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SICILY

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62<br />

Abstract<br />

anche al III secolo a.C. La denominazione<br />

di origine comprende cinque tipologie<br />

come il Vittoria rosso, Vittoria Calabrese<br />

(o Nero d’Avola), Vittoria Frappato, Vittoria<br />

Ansonica (o Inzolia o Insolia) e Vittoria<br />

Novello. Si tratta soprattutto di vini rossi<br />

che hanno un colore rosso ciliegia e<br />

delicati profumi di frutta a bacca rossa che<br />

esaltano le caratteristiche sensoriali. È un<br />

vino che si sposa bene a preparazioni di<br />

carne rossa e bianca e a formaggi piccanti<br />

molto stagionati. La temperatura ottimale<br />

di servizio è di 16°/20° C. È preferibile che<br />

venga consumato appena imbottigliato o<br />

conservato per 2/3 anni.<br />

COOKInG SChOOL<br />

Dolce e salato<br />

in cucina<br />

La tradizione gastronomica<br />

agrigentina e i sapori che giocano<br />

sui contrasti.<br />

di Martino Ragusa<br />

Terra di contrasti, la Sicilia riesce a essere<br />

contraddittoria anche nelle specialità<br />

gastronomiche. Come il cous cous dolce,<br />

un piatto islamico adottato dalle suore di<br />

clausura del Monastero di Santo Spirito di<br />

Agrigento che l’hanno trasformato in un<br />

“Trionfo di Gola” dopo averlo ibridato con<br />

la cucina isolana. Preparato nel rigoroso<br />

rispetto della tradizione araba, il cous cous è<br />

condito con i datteri e la cannella, ma anche<br />

e soprattutto con prodotti del territorio<br />

agrigentino presenti numerosi come in<br />

una fiera campionaria: l’olio extravergine<br />

di biancolilla, i pistacchi di Casteltermini e<br />

Raffadali, le mandorle di quegli alberi che<br />

rendono candida di fiori la valle dei templi in<br />

pieno inverno, le bionde arance di Ribera, la<br />

zuccata (zucca lagenaria candita). Da sud,<br />

dal cuore di quell’ aspro mare africano tanto<br />

amato da Pirandello, il Passito di Pantelleria<br />

e l’uva sultanina.<br />

Le suore tengono segreta la ricetta, ma<br />

i golosi hanno finito con il riprodurla in<br />

più varianti, alcune delle quali anche più<br />

attraenti dell’originale. Come questa.<br />

Ricetta per Cous cous Dolce<br />

Ingredienti per 12 persone: 500 g di semola<br />

di grano duro per couscous, 100 ml di<br />

acqua, 1 cucchiaino raso di sale, 200 g di<br />

pistacchi tritati, 100 ml olio extravergine<br />

di oliva qualità biancolilla, 25 g di burro<br />

fuso, 2 cucchiai di zucchero a velo, 2 mele<br />

imperatore, 100 g di cioccolato fondente,<br />

100 g mandorle abbrustolite tritate, 50<br />

g di zuccata (o altro candito), 1 arancia,<br />

½ limone, 50 g di uva passa, 1 mela<br />

imperatore, 1 bicchiere colmo di latte di<br />

mandorla, 1 chiodo di garofano, 10 datteri,<br />

cannella in polvere, cannella in corteccia, ½<br />

bicchiere di passito di Pantelleria.<br />

Versate 100 ml di acqua in una tazza e<br />

scioglietevi il sale. Versate un cucchiaio<br />

di semola in un piatto piano grande,<br />

bagnate con un cucchiaino da tè di acqua<br />

e incorporatela alla semola (‘nucciate)<br />

roteando la mano aperta, sono sufficienti<br />

2 – 3 rotazioni complete. Formerete così<br />

delle palline di circa 2 millimetri di diametro<br />

che farete asciugare su una spianatoia<br />

di legno. Quando il cous cous è tutto<br />

