Si muore generalmente perché si è soli o perché si ... - Progetto Melo
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Ma Folonari non <strong>è</strong> il primo venuto, <strong>è</strong> amico del boss Giuseppe Lucchese. Ed <strong>è</strong> in possesso di<br />
guanti da chirurgo, una Magnum 357 con sei proiettili nel tamburo e con numero di matricola<br />
punzonato e una tanica di benzina. Probabilmente <strong>si</strong> progettava un omicidio importante, e il<br />
furgone, rubato due anni prima, aveva compiti logistici, mentre la benzina serviva per dar fuoco<br />
all'auto dei killer ad azione conclusa.<br />
A questo punto avanzo una ipote<strong>si</strong>: ten<strong>si</strong>one e sofferenza (se così <strong>si</strong> può dire) hanno<br />
raggiunto un alto grado di inten<strong>si</strong>tà all'interno di Cosa Nostra. Un attentato spettacolare, un<br />
omicidio « eccellente », ad esempio, contro un rappresentante dello Stato ma anche contro altri,<br />
potrebbe fungere da elemento pacificatore tra le due anime che <strong>si</strong> contendono la mafia: i<br />
palermitani, deci<strong>si</strong> a prender<strong>si</strong> una rivincita, e i «Corleone<strong>si</strong>», che dal 1982 hanno sottratto al<br />
capoluogo la guida dell'organizzazione.<br />
Ma non solo i magistrati fanno questo tipo di anali<strong>si</strong> e di ipote<strong>si</strong>... Penso al racconto di un<br />
uomo d'onore come Salvatore Contorno a propo<strong>si</strong>to dell'attentato di cui fu vittima nel 1981. E' in<br />
macchina, alla periferia di Palermo, quando, all'altezza del ponte Brancaccio, <strong>si</strong> accorge che l'auto<br />
davanti a lui procede troppo lentamente. Di colpo riconosce, in piedi sulla soglia di una casa, il<br />
killer Mario Prestifilippo, che conosce fin troppo bene. Mormora tra sé: « Manca solo la<br />
motocicletta», ed ecco spuntare anche la moto. Capisce al volo che vogliono ucciderlo. <strong>Si</strong> getta<br />
sulla destra della macchina e con una spinta scaraventa sul marciapiede il ragazzo seduto accanto a<br />
lui. Una raffica di Kalashnikov manda in frantumi il parabrezza sfiorandolo (dei ciuffi di capelli di<br />
Contorno sono stati ritrovati dalla polizia all'interno della vettura). Apre la portiera di destra e cerca<br />
di nasconder<strong>si</strong> dietro il radiatore, dove <strong>si</strong> sente più al <strong>si</strong>curo, protetto dal motore. Impugna la pistola,<br />
mira al tipo in motocicletta e lo colpisce. Apprenderà poi che <strong>si</strong> trattava del killer Pino Greco detto<br />
Scarpazzedda, salvato<strong>si</strong> grazie al giubbotto antiproiettile.<br />
Perché rievoco questo episodio? Perché dimostra ancora una volta quanto <strong>si</strong>ano abili, deci<strong>si</strong>,<br />
intelligenti i mafio<strong>si</strong>, e quanta capacità e profes<strong>si</strong>onalità <strong>è</strong> necessaria per contrastare la violenza<br />
mafiosa.La mia grande preoccupazione <strong>è</strong> che la mafia riesca sempre a mantenere un vantaggio su di<br />
noi.