Is Pregadorias antigas: su signo de sa devozioni - Provincia del ...

Prefazione
uomini, il che per dei santi parrebbe strano. Se ne deduce che oltre alla benevolenza
che manifestavano allo stesso tempo erano anche temuti 25 .
Sempre durante i temporali si recitava un’altra preghiera-scongiuro molto nota in
tutta la Sardegna sia del Nord (sas doichi paragulas) 26 che del Sud (is doxi
paraulas), 27 dov’era conosciuta generalmente col titolo di S. Martini de is paraulas
bonas, dal nome del santo protagonista, che sotto le mentite spoglie di un povero
viandante, riesce a confondere e in extremis cacciare il diavolo, che travestitosi da
gran signore voleva sposare una ragazza 28 . Pertanto non stupisce di trovarla ampiamente
rappresentata nella presente raccolta, addirittura in quasi tutti i paesi: Arbus,
Collinas, Furtei, Genuri, Guspini, Lunamatrona, Pauli Arbarei, Siddi, Samassi,
San Gavino, Sanluri, Sardara, Segariu, Serramanna, Serrenti, Tuili, Villamar,
Villanovafranca.
Al limite tra sacro e profano sta invece l’ invocazione a S. Antonio abate per il
ritrovamento delle cose perse o rubate 29 . Il Padre Bresciani ne parlò già nell’Ottocento
30 ed altri in seguito son tornati sull’argomento: in sostanza c’era un rito superstizioso
che consisteva nel rivolgersi ad una fattucchiera, la quale per tredici lunedì di
seguito avrebbe eseguito una serie di imprecazioni all’indirizzo del ladro minacciandogli
ogni male se non avesse restituito il maltolto 31 , forse così echeggiando gli stessi
goccius in onore del santo laddove si legge
Candu benit a mancai
Prenda alguna de valori,
tui Antoni intercessori
donas luxi po dd’incontrai,
su furau fais torrai
de su ladroni ambiziosu 32
25 Per una trattazione più esauriente rinvio ancora al capitolo dedicato a S. Giacomo del mio volume Il
tempo dei santi…cit., p. 213 e segg.
26 Dolores TURCHI, Preghiere e scongiuri della tradizione popolare sarda, IRIS, Nuoro 2004, p.43.
27 Carlo PILLAI, Il tempo dei santi…cit, p.196 e segg.
28 Perciò nella mia pubblicazione più sopra citata interpretai l’episodio in chiave di saggezza popolare,
che voleva i matrimoni celebrati sia nell’ambito del proprio paese che della propria classe sociale
(Ivi, p. 199 e segg.).
29 Più tranquilla la preghiera a S.Elena po agattai is cosas perdias di Pauli Arbarei. La santa era invocata
in casi del genere perché era riuscita a ritrovare la vera croce di Cristo in Gerusalemme.
30 Dei costumi dell’isola di Sardegna, Napoli 1850, p.194 e segg.
31 Carlo PILLAI, S.Antonio abate nella tradizione sarda e di Sedilo, Sedilo 2010, p.23 e segg.
32 I goccius sono consultabili, fra l’altro, nella raccolta dei goccius della Biblioteca comunale di
Cagliari (n. 167).Sono pubblicati anche in Pino CABONI, Is goccius, Gasperini editore, Cagliari
1980, p.230.
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