Catalogo Aliens - 2013 - Frattura Scomposta
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MOSTRA IDEATA DA<br />
PARTNER TECNICI<br />
ALIENS<br />
ALESSANDRO SCAPINELLI<br />
ALESSIO BOLOGNESI<br />
ANDREA VALSECCHI<br />
ANGELA VIOLA<br />
ANNA CARUSO<br />
ANNA FRIDA MADIA<br />
ANNACLARA DE BIASE<br />
ANNALÙ<br />
ANTONIO DE LUCA<br />
CRISTIANO DE MATTEIS<br />
EMILA SIRAKOVA<br />
ENRICO ROBUSTI<br />
FULVIO MARTINI<br />
GIANCARLO MARCALI<br />
GIANLUCA CHIODI<br />
GIUSEPPE BIGUZZI<br />
ILV - IRENE LUCIA VANELLI<br />
LUCA SKAWALKER<br />
LUIGI LEONIDI<br />
MARCO REA<br />
MASSIMO FESTI<br />
MOMÒ CALASCIBETTA<br />
RAFFAELLA FORMENTI<br />
ROBERTA UBALDI<br />
ROBERTO FONTANA<br />
SILVANO BRUSCELLA<br />
SILVIO PORZIONATO<br />
VALENTINA CHIAPPINI<br />
VANIA ELETTRA TAM<br />
VANNI CUOGHI<br />
WILLOW
ALIENS<br />
LE FORME ALIENANTI DEL CONTEMPORANEO<br />
La pratica artistica contemporanea si situa in un contesto sociale<br />
caratterizzato da due fenomeni complementari e ugualmente significativi, da<br />
una parte il predominio delle immagini sul linguaggio e dall’altra il diffondersi<br />
dell’esperienza della solitudine e dell’indifferenza, dimensioni esistenziali che<br />
non riconducono più necessariamente all’altro di sé.<br />
Le identità sono sempre più provvisorie e legate alle funzioni transitorie<br />
degli utenti dei vari sistemi: stradale, commerciale, bancario, ecc...<br />
Siamo soli ma al tempo stesso accomunati agli altri da relazioni di<br />
tipo contrattuale o da norme prescrittive.<br />
L’esercizio di queste pratiche solipolistiche ha trasformato la<br />
coesistenza sociale in un arcipelago di individualità contigue ma<br />
distinte, sostanzialmente indifferenti le une alle altre.<br />
Entrambi i fenomeni hanno origine nella facilità di accesso alla<br />
comunicazione visiva di massa e nel voler esaltare e rivendicare<br />
la libertà individuale, diffusa e supportata dagli apparati<br />
pubblicitari. Se nell’età moderna il rapporto tra l’individuo e<br />
la massa viveva nell’alternanza di due movimenti antitetici, la<br />
perdita del soggetto nella folla o al contrario, il potere assoluto<br />
rivendicato dalla coscienza individuale, nelle forme di solitudine<br />
della modernità, l’antitesi vitale della contemporaneità si è<br />
oggi ridotta a forme banali di pseudo socialità e ad una sterile<br />
contrattualità con il mondo.<br />
Come alieni ci muoviamo sulla terra, osservando tutto con distacco, leggiamo libri e giornali<br />
in metropolitana senza accorgerci (o meglio dire non volendo accorgercene) del violento<br />
scippo che si sta consumando accanto a noi. Ma la vera tragedia risiede nel fatto che<br />
non riusciamo a capire neppure ciò che stiamo leggendo. Invitiamo amici a pranzo o a<br />
cena, dispensiamo loro sorrisi ed attenzioni, poi li incrociamo il giorno dopo per strada e<br />
ci volgiamo dall’altra parte per non doverli salutare, o peggio fermarci a scambiare poche<br />
parole che, spesso e volentieri, riteniamo possano tradursi in inutili convenevoli.<br />
Dopo l’11 settembre 2001 se vogliamo, tutto ciò si è acuito, all’indifferenza ed al<br />
fastidio si è aggiunta la paura, il terrore del diverso, guardiamo gli altri come potenziali<br />
nemici, ci muoviamo con circospezione... Meglio rimanere a casa e nascondersi<br />
dietro al monitor di un computer e navigare in internet per ore, magari con identità<br />
fittizie, proponendoci agli altri come eroi moderni senza macchia e senza paura, per<br />
tornare il giorno dopo i soliti alieni, visitatori timorosi del pianeta terra.
ANGELA VIOLA<br />
Nella serie Ma(ta)sse, Angela Viola rappresenta l’archetipo del femminile come contenitore che<br />
protegge. […] Figure femminili vengono rapportate a un filo rosso che si attorciglia al corpo<br />
creando delle matasse che formano una sorta di bozzolo in cui ci si possa rigenerare come in<br />
una nuova nascita 1 . […] Il volto nascosto dal caschetto nero […] caratterizza le figure della serie<br />
Ma(ta)sse, in cui il bagaglio di ricordi ed esperienze diventa una vera e propria massa aggrovigliata<br />
di fili rossi che protegge, sostiene e spesso disegna essa stessa il corpo delle giovani donne 2 .<br />
1 Da una nota di Andrea La Carpia.<br />
2 Da una nota di Annalisa Bergo.<br />
MA(ta)SSE #1<br />
2012<br />
200 x 150 cm<br />
Acrilico su tela<br />
ANNACLARA DI BIASE<br />
Con la mia ricerca artistica intendo esaminare come il corpo si trasforma attraverso<br />
i movimenti e l’abbigliamento. Il lavoro ha inizio con una azione performativa<br />
documentata da fotografie, video e tele ad olio. Le fotografie sono tracce di performance<br />
transitorie nello spazio domestico o naturale. Il corpo della modella è sottoposto a<br />
trasformazioni temporanee nelle quali stabilire nuove connessioni con il mondo<br />
dell’iconografia classica, del cinema, del teatro e della musica. Abiti, accessori e tutto<br />
ciò che può portare al mutamento dell’immagine sono di fondamentale importanza.<br />
I capi d’abbigliamento, utilizzati nelle performance, sono vestiti vintage o vestiti che<br />
confeziono personalmente.<br />
JUNE<br />
2011<br />
50 x 70 cm<br />
Olio su tela
ROBERTO FONTANA<br />
Un percorso di analisi e ricerca sulla<br />
difficoltà a reperire il senso intimo<br />
e profondo del proprio essere ed<br />
esistere, attraverso l’autoritratto<br />
come credibile icona elettiva di una<br />
condizione esistenziale, di un disagio<br />
non solo personale ma rappresentativo<br />
dell’intera società contemporanea.<br />
La propria immagine riflessa, lo<br />
sdoppiamento del proprio Io in<br />
continua ricerca, attraverso una pittura<br />
fisica e d’istinto che cerca espressione<br />
attraverso il gesto e la forma.<br />
THREE TIMES ME<br />
2011<br />
193 x 105,5 cm<br />
Tecnica mista su tavola<br />
ANNA CARUSO<br />
Il lavoro si concentra sulla mescolanza tra cultura materialista occidentale e<br />
folclore e religione tradizionali: una madonna/cappuccetto rosso subisce una<br />
trasfigurazione a seguito di una ipotetica “chiamata”, a cui non ha dato ascolto.<br />
La sovrapposizione di sfondo, animale e corpo umano rende la simultaneità<br />
dell’evento, togliendo realismo compositivo e rappresentativo, e cala la scena<br />
in una dimensione surreale. Il soggetto, che ad un primo sguardo ricorda<br />
un’iconografia religiosa occidentale, si carica di significati inaspettati e costringe<br />
l’osservatore ad una continua messa a fuoco dell’immagine, nel tentativo di<br />
decifrarne ogni messaggio.<br />
CHIAMATA SENZA RISPOSTA<br />
2012<br />
70 X 70cm<br />
Acrilico su tela
SILVIO PORZIONATO<br />
Tentativo di rappresentare, attraverso il corpo nudo, l’anima della figura.<br />
UNTITLED<br />
2012<br />
170 x 130 cm<br />
Olio su tela<br />
CRISTIANO DE MATTEIS<br />
“Il peggior peccato contro i nostri simili non è l’odio,<br />
ma l’indifferenza: questa è l’essenza della disumanità”.<br />
George Bernard Shaw<br />
INHUMANITY<br />
2012<br />
83 x 83 cm<br />
Tempera acrilica su base fotografica originale, stampata<br />
su carta ed applicata su supporto in legno
VANIA ELETTRA TAM SOSpesa rappresenta lo stato instabile della società contemporanea, la condizione di preoccupazione<br />
di coloro che dipendono dalla volontà altrui, da quelli che sfruttano e non sanno scommettere su<br />
chi è destinato ad andare via.<br />
Equilibristi su un filo, intenti a sorreggere le proprie fragilità. Persone precarie costantemente alla<br />
ricerca di equilibrio, sospese fra la dura realtà quotidiana e la ricerca di una stabilità.<br />
Provvisorietà espressa attraverso colori indecisi e sottolineata dall’ombra incerta del futuro.<br />
SOSpesa 1<br />
2011<br />
265 x 190 cm<br />
Olio su tela<br />
ANNALÙ<br />
L’isolamento e’ uno stato mentale non fisico, un pensiero costante<br />
come un dolore terebrante che ci può consumare tanto che quel<br />
pensiero sembri non più una proiezione quanto piuttosto un<br />
ricordo.<br />
Il ricordo di un dolore, un silenzio del cielo prima del temporale,<br />
delle foreste prima che si levi il vento, del mare calmo della sera,<br />
di quelli che si amano, della nostra anima,<br />
poi c’è un silenzio che chiede soltanto di essere ascoltato.<br />
Questa e’ l’atmosfera creativa in cui nasce e si sviluppa S.O.S.:<br />
imprimere all’osservatore dei messaggi subliminali , come le<br />
immagini di Rorschach o l’onda Theta , lungo quella lunga,<br />
