Identificazione molecolare di lieviti ricorrenti nella ... - FedOA

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15.05.2013 Views

• da alcuni batteri lattici quali Oenococcus oeni in prima linea, ma anche alcune specie del genere Lactobacillus. • dalle muffe che poco sono influenzate da valori di pH compresi in un arco molto ampio (Henschke , 1997). E' chiaro tuttavia che, dopo l'ammostatura e il caricamento in vasche o tini, i lieviti, che possono essere sia aerobi che anaerobi facoltativi, consumano l'O2 disciolto nel mezzo e in breve tempo si vengono a creare condizioni di anaerobiosi tali da impedire ogni attività dei microrganismi dotati soltanto di metabolismo ossidativo quali i batteri acetici e le muffe. Sono quindi i lieviti a trovare le condizioni più adatte alle loro esigenze e a prendere nettamente il sopravvento. Di fatto, dopo un certo tempo dal riempimento delle vasche, di solito dopo meno di un giorno, comincia la fermentazione alcolica che trasforma il prodotto in vino. Questo accade normalmente senza bisogno di alcun intervento esterno e, dunque, risulta evidente che i lieviti, agenti della fermentazione alcolica, già sono presenti sui grappoli dell'uva come rappresentanti di quella che viene chiamata “ microflora epifitica ”. 1.2 Ecologia dei lieviti Sull'origine e sui tipi di lieviti che provocano la fermentazione spontanea dei mosti d'uva e, più in generale, sugli habitat dei lieviti, sono state eseguite numerose ricerche, le prime delle quali risalgono all'800. E' ormai 8

noto da tempo che, nella fermentazione spontanea, la conversione dello zucchero dell'uva ad etanolo, CO2 ed altri metaboliti è affidata ai lieviti selvaggi, cioè a quelli presenti sull’uva e a quelli provenienti dall'ambiente tecnologico (impiantistica e cantina, a cominciare dalla pigiadiraspatrice fino ai vasi vinari). Le diverse specie di lieviti che si sviluppano durante la fermentazione, il loro numero e le dimensioni di crescita che queste specie raggiungono dipendono dall'area di produzione (Amerine e Kunkee, 1968), dalla tecnologia di produzione (Cuinier, 1978) e dal tipo di vino prodotto (Poulard, 1984). Relativamente al vigneto e agli habitat di cantina, alcuni lieviti sono considerati membri "autoctoni" (tipicamente ricorrenti nello specifico ecosistema), altri "alloctoni" (di passaggio o fortuiti) delle comunità trovate in questi ambienti. Il successo della loro coesistenza dipende dalla somma di una serie di fattori: fisici, chimici e biotici che riguardano sia il vigneto che la cantina (Lachance e Stramer, 1998). I lieviti cosiddetti "generalisti" sono dotati di un'ampia nicchia ed occupano molti habitat, mentre i lieviti cosiddetti "specialisti" ricorrono in habitat specifici e singoli (Walker, 1998). La microflora delle uve varia con la varietà dell'uva, con la temperatura, la piovosità e altri fattori climatici; con il suolo, la fertilizzazione, l'irrigazione e le pratiche viticolturali; con la fase di sviluppo in cui le uve sono 9

• da alcuni batteri lattici quali Oenococcus oeni in prima linea,<br />

ma anche alcune specie del genere Lactobacillus.<br />

• dalle muffe che poco sono influenzate da valori <strong>di</strong> pH<br />

compresi in un arco molto ampio (Henschke , 1997).<br />

E' chiaro tuttavia che, dopo l'ammostatura e il caricamento in vasche o tini,<br />

i <strong>lieviti</strong>, che possono essere sia aerobi che anaerobi facoltativi, consumano<br />

l'O2 <strong>di</strong>sciolto nel mezzo e in breve tempo si vengono a creare con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

anaerobiosi tali da impe<strong>di</strong>re ogni attività dei microrganismi dotati soltanto<br />

<strong>di</strong> metabolismo ossidativo quali i batteri acetici e le muffe. Sono quin<strong>di</strong> i<br />

<strong>lieviti</strong> a trovare le con<strong>di</strong>zioni più adatte alle loro esigenze e a prendere<br />

nettamente il sopravvento.<br />

Di fatto, dopo un certo tempo dal riempimento delle vasche, <strong>di</strong> solito dopo<br />

meno <strong>di</strong> un giorno, comincia la fermentazione alcolica che trasforma il<br />

prodotto in vino. Questo accade normalmente senza bisogno <strong>di</strong> alcun<br />

intervento esterno e, dunque, risulta evidente che i <strong>lieviti</strong>, agenti della<br />

fermentazione alcolica, già sono presenti sui grappoli dell'uva come<br />

rappresentanti <strong>di</strong> quella che viene chiamata “ microflora epifitica ”.<br />

1.2 Ecologia dei <strong>lieviti</strong><br />

Sull'origine e sui tipi <strong>di</strong> <strong>lieviti</strong> che provocano la fermentazione spontanea<br />

dei mosti d'uva e, più in generale, sugli habitat dei <strong>lieviti</strong>, sono state<br />

eseguite numerose ricerche, le prime delle quali risalgono all'800. E' ormai<br />

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