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Centro belga del Fumetto - Centre Belge de la Bande Dessinée

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Il <strong>Centro</strong> Belga Dei Fumetti<br />

1


L’Art Nouveau e <strong>la</strong> Nona Arte<br />

si incontrano<br />

Siamo nel 1903. Charles Waucquez, grossista in tessuti, <strong>de</strong>ci<strong>de</strong> di aprire un nuovo negozio in Rue<br />

<strong>de</strong>s Sables, un quartiere di Bruxelles frizzante di vita. Per il progetto, si rivolge niente meno che<br />

a Victor Horta, gran<strong>de</strong> maestro <strong><strong>de</strong>l</strong>l’Art Nouveau. Per questo motivo <strong>la</strong> costruzione presenta tutte<br />

le caratteristiche tipiche <strong><strong>de</strong>l</strong>l’Art Nouveau: l’utilizzo di nuovi materiali come il ferro e il vetro, liberi<br />

giochi di luci e di seduzione attraverso linee eleganti e on<strong>de</strong>ggianti.<br />

Mentre Horta è impegnato nel progetto <strong><strong>de</strong>l</strong> negozio, dall’altra parte <strong><strong>de</strong>l</strong>l’oceano Winsor Mc Cay<br />

crea il suo fumetto ‘Little Nemo’ per un giornale Newyorkese. Quindi, l’Art Nouveau e il fumetto<br />

emersero pressoché allo stesso tempo, e per di più, anche Mc Cay disegnava con uno stile<br />

sgargiante, molto simile a quello di Horta.<br />

Dopo <strong>la</strong> chiusura <strong><strong>de</strong>l</strong> negozio e dopo un periodo di graduale <strong>de</strong>clino, l’Art Nouveau e <strong>la</strong> Nona<br />

Arte si sono riscoperti attraverso <strong>la</strong> fondazione <strong><strong>de</strong>l</strong> <strong>Centro</strong> Belga <strong><strong>de</strong>l</strong>l’Arte <strong><strong>de</strong>l</strong> <strong>Fumetto</strong>. Coloro che<br />

volessero saperne di più sull’Art Nuoveau, possono dare un’occhiata al<strong>la</strong> saletta al piano terra,<br />

a <strong>de</strong>stra <strong><strong>de</strong>l</strong>le scale.<br />

Al centro <strong>belga</strong> <strong><strong>de</strong>l</strong>l’arte <strong><strong>de</strong>l</strong> fumetto, si può scoprire come vengono concepiti i fumetti e i cartoni<br />

animati, si può attraversare “Il Museo <strong><strong>de</strong>l</strong>l’Immaginazione” che presenta tutti i pionieri belgi <strong><strong>de</strong>l</strong><br />

fumetto e si può familiarizzare con le pubblicazioni più recenti nel “Museo <strong><strong>de</strong>l</strong> fumetto mo<strong>de</strong>rno”.<br />

E chi non dovesse più riuscire a fermarsi, potrà anche fare un salto in biblioteca (al piano terra).<br />

Inoltre, il centro organizza rego<strong>la</strong>rmente <strong><strong>de</strong>l</strong>le mostre temporanee incentrate su un ampio raggio<br />

di fumetti e di autori.<br />

2


A.00<br />

La nascita <strong><strong>de</strong>l</strong> <strong>Fumetto</strong><br />

C’era una volta, molto tempo fa, un uomo che non sapeva né leggere né scrivere. Del<br />

resto, a quel tempo, le parole «leggere» e «scrivere» non esistevano nemmeno. Il linguaggio<br />

doveva ancora nascere. Per esprimersi, per raccontare, per pregare, quell’uomo inventò<br />

il disegno.<br />

Dalle più antiche manifestazioni pittoriche giunte fino a noi, le pitture rupestri, fino ad arrivare<br />

al<strong>la</strong> concorrenza sfrenata tra gli editori newyorkesi che ha caratterizzato l’inizio <strong><strong>de</strong>l</strong> XX secolo,<br />

le tappe in cui è suddivisa <strong>la</strong> mostra confermano il <strong>de</strong>tto popo<strong>la</strong>re per cui «nul<strong>la</strong> si crea, tutto si<br />

trasforma».<br />

Il fumetto, infatti, non è frutto di una scoperta. È piuttosto il risultato di un rapporto sempre più<br />

stretto tra il <strong>de</strong>si<strong>de</strong>rio di raccontare e l’arte <strong><strong>de</strong>l</strong> disegno. È <strong>la</strong> più letteraria tra le arti p<strong>la</strong>stiche.<br />