sfibrante, coinvolgente macchia di colore nero che si propaga<br />
dalla scultura ( o dal corpo acefalico del personaggio?) vuole<br />
creare in Lui la sensazione di essere solo di fronte ad un mistero,<br />
il mistero del pensiero, l’oscurita’ della solitudine.<br />
Ecco il perché di una linea che evochi l’elettroencefalogramma<br />
umano tipico<br />
nelle fasi di sonno REM (sonno con sogni) e nelle fasi di pensiero<br />
caratterizzate da grande produzioni di immagini mentali (stato<br />
ipnagogico, stato di intensa creatività ed emozione):<br />
l ‘Artista vuole creare un onda materica che sia onda di emozione,<br />
un graffito nero che sia immagini da consegnare alla memoria e<br />
all’immaginazione, vuole confinare l’alienazione del personaggio<br />
nel sussulto di un pensiero esistenziale da racchiudere in una<br />
bottiglia come un estremo SOS!<br />
(Testo di Marco Castellano)<br />
SULLA OSCURITÀ DELLA SOLITUDINE (S.O.S)<br />
2012|<strong>2013</strong><br />
90 x 350 x 45 cm<br />
Corteccia, vetroresina, smalto, rame, carta
MASSIMO FESTI<br />
“..è come dentro un circo, con una scenografia che non si sceglie:<br />
tutto quel dramma che s’improvvisa con leggerezza, senza<br />
ostentare equilibri, lasciando libere le difese.<br />
Che a camuffare le paure, si diventa disabili.”<br />
(Solidea Ruggiero)<br />
SE FOSSI STATA INTERA<br />
SAREBBE MANCATO QUALCOSA<br />
2012<br />
70 x 50 cm<br />
Fotografia digitale,<br />
lambda print su alluminio<br />
LUIGI LEONIDI<br />
Il mio è un lavoro a metà strada tra l’immagine indicale<br />
e quella iconografica. Perciò ho scelto Paperino,<br />
personaggio alienato, come un perfetto rappresentante<br />
del nostro tempo. Un individuo che ha smarrito l’anima e<br />
le proprie predisposizioni naturali, diventando l’artefice del<br />
tracollo della propria esistenza in cui, man mano, crollano<br />
drasticamente anche (falsi) miti e (false) certezze.<br />
SEPUKU SUPERFICIALE CON CALZATURE INADATTE<br />
2012<br />
100 x 100 cm<br />
Olio su tela
EMILA SIRAKOVA<br />
Attraverso disegni e performance l’artista affronta il tema del corpo umano,<br />
proiezione del proprio ego, visione del se e delle proprie emozioni. E’ un corpo<br />
che cerca di guardarsi dal di fuori attraverso pose talmente tese ed attorcigliate<br />
da ricordare le emozioni: quei momenti in cui rannicchiati su stessi pensiamo,<br />
rimuginiamo, cerchiamo di dimenticare o sogniamo. Sono questi i momenti dove<br />
forse si perde di più il contatto col se stesso carne e si cerca di raggiungere quel<br />
se stesso spirito fatto di strati, macchie e colori indefiniti. Anzi, dei non colori.<br />
DIE ENTFREMDUNG<br />
2012<br />
120x80 cm<br />
pastelli e acrilico su<br />
strati di carta oleata<br />
ANTONIO DE LUCA<br />
I miei ritratti urbani, sono scattati velocemente, senza inquadrare<br />
l’immagine nel mirino. Non pretendo di dare risposte, vado a<br />
spasso con la mia ombra cercando altre ombre, non ho bisogno<br />
di una bella luce, mi basta quella che trovo.<br />
TRANSITI<br />
2011<br />
200 x 180 cm (trittico)<br />
digitale su carta cotone su dibond
RAFFAELLA FORMENTI<br />
“VIR TU ALI. Metti in gioco la forza delle ali mentali se non vuoi che la tua mente<br />
resti ammosciata su di una sedia, nutrita a forza da pensieri VIRALI che uccidono il<br />
TU che ti differenzia….”<br />
Una volta solo chi potesse viaggiare ampliava le sue conoscenze spazio-temporali,<br />
più di uno stanziale; solo chi sapesse leggere accedeva alle esperienze di altre vite<br />
archiviate in parole, attraversando così anche il gap spazio-tempo. Ora è anche<br />
l’accesso o meno al virtuale a creare distanze tra i “viaggiatori”, sempre più unificati/<br />
differenziati nella partecipazione spazio-temporale delle esperienze proiettive di un<br />
altrove rispetto alla nostra quotidiana fisicità. Le biblioteche entrano virtuali nelle<br />
case e richiedono un’attiva partecipazione e coscienza per non diventare labirintico<br />
BLOB/blog universale. Anche di relazioni, sempre più agganciate alla Rete e a rapide<br />
traiettorie occasionali.<br />
IN SEDIA MENTI<br />
VIR TU ALI<br />
<strong>2013</strong><br />
cantiere di materiali<br />
cartacei a variazione<br />
ambientale<br />
VALENTINA CHIAPPINI<br />
Sono alieno<br />
Sono altro<br />
Non appartenente a comunità alcuna<br />
Non sono dei vostri<br />
Vi guardo con l’unico occhio della mia mente borderline<br />
I pensieri come lame graffiano il colore vomitato.<br />
UNO STATO DELLA MENTE<br />
(dettaglio opera)<br />
<strong>2013</strong><br />
dimensioni variabili<br />
Tecnica mista - lame su tela
MARCO REA<br />
Tutti i soggetti delle mie opere appartengono ad un mondo altro.<br />
Tento di rappresentare un’altra realtà, legata ai pensieri o ai ricordi o ai sogni o forse<br />
a mondi diversi e uguali.<br />
Il soggetto di “Fragile” non è una donna ma l’essenza di essa, composta dalla sua<br />
fragilità e la sua intimità. E’ un’indagine di se, un pensiero, una ricerca.<br />
Rappresenta sicuramente quella forma aliena che alberga dentro di noi.<br />
FRAGILE<br />
2012<br />
57 x 77 cm<br />
Pittura spray su<br />
manifesto pubblicitario<br />
GIANLUCA CHIODI<br />
l’opera, in modo ironico e divertente, vuole creare uno spunto di<br />
riflessione sul dilagare imperante della chirurgia estestica e sull’etica<br />
che contraddistingue questo fenomeno contemporaneo che sempre<br />
più trasforma le persone in “perfetti” esemplari da baraccone.<br />
RASSEGNA STAMPA<br />
2011<br />
64 x 46 cm<br />
Fotocomposizione e stampa su carta da quotidiano
MOMÒ CALASCIBETTA<br />
Nella vita tutto quello che scegliamo e<br />
apprezziamo come leggero non tarda a<br />
rivelare il proprio peso insostenibile. Forse<br />
solo la vivacità e la mobilità dell’intelligenza<br />
sfuggono a questa condanna del vivere.<br />
Chi è pesante non può fare a meno di<br />
innamorarsi perdutamente di chi vola<br />
lievemente nell’aria, tra il fantastico e il<br />
possibile: mentre i leggeri sono respinti dai loro<br />
simili e trascinati dalla “compassione” verso i<br />
corpi e le anime possedute dalla pesantezza.<br />
La leggerezza viene dall’unicità della vita che<br />
ci porta a trascurare l’approfondimento e<br />
l’interiorizzazione, ma evitando di prendere<br />
decisioni e posizioni, l’esistenza diventerebbe<br />
insostenibile e insopportabile?<br />
Nietzsche, con il suo “eterno ritorno” applicato<br />
alla quotidianità, ci fa rivivere infinite volte<br />
quello che abbiamo già vissuto nel passato e<br />
che tornerà ad accadere anche in futuro.<br />
Da qui la necessità di esserci ora, di cogliere<br />
le antifone, di non perdersi nulla, di andare<br />
in fondo.<br />
INSOSTENIBILE LEGGEREZZA<br />
2002<br />
186 x 93 cm<br />
Matita su tavola<br />
ROBERTA UBALDI<br />
Mani che cercano di trattenere forme in continua evoluzione,<br />
anime che si materializzano e poi si dissolvono.<br />
SOUL#16<br />
<strong>2013</strong><br />
90 x 180 cm (dittico)<br />
Olio su lamiera ossidata
ENRICO ROBUSTI<br />
Come vincere la morte? cosa promettere a questa venditrice di<br />
luce artificiale che la svela e rivela come una radiografia medica?<br />
COME VINCERE IL NERO CUORE<br />
DELLA LAMPADARIESSA?<br />
2011<br />
150 x 100 cm<br />
Olio su tela<br />
ALESSANDRO SCAPINELLI<br />
FULVIO MARTINI<br />
LUCA SKAWALKER<br />
SILVANO BRUSCELLA<br />
Questo dipinto è stato concepito dal gruppo Innaturalista formato Silvano<br />
Bruscella, Fulvio Martini, Alessandro Scapinelli, Luca Skawalker ed esposto<br />
in occasione della seconda collettiva Innaturalista del 2010, curata da<br />
Francesco Porzio, presso la galleria Isarte di Corso Garibaldi 2 a Milano.<br />
La realizzazione del grande dipinto fu resa possibile grazie alla galleria<br />
che mise a disposizione il suo spazio per montare la tela e dipingerla<br />
direttamente in loco, durante il mese precedente l’inaugurazione.<br />
Il dipinto illustra i possibili effetti degli alimenti geneticamente modificati<br />
(OGM), più in generale, racconta un futuro non propriamente felice che<br />
ci attende a causa dell’avidità e della stupidità umana.<br />
La prima parte (Il paese di Jabuticaba) parla di un tempo lontanissimo<br />
e felice in cui l’uomo viveva armoniosamente nella natura. La seconda<br />
(Brain Damage) descrive il laboratorio del progresso. La terza (La scalata)<br />
ne mostra gli effetti su una umanità ebbra di successo e di denaro. La<br />
