della Marca Trevigiana - Camera di Commercio di Treviso - Camere ...

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14.05.2013 Views

Attività camerali singolarmente con una batteria di 6 domande, si sentono di fare per i prossimi mesi. L’indagine è realizzata dall’Istituto Tagliacarne su nostra indicazione e sarà illustrata dal dirigente Area Studi e Ricerche dr. Giuseppe Capuano. L’INDUSTRIA MANIFATTURIERA TREVIGIANA: DAL 2008 AI PRIMI MESI DEL 2009 Il manifatturiero trevigiano, dopo 3 anni di crescita, ha chiuso il 2008 con una produzione in calo del 7,2% rispetto al 2007. A fine 2009 la produzione industriale vede una flessione di -13,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ma nonostante questo calo è importante rilevare che in provincia di Treviso l’industria in senso stretto rappresenta ben il 33% del pil provinciale, valore di molto superiore alla media regionale e nazionale. Scende anche il grado di utilizzo degli impianti industriali che si porta al 64,2% quando era al 72% a dicembre e al 76% un anno fa. In questo momento, dunque, il sistema produttivo trevigiano ha 1/3 di capacità produttiva inutilizzata. Per quanto riguarda il fatturato, il 2008 si è chiuso con un -6,1% e nei primi 3 mesi del 2009 scende del -14% nel totale. Ne risente, in modo apprezzabile, la quota di fatturato estero sul fatturato totale, che si abbassa al 26%. Solo il sistema moda, probabilmente per effetto della consueta stagionalità che contraddistingue il settore, riesce a mettere a segno una variazione trimestrale del fatturato di segno positivo: +6,7%. La raccolta di nuovi ordinativi dall’estero segna -10,1% peggiorando rispetto a fine 2008 quando si è fermata a -2,3%. Mentre la contrazione degli ordinativi dal mercato interno è dell’8,8%. Il settore più interessato da questa contrazione di ordinativi esteri, nei primi 3 mesi di quest’anno, è il legno-arredo con un -22% sul trimestre precedente e -28% rispetto ad un anno fa. Pure in questo caso il Sistema Moda presenta una variazione positiva in riferimento al trimestre precedente: +3%. Rispetto ad un anno fa, però, la contrazione degli ordinativi esteri sfiora il 17%. I prezzi in questa situazione calano del -1% su base annua ma è da auspicare che l’aggiustamento dei listini resti contenuto. Mi auguro che non s’inneschi una corsa al ribasso dei prezzi perchè il nostro sistema produttivo ne uscirebbe perdente vanificando gli sforzi di riposizionamento compiuti negli anni passati. L’EXPORT TREVIGIANO: GLI ULTIMI DATI Secondo le nostre stime, le esportazioni di Treviso sono cresciute del +4,9% rispetto al 2007 che in valori assoluti si tratta di oltre 11,1 miliardi di euro, 525 milioni in più rispetto all’anno precedente. Sulla variazione positiva hanno contribuito i primi tre trimestri dell’anno che hanno segnato rispettivamente un +4,2%, +5,9% e +15,0%. Solo a partire dal quarto trimestre emergono gli effetti del rallentamento in atto:-1,0%, che non è 2 stato di entità tale da portare in campo negativo l’intero consuntivo dell’anno. L’attivo commerciale, quindi, dovrebbe superare i 5,1 miliardi di euro. La prima voce export, come di consueto, è costituita dai macchinari industriali, in rallentamento rispetto all’ottima performance registrata nel 2007. Non stupisce che il settore abbia risentito del rallentamento del quarto trimestre di -11,7%, coerente con la concomitante forte contrazione della produzione di beni strumentali registrata a livello mondiale. I mobili, al secondo posto, hanno concluso il 2008 in crescita del +4,7% rispetto all’anno precedente, ma con una frenata del -4,3% nell’ultimo trimestre. Il bilancio ancora positivo è stato possibile grazie ad ottime performance verso i mercati emergenti, Russia in particolare, che hanno compensato risultati negativi nei mercati più tradizionali. Tra le altre più importanti voci export, si segnalano le variazioni positive registrate nel 2008 dai settori delle calzature +17,6%, abbigliamento +11,2%, metalli e prodotti in metallo +5,2%, ed elettrodomestico +3,2%. In questo scenario un posto di tutto rilievo lo occupa la filiera agroalimentare trevigiana che punta sempre più sulla qualità e la tipicità dei prodotti di eccellenza. In questo settore l’export è cresciuto del 43,8% nel 2008 ed era ancora in crescita del +28% nell’ultimo trimestre. I mercati più significativi per questo settore sono in particolare la Francia, la Germania e gli Stati Uniti.

