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SICILY

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L’Alcamo Bianco è un vino dal profumo<br />

intenso con colore giallo paglierino e<br />

riflessi verdolini. I profumi ricordano fiori di<br />

campo, mandorle e pera appena matura,<br />

mentre al palato si presenta morbido con<br />

una fresca nota acida.<br />

Di sapore secco, caldo, fresco ed<br />

equilibrato, possiede una gradazione<br />

alcolica non inferiore agli 11 gradi.<br />

Quando si presenta in tavola l’Alcamo<br />

bianco si sposa perfettamente con una<br />

cucina a base di piatti di pesce: spaghetti<br />

ai ricci di mare, risotto alla marinara, pesce<br />

azzurro e di lago al forno o alla griglia,<br />

fritto misto di calamari e gamberi e cous<br />

cous. I piatti tipici della cucina trapanese<br />

costituiscono l’abbinamento ideale, ma<br />

funziona anche il mix con minestre di<br />

verdura, frittate e formaggi ovini freschi.<br />

Come è consigliabile per i vini bianchi è<br />

meglio servirlo fresco, a una temperatura<br />

tra i 12° e i 14°, in un calice svasato<br />

in modo da permettere una maggiore<br />

concentrazione dei profumi. Va bevuto<br />

giovane, entro un anno dalla vendemmia.<br />

L’importanza di Alcamo nella vitivinicoltura<br />

dell’isola è dimostrata anche dal fatto<br />

che nel castello medievale dei Conti di<br />

Modica ha sede l’Enoteca Regionale per la<br />

Sicilia occidentale e il Museo del vino. Si<br />

tratta di un luogo di promozione turistica<br />

e per la qualificazione del lavoro. Il museo<br />

propone un percorso multimediale con<br />

schermi televisivi e postazioni interattive,<br />

filmati e ricostruzioni virtuali. E poi torna<br />

al pratico con la possibilità di degustare la<br />

produzione Alcamo Doc al wine bar.<br />

Tra “minni” e “melone purceddu”<br />

Alcamo è la città del vino siciliana, ma<br />

accanto a bianchi, rossi e rosati la città<br />

vanta anche un’interessante produzione<br />

di olio extra vergine di oliva e del melone<br />

purceddu, una varietà dalla buccia verde<br />

e rugosa e la forma ovale, che ha come<br />

principale caratteristica la conservabilità.<br />

Famosa è anche la produzione di dolci fra<br />

i quali si segnalano i minni di virgini, paste<br />

a forme di seni, ripiene di una crema di<br />

latte, detta biancomangiare. E quando ci<br />

si siede a tavola vale la pena di provare la<br />

pasta con le sarde, la pasta con la salsa di<br />

pomodoro guarnita di fette di melanzane<br />

e basilico, salsiccia “cu li cavuliceddi” e<br />

caponata.<br />

100% MADE In <strong>SICILY</strong><br />

Palermo,<br />

capoluogo<br />

di tradizioni<br />

Cucina e prodotti tipici della città.<br />

Uno scrigno di sapori e gusti tutti<br />

da scoprire.<br />

di Roberto Barat<br />

Palermo, capologo dell’isola, città di grande<br />

storia e tradizioni, anche gastronomiche.<br />

Fondata dai fenici oltre 2700 anni fa vanta<br />

un patrimonio artistico e architettonico<br />

enorme che include mura puniche,<br />

mervigliose ville in stile liberty, residenze<br />

in stile arabo-normanno, chiese barocche,<br />

teatri neoclassici e non solo. In passato fu<br />

tra le maggiori città del Mediterraneo, scalo<br />

di grandi commerci con tutto il mondo. E<br />

anche grazie a questi commerci, Palermo e<br />

tutta l’area ad essa ediacente vantano oggi<br />

una ricchissima e golosa gastronomia. Dalla<br />

caponata di melanzane alle panelle di ceci,<br />

ai “cazzilli” di patate e poi alla pasta, in mille<br />

modi diversi, alle carni e soprattutto al pesce,<br />

che nella cucina siciliana viene davvero<br />

cucinato in modo da valorizzarne il sapore.<br />

Non mancano, ovviamente tanti e tanti<br />