quarta (Saremo tutti felici) immagina uno scenario futuro, che forse è già<br />
cominciato da un pezzo.<br />
PITTURA GENETICAMENTE MODIFICATA: UNA STORIA O.G.M.<br />
2010<br />
300 x 510 cm<br />
Acrilico su tela
ANNA FRIDA MADIA<br />
La figura di Calipso in riferimento all’Apocalisse (apokalypsis, composto da<br />
apo’ “separazione” e kalyptein “nascosto”, come in Calipso) e la piuma di<br />
pavone, (l’uccello che più assomiglia alla leggendaria fenice) come un occhio<br />
magico in grado di scrutare gli eventi futuri…<br />
Sullo sfondo alcune navicelle spaziali fanno capolino sulle brumose colline…<br />
L’ISOLA DI KALYPTEIN<br />
2012<br />
110 X 75 cm<br />
Olio su lino<br />
GIUSEPPE BIGUZZI<br />
Riuscire a catturare ancora oggi l’attenzione proponendo uno dei soggetti più<br />
sfruttati nella storia dell’arte equivale ad affermare come pretesto il soggetto<br />
stesso.<br />
Attraverso la figura femminile cerco di indagare lo stato emozionale generato<br />
dal quotidiano vivere nella società contemporanea.<br />
La donna diventa simbolo di identità negate, di emancipazioni imposte<br />
preconfezionate ed illusorie, distanti dalla propria natura.<br />
L’impossibilità di interazione, mediante la negazione dello sguardo, tra<br />
soggetto e osservatore determina l’annullamento della funzione attribuita<br />
al soggetto stesso, ad isolarlo ed estraniarlo completamente da ciò che lo<br />
circonda e a renderlo indipendente<br />
I corpi rappresentati non esaltano quindi il desiderio quanto piuttosto il depresso<br />
abbandono del lasciarsi andare secondo l’odierno modello esistenziale.<br />
ROMINA - DITTICO<br />
2012<br />
60 x 200 cm<br />
Olio su tela
WILLOW<br />
POPulatiom<br />
2012<br />
100 x 120 cm<br />
smalto su tela<br />
...una folla in movimento<br />
ALESSIO BOLOGNESI<br />
Anche se sono diverso, non significa che dobbiate farmi la guerra!<br />
THE SFIGGY CRASH<br />
2012<br />
150 x 200 cm<br />
Acrilico su tela
GIANCARLO MARCALI<br />
“Ri(e)voluzione” è a nuova installazione nella quale la mia<br />
ricerca si sviluppa verso lo sbocco di una dimensione più<br />
spirituale. Da una attenta analisi del momento doloroso che<br />
mi ha portato a sezionare in maniera chirurgica l’attimo in<br />
cui tutto crolla e muore, cerco una via per allontanarmi da<br />
questo dolore attraverso una intuizione.<br />
Mesi fa sono venuto in possesso delle radiografie di un’aquila<br />
ferita in Liguria. Mi è venuta in mente la mia installazione “La<br />
memoria del dolore” nella quale avevo raccolto le radiografie<br />
di 33 persone morte di cancro per creare un’unica identità<br />
che rappresentasse tutte loro, ed ho deciso di regalare le<br />
ali di quest’aquila alla mia opera. L’installazione si sviluppa<br />
su 6 strati di radiografie all’interno di vetri che a prima vista<br />
appaiono scoordinate ma che per effetto di un procedimento<br />
pseudo anamorfico si ricompongono in un unico punto<br />
dello spazio facendo apparire la mia vecchia installazione<br />
prendere il volo.<br />
E’ un atto di fede nei confronti della vita. Il nostro dolore ci<br />
curerà, si addolcirà e ci porterà a ritrovare la nostra identità.<br />
RI(e)VOLUZIONE<br />
2012<br />
300 x 250 x 200 cm<br />
Installazione,<br />
radiografie, vetro,<br />
cavi acciao e nylon<br />
ANDREA VALSECCHI<br />
L’opera è parte della serie Metamondo, un lavoro ispirato al<br />
mondo delle realtà virtuali attraverso il quale l’autore indaga<br />
sulla società contemproranea e sulla sottile linea che separa il<br />
mondo reale dal quello virtuale.<br />
Il lavoro è ottenuto inserendo, all’interno di immagini scattate<br />
in ambientazioni urbane moderne, elementi relativi al mondo<br />
virtuale, al fine di creare situazioni ambigue che disorientino<br />
l’osservatore.<br />
CUSTOMIZING<br />
2010<br />
60 x 108 cm<br />
Stampa digitale ai pigmenti su carta di tipo perlato, montata su alluminio
ILV - IRENE LUCIA VANELLI<br />
Tre manichini che rappresentano sagome abbozzate della “non identità”.<br />
Corpi alienanti, in cui la soggettività e l’individualità si dissolvono, in antitesi<br />
concettuale con l’Umanesimo e la centralità dell’uomo.<br />
L’uomo perde il proprio ruolo e la propria dignità: da soggetto (“homo faber”)<br />
diventa oggetto, parte dell’allestimento di un’opera, strumento di comunicazione<br />
di stati d’animo e condizioni universalmente traducibili.<br />
Nasce così la serie de “Gli ossimori del vivere”:<br />
“Libertà” “Liebe” “Amitié”<br />
GLI OSSIMORI DEL VIVERE<br />
2012<br />
dimensioni variabili<br />
tecnica mista<br />
L’opera rappresenta alcune nobildonne “armate” di piccole protesi<br />
che, anziché facilitarne i movimenti, ne ostacolano il normale fluire<br />
VANNI CUOGHI<br />
Il dipinto rappresenta l’Imperatrice Teodora,<br />
moglie di Giustiniano, che sedusse l’Imperatore<br />
ballando in un postribolo di Costantinopoli.<br />
LE PICCOLE (E INUTILI) COMPLICAZIONI QUOTIDIANE<br />
2011<br />
53 x 129 cm<br />
acquerello e collage su carta<br />
courtesy: Galleria Area B , Milano<br />
IL BALLO DI TEODORA<br />
2012<br />
37x 35 cm<br />
acrilico e acquerello su carta<br />
courtesy: collezione Lora Lamia, Milano
ALESSANDRO SCAPINELLI<br />
Nasce nel 1966 a São Paulo (Brasile) e inizia il suo percorso<br />
artistico attorno al 1985 anno in cui inizia a frequentare la<br />
“Escola Panamericana di Artes de São Paulo”. Nel 1987,<br />
finito il corso di pittura e dopo aver partecipato ad alcune<br />
mostre collettive, fa la sua prima personale al “Centro<br />
Culturale di São Paulo”. Nel 1990 si laurea in architettura e<br />
si trasferisce in Italia a Reggio Emilia, paese di origine dei<br />
suoi genitori. Nel 2003 partecipa al Premio Internazionale<br />
di Albissola Marina. Nel 2006 organizza e realizza la sua<br />
seconda personale, prima in Italia.<br />
Nel 2007 partecipa alla Mostra di Arte Contemporanea a<br />
Pistoia. Negli anni 2008, 2009 e 2010 partecipa ad alcune<br />
mostre collettive. Nel 2009 entra a fare parte del gruppo<br />
milanese di artisti “innaturalisti” che tra il 2009 e 2010<br />
organizza alcune mostre a Milano e dintorni. Due sue opere<br />
sono state scelte per la copertina del giornale Zeroassoluto<br />
e una come immagine del biglietto della “Lotteria Italia”.<br />
Nel 2012 realizza la sua terza mostra personale a Bologna.<br />
Attualmente frequenta il biennio di pittura all’Accademia di<br />
Belle Arti di Bologna.<br />
ALESSIO BOLOGNESI<br />
Nasce nel 1978 a Ferrara. Fin da bambino manifesta la<br />
volontà di diventare ingegnere elettronico, disciplina in cui<br />
si laurea nel 2006.<br />
In ogni momento libero si dedica, però, al disegno, sua<br />
grande passione. Una passione che lo porta a trovare<br />
impiego come artista digitale 2D e 3D durante gli ultimi tre<br />
anni di università, per poi iniziare a lavorare come Project<br />
Manager per un’azienda di Reggio Emilia.<br />
Alessio inizia a dipingere nel 2008 per sfogare le proprie<br />
emozioni, provando a trasferirle anche alle persone che<br />
osservano i suoi lavori.<br />
Dopo la prima mostra, allestita nell’ottobre 2009, ha preso<br />
parte a diverse esposizioni personali e collettive, ultime<br />
delle quali “Senza identità” (La Carmelina Edizioni, Ferrara,<br />
2010), “Alessio Bolognesi” (Club Nove100 Open Art, Reggio<br />
Emilia, 2010 – con la cura di Gino di Frenna, Galleria 8,75<br />
Reggio Emilia), “Arte in Opera” ( Castello di Varano, Varano<br />
de’Melegari, Parma, 2010 – Collettiva a cura di Nausica<br />
Opera), “I Coloristi” (Galleria Il Borgo, Milano, 2010<br />
– Collettiva a cura di Sabrina Falzona, Galleria Il Borgo,<br />
Milano).<br />
Ha vinto inoltre il premio pittura al concorso Arte in Opera<br />
di cui è stata organizzata l’omonima collettiva.<br />
ANDREA VALSECCHI<br />
Nasce nel 1970 a Milano, attualmente vive fra Milano e<br />
Varese abbinando l’attività fotografica/artistica a quella di<br />
consulenza informatica.<br />
Inizialmente attratto dalla fotografia di paesaggio, con i suoi<br />
ultimi lavori rivolge lo sguardo sulla società contemporanea<br />
e sugli effetti contradditori collegati al progresso<br />
tecnologico. Di questi lavori fa parte la serie Metamondo<br />
(2010-2011), attraverso la quale rappresenta, con sottile<br />
ironia, una realtà ambigua in cui mondo reale e mondo<br />
virtuale si confondono.<br />
Fra i principali premi ottenuti, si segnalano i riconoscimenti<br />