Lungo le tappe di questo breve percorso attraverso il tempo, cresce l’ammirazione per il genio<br />

artistico di pittori, mosaicisti, scultori, miniaturisti e tessitori, capaci di interpretare una storia e<br />

trasformar<strong>la</strong> in movimento. Le loro opere sono al<strong>la</strong> base <strong><strong>de</strong>l</strong> modo in cui ci re<strong>la</strong>zioniamo gli uni<br />

con gli altri.<br />

Com’è nato, dunque, il «fumetto», e come possiamo <strong>de</strong>finirlo? Questo l’oggetto di una mostra<br />

che percorre a grandi passi <strong>la</strong> storia <strong><strong>de</strong>l</strong> mondo e <strong><strong>de</strong>l</strong>le civiltà.<br />

Jean Auquier, <strong>Centro</strong> <strong>belga</strong> <strong><strong>de</strong>l</strong> <strong>Fumetto</strong>.<br />

4


Le parti in cui è suddivisa <strong>la</strong> mostra<br />

A.01<br />

Fin dalle origini, l’uomo si racconta attraverso le immagini<br />

L’uomo si alza in piedi. E usa fin da subito tutti i supporti possibili per raccontare, spiegare e<br />

venerare i propri idoli. Attraverso i secoli, queste narrazioni sono al contempo frutto e testimonianza<br />

<strong><strong>de</strong>l</strong>le società che li hanno prodotti, <strong><strong>de</strong>l</strong>le loro cre<strong>de</strong>nze e <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> loro cultura. Nel<strong>la</strong> maggior parte<br />

<strong>de</strong>i casi, non scopriremo mai il nome <strong>de</strong>gli artisti che hanno scolpito, disegnato, dipinto o tessuto<br />

queste opere, divenute patrimonio comune <strong><strong>de</strong>l</strong>l’umanità.<br />

A.02<br />

Gli incunaboli inventano <strong>la</strong> grammatica <strong><strong>de</strong>l</strong> fumetto<br />

Nei monasteri cristiani <strong><strong>de</strong>l</strong> Medioevo, i monaci amanuensi <strong>de</strong>dicano <strong>la</strong> propria vita al<strong>la</strong> riproduzione<br />

<strong>de</strong>i testi religiosi. Altri si occupano di abbellire queste edizioni uniche, aggiungendovi miniature e<br />

illustrazioni per ren<strong>de</strong>re grazie al Creatore. Sono proprio questi monaci a creare, senza saperlo,<br />

i codici che permetteranno ai disegnatori <strong><strong>de</strong>l</strong> futuro di dare vita al fumetto: suddivisione <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong><br />

narrazione in scene, movimento, primo piano, dialoghi in balloon, ecc.<br />

A.03<br />

La stampa permette di raggiungere il gran<strong>de</strong> pubblico<br />

Con <strong>la</strong> nascita <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> stampa, <strong>de</strong>i libri pubblicati, <strong>de</strong>i giornali e <strong><strong>de</strong>l</strong>le cromolitografie vendute sulle<br />

fiere, è finalmente possibile raggiungere un pubblico molto più ampio. Due Maestri, l’inglese<br />

William Hogarth e il giapponese Katsushika Hokusai, raccontano storie attraverso una serie di<br />

incisioni o stampe. I due artisti sono tasselli fondamentali nel<strong>la</strong> storia <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> nuova arte nascente,<br />

al pari <strong><strong>de</strong>l</strong>lo svizzero Rodolphe Töpffer, capace come nessun altro di insegnare ai propri allievi il<br />

movimento.<br />

5


A.04<br />

I giornali sono i cantastorie <strong><strong>de</strong>l</strong> XIX secolo<br />

Nel XIX e XX secolo, giornali e riviste arrivarono al<strong>la</strong> conclusione che, per ven<strong>de</strong>re spazio agli<br />

inserzionisti, era necessario attirare il maggior numero possibile di lettori. Oltre ai romanzi<br />

d’appendice, capaci di tenere i lettori col fiato sospeso, si scoprono gli umoristi, i caricaturisti e<br />

i primi personaggi ricorrenti, come Ally Sloper in Inghilterra e Max und Max in Germania, le cui<br />

avventure erano narrate in sequenze illustrate.<br />

A.05<br />

Il fumetto diventa interesse economico<br />

All’inizio <strong><strong>de</strong>l</strong> XX secolo, gli editori americani Pulitzer e Hearst spingono <strong>la</strong> logica economica<br />

all’estremo. Con <strong>la</strong> promessa di guadagni maggiori si sottraggono al<strong>la</strong> concorrenza gli elementi<br />

migliori, giornalisti o disegnatori che siano. È così che Richard Outcault <strong>la</strong>scia <strong>la</strong> redazione di<br />