3 Attività camerali Tutti questi comparti non rilevano ancora tracce di difficoltà nel quarto trimestre del 2008, ultimo dato disponibile. TURISMO Il 2008 si è concluso nella Marca con 646.000 arrivi, pari a -0,7% rispetto al 2007. Di questi, quasi metà sono turisti stranieri che provengono principalmente da Germania e Spagna, Gran Bretagna e Francia. OCCUPAZIONE Il peggioramento del clima congiunturale produce effetti anche sull’occupazione: la variazione su base annua raggiunge il -2,3%. Bisogna risalire al primo trimestre 2006 per trovare una variazione di analoga intensità (-2,4%). ALTRI INDICATORI CONGIUNTURALI Le ore autorizzate di Cassa Integrazione, dal settembre 2008 al marzo 2009, sono triplicate, passando da circa 564.000 a oltre 1 milione e 500 mila. I dati della demografia d’impresa segnalano che nei primi tre mesi dell’anno dobbiamo contabilizzare 413 imprese attive in meno. Di queste, 133 sono del manifatturiero, 182 delle costruzioni, 115 del commercio, 39 dei trasporti. Ora le imprese attive sono 84.738 e le imprese registrate 92.799. I fallimenti nel 2008 sono stati 171 mentre l’anno precedente si sono fermati a 98. In percentuale significa che le imprese fallite sono lo 0,18% del totale delle imprese iscritte alla Camera di Commercio. Con riferimento al tema della solvibilità un ulteriore segnale di tensione si ricava dall’aumento del numero di protesti. Nel 2008, rispetto all’anno precedente, l’importo complessivo è salito da 28,4 a 36,4 milioni di euro. IL CREDITO E L’INTERVENTO DELLA CAMERA DI COMMERCIO, L’ULTIMO RILEVAMENTO Come è noto la Camera di Commercio ha deliberato un fondo straordinario per il credito di 2 milioni di euro da erogare agli organismi di garanzia fidi come speciale “fondo rischi” da iscrivere a patrimonio. Con tale investimento si è inteso favorire le imprese che hanno necessità di superare una certa criticità di liquidità oppure intendono effettuare investimenti a medio e lungo termine. La CCIAA, però, non si è limitata a sottoscrivere il documento iniziale ma effettua un monitoraggio periodico sulla effettiva destinazione dei 60 milioni di euro destinati alle imprese. L’ultimo rapporto inviato al 20 aprile scorso conferma che sono stati deliberati affidamenti per 16 milioni 789 mila e 500 euro, di cui 15 milioni e 309 mila euro per prestiti chirografari. Il meccanismo di erogazione del credito che il consiglio della CCIAA ha deciso a gennaio, quindi, dimostra di funzionare e di essere stato tempestivo, qualità che riteniamo assolutamente necessaria per giudicare la bontà di un intervento di sostegno all’economia. In questa occasione gli istituti di credito hanno dimostrato una esemplare capacità di fare sistema accettando condizioni molto particolari per sostenere le nostre imprese. Un esempio virtuoso di finanza reale che collabora in sinergia con l’economia reale. COME LE NOSTRE IMPRESE GIUDICANO LA CRISI Per la Giornata dell’Economia abbiamo raccolto l’opinione, il sentiment, dei nostri imprenditori sulla crisi per sapere: - le conseguenze negative riscontrate per la propria impresa; - gli interventi strategici che stanno realizzando; - le scelte politiche che ritengono necessarie per contrastare gli effetti; - quando si verificherà la fase più acuta; - quando si potrebbero riscontrare i primi segnali di ripresa in provincia. Lo scenario che emerge è questo: 2/3 degli imprenditori vede diminuire il proprio fatturato, e questa sensazione è più netta nel manifatturiero, con una punta del 78%; 3 imprese su 5 si attendono una diminuzione degli ordinativi; 1/3 degli imprenditori crede che la ripresa arriverà non prima del 2010 ma quasi la metà degli intervistati, cioè il 47%, ritiene che il momento peggiore sia proprio quello che stiamo vivendo, cioè il 1° semestre 2009. Ma è proprio sul versante delle risposte alla crisi che si vede il dna combattivo dei nostri imprenditori. Se il 65% delle imprese constata una contrazione del fatturato, per il 20% la crisi non ha avuto per il momento eff etti negativi ma “neutrali” ed addirittura per un 6% del campione il fatturato è cresciuto nonostante il clima economico sfavorevole. Non è una sorpresa che la crisi sia stata sentita maggiormente da un settore molto sensibile alla congiuntura come il manifatturiero in cui il 78% delle imprese intervistate ha dichiarato un calo del fatturato nei primi mesi del 2009 e parimenti non sorprende che la crisi abbia avuto minori effetti sul terziario con un calo del fatturato per il 52% delle aziende.