al Premio Arte (Cairo Ed.), al Premio Arte Laguna, al Premio<br />
Celeste e al Donkey Art Prize. Nel 2011, ha inoltre esposto<br />
al MIA Fair, fra gli autori selezionati dal comitato critico.<br />
Dal 2005, espone in mostre personali e collettive in Italia<br />
e all’estero.<br />
ANGELA VIOLA<br />
Nasce nel 1981 a Palermo, attualmente vive e lavora a<br />
Milano ed opera nel settore delle arti visive da diversi anni.<br />
Ha esposto in Italia e all’estero (Germania, Spagna) ad<br />
esposizioni collettive, ottenendo numerosi riconoscimenti.<br />
Nel 2003 ha conseguito il diploma di Laurea presso<br />
l’Accademia di Belle Arti di Palermo e nel 2010 la laurea in<br />
Storia dell’Arte presso l’Università degli Studi di Palermo.<br />
Inizia la sua ricerca nel 2004 durante un soggiorno a<br />
Valencia.<br />
La sua opera è stata acquisita da diversi enti pubblici e<br />
privati figurando, inoltre, su diverse pubblicazioni. Nel 2005<br />
rappresenta la città di Palermo alla XII Biennale dei Giovani<br />
Artisti dell’Europa e del Mediterraneo, Napoli. Durante la VI<br />
Edizione de Il Genio di Palermo, a cura di Eva Di Stefano,<br />
partecipa ad un workshop con l’artista tedesco John Bock.<br />
Negli ultimi due anni si segnalano le seguenti mostre<br />
personali: Happy Family, Galleria Marelia, Bergamo; DE<br />
VENERATIO_Sulla venerazione, a cura di Martina Colajanni<br />
RizHoma.housegallery, Palermo; Uno nessuno centomila,<br />
Fabbrica Borroni, Bollate (Mi); Breaking souls, Spazio<br />
Cannatella, Palermo.<br />
Tra le esposizioni collettive: Dis-aggregazione, a cura di<br />
Gianni Cuomo, Galleria Marelia, Bergamo; Festival UP_<br />
nea’12 - Suburbia in Fabula, Villa Arconati, Bollate (Mi); Next<br />
Generation, Fabbrica Borroni, Bollate (Mi); Sevilla_Palermo,<br />
Sala de Exposiciones KSTELAR 22, Siviglia. Attualmente<br />
collabora con Galleria Marelia, Bergamo, Fabbrica Borroni<br />
(Bollate, Mi) e RizHoma.gallery, Milano.<br />
ANNA CARUSO<br />
Nasce nel 1980 a Cernusco Sul Naviglio (Mi). Nel 2004<br />
consegue il diploma di Laurea presto l’Accademia di Belle<br />
Arti di Bergamo, con indirizzo pittura e restauro, e nello<br />
stesso anno apre e dirige lo Studio d’Arte Picart a Treviglio<br />
(Bg).<br />
La sua ricerca artistica si fonda sull’indagine tra il mondo<br />
fenomenico, reale e tangibile, e il mondo noumenico,<br />
catalizzando linguaggi ed espressioni del tessuto umano<br />
che si sovrappongono al vivere quotidiano. Le figure<br />
che dominano i dipinti sono eteree ed in esse convivono<br />
simultaneamente diversi elementi e differenti chiavi di<br />
lettura, correlate in una composizione fatta di trasparenze<br />
e sovrapposizioni di colore giustapposto.<br />
Tra le numerose esposizioni, si segnala la più recente<br />
personale del 2012 : “C’ero, una volta”, a Milano (Famiglia<br />
Margini) e a Lecce (E-lite Studio Gallery). Tra le collettive<br />
di quest’anno si evidenziano: “Coexist. Eight different kind<br />
of fantastic art” – E-Lite Studiogallery (Lecce), a cura di<br />
Ivan Quaroni; “Surf” – White Gallery (Milano); “Statements<br />
2011”, Circoloquadro (Milano); Arte Accessibile Milano –<br />
Spazio Orlandi; Bergamo Arte Fiera 2010-2012; “Neo pop,<br />
pop surrealism VS Urban Art” - Spazio Orlandi (Milano).<br />
ANNA FRIDA MADIA<br />
Nasce nel 1976 a Torino. Dopo il diploma come Tecnico<br />
grafico della pubblicità consegue nel 2002 la laurea in<br />
pittura presso l’Accademia Albertina delle Belle Arti.<br />
Segnalata in diversi premi nazionali, tra cui il Premio<br />
Morlotti (2002), il Premio Italian Factory per la giovane<br />
pittura italiana (2004) e il British Portrait Award della<br />
National Portrait Gallery di Londra (2007), inizia da subito<br />
ad esporre in Italia e all’estero.<br />
Particolarmente attenta alla figura femminile utilizza fiabe,<br />
citazioni letterarie e racconti medievali per descrivere la<br />
metafora della condizione esistenziale. Nell’ultimo periodo<br />
di ricerca le malinconiche atmosfere preraffaellite si dirigono<br />
verso il mistero e la suspense del thriller.<br />
Tra le recenti mostre personali si segnalano “Peau d’âme“<br />
a cura di Vera Agosti, “In the maybe world” a Torino<br />
, “Il pudore della felicità” all’Istituto dei Ciechi di Milano<br />
a cura di Giacomo Prati e Chiara Canali; fra le collettive:<br />
“Peinture” Galerie Pierre Kleinmann di Parigi, “Iconica “<br />
Galleria Rezarte, Reggio Emilia, a cura di Francesca Baboni,<br />
“Artotheque éphémère 3” Champagne Ardenne, Francia<br />
e “Black Sea” Orlando, USA. Nel 2011 è uno degli artisti<br />
invitati da Vittorio Sgarbi alla Biennale di Venezia, Padiglione<br />
Piemonte presso la Castiglia di Saluzzo (Cn).<br />
Dal 2010 è in residenza artistica presso il Centro d’Arte<br />
Ginkgo a Troyes in Francia.<br />
ANNALÙ<br />
Nasce nel 1976 a Venezia. Scultrice, performer, designer:<br />
la sua attivita’ artistica iniziata fin dagli anni dell’Accademia<br />
a Venezia viene notata dalla Critica tanto da valerle la<br />
presenza alla Biennale di Venezia nel 2001, prestigioso<br />
riconoscimento ripetuto nell’Edizione del 2011.<br />
Il Suo è un lavoro intensamente lirico ed evocativo ma anche<br />
di grande impatto formale, con immagini di coinvolgente<br />
potenza e forza simbolica: creazioni tra forme metamorfiche<br />
ed architetture immaginarie mediante l’assemblaggio e<br />
l’alchimia di resine sintetiche, carte e materiali sottratti alla<br />
Natura come cortecce e radici.<br />
Ha vinto numerosi premi e menzioni: Premio Arte Laguna<br />
sezione Pittura e Scultura, 2007(2), 2008(3); Premio Pagine<br />
Bianche 2006; Premio Stonefly per l’Arte Contemporanea<br />
2008; Premio Ora 2011; Premio Opera le vie dell’Acqua<br />
2012.<br />
Nel 2008 è stata rappresentante italiana nella Collettiva<br />
Internazionale presso il Museo Moya di Vienna e nel<br />
corso degli anni espone in numerosi Musei italiani: Museo<br />
di Storia Naturale a Venezia; Rocca Paolina di Perugia /<br />
Fondazione Burri; Palazzo Ca’ Capello di Venezia; Palazzo<br />
Ducale di Pavullo (Modena); Fondazione Benetton; Museo<br />
Archeologico di Vasto (Chieti); Chiesa di San Francesco a<br />
Como; Chiesa di San Salvador a Venezia; Rocca dei Rettori<br />
a Benevento; e in Musei stranieri : Moya, Vienna; SDAI, San<br />
Diego. Numerose sono le Mostre Personali con prestigiose<br />
Gallerie italiane ed estere curate da importanti critici del<br />
settore. Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e<br />
private, Nazionali ed Internazionali.<br />
ANNACLARA DI BIASE<br />
Nasce nel 1977 a Torino. Si diploma in Decorazione nel<br />
2001 e consegue il Diploma Accademico di Secondo<br />
Livello ad Indirizzo Didattico nel 2007 entrambi presso<br />
l’Accademia di Belle arti di Macerata. Attualmente vive e<br />
lavora tra Ancona e Berlino. Durante i primi anni di studio<br />
all’Accademia inizia la sua ricerca artistica esaminando il<br />
modo in cui il corpo femminile si trasforma attraverso i<br />
movimenti e l’abbigliamento.<br />
Il suo lavoro consiste nella documentazione con video, foto e<br />
tele ad olio di un’azione performativa che vede protagonisti<br />
i vestiti, il corpo e gli accessori domestici. La sua attività<br />
espositiva ha inizio nel 1998, partecipa a premi, concorsi,<br />
mostre personali e collettive ottenendo riconoscimenti e<br />
menzioni.<br />
Tra le mostre personali ricordiamo: nel 2002 Geografie<br />
dell’abitare presso lo Studio Mascarella di Bologna a cura di<br />
Franco Speroni. Tra le mostre collettive: nel 2012 è finalista<br />
del Premio Lissone indetto dal Museo d’Arte Contemporanea<br />
di Lissone a cura di Alberto Zanchetta; sempre nel 2012<br />
partecipa a Figurabile.01 presso L’ARCA laboratorio per le<br />
arti contemporanee di Teramo a cura di Umberto Palestini.<br />
Nel 2011 è invitata alla 54. Esposizione Internazionale<br />
d’Arte Biennale di Venezia - Padiglione Italia/Accademie<br />
a cura di Vittorio Sgarbi. Nel 2006 è finalista del Premio<br />
Italian Factory presso Casa del pane di Milano a cura di<br />
Alessandro Riva e Chiara Canali.<br />
ANTONIO DE LUCA<br />
Nacse nel 1956 a Montagnareale (ME). Vive e lavora a<br />
Milano. Artista multimediale, professionista dal 1980 ha<br />
lavorato e pubblicato per numerose case editrici, tra le<br />
quali Rizzoli, Mondadori, Rusconi, Condè Nast, Elle Japon,<br />
Madame Figarò, Cairo editore, ecc...