prodotti tipici. Dall’isola di Ustica (a circa<br />

67 km a nord-ovest di Palermo), alla Conca<br />

d’oro (la pianura sulla quale è adagiata la<br />

città e compresa fra i Monti di Palermo e il<br />

Mar Tirreno) e poi verso est e le Madonie<br />

la ricchezza delle tradizioni è davvero<br />

sconfinata.<br />

Per esempio le piccole e squisite<br />

lenticchie di Ustica. Si tratta di una varietà<br />

particolarissima, la più piccola prodotta in<br />

tutta Italia. Hanno una polpa morbida (tanto<br />

che non hanno bisogno di ammollare come<br />

avviene per altre varietà che prima di essere<br />

lessate necessitano di idratarsi anche<br />

per otto o dodici ore in acqua) e sapore<br />

corposo e pieno. Seminate sui fertili terreni<br />

lavici secondo quando impone la tradizione,<br />

sono coltivate senza ausilio di macchinari<br />

e naturalmente, data la ricchezza del suolo,<br />

senza la necessità di fertilizzare il terreno.<br />

Vietati, ovviamente, anche antiparassitari<br />

Abstract<br />

ed erbicidi così che il prodotto ottenuto è<br />

buono e sano.<br />

A est di Palermo, dentro e nelle vicinanze<br />

dei Parco delle Madonie, due prodotti<br />

deliziano i palati che hanno voglia di<br />

scoprire le tipicità della zona: la provola<br />

e la manna. La manna, un dolcificante<br />

naturale di grande qualità a bassissimo<br />

contenuto di glucosio e fruttosio, si ottiene<br />

incidendo la corteccia dei frassini creando<br />

così dei piccoli solchi dai quali fuoriesce<br />

questa pregiata sostanza. Una piccolissima,<br />

ormai, produzione, ma degna di nota.<br />

Così com’è degno di nota la provola della<br />

Madonie, prodotta dal latte delle vacche<br />

che pascolano tra le montagne della zona.<br />

Si tratta di un eccellente formaggio a<br />

forma di palla, dalla crosta liscia e sottile di<br />

color giallo paglierino e dal sapore dolce e<br />

delicato. È eccellente se accompagnata a<br />

dell’ottimo pane di grano duro della zona<br />

prodotto con lievito naturale (lu criscenti)<br />

e cotto nel forno a legna. Quando è fresca<br />

la si sposa a vini leggeri e secchi anche<br />

bianchi (è da provare con un Inzolia) mentre<br />

se ha stagionatura più lunga diventa ottima<br />

in abbinamento al classico Nero d’Avola.<br />

Dal palermitano segnaliamo poi l’ottimo<br />

caciocavallo ancor oggi prodotto in modo<br />

del tutto artigianale. Dalla particolare forma<br />

a parallelepipedo diventa sempre più<br />

gustoso con l’avanzare della stagionatura.<br />

Per tornare ai legumi, sempre dal<br />

Palermitano arriva il fagiolo badda di<br />

Polizzi,piccolo comune posto all’interno del<br />

Parco delle Madonie. Di dimensioni medio<br />

piccole è chiamato “Badda”, cioè “palla” in<br />

dialetto, per la sua forma tondeggiante.<br />

Ha una colorazione davvero unica: è infatti<br />

bicolore e, di volta in volta, può presentare<br />

un delicato color avorio con macchie rosate<br />

e aranciate oppure avorio con macchie viola<br />

scuro, quasi nere. Ottimo il sapore che risulta<br />

sapido, con note erbastre e perfino salmastre.<br />

Nella conca d’oro matura poi l’eccellente<br />

mandarino tardivo di Ciaculli, nota località<br />

del palermitano. Tutelato dall’omonimo<br />

Consorzio, il tardivo di Ciaculli ha un aroma<br />

spiccato e un elevato contenuto zuccherino,<br />

polpa succosa e scarso contenuto di semi.<br />

Un frutto davvero unico, inimitabile. Sempre<br />

in tema di frutti non è da dimenticare la<br />

Susina bianca di Monreale, le cui due<br />

varietà sono chiamate ariddu di core (ovvero<br />

seme a cuore), che si presta a vari tipi di<br />

Tasting Sicily n.01/2013 59

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