3 Attività camerali<br />

Tutti questi comparti non rilevano ancora tracce <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fficoltà nel quarto trimestre del 2008, ultimo dato<br />

<strong>di</strong>sponibile.<br />

TURISMO<br />

Il 2008 si è concluso nella <strong>Marca</strong> con 646.000 arrivi, pari<br />

a -0,7% rispetto al 2007. Di questi, quasi metà sono<br />

turisti stranieri che provengono principalmente da Germania<br />

e Spagna, Gran Bretagna e Francia.<br />

OCCUPAZIONE<br />

Il peggioramento del clima congiunturale produce<br />

effetti anche sull’occupazione: la variazione su base<br />

annua raggiunge il -2,3%. Bisogna risalire al primo<br />

trimestre 2006 per trovare una variazione <strong>di</strong> analoga<br />

intensità (-2,4%).<br />

ALTRI INDICATORI CONGIUNTURALI<br />

Le ore autorizzate <strong>di</strong> Cassa Integrazione, dal settembre<br />

2008 al marzo 2009, sono triplicate, passando da<br />

circa 564.000 a oltre 1 milione e 500 mila.<br />

I dati <strong>della</strong> demografia d’impresa segnalano che nei<br />

primi tre mesi dell’anno dobbiamo contabilizzare 413<br />

imprese attive in meno. Di queste, 133 sono del manifatturiero,<br />

182 delle costruzioni, 115 del commercio,<br />

39 dei trasporti. Ora le imprese attive sono 84.738 e le<br />

imprese registrate 92.799.<br />

I fallimenti nel 2008 sono stati 171 mentre l’anno precedente<br />

si sono fermati a 98. In percentuale significa che<br />

le imprese fallite sono lo 0,18% del totale delle imprese<br />

iscritte alla <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong>.<br />

Con riferimento al tema <strong>della</strong> solvibilità un ulteriore<br />

segnale <strong>di</strong> tensione si ricava dall’aumento del numero<br />

<strong>di</strong> protesti. Nel 2008, rispetto all’anno precedente,<br />

l’importo complessivo è salito da 28,4 a 36,4<br />

milioni <strong>di</strong> euro.<br />

IL CREDITO E L’INTERVENTO<br />

DELLA CAMERA DI COMMERCIO,<br />

L’ULTIMO RILEVAMENTO<br />

Come è noto la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> ha deliberato un<br />

fondo straor<strong>di</strong>nario per il cre<strong>di</strong>to <strong>di</strong> 2 milioni <strong>di</strong> euro<br />

da erogare agli organismi <strong>di</strong> garanzia fi<strong>di</strong> come speciale<br />