Ha inoltre realizzato video pubblicitari, cataloghi, calendari,<br />
pubblicazioni per BGS, HDMWE, Satchi&Satchi, Fiat<br />
immagine, Blue imp., Azzurra, Sbernadori Del Conte,<br />
Ricordi BMG, IVECO, Pirella&G, Red Cell, Penno advertising,<br />
Olivetti, MPIO ecc...<br />
Ha partecipato a numerose mostre, tra le quali ricordiamo:<br />
“Lo schermo di Scipio” personale, Wannabee gallery e<br />
“Cronache vere” Spazio Consolo a cura di Alessandro Riva,<br />
Milano; “Ritratti Italiani” Galleria d’Arte Moderna Aroldo<br />
Bonzagni a Cento (FE) e Fondazione Durini a Milano a cura<br />
di Vittorio Sgarbi; “All in twilight” personale, Nur Gallery,<br />
Ars Prima, a cura di Ivan Quaroni, Milano; “Montblanc<br />
Art Proejct 2001” con il video Bohéme a Tokyo e Sidney;<br />
Vincitore “Artdonkeyprize 2011” con l’opera “Era mio<br />
padre”; “Mystic Land” personale a cura di Silvia Fabbri,<br />
Milano; è stato presente alla “54 Biennale Di Venezia<br />
Padiglione Italia” Arsenale con l’opera “240 Perche’ i<br />
mendicanti vivono ancora”.<br />
CRISTIANO DE MATTEIS<br />
Nasce nel 1971 a Roma. Da sempre disegna e modella con<br />
diversi materiali, la creazione fa parte del suo essere sin da<br />
tenera età.<br />
Il suo percorso didattico passa attraverso gli anni del<br />
liceo artistico dove si forma e prende consapevolezza<br />
dei suoi mezzi e dopo il percorso dell’obbligo s’iscrive al<br />
corso di Illustrazione dello IED di Roma dove si confronta<br />
con professionisti del mondo dell’illustrazione lì nelle<br />
vesti d’insegnanti, recependo stimoli molteplici che lo<br />
porteranno a sperimentare in quegli anni la realizzazione<br />
di immagini attraverso l’uso di macchine fotocopiatrici e<br />
pittura tradizionale.<br />
Studio che ha evoluto negli anni sostituendo la meccanica<br />
fotocopiatrice con un pc, che lo aiuta a portare le immagini<br />
fotografiche che realizza dove lui vuole prima d’intervenire<br />
fisicamente sulle opere. Nel frattempo all’alba del terzo<br />
millennio fonda uno studio di decorazione nel cuore di<br />
Roma, studio che lo porterà ad esprimersi in maniera<br />
professionale e a relazionarsi con molteplici committenze.<br />
Solo nel Gennaio 2011 accetta di realizzare la sua prima<br />
mostra personale nei locali dello storico C.S.O.A. Forte<br />
Prenestino.<br />
EMILA SIRAKOVA<br />
Nasce nel 1984 a Sofia, in Bulgaria. Impara a scrivere<br />
a 5 anni disegnando le lettere dell’alfabeto e da lì in poi<br />
non lascia più la matita. Vive a Milano dal 1994. Dopo la<br />
laurea all’accademia di Belle Arti di Brera, Emila si dedica<br />
al disegno e alle performance, per cui progetta e realizza<br />
i vestiti.<br />
I suoi disegni sono composti da un doppio o triplo strato<br />
di carta oleata, che, sovrapposti, danno vita ad immagini<br />
rarefatte ed oniriche, mentre il tratteggio rinascimentale<br />
ed il tocco di colore rosso si sviluppano in un’immagine<br />
nitida e plastica. Per due edizioni consecutive di Step09<br />
(Museo della Scienza e sella Tecnica di Milano), Emila<br />
realizza, assieme al Laboratorio Alchemico e a cura di Nila<br />
Shabnam Bonetti le performances “Turpiacque” e “TreE”.<br />
Nel 2011 a Milano ha luogo la sua prima mostra personale,<br />
“Paper Swan”, a cura di Emanuele Beluffi, e poi segue<br />
“Kaliakra” da Qanat Art, a Palermo. Nel 2012 viene scelta<br />
per il progetto Contemporary Times della Banca Unicredit<br />
e dipinge un tram a Roma, mentre i lavori dei vari artisti<br />
partecipanti vengono poi riuniti in una mostra collettiva alla<br />
MyOwn Gallery a Milano a cura di Angela Loveday. Sempre<br />
nel 2012, Emila espone in due mostre personali, quali “One<br />
Shot” alla Cascina Cuccagna, e “Mare Caelo Miscere” al<br />
Castello di Belgioioso, con testo di Emanuele Beluffi e col<br />
patrocinio del Ministero dei Beni Culturali e della Provincia<br />
di Pavia.<br />
ENRICO ROBUSTI<br />
Nasce nel 1957 a Parma. Dopo gli studi classici e una<br />
laurea in Giurisprudenza, si dedica allo studio della tecnica<br />
pittorica, con particolare riferimento alla scuola seicentesca<br />
di van Dick e Rubens.<br />
Nel 2004 la mostra “Bar Italia” alla galleria Annovi di Modena<br />
segna la sua nuova vena espressiva, presentata in catalogo<br />
da Gene Gnocchi. Nel 2005 è tra gli artisti contemporanei<br />
della mostra “Il MaleEsercizi di pittura crudele” a cura<br />
di Vittorio Sgarbi presso la Palazzina Reale di Caccia a<br />
Stupinigi. In giugno è presente alla mostra “Arte Italiana<br />
1968-2007 Pittura” al Palazzo Reale Milano. Nel febbraio<br />
2008 espone alla Moretti Gallery di Londra. In giugno è<br />
presente alla Cà D’ Oro a Venezia nel “L’anima dell’acqua”<br />
mostra collaterale alla Biennale di Venezia 2009.<br />
Nel Febbraio 2010 inaugura una personale “Colpo di<br />
fulmine” a Milano sotto il patrocinio del Ministero dei Beni<br />
Culturali a Palazzo Litta presentata in catalogo dal Professor<br />
Vittorio Sgarbi. Nel giugno dello stesso anno è scelto tra i<br />
partecipanti della 54 ° biennale di Venezia Alle Tese delle<br />
Vergini Arsenale Padiglione Italia.<br />
Nello stesso mese tiene una Personale all’Albemarle Gallery<br />
di Londra. E’ invitato alla Biennale di Torino nel mese di<br />
dicembre. Nel 2012 tiene una personale alla tox’n co’<br />
Gallerie di Ginevra e nel maggio dello stesso anno inaugura<br />
una seconda personale “Enrico Robusti Solo –show” alla<br />
MorrenGalerie di Utrecht (Olanda). Chiudono il 2012 la<br />
personale alla galleria Federido Rui di milano “kiss me” e<br />
alla FNC di Rimini “Cose mai viste”.<br />
FULVIO MARTINI<br />
Nasce nel 1956 a Milano, dove vive e lavora.<br />
Autodidatta, inizia a dipingere intorno ai 20<br />
anni, passando, nel tempo, attraverso la pittura<br />
accademica, il formale, l’informale, sperimentando<br />
m a t e r i a l i e t e c n i c h e , l a s c u l t u r a l i g n e a , l a t e r r a c o t t a percorsi . abbiamo un’origine comune e che il dolore di<br />
Nel 1995 pubblica il romanzo La strana storia di Garolfo. ognuno ha il diritto di essere espresso.<br />
Nel 1998 e nel 1999 frequenta lo studio del pittore Benito<br />
Trolese.<br />
GIANLUCA CHIODI<br />
All’inizio degli anni 2000 abbandona la pittura ad Nasce nel 1966 a Edolo (BS). A trent’anni, la passione<br />
olio e con gli acrilici comincia a dare forma alla fotografica lo porta a lavorare per il mondo pubblicitario,<br />
pittura espressionista fortemente connotata da senza trascurare la ricerca di nuovi “punti di vista” originali<br />
i r o n i a e c r i t i c a s o c i a l e c h e c o l t i v e r à fi n o a d o g g i . e introspettivi. Nel 2003 la prima personale a Reggio Emilia:<br />
N e l 2 0 0 9 s c r i v e i l M a n i f e s t o d e l l ’ I n n a t u r a l i s m o ANTICORPO, .<br />
dove l’artista si esprime utilizzando corpi nudi<br />
Nel 2010 pubblica il libro Il pianeta del nulla con Francesco “caravaggeschi” carichi di sensualità; qui nasce “Opera al<br />
Porzio.<br />
nero” una personale tecnica pittorica ad encausto su tela<br />
Rappresenta l’uomo, le sue storture mentali, aberrazioni emulsionata.<br />
etiche, patologie morali, ed il mondo, sfruttato e inquinato, Nel 2004 incontra lo storico gallerista Luciano Inga Pin, e<br />
in cui vive innaturalmente. Primitivi toscani, Espressionismo, Chiodi espone DISTONIE, una propria “deformazione” del<br />
fumetti anni 70, mescolati con un pizzico di cinismo, satira corpo umano. Nel 2005 l’artista si trasferisce a Milano e<br />
ed una buona dose di ironia per rendere il tutto sopportabile, rivisita alcune icone dell’arte seicentesca di Caravaggio ed<br />
sono la miscela con la quale dipinge un’umanità grottesca, altri autori dell’epoca ne: “L’Amore ai tempi del colera”,<br />
sviluppando temi sia di carattere universale che particolare. esposta a Modena; sempre nel 2005 è selezionato per la<br />
Lavora per cicli aperti - Uomini bidimensionali, Palle, Ladri partecipazione al Premio Cairo con MYOPIA. Nel 2007 FURIA<br />
d’aria, Denaro unico dio, Zombitudini, Panorami urbani - CORPORIS, in cui tratta l’energia dell’amore e dell’odio, nel<br />
sui quali torna con nuove opere ogniqualvolta ha nuove corpo a corpo; ed ancora la mostra ed il catalogo “13x17”<br />
idee.<br />
a cura di P. Daverio.<br />
GIANCARLO MARCALI<br />
Nel 2008 la selezione al Premio Terna ed una personale<br />
a Milano SANTI, PECCATI E PECCATORI dove mette in<br />
Nasce nel 1963 in Svizzera. Si laurea presso la New South scena le icone glamour di una quotidianità più carnale che<br />
Wales University a Sidney in arti aborigene e le culture spirituale in un cocktail di elegante kitsch; ed ancora, la<br />
delle Isole del sud pacifico. Dal 1990 al 1995 collabora Francia con Paris Photo ne L’amore ai tempi del colera.<br />
con Martino Vertova alla realizzazione di vetrate d’arte. Il 2009 a Milano la prima personale pubblica dal titolo<br />
Dal 1995 al 2000 apre a Milano “Spazio Low Tech” per MATRIOSKE: bambole viventi in gentile stato di grazia, e<br />