Pulitzer e passa a Hearst, dove crea Yellow Kid (1896) e Buster Brown. Gli strumenti tecnici<br />

disponibili a questo punto permettono anche di creare un primo capo<strong>la</strong>voro, Little Nemo in<br />

Slumber<strong>la</strong>nd (Winsor Mc Cay, 1905).<br />

A.06<br />

Che cos’è il fumetto?<br />

Il risultato di un’evoluzione artistica nata con l’uomo, arricchita <strong><strong>de</strong>l</strong> contributo di ogni cultura e di<br />

qualche rivoluzione tecnica, come l’apparizione <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> carta, <strong>de</strong>i colori e <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> stampa. È questo<br />

dunque il fumetto? Cerchiamo di darne una <strong>de</strong>finizione in poche parole: il fumetto è una serie di<br />

immagini che formano un racconto, in cui <strong>la</strong> storia è parte integrante <strong><strong>de</strong>l</strong>le immagini stesse. A<br />

partire da questa base, sono l’immaginazione e il talento <strong>de</strong>gli autori a fare il resto!<br />

6


A.07<br />

La nascita <strong><strong>de</strong>l</strong> <strong>Fumetto</strong><br />

I<strong>de</strong>azione e testi: Jean Auquier<br />

Scenografia: Jean Serneels<br />

Documentazione: Fanny Kerrien<br />

Traduzioni: Philotrans<br />

Grafica: Pierre Saysouk<br />

Materiali audiovisivi: Manuel Fernan<strong>de</strong>z<br />

Riproduzioni e ingrandimenti: Sadocolor<br />

Realizzazione tecnica: Jean Serneels, Michaël Cuypers e il <strong>Centro</strong> <strong>belga</strong> <strong><strong>de</strong>l</strong> <strong>Fumetto</strong>.<br />

!<br />

7


Spazio Saint Roch<br />

Continuando sul <strong>la</strong>to <strong>de</strong>stro <strong><strong>de</strong>l</strong>le gallerie, entriamo nello Spazio « Saint Roch ».<br />

Fino a non molto tempo fa gli originali venivano gettati con noncuranza nel cestino <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> spazzatura.<br />

Qui non solo sono preservati ma anche esibiti al pubblico.<br />

Al giorno d’oggi circa settemi<strong>la</strong> disegni originali, dati o imprestati da diversi autori sono conservati<br />

al <strong>Centro</strong> Belga <strong><strong>de</strong>l</strong> <strong>Fumetto</strong>. Questa collezione unica dà al visitatore l’opportunità di apprezzare<br />

realmente il <strong>la</strong>voro <strong>de</strong>i fumettisti. Poiché questi pezzi unici non possono essere esposti al<strong>la</strong> luce<br />

<strong><strong>de</strong>l</strong> sole per lungo tempo, in questa area, dove <strong>la</strong> luce è mantenuta soffusa, viene esposta in<br />

maniera alternata una selezione di duecento disegni al<strong>la</strong> volta.<br />

Può così essere esposto un ampio ventaglio di autori e di fumetti.<br />

The Gallery<br />

Al primo piano, a sinistra <strong><strong>de</strong>l</strong>le scale e di fronte allo Spazio « Saint Roch ».<br />

Ogni giorno, in ogni genere, stile e lingua, spaziando dal c<strong>la</strong>ssico al mo<strong>de</strong>rno, dal fantasy al<strong>la</strong><br />

satira, andando dall’autobiografia passando per il giallo criminale fino agli eroi di fantasia, le nuove<br />

opere vengono pubblicate in album che vanno ad arricchire questo straordinario patrimonio di<br />

fumetti.<br />

Questa sa<strong>la</strong> espositiva, The Gallery, [“<strong>la</strong> galleria”] è <strong>de</strong>dicata alle opere che formano le novità<br />

contemporanee nei fumetti. Le esposizioni mensili <strong>de</strong>i disegni originali sono un invito a scoprire le<br />

più recenti pubblicazioni. Il curatore <strong>de</strong>gli album offre al pubblico una presentazione.<br />

8


C.09<br />

C.10<br />

C.08<br />

C.07<br />

C.12<br />

C.11<br />

C.06<br />

C.05<br />

C.04<br />

C.03<br />

C.00<br />

C.01<br />

C.02<br />

9


Il Museo Dell’ Immaginazione<br />

(Le Musée <strong>de</strong> l’Imaginaire – Het Uitstalraam van <strong>de</strong> Verbeelding)<br />