“fondo rischi” da iscrivere a patrimonio. Con tale<br />

investimento si è inteso favorire le imprese che hanno<br />

necessità <strong>di</strong> superare una certa criticità <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>tà oppure<br />

intendono effettuare investimenti a me<strong>di</strong>o e lungo<br />

termine. La CCIAA, però, non si è limitata a sottoscrivere<br />

il documento iniziale ma effettua un monitoraggio perio<strong>di</strong>co<br />

sulla effettiva destinazione dei 60 milioni <strong>di</strong> euro<br />

destinati alle imprese.<br />

L’ultimo rapporto inviato al 20 aprile scorso conferma<br />

che sono stati deliberati affidamenti per 16 milioni 789<br />

mila e 500 euro, <strong>di</strong> cui 15 milioni e 309 mila euro per<br />

prestiti chirografari.<br />

Il meccanismo <strong>di</strong> erogazione del cre<strong>di</strong>to che il consiglio<br />

<strong>della</strong> CCIAA ha deciso a gennaio, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong>mostra <strong>di</strong><br />

funzionare e <strong>di</strong> essere stato tempestivo, qualità che riteniamo<br />

assolutamente necessaria per giu<strong>di</strong>care la bontà<br />

<strong>di</strong> un intervento <strong>di</strong> sostegno all’economia. In questa<br />

occasione gli istituti <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to hanno <strong>di</strong>mostrato una<br />

esemplare capacità <strong>di</strong> fare sistema accettando con<strong>di</strong>zioni<br />

molto particolari per sostenere le nostre imprese.<br />

Un esempio virtuoso <strong>di</strong> finanza reale che collabora in<br />

sinergia con l’economia reale.<br />

COME LE NOSTRE IMPRESE<br />

GIUDICANO LA CRISI<br />

Per la Giornata dell’Economia abbiamo raccolto l’opinione,<br />

il sentiment, dei nostri impren<strong>di</strong>tori sulla crisi per sapere:<br />

- le conseguenze negative riscontrate per la propria impresa;<br />

- gli interventi strategici che stanno realizzando;<br />

- le scelte politiche che ritengono necessarie per contrastare<br />

gli effetti;<br />

- quando si verificherà la fase più acuta;<br />

- quando si potrebbero riscontrare i primi segnali <strong>di</strong><br />

ripresa in provincia.<br />

Lo scenario che emerge è questo: 2/3 degli impren<strong>di</strong>tori<br />

vede <strong>di</strong>minuire il proprio fatturato, e questa sensazione<br />

è più netta nel manifatturiero, con una punta del 78%;<br />

3 imprese su 5 si attendono una <strong>di</strong>minuzione degli or<strong>di</strong>nativi;<br />

1/3 degli impren<strong>di</strong>tori crede che la ripresa arriverà<br />

non prima del 2010 ma quasi la metà degli intervistati,<br />

cioè il 47%, ritiene che il momento peggiore<br />

sia proprio quello che stiamo vivendo, cioè il 1°<br />

semestre 2009.<br />

Ma è proprio sul versante delle risposte alla crisi che si vede<br />

il dna combattivo dei nostri impren<strong>di</strong>tori. Se il 65% delle<br />

imprese constata una contrazione del fatturato, per il 20%<br />

la crisi non ha avuto per il momento eff etti negativi ma<br />

“neutrali” ed ad<strong>di</strong>rittura per un 6% del campione il fatturato<br />

è cresciuto nonostante il clima economico sfavorevole.<br />

Non è una sorpresa che la crisi sia stata sentita maggiormente<br />

da un settore molto sensibile alla congiuntura<br />

come il manifatturiero in cui il 78% delle imprese intervistate<br />

ha <strong>di</strong>chiarato un calo del fatturato nei primi mesi<br />

del 2009 e parimenti non sorprende che la crisi abbia<br />

avuto minori effetti sul terziario con un calo del fatturato<br />

per il 52% delle aziende.

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