promuovere il suo lavoro e quello di altri giovani artisti e nello stesso anno la Werkstatt Galerie di Berlino Man-kind:<br />
designer. Dal 2003 al 2008 collabora con la galleria d’arte version & perversion.<br />
contemporanea Emi Fontana a Milano.<br />
Nel frattempo il progetto I AM, metaforico focus sulla<br />
Dal 2009 al 2010 lavora alle opere del progetto “Siamo tutti necessità dell’uomo di spogliarsi del superfluo, rientra tra le<br />
profeti”e la sua ricerca verso la propria identità lo porta opere candidate al Premio Celeste 2009. Dal 2010 la serie<br />
alla realizzazione dell’installazione “La memoria del dolore”, PASSI E CONTRAPPASSI entra nel ciclo di mostre dedicate<br />
esposta poi alla sua personale a Treviso, ed a Gaeta nella ai vizi capitali presso il Museo Arco di Benevento; ed ancora<br />
mostra collettiva “S-corpo-ro”, opera segnalata al Premio Chiodi è presente alla Biennale di fotografia di Alessandria<br />
Celeste 2010 e successivamente a Torino e Sansepolcro. con PICCOLI MONDI, installazione di sfere in vetro ospiti di<br />
Dal 2011 espone le sue installazioni in diverse gallerie intime atmosfere, visibili attraverso la poetica distorsione<br />
d’arte private a Milano, Roma, Napoli, Venezia e Berlino. di una lente convessa. Nel 2012 è invitato al Premio Fabbri<br />
Degne di nota, a dicembre 2012, la mostra collettiva al con l’installazione Marena, opera che entra nella collezione<br />
Museo civico di Sansepolcro dove il suo lavoro colloquia dell’omonimo museo; poi a Bergamo alla Galleria Marelia<br />
con la “Resurrezione” di Piero della Francesca e la mostra una nuova personale “Se mi lasci ti cancello”.<br />
personale ad Arezzo “Anime di calce” dove per la prima<br />
volta presenta la sua nuova istallazione “Ri(e)voluzione”. GIUSEPPE BIGUZZI<br />
Giancarlo Marcali sviluppa la sua ricerca artistica in un Nasce nel 1968 a Ravenna. Vive e lavora a San Donà di<br />
percorso di ricerca del attimo doloroso. Quanti tipi di Piave in provincia di Venezia.<br />
dolore lacerano l’essere umano? Infiniti, quanto l’abisso Gli studi effettuati presso l’Istituto d’Arte di Venezia gli<br />
dell’anima. Ma tutti lasciano una traccia del loro passaggio, conferiscono il diploma di Maestro d’Arte e Maturità d’Arte<br />
una cicatrice, visibile o meno.<br />
Applicata nella sezione ceramica.<br />
A dispetto delle nostre diversità, Giancarlo ci riunisce tutti “E’ un’artista unico nel suo genere. Immortala “Sentimenti<br />
in virtù della nostra comune essenza, per la materia di luce ed Emozioni” attraverso la trasposizione pittorica di forti<br />
di cui siamo composti, ricordandoci che malgrado lunghi sensazioni che affida alla bellezza dei corpi di donna che
dipinge. Corpi vicini e lontani, corpi distratti, corpi che si<br />
offrono allo spettatore per sedurlo attraverso “la bellezza<br />
che tenta di negare la bellezza stessa”, persa in uno spazio<br />
“liberato” dove la voce dell’animo sussurra e racconta delle<br />
infinite lacerazioni che ci dividono da noi stessi e dall’altro,<br />
persi in un groviglio di vie dove smarriscono i pensieri e.....<br />
la vita.” (come da critica di Carla Petrella)<br />
Dal 2006 partecipa a numerose mostre personali e collettive<br />
in Italia e all’estero, tra le quali nel 2012 partecipa alla<br />
collettiva “IT Figures” a cura di Carolina Lio presso la Galleria<br />
Red Elation di Hong Kong. Sempre nel 2012 è invitato<br />
alla collettiva “Attese” presso la Galleria Movimento Arte<br />
Contemporanea di Milano; nel 2011 la personale “La vita è<br />
un gioco di attese” presso la galleria PiziArte di Teramo e<br />
“Fisionomie e Identità” collettiva curata da Domenico Maria<br />
Papa a Cuorgnè (Torino).<br />
ILV - IRENE LUCIA VANELLI<br />
Nasce nel 1982 a Novara dove, da figlia unica, trascorre<br />
la sua infanzia e adolescenza. A 12 anni decide che da<br />
grande sarà una Psichiatra. Intraprende studi classici<br />
e, successivamente, si iscrive a Medicina e Chirurgia.<br />
Frequenta i primi tre anni di università a Novara, poi prende<br />
il volo verso Lisbona, dove resterà per 4 anni. Tornata in<br />
Italia nel 2009 inizia il suo cammino di specializzazione<br />
in Psichiatria. Da sempre interessata all’arte, inizialmente<br />
come semplice spettatrice, poi, nel Gennaio 2012 avviene la<br />
sua epifania artistica. Da autodidatta, inizia a sperimentare,<br />
ricercare la propria via di comunicazione per raccontare ciò<br />
che per anni ha portato dentro di se, con sé, nelle sue<br />
peregrinazioni.<br />
La sua arte è espressione di stati d’animo. Istantanee di<br />
emozioni colte nella loro intensità e rese in modo tattile<br />
e visivo mediante il ricorso a forme espressive articolate,<br />
materiali opposti: forzatamente uniti e volutamente<br />
stridenti. Una elaborazione di concetti che si avvale della<br />
scelta di materiali e forme differenti e distanti (dalla pittura,<br />
all’installazione, alla scultura).<br />
Accostamenti di materiali grezzi e spesso poveri (legno,<br />
metallo, cemento) presi in prestito dall’edilizia, amalgamati<br />
da acrilici, smalti rosso brillante e ruggine. Una forma<br />
d’arte materica, dall’espressione ruvida, che pretende<br />
di comunicare irruentemente e violentemente ciò che<br />
l’inconscio cova e la parola non riesce a verbalizzare. A<br />
partire dal luglio 2012 ha iniziato a proporsi, prendendo<br />
parte ad alcune esposizioni collettive sul territorio nazionale,<br />
transitando già lo scorso ottobre, dallo spazio Ex Ansaldo in<br />
occasione della mostra evento “I ritratti dell’Io” curata da<br />
Silvia Fabbri.<br />
LUCA SKAWALKER<br />
(alias Luca Pedrelli) nasce nel 1971 a Bologna.<br />
Vive a Parma dove dipinge e disegna, inventando un mondo<br />
figurativo dove “la musica crea l’immagine e le immagini<br />
hanno la forma dei suoni, si deformano e si incuneano si<br />
piegano e si assottigliano” (G. Martini).<br />
Inizia ad esporre nel lontano 1994 (“Mostra Spazzziale”<br />
con C. Franchini a Piacenza). Negli ultimi anni prende parte<br />
a diverse expo, tra cui ricordiamo: collettiva itinerante<br />
“Eroticart” (Treviso-Bologna-Torino a cura di Officine<br />
Artistiche, 2007), personale “Paintings+Drawings” (Materia<br />
OFF, Parma, aprile 2008), personale “Paintings” (Caffè<br />
Letterario Baciccia, Piacenza, 2009), collettiva del gruppo<br />
Innaturalismo (Galleria Isarte, Milano 2009), personale<br />
“Anni Zero” (Caffè Letterario, Parma, 2010), collettiva<br />
“Eat Me” (Palazzo Pigorini, Parma 2010), seconda collettiva<br />
Innaturalista (Galleria Isarte, Milano 2010), collettiva<br />
“Snowflakes” (CSArt, Reggio Emilia, 2010), collettiva<br />
“Invito al Collezionismo” (Galleria La Fortezza, Gradisca<br />
d’Isonzo, 2010-11), personale “Systema Solar” (Stiletto,<br />
Parma, 2011).<br />
Inoltre partecipa al progetto “Boulevart” (curato da Edicta<br />
e Comune di Parma) con mostre all’aperto e nei locali della<br />
città.<br />
Un suo lavoro è presente sul catalogo “Premio Celeste”<br />
2008; sue illustrazioni sono state pubblicate su Belio<br />
Magazine (Barcellona) e su La Luna di Traverso (Parma).<br />
LUIGI LEONIDI<br />
Nasce a Bologna città dove tutt’ora vive. A soli sedici<br />
anni incomincia per gioco ad usare un vecchio aerografo,<br />
decidendo in seguito di dedicarsi “seriamente” alla realizzare<br />
di decorazioni su moto, caschi, tavole da surf e superfici<br />
varie, fino ad arrivare sucessivamente a realizzare murales,<br />
loghi per locali e livree di telai per importanti realtà del<br />
settore motociclistico.<br />
La sua passione lo porta ad iscriversi nel 2005 all’Accademia<br />
di Belle Arti di Bologna dove si dipla a pieni voti ed inizia<br />
ad esporre i suoi lavori in diverse mostre collettive e<br />
personali. Nelle sue opere predilige da sempre l’espressione<br />
all’impressione e, sebbene supportato da una pittura<br />
classica, si è sempre prefissato di comunicare ed esporre<br />
più che di descrivere.<br />
Vincitore del premio Accademia Mondadori “Premio Arte<br />
2000”, segnalato al premio Morlotti di Imbersago del 2003.<br />
Nel 2009 espone alla mostra internazionale di incisione<br />
“Iconoclastie” nella Chiesa di S. Stefano a Bologna a cura<br />
del Prof. Edoardo di Mauro. Si segnalano le mostre personali<br />
“elomacessepia” all’ H2O art space di Bologna nel 2010 e<br />
“Paper Faber fortuna sua” del 2010 a Modena alla Galleria<br />
Amphisbaena. Ed ancora le bipersonali “Nightly strips” nel<br />
2010 alla Galleria BTF di Bologna e “leonidi luigi” nel 2012<br />
presso la Galleria Davico di Torino.<br />
MARCO REA<br />
Nasce nel 1975 a Roma, città deve vive e lavora.<br />
La sua ricerca artistica, unica nel genere, si muove su binari<br />
paralleli al mondo della street art e del pop surrealismo,<br />
mantenendo però sempre una propria e ben riconoscibile<br />
originalità.<br />
La tecnica da lui utilizzata e creata è pittura spray su<br />