‘ncucciatu, versatevi l’olio a filo sfregatelo<br />

con delicatezza tra le mani giunte come nel<br />

gesto della preghiera. Aggiungete il chiodo<br />

di garofano, un po’ di cannella in polvere e<br />

riempite la couscoussiera, un contenitore<br />

forato di terracotta o di metallo. Impilate la<br />

couscoussiera su una pentola di diametro<br />

adatto e riempita di acqua fino a 10 cm<br />

dall’orlo e sigillate il punto di giunzione con<br />

uno straccio bagnato. Coprite parzialmente<br />

e cuocete per 2 ore mescolando ogni 20<br />

minuti.<br />

Se usate il cous cous precotto, seguite<br />

le istruzioni sulla scatola e conditelo con<br />

l’olio. Da questo momento la preparazione<br />

sarà la stessa per il precotto e quello<br />

cotto al vapore. Fate rinvenire l’uvetta in<br />

mezzo bicchiere di passito di Pantelleria.<br />

Abbrustolite le mandorle in un tegamino con<br />

qualche goccio di olio e tritatele. Preparate<br />

mezzo litro di acqua aromatizzata facendovi<br />

bollire per 20 minuti 1 mela tagliata a<br />

fettine, una corteccia di cannella, la buccia<br />

di mezza arancia, la buccia di mezzo limone.<br />

Versate il cous cous in una zuppiera e<br />

irroratelo con l’acqua aromatizzata bollente<br />

e filtrata, il latte di mandorla caldo, il succo<br />

dell’arancia caldo, il burro fuso e il passito<br />

usato per reidratare l’uvetta. Aggiungete la<br />

granella di pistacchio, le mandorle tostate<br />

tritate, il cioccolato tritato, un po’ di cannella<br />

in polvere, la zuccata a dadini, i datteri tritati,<br />

l’uvetta sgocciolata, le scorze grattugiate di<br />

un’arancia e di mezzo limone. Mescolate e<br />

sgranate bene il cous cous con la forchetta.<br />

Copritelo e lasciatelo raffreddare.<br />

Potete servirlo tal quale oppure<br />

accompagnarlo con una salsa all’arancia<br />

fatta con 2 arance bionde di Ribera, 20 g di<br />

zucchero a velo, 15 g di maizena e la scorza<br />

di un’arancia. Mescolate tutto a freddo<br />

facendo attenzione a non formare grumi e<br />

addensate sul fuoco.<br />

Pasta con le sarde alla milanese<br />

C’è la pasta con le sarde palermitana,<br />

aristocratica e dorata dal prezioso zafferano,<br />

e c’è quella agrigentina, contadina, e<br />

misteriosamente chiamata ’a milanisa,<br />

alla milanese. La strana denominazione<br />

ha scatenato una ridda di ipotesi che<br />

chiamano in causa a vario titolo la città di<br />

Milano. Personalmente sono convinto che<br />

non c’entri niente, ma che si debba invece<br />

pensare al nero di polpo o milanu (dal greco<br />

mélanos: nero). È nota, a proposito, una<br />

pasta cu’ milanu. È dunque probabile che<br />

per colorare la pasta, al posto del troppo<br />

costoso zafferano si fosse usato il nero di<br />

polpo poi sostituito dal pomodoro e che il<br />

nome sia rimasto.<br />

AMBASCIATORE DEL GUSTO<br />

La cucina<br />

tricolore<br />

incontra<br />

il Brasile<br />

I ristoranti siciliani e italiani nel Paese<br />

sudamericano. Buoni esempi e buona<br />

tavola oltre oceano.<br />

di Luigi Ferro<br />

“Facciamo quello che siamo e non quello<br />

che vogliono”. Il messaggio di Davide<br />

Lodato, ristoratore catanese emigrato in<br />

Brasile quasi vent’anni fa e dove ha aperto<br />

il ristorante la Campagna, è molto chiaro.<br />

Tasting Sicily n.01/2013

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