione per le politiche agricole regionali (Piano <strong>di</strong><br />

Sviluppo Rurale 2007/2013 per il Veneto) con misure che favoriscono pratiche agronomiche<br />

<strong>di</strong> conservazione della risorsa.<br />

Secondo la Good Practice Guidance for Land Use, Land-Use Change and Forestry<br />

elaborate dalla Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) nel 2003, il contenuto <strong>di</strong><br />

carbonio organico nel suolo è ottenuto sommando i contenuti dei singoli orizzonti. Con<br />

riferimento all’Unità Tipologica <strong>di</strong> Suolo (UTS) e al tipo <strong>di</strong> copertura, il contenuto per<br />

singolo orizzonte è dato dal prodotto tra il quantitativo ponderale <strong>di</strong> carbonio e la densità<br />

apparente dell’orizzonte, sottraendo il volume occupato dai frammenti grossolani.<br />

Per l’ambiente <strong>di</strong> montagna oltre alla stima del carbonio organico stoccato nei suoli è<br />

fondamentale considerare anche il carbonio inglobato negli orizzonti organici <strong>di</strong> superficie<br />

(humus).<br />

Dato che le unità tipologiche <strong>di</strong> suolo della carta a scala 1:250.000 sono spesso<br />

associate ad una notevole variabilità nell’uso del suolo o nella vegetazione naturale, il dato<br />

ottenuto dalla carta pedologica deve essere necessariamente corretto con le informazioni sulla<br />

copertura.<br />

Il quadro conoscitivo regionale ha messo a <strong>di</strong>sposizione la cartografia prodotta da<br />

ARPAV. La cartografia prodotta è stata elaborata a partire dai dati attribuiti alle <strong>di</strong>verse unità<br />

tipologiche <strong>di</strong> suolo riconosciute nella Carta dei Suoli regionale. In particolare, è stato<br />

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