manifesti pubblicitari. Il lavoro di Marco Rea nasce da<br />
un’immagine patinata, nata per vendere un prodotto,<br />
carica di messaggi sottesi che portano alla fascinazione<br />
e al desiderio, che incitano al feticismo materiale verso<br />
prodotti della cultura di massa. Da questa immagine di<br />
base Marco elimina il prodotto e profana la seduzione<br />
iniziale, cambiando completamente l’atmosfera e portando<br />
il soggetto a piegarsi alla sua volontà, a diventare altro da<br />
se.<br />
I soggetti prediletti delle sue opere sono donne colte<br />
nella loro intimità, perse in pensieri, sogni, esplorazioni<br />
psicologiche, prigioniere dei loro spazi mentali.<br />
Tra le varie esposizioni ci sono quelle all’estero presso la<br />
Strychnin Gallery (insieme a Mark Ryden e Ray Caesar) e la<br />
Cell63 Art Gallery (Berlino), la Fun House Gallery (Detroit),<br />
L’Art de Rien Gallery (Parigi), la Genuine Artikle Gallery<br />
(New York) la Kaneko’s Gallery (California), alla BLOOOM<br />
Art Fair (Colonia); in Italia espone per le gallerie Vecchiato,<br />
Fluxus Art Gallery, MondoPOP, Mondo Bizzarro ecc...<br />
MASSIMO FESTI<br />
Nasce nel 1972 a Ferrara e si diploma nel 1998 all’Accademia<br />
di Belle Arti di Bologna con il teorico di mutazioni<br />
legate ai linguaggi visivi Francesca Alfano Biglietti, è un<br />
artista multidisciplinare, sviluppa una ricerca incentrata<br />
sull’individuo e sull’identità attraverso una pluralità di<br />
mezzi: fotografia, video e performance.<br />
Le sue figure ambigue sono creature imperfette e allo<br />
stesso tempo patinate che nascondono mostri inaspettati,<br />
tra feticismo, antieroismo, erotismo e autocensura si<br />
mascherano per tentare inutilmente di nascondere la<br />
terribile memoria inconsapevole del sé, in cerca di strategie<br />
di sopravvivenza. Da segnalare le ultime mostre personali:<br />
“Impossibile Love” (Cell63 Art Gallery, Berlino) e “The<br />
invisibile monster” (Skin Gallery, Brescia) a cura di Francesca<br />
Baboni e Stefano Taddei, e fra le collettive: “Perfect Number”<br />
Sponge Living Space, Pergola (progetto CIRCUS a cura di<br />
Solidea Ruggiero); “Fotografia Europea 2012” Reggio Emilia<br />
(Progetto WE LIVE IN PUBLIC a cura di Isabella Falbo);<br />
“Biennale di Videofotografia Contemporanea” Alessandria,<br />
a cura di Sabrina Raffaghello.<br />
MOMÒ CALASCIBETTA<br />
Nasce a Palermo. Si laurea in architettura con Gregotti e<br />
Pollini. Leonardo Sciascia definirà la sua pittura “ come il<br />
racconto dettagliato dell’ imbestiamento di una classe di<br />
potere già sufficientemente imbestiata nella più lata avarizia<br />
e nella più lata rapacità....”. Nel 1982 si trasferisce a Milano<br />
dove nasceranno le tematiche di “Comiso Park”, ”Piazza della<br />
Vergogna”, ”De l’Amour”, ”Labirinto Verticale”, ”Terromnia”<br />
...che troveranno spazi espositivi alla Fondazione Corrente,<br />
Fondazione Mudima, Galleria Jannone, Galleria Philippe<br />
Daverio… Nel 2002 la Fondazione Mudima , a cura di<br />
Philippe Daverio, organizza una mostra-evento dal titolo<br />
“Terromnia”.<br />
Nel 2004 è stato ospite con le sue opere alla trasmissione<br />
Passepartout di Philippe Daverio su RAI 3 e nel 2005 un<br />
suo grande lavoro “Il gelato di Tariq” viene utilizzato per<br />
l’allestimento del set delle nove trasmissioni estive di<br />
Passepartout. Nella Biennale di Venezia del 2005 Momò,<br />
con altri curatori, organizza il Progetto “Esserci al Padiglione<br />
Italia”, denunciando l’assenza di artisti italiani e il dilagare di<br />
un corrotto mercato dell’arte mummificato in eventi e fiere<br />
varie da imbalsamatori culturali sempre più lontani dalla vita<br />
dalla società. Nel 2005 partecipa al progetto Plotart a cura<br />
di Gianluca Marziani e Massimo Lupoli che lo coinvolge in<br />
dieci gallerie d’arte contemporanee in Europa. Gli elementi<br />
e le radici della sua “Sicilitudine”, sono stati sottolineati con<br />
testi di Sciascia, Bufalino, Consolo, scrittori che lo hanno<br />
sostenuto nel suo viaggio creativo. Nell’opera di Momò, da<br />
Mario de Micheli a Giorgio Soavi, da Dentice a Testori, da<br />
Philippe Daverio a Gillo Dorfles e Marco Meneguzzo sono<br />
state individuate le caratteristiche ed i canoni del grande e<br />
raro disegnatore satirico.<br />
RAFFAELLA FORMENTI<br />
Nasce nel 1955 a Brescia e si diploma all’ Accademia<br />
di Brera. Lavora da tempo sulla comunicazione ridotta<br />
a rumore visivo, assemblando immagini e parole<br />
provenienti dal mondo della pubblicità, trasformandone<br />
il cartaceo in concrezioni, sculture, o vere e proprie<br />
installazioni. Costante nel suo lavoro è il riferimento al<br />
web, da cui attinge la terminologia e di cui fa parodie<br />
cartacee, che restituiscono peso e consistenza alle entità<br />
virtuali di cui ci paludiamo. Alcune sue opere (tra cui la<br />
Torre Informatica del ’92 selezionata da Lea Vergine per<br />
una mostra) fanno parte della collezione del Museo MART<br />
di Rovereto, esposte in occasione di varie mostre al MART<br />
stesso, tra cui la recente “La Parola nell’Arte”.<br />
E’ di poche parole, ma ne scrive nel web e in libri d’artista,<br />
tra cui “Lettere dal bordo di un monitor”, edito dalla<br />
Galleria Peccolo di Livorno, che la segue dagli esordi.<br />
“Volevo solo leggere e scrivere, e viaggiare nei luoghi<br />
delle parole, ma anche le mani hanno preteso il loro<br />
spazio d’azione, e intervengono con pensieri ingombranti<br />
ogni volta che entrano in rapporto con oggetti carichi di<br />
parole”.<br />
Specifici approfondimenti sull’opera in mostra. http://<br />
insediamentivirtuali.blogspot.it/. http://raffaellaformenti.<br />
blogspot.com
ROBERTA UBALDI<br />
Nasce nel 1965 a Terni, vive e lavora a Narni Scalo (Tr) . Si<br />
diploma maestra d’arte presso l’Istituto “Orneore Metelli”<br />
di Terni. La curiosità e la voglia di crescere la portano a<br />
sperimentare di continuo: dopo aver studiato e frequentato<br />
le diverse tecniche classiche, arriva progressivamente a<br />
sviluppare una sua ben definita cifra stilistica, una tecnica<br />
estrema e delle cromie ridotte all’osso sono al servizio di<br />
un lavoro personalissimo. La continua ricerca di materiali<br />
diversi l’ha portata attualmente ad utilizzare lamiere di ferro<br />
in cui l’ossidazione creata dal tempo supera lo status di mero<br />
supporto per divenire parte essenziale dell’opera pittorica.<br />
L’amore per il corpo umano, la porta a raffigurazioni che<br />
a partire da una matrice ancora volutamente figurativa,<br />
sembrano volersi celare dentro una trama di ossidazioni.<br />
Negli ultimi anni ha preso parte a diverse esposizioni personali<br />
e collettive, ultime delle quali: “les petits cadeaux“ Galleria<br />
Basement Project Room - Fondi (Lt); ”300 Che la collezione<br />
abbia inizio“ La Contemporanea Studio Art Gallery - Torino;<br />
”V-Art Contemporary Project“ La Contemporanea Studio<br />
Art Gallery - Valenza (Al); “Summer Collection“ Galleria<br />
Accessible Art - Roma; “Rust” Studio7 Arte Contemporanea<br />
- Rieti; “Chimicamente” Overlook Agenzia d’Arte - Quarrata<br />
(Pt); “Alfabeto Morso” Galleria En Plein Air - Pinerolo (To);<br />
Salone del mobile - Stand Visionnaire - Milano; “Maison &<br />
Objet” Stand Visionnaire - Parigi; “Step09” Milano; “The<br />
Skull” La Contemporanea Studio Art Gallery - Torino;<br />
“Metalmorphosis” La Contemporanea Studio Art Gallery<br />
- Torino; ”Start Up” Sala Renato Barilli - Verona; “Premio<br />
Combat” Bottini dell’OLio - Livorno.<br />
ROBERTO FONTANA<br />
Nasce nel 1969 a Cambiano (To), per poi trasferirsi<br />
giovanissimo a Palermo, dove attualmente vive e svolge<br />
la sua continua ricerca nel campo della pittura e delle arti<br />
figurative. La pittura è una scelta di campo. Scelta quasi<br />
obbligata dal suo naturale bisogno d’espressione.<br />
La pittura è colore, carne, vita, morte, dolore, gioia,<br />
passione... ove un punto fondamentale è il rapporto<br />
sensuale e quasi organico con il colore come materia,<br />
una lotta continua che evoca e raccoglie esperienze e<br />
suggestioni estetico e psico-emozionali. Una continua<br />
ricerca sull’io più intimo e profondo, puntando spesso<br />
sull’autoritratto come icona elettiva e prioritaria ad<br />
espressione di quel delicato equilibrio mente-corpo<br />
dell’uomo contemporaneo in quanto animale sociale.<br />
Dalla prima mostra personale (Fiatal Muveszek Ljubja,<br />
Budapest 1996) ad oggi ha partecipato a diverse<br />
esposizioni, tra le quali ultime “Carnaio” (ErsuEdizioni,<br />
Palermo 2012) e “Die Grosse” (Museum Kunstpalast,<br />
Dusseldorf 2012).<br />
SILVANO BRUSCELLA<br />
Nasce nel 1974 a Sesto S.Giovanni (MI). Nel 1994 si<br />
diploma all’Istituto Statale d’Arte di Monza e nel 2001 si<br />
laurea in Architettura al Politecnico di Milano con tesi di<br />
