relazione finanziaria semestrale consolidata al 30 giugno 2009

dell’1,28%, passando dal 3,13 all’1,85%. Poiché il rendimento dell’attivo fruttifero
ha ripiegato dal 6,13 al 4,22%, il differenziale complessivo si è significativamente
contratto, dal 3 al 2,37%.
La ricerca di risorse liquide ha spinto verso strategie di prezzo orientate
a sostenere la provvista da clientela, accresciutasi – i raffronti, ove non
diversamente specificato, sono sempre tra giugno 2008 e giugno 2009 – del
10,3%. Il buon andamento delle obbligazioni (+15,5%), da un lato testimonia
l’elevato merito creditizio tuttora riconosciuto alle banche italiane, dall’altro
evidenzia il loro sforzo per dotarsi di una raccolta maggiormente allineata
alle più protratte scadenze degli impieghi. Il meno vigoroso sviluppo dei depositi
(+6,8%) è invece dovuto ai pronti contro termine, letteralmente crollati
– qui il dato ufficiale è di maggio – del 29,4%. Negativa pure, allo stesso
mese, la raccolta sull’estero (-11,1%).
Gli impieghi, come detto, hanno inevitabilmente decelerato per effetto
della congiuntura economica, rimanendo tuttavia in positivo (+1,9%). A proposito
di scadenze, la superiore dinamica dei prestiti a medio-lungo termine
rispetto a quelli a breve trova spiegazione sia in operazioni di ristrutturazione
del debito e sia nelle diminuite richieste di finanziamento del circolante.
La qualità dell’erogato ha iniziato, dal canto suo, a denunciare segnali
di tensione, primo fra tutti l’incremento del rapporto tra sofferenze nette e
impieghi, dall’1,29% di fine 2008 all’1,54 del maggio successivo.
La dilatazione della liquidità degli istituti di credito ha alimentato l’investimento
della stessa nei titoli di proprietà, il cui stock è lievitato del 45%,
giungendo a rappresentare il 28,1% del portafoglio prestiti contro il 19,7 di
dodici mesi prima.
Riguardo alle prospettive reddituali per l’esercizio in corso, le voci che
maggiormente differenziano le più accreditate previsioni riguardano il margine
di interesse e gli altri ricavi netti. Dopo che i bilanci 2008, per il buon
andamento del primo e il tracollo dei secondi, hanno sancito l’annullamento
della diversificazione degli introiti maturata nel decennio anteriore, quest’anno
potrebbe manifestarsi un’inversione di tendenza. La misura, incerta, di
tali fenomeni determinerà il complessivo risultato di sistema che si rifletterà
comunque in un ROE non di molto migliore di quello acquisito, pari al 4%.
Livello modesto in termini assoluti, ma da interpretare alla luce di una crisi
che, ai guadagni sfavillanti, ha insegnato ad anteporre il valore della stabilità.
ESPANSIONE TERRITORIALE
Il radicamento territoriale rappresenta una caratteristica distintiva del
nostro Gruppo, da sempre attento a privilegiare l’intensità dei legami con le
comunità servite. L’estensione dell’operatività a nuovi mercati si è pertanto
realizzata grazie all’ampliamento e all’infittimento della rete delle filiali, punto
nodale di interazione con la clientela.
A questa logica si attengono entrambe le banche del Gruppo, impegnate
a valorizzare aspetti quali l’immediatezza dei rapporti con le controparti,
l’approfondita conoscenza delle realtà economiche, la personalizzazione di
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Banca Popolare di Sondrio