Salite le scale, sul<strong>la</strong> <strong>de</strong>stra <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> “fossa”, inizia il vostro incontro con i principali esponenti<br />

<strong>de</strong>i fumetti belgi fino al 1960.<br />

B.01<br />

Tintin non è nessuno<br />

Hergé<br />

Pseudonimo di Georges Remi,<br />

nato a Bruxelles nel 1907, <strong>de</strong>ceduto a Bruxelles nel 1983.<br />

Il volto di Tintin è costituito da pochi tratti semplici. E’ quasi privo di espressione. Essendo così<br />

neutro, è il contenitore i<strong>de</strong>ale <strong><strong>de</strong>l</strong>le emozioni provate e proiettate dai lettori.<br />

Tintin è l’uomo comune<br />

A seconda <strong><strong>de</strong>l</strong>le circostanze, Tintin può essere giovane o anziano, scandinavo o mediterraneo,<br />

africano o asiatico. Egli è un personaggio universale. Se Tintin è l’uomo comune, egli è anche tu.<br />

Tintin può fare qualsiasi cosa<br />

Tintin è il simbolo <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> gioventù e <strong><strong>de</strong>l</strong> vigore, <strong><strong>de</strong>l</strong> coraggio e <strong><strong>de</strong>l</strong>l’integrità. E’ uno sperico<strong>la</strong>to che<br />

riesce ogni impresa egli intraprenda… mentre i suoi lettori sono comodamente sistemati nelle loro<br />

poltrone.<br />

Il capitano Haddock dai mille volti<br />

Se da Tintin traspare poca o nessuna emozione, il capitano Haddock è costante subbuglio<br />

emotivo. Il volto e il corpo provano che egli è un vulcano di emozioni in permanente eruzione. In<br />

questo senso è il complemento i<strong>de</strong>ale di Tintin.<br />

Milou, che eroe<br />

Dietro l’apparenza di scanzonata canaglia, di servitore fe<strong><strong>de</strong>l</strong>e dal senso comune, Milou è un vero<br />

eroe. Non farti trarre in inganno: è lui che risolve quasi sempre <strong>la</strong> situazione.<br />

10


Professor Tornasole, il domatore di luci<br />

Il Professor Tornasole procura spesso <strong>la</strong> scintil<strong>la</strong> che accen<strong>de</strong> il motore <strong><strong>de</strong>l</strong>le avventure di Tintin.<br />

Di fatto, sono le sue invenzioni che animano il mondo <strong><strong>de</strong>l</strong> giovane cronista. Il Professor Tornasole<br />

forma un trio perfetto con Tintin e Haddock.<br />

Gli inseguimenti<br />

Che riguardino <strong>la</strong> caccia a <strong>la</strong>dri feticci, le meteoriti o <strong>la</strong> luna, le storie di Hergé sono spesso lineari,<br />

rettilinee come una corsa dal<strong>la</strong> partenza all’arrivo. Questa è <strong>la</strong> ragione per cui Hergé appartiene<br />

al<strong>la</strong> stessa scuo<strong>la</strong> di Hitchock.<br />

La tensione sta crescendo<br />

Per dare un tocco originale al<strong>la</strong> ricetta <strong><strong>de</strong>l</strong>l’inseguimento, servono momenti forti. Solitamente,<br />

l’ultimo pannello di una serie mostra il nostro eroe in una posizione piuttosto “scomoda”. Il lettore<br />

<strong>de</strong>ve aspettare nervosamente per un’intera settimana per scoprire, non se ma come riuscirà a<br />

fuggire da quel<strong>la</strong> situazione <strong><strong>de</strong>l</strong>icata.<br />

Facciamo una pausa<br />

Un altro “trucco” per evitare <strong>la</strong> perdita di interesse da parte <strong><strong>de</strong>l</strong> lettore è cambiare il ritmo <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong><br />

storia. Questo si realizza introducendo momenti di calma o pause all’interno <strong>de</strong>gli inseguimenti. Di<br />

solito è sui gli agenti Dupont e Dupond che si concentrano queste divertenti pause.<br />

Una storia non è mai innocente<br />

La ricerca e i <strong>de</strong>ttagli verosimili ancorano saldamente <strong>la</strong> finzione al<strong>la</strong> realtà. L’unione di eventi reali<br />

e immaginari permette a Hergé di offrire <strong>la</strong> sua visione <strong><strong>de</strong>l</strong> mondo in maniera sottile.<br />

