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relazione finanziaria semestrale consolidata al 30 giugno 2009

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Banca Popolare di Sondrio<br />

RICHIAMI INTERNAZIONALI<br />

Il progressivo peggioramento dei dati relativi <strong>al</strong>l’occupazione è il più<br />

recente riflesso di una crisi che ha oramai conclamato il contagio d<strong>al</strong>la finanza<br />

<strong>al</strong>l’economia re<strong>al</strong>e. Una situazione d<strong>al</strong>la qu<strong>al</strong>e non sarà facile uscire, nonostante<br />

gli impegni proclamati e assunti da molti fra i princip<strong>al</strong>i attori internazion<strong>al</strong>i.<br />

Pur nella consapevolezza che la ripresa avrà tempi non brevi, a partire<br />

d<strong>al</strong>lo scorso mese di marzo si è comunque registrato qu<strong>al</strong>che segno di speranza:<br />

la timida inversione nella caduta degli indici di fiducia; il recupero<br />

delle borse; il r<strong>al</strong>lentamento della corsa verso i beni rifugio.<br />

Restiamo però ai numeri che ci descrivono una congiuntura difficile. Nel<br />

primo trimestre dell’anno, il PIL degli Stati Uniti ha segnato una flessione<br />

tendenzi<strong>al</strong>e del 2,5%, causa il crollo degli investimenti (-17,9%), non più solo<br />

nella componente residenzi<strong>al</strong>e. Nonostante la contrazione degli scambi, il<br />

contributo del can<strong>al</strong>e estero è stato positivo, dando continuità <strong>al</strong>la riduzione<br />

del deficit commerci<strong>al</strong>e. Anche lo squilibrio nei conti delle famiglie si è attenuato,<br />

grazie <strong>al</strong> più <strong>al</strong>to tasso di risparmio correlato <strong>al</strong>la riduzione dei consumi,<br />

scoraggiati da una disoccupazione approdata <strong>al</strong> 9,5%. Tutto ciò si è riflesso<br />

sul livello dei prezzi <strong>al</strong> consumo, con un indice deflativo che ha segnato<br />

l’1,4%. In crescita il disavanzo feder<strong>al</strong>e, su cui ha pesato l’imponente piano di<br />

rilancio predisposto d<strong>al</strong>l’Amministrazione Obama.<br />

Quanto agli <strong>al</strong>tri princip<strong>al</strong>i Paesi del Nuovo Continente, i dati relativi<br />

<strong>al</strong> prodotto interno lordo sono in prev<strong>al</strong>enza negativi: -2,1% il Canada; -8,2%<br />

il Messico; -1,8% il Brasile. In controtendenza l’Argentina, +2%.<br />

L’Asia ha sofferto il c<strong>al</strong>o dell’export verso i Paesi occident<strong>al</strong>i, cosicché,<br />

con le eccezioni, per<strong>al</strong>tro notevoli, di Cina (+6,1%), India (+5,8%) e Indonesia<br />

(+4,4%), la crescita è risultata ovunque sottozero. In Cina la debolezza<br />

dei commerci è stata contrastata dagli investimenti pubblici. Il Giappone,<br />

<strong>al</strong>l’opposto, ha patito un vero tracollo (-8,4%) e, se la deflazione è un m<strong>al</strong>e<br />

ormai cronico in quel Paese, meno usu<strong>al</strong>e è una disoccupazione s<strong>al</strong>ita <strong>al</strong><br />

5,4%.<br />

In Russia, stime governative attestano addirittura <strong>al</strong> 10,2% la contrazione<br />

dell’economia nei primi cinque mesi del <strong>2009</strong>.<br />

L’area dell’euro è stata duramente colpita d<strong>al</strong>la crisi, <strong>al</strong> punto da accusare,<br />

nel primo trimestre dell’anno, un arretramento (-4,8%) quasi doppio di<br />

quello statunitense. Inevitabile l’impatto sulla disoccupazione, con una quota<br />

di senza lavoro s<strong>al</strong>ita fino <strong>al</strong> 9,4%. Ai rovesci della Germania (-6,9%), struttur<strong>al</strong>mente<br />

esposta <strong>al</strong>la domanda estera, la tenuta di quella interna ha permesso<br />

di contrapporre il risultato meno grave della Francia (-3,2%).<br />

Una dinamica dei prezzi annullatasi – a <strong>giugno</strong>, per la prima volta, frazion<strong>al</strong>mente<br />

in negativo – ha consentito la manovra monetaria della BCE, la<br />

qu<strong>al</strong>e, con tagli ripetuti, ha ridotto il tasso uffici<strong>al</strong>e d<strong>al</strong> 2,50 <strong>al</strong>l’1%.<br />

Alla difficoltà nel riavviare gli investimenti privati occorrerebbe sopperire<br />

mediante l’impulso di quelli pubblici; tuttavia, oltre <strong>al</strong>la minor entità<br />

rispetto <strong>al</strong> piano americano, i pacchetti europei scontano problemi di coordinamento<br />

tra Paesi.

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