Periodico di matematiche - Mathesis
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78 <strong>Perio<strong>di</strong>co</strong> <strong>di</strong> <strong>matematiche</strong> 3/2011<br />
78 <strong>Perio<strong>di</strong>co</strong> <strong>di</strong> <strong>matematiche</strong> 3/2011<br />
• “Se AB fosse fatto <strong>di</strong> un filo elastico, e lo si tendesse fino a farlo <strong>di</strong>ventare lungo<br />
quanto CD, sarebbe facile notare che ora la lunghezza è la stessa, ma al segmento<br />
AB io non ho aggiunto niente che già non avesse. Allora perché pensare che in CD<br />
ci sono più punti che in AB?”<br />
• “Volendo seguire la definizione <strong>di</strong> segmento ovvero <strong>di</strong> insieme finito <strong>di</strong> punti,<br />
graficamente <strong>di</strong>rei che il segmento CD contiene più punti del segmento AB.”<br />
• “Ho sempre immaginato che se i numeri potessero essere contati, l’ultimo sarebbe<br />
un numero pari; poiché penso che lo zero è pari, sembra quasi ovvio che i numeri<br />
pari sono più <strong>di</strong> quelli <strong>di</strong>spari. Ma è solo una supposizione e non una certezza!”<br />
• “I numeri pari, quelli <strong>di</strong>spari e quelli naturali sono tutti infiniti, e per questo non<br />
sono paragonabili.”<br />
• “I numeri naturali sono infiniti. L’insieme N è <strong>di</strong>screto ma non numerabile.”<br />
• “I numeri naturali sono ovviamente infiniti; infatti a qualunque numero naturale n<br />
infinitamente grande pensiamo esiste anche un altro numero naturale più grande<br />
(n+1).”<br />
• “Poiché sia i pari che i <strong>di</strong>spari sono infiniti, allora i due insiemi sono equipotenti.<br />
Poiché i pari e i naturali sono infiniti, non si può <strong>di</strong>re se un insieme è maggiore<br />
dell’altro, perché non esiste un infinito maggiore <strong>di</strong> infinito.”<br />
• “L’infinito attuale è una necessità logica del pensiero astratto e degli assiomi della<br />
matematica. Va preso salvo prova contraria. L’infinito potenziale è costruibile dal<br />
nostro pensiero. Pensare alla fine e poi superarla. . .<br />
4 Riflessioni finali<br />
Si confermano, così, gran parte delle convinzioni rilevate dalle sperimentazioni<br />
fatte dalla Sbaragli con gli insegnanti della scuola primaria e secondaria. Tuttavia,<br />
occorre osservare che in alcuni vi è una certa consapevolezza dello sta<strong>di</strong>o “avanzato”<br />
della teoria. É interessante notare che dalle risposte fornite si evince che spesso in una<br />
stessa persona si mescolano idee intuitive o parziali sull’infinito a idee che ormai sono<br />
patrimonio acquisito della matematica. Ad esempio, si sa che gli insiemi dei pari, dei<br />
<strong>di</strong>spari e dei naturali sono equipotenti, ma si giustifica l’infinità <strong>di</strong> N pensando alla<br />
possibilità <strong>di</strong> trovare un numero sempre più grande.<br />
Manca spesso la consapevolezza del ruolo che le relazioni <strong>di</strong> equivalenza hanno<br />
nel processo <strong>di</strong> matematizzazione. Ad esempio, si confonde l’uguaglianza con l’equipotenza.<br />
Spesso l’ostacolo della <strong>di</strong>pendenza dal modello finito ritorna anche quando<br />
si intravede la possibilità del non appiattimento degli insiemi infiniti.<br />
Per approfon<strong>di</strong>re gli ostacoli <strong>di</strong>dattici (oltre che epistemologici) alla comprensione<br />
dell’infinito si rinvia (tra le <strong>di</strong>verse centinaia <strong>di</strong> lavori che esistono nel panorama<br />
internazionale su questo tema) ai due importanti lavori (ARRIGO, D’AMORE, 1999) e<br />
(ARRIGO, D’AMORE, 2002).<br />
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