specializzazione in museografia. Prosegue gli studi con un<br />
master in Progettazione Ambientale e approfondendo la<br />
ricerca artistica con la Scuola di Arteterapia a Lecco.<br />
Dal 2002 collabora con importanti studi di architettura a<br />
Napoli, Roma e Milano, approfondendo gli studi nel campo<br />
della bioclimatica e gestendo progetti per prestigiose case<br />
di mode. All’attività di architetto affianca l’insegnamento<br />
presso Istituti di interior design a Lecco e Milano. Nel<br />
2005 fonda Fo.A forms+architecture, un atelier d’arte e<br />
architettura, occupasi inoltre dell’allestimento di mostre<br />
d’arte contemporanea e della conduzione di laboratori<br />
artistici. Dal 1994 presenta il suo lavoro artistico in diverse<br />
collettive e personali in Italia e all’estero. Dal 2006 collabora<br />
con la Galleria “Le Tele Tolte” di Calcata (VT) e con Laura<br />
Ramoino, curatrice delle principali mostre personali:<br />
“Coincidenze – parte prima” a Capalbio (GR), “Face to face”<br />
a Sabadell, Barcellona (ES), “I linguaggi dell’Arte” a Calcata<br />
(VT) e “Cyborg” presso lo spazio Sottovuoto di Milano. Nel<br />
2007 è inviato dal Prof.Giorgio Di Genova a partecipare<br />
al “XXIV Premio Sulmona” e nel 2009 si unisce al gruppo<br />
artistico degli Innaturalisti, con cui partecipa alle prime<br />
esposizioni collettive nella galleria ISARTE di Milano. Oggi<br />
vive e lavora tra Milano e Gaeta (LT).<br />
SILVIO PORZIONATO<br />
Nasce nel 1971 a Moncalieri. Dopo un diploma di maturità<br />
artistica, si occupa per un decennio di design per<br />
un’importante azienda torinese. Decide poi di ricominciare<br />
una nuova vita, edificatasi nel silenzio della terra del<br />
Roero, in uno stretto intimo contatto con la natura e con<br />
l’arte, per poi spostarsi recentemente nella sua nuova<br />
casa-studio a Pancalieri, dove dipinge tuttora. Inizia ad<br />
esporre nel 2007 e lo stesso anno è selezionato al premio<br />
Arte Mondatori. Oltre a numerose mostre collettive e<br />
personali, nel 2010 ha vinto il premio della critica a Saluzzo<br />
Arte e ha realizzato un opera “permanente” per il Museo<br />
d’Arte Urbana di Torino. Nel 2011 è selezionato per la 54°<br />
Biennale di Venezia, sia per il padiglione regionale che<br />
per il padiglione Italia. Sempre nel 2011 ha la sua prima<br />
personale pubblica “ I corpi e gli eroi” nella Fondazione<br />
Amleto Bertoni di Saluzzo. Nel 2012 personale “Back to<br />
grey” nella Galleria Biasutti&Biasutti di Torino e la collettiva<br />
“IT” alla Red Elation Gallery di Hong Kong.<br />
VALENTINA CHIAPPINI<br />
(Visual Artist-Performer) Nasce ad Augusta (SR) nel 1980.<br />
Laureata in Pittura, presso l’accademia di Belle arti di<br />
Brera. Dipinge sin da quando era bambina sulle superfi più<br />
disparate. Nella pre-adolescenza scopre una vera e propria<br />
passione nello sperimentare un tipo di pittura fatta di segni,<br />
suoni, colori e simboli dove il soggetto principale è il graffio.<br />
La lama-spatola dal potenziale distruttivo, è lo strumento<br />
che sottrae il colore: il magma cromatico è la materia in<br />
eccesso che fa tintinnare le lame. Valentina Chiappini si<br />
inserisce nel punto intermedio in cui i “Gobbi” di Alberto<br />
Burri passano il testimone a Lucio Fontana: la ricerca della<br />
terza dimensione, la soluzione in cui pittura e scultura si<br />
compenetrano, il flusso tra il filo di ferro e il taglio, è il<br />
punto in cui si leva la lama che accarezza, voluttuosa, il<br />
volto dell’arte paventando una violenza a cui non darà<br />
seguito. Piegare la violenza alla creazione, manipolare un<br />
principio inalienabile di distruzione in un marchio: la texture<br />
del “graffio”.<br />
La terza dimensione di Valentina Chiappini è uno spazio<br />
direzionale. È la verticalità dell’approfondimento filosofico,<br />
delle suggestioni della poesia simbolista, dei suoi modelli di<br />
riferimento: Basquiat, Warhol e il Primitivismo. La Musica,<br />
come per Kandiskij, ha un ruolo fondamentale nell’opera di<br />
Valentina Chiappini: “la lama in se ricorda il fuoco creativo<br />
di Burri, l’esaltazione della materia in quanto tale, in quanto<br />
esauriente esperienza visiva. In quest’ottica è come se<br />
fosse stata in grado di sommare le due produzioni pittoriche<br />
che Kandiskij indicava come composizioni, in quanto<br />
pianificazione razionale di un moto interiore, riscontrabili<br />
nell’uso basilare delle stampe e l’improvvisazione, in quanto<br />
puro evento di carattere interiore. Realizzato per mezzo di<br />
queste spatole violente così liberamente espressive e rock.<br />
L’idea di utilizzarle per tracciare linee e figure riconoscibili e<br />
non solo forme libere denota la volontà di contenere delle<br />
emozioni violente, che potrebbe altresì sfociare nell’apertura<br />
spazialista di nuovi mondi”.<br />
VANIA ELETTRA TAM<br />
Nasce nel 1968 a Como, vive e lavora a Milano. È uno<br />
dei frutti artistici della Nuova Accademia di Belle Arti di<br />
Milano e della scuola di Grafica Pubblicitaria del Castello<br />
Sforzesco.<br />
L’ironia e la seduzione delle sue sceneggiature si<br />
sovrappongono ad una velata critica sociale ma dallo<br />
sguardo sempre lieve, divertito e surreale.<br />
I rifugi casalinghi, la delicatezza e l’instabilità dei suoi<br />
microcosmi quotidiani l’hanno fatta conoscere ed<br />
apprezzare in Italia e all’estero, dove ha esposto in città<br />
come Praga, Londra, Miami, San Diego e Cuba.<br />
Si segnalano in particolare le mostre personali milanesi<br />
organizzate fra il 2008 e il 2010 da Wannbee Gallery “Un<br />
giorno di ordinaria pulizia” a cura di Igor Zanti e “Cronaca<br />
Rosa” a cura di Alessandra Redaelli. Fra le collettive:<br />
“Aquisizioni” 2009 al Museo Parisi Valle di Maccagno a cura<br />
di Claudio Ricci; “Un’altra storia” 2010 in San Carpoforo<br />
a Milano a cura di Edoardo di Mauro; la 54° Biennale di<br />
Venezia - Padiglione Italia Regione Lombardia a Palazzo Te<br />
di Mantova 2011 e a Palazzo dei Congressi - Sala Nervi a<br />
Torino 2011|12 a cura di Vittorio Sgarbi; “Coexist - Eight<br />
different kind of fantastic art” 2012|13 presso E-Lite<br />
Studiogallery di Lecce curata da Ivan Quaroni.<br />
VANNI CUOGHI<br />
Nasce nel 1966 a Genova, si diploma in scenografia presso<br />
l’Accademia di Brera nel 1989.<br />
Realizza grandi cicli pittorici per hotel, chiese, edifici<br />
pubblici e privati fino al 2012, quando , Costa Crociere,<br />
gli commissiona otto grandi dipinti per la nave Costa<br />
Fascinosa. Ha partecipato a numerose mostre e fiere in<br />
Italia e all’estero, tra queste si ricordano: “Arte Italiana<br />
1968-2007 Pittura” a Palazzo Reale, la “54° Biennale di<br />
Venezia” alle Corderie dell’Arsenale, la “Biennale di S.<br />
Pietroburgo”, la “Biennale di Praga” e la “Biennale Italia-<br />
Cina” alla Villa Reale di Monza. Espone a Frieze Art Fair a<br />
Londra, Scope Art Fair a New York, a Pechino nel 2008 in<br />
occasione dei Giochi Olimpici, a Shangai presso il Liu Haisu<br />
Museum e a Permm, in Russia, presso il Museo d’Arte<br />
Contemporanea. Nel 2012 partecipa alla collettiva “Homo<br />
Faber” presso la Sala della Balla al Castello Sforzesco di<br />
Milano. La sua pittura rappresenta personaggi che paiono<br />
usciti da un libro di illustrazioni per l’infanzia, a cui , però,<br />
sembrano aver levato il lieto fine.<br />
WILLOW<br />
Nasce nel 1978 a Milano si diploma presso la Scuola del<br />
Fumetto e Illustrazione di Milano nel 2000. Collabora da<br />
12 anni con case editrici, agenzie pubblicitarie e aziende<br />
produttrici di gadgets e articoli da collezione e design. Con<br />
lo pseudonimo W i l l o w realizza tele, grafiche, murales<br />
e vinyl toys vicine allo stile POP, collaborando con gallerie,<br />
aziende e designers anche all’estero.<br />
Willow ci trasporta in un mondo parallelo, densamente<br />
abitato e popoloso, fatto di colori piatti e di un segno grafico<br />
preciso, lineare, senza interruzioni, dove ogni elemento ha<br />
le sue linee chiuse – ma comunque c’è spazio per tutti!<br />
Questo mondo è abitato da esseri molto particolari, a metà<br />
tra il microorganismo e il virus, che si “parlano”, attraverso<br />
i baloons, ma senza utilizzare le onomatopee codificate del<br />
fumetto, quanto piuttosto attraverso suoni che finiscono per<br />
identificare, nominare e definire l’essere che lo pronuncia.<br />
In questo mondo densamente popolato, non mancano le<br />
sfide sociali, ed è interessante vedere come in un moto di<br />
ribellione all’ordine costituito, siano gli esseri più piccoli a<br />
protestare contro i maggiorenti tentacolati che rimangono<br />
afasici davanti a tale arditezza verbale. Le immagini che<br />
Willow ci propone sono apparentemente ludiche, ma grazie<br />
alla serietà di fondo – anche formale – che le caratterizza,<br />
sono dotate di indubbia forza comunicativa e di grande,<br />
divertente fascino.