La rete familiare<br />

Dopo le sue storie lineari, costruite intorno agli inseguimenti, Hergé escogita una nuova maniera<br />

per raccontare le avventure di Tintin. Egli crea una “famiglia” di carta. Incontri fortuiti di (e con)<br />

questa famiglia, che avvengono in tutto il mondo, introducono nuovi stimoli nelle trame.<br />

Hergé prima di Tintin<br />

Hergé stava già <strong>la</strong>vorando come artista grafico prima di creare Tintin. Egli continuò <strong>la</strong> sua carriera<br />

come illustratore e grafico pubblicitario dopo <strong>la</strong> creazione di Tintin.<br />

11


Hergé 1907-1983<br />

1907 Georges Remi nacque in una mo<strong>de</strong>sta famiglia di Bruxelles il 22 maggio.<br />

1924 Egli firmò i primi disegni con lo pseudonimo Hergé (RG), le sue iniziali al<br />

contrario.<br />

1925 Georges Remi viene assunto nel<strong>la</strong> sezione abbonamenti <strong><strong>de</strong>l</strong> quotidiano<br />

Le XXe Siècle, diretto dal prete Norbert Wallez.<br />

1928 Hergé viene incaricato <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> creazione <strong><strong>de</strong>l</strong> supplemento per bambini<br />

Le XXe Siècle, <strong>la</strong> prima uscita di Le Petit XXe sarà il 1 novembre.<br />

1929 il 10 gennaio, nascita di Tintin e di Bobby sul Le Petit XXe.<br />

1930 Creazione di Quick e di Flupke, sempre sul Le Petit Vingtième.<br />

1932 Georges Remi sposa Germaine Kieckens, <strong>la</strong> segretaria di Wallez.<br />

1934 Lavorando a il drago blu, con Tchang, uno stu<strong>de</strong>nte cinese, Hergé si<br />

convince <strong><strong>de</strong>l</strong> bisogno di costruire le sue storie in un altro modo, evitando<br />

l’uso di personaggi stereotipati e conducendo una ricerca più puntuale. Il<br />

fumetto non è più un gioco.<br />

Casterman inizia a pubblicare gli album di Tintin.<br />

1935 Creazione di Jo, di Zette e di Jocko per il giornale francese<br />

Coeurs Vail<strong>la</strong>nts.<br />

1940 L’invasione te<strong>de</strong>sca <strong><strong>de</strong>l</strong> Belgio blocca l’uscita di Le XXe Siècle.<br />

Hergé pubblica su Le Soir, che è sotto lo stretto controllo <strong><strong>de</strong>l</strong>le forze occupanti.<br />

1942 Su domanda di Casterman, Hergé adatta le vecchie storie di Tintin al fine<br />

di pubblicarle in formato standard da 64 pagine a colori.<br />

1946 Il 26 settembre, l’editore Raymond Leb<strong>la</strong>nc <strong>la</strong>ncia il giornale Tintin.<br />

1950 Hergé fonda gli Studios Hergé con l’obiettivo di portare il suo progetto più<br />

prestigioso, Uomini sul<strong>la</strong> luna, a una conclusione felice.<br />

1958 Hergé attraversa una crisi personale, un avvenimento che influenza il<br />

essere letta come uno studio sul<strong>la</strong> fe<strong><strong>de</strong>l</strong>tà.<br />

1960 Hergé rallenta il suo ritmo di <strong>la</strong>voro. Egli scopre l’arte mo<strong>de</strong>rna, sviluppa<br />

una passione per <strong>la</strong> pittura e per i viaggi con <strong>la</strong> sua nuova compagna,<br />

Fanny V<strong>la</strong>minck.<br />

1977 Georges Remi sposa Fanny V<strong>la</strong>minck il 20 maggio a Uccle, comune di<br />

Bruxelles.<br />

1983 Georges Remi, alias Hergé, muore a Bruxelles il 3 marzo.<br />

!<br />

12


B.02<br />

Jijé<br />

Pseudonimo di Joseph Gil<strong>la</strong>in,<br />

nato a Gedinne (Namur) nel 1914, <strong>de</strong>ceduto a Versailles nel 1980.<br />

Pittore, scultore, incisore e inventore, Jijé fu probabilmente il più prolifico fumettista <strong><strong>de</strong>l</strong> Belgio e<br />

<strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> Francia messi insieme. A parte le numerose serie, era noto per <strong>la</strong> sua ospitalità, i consigli<br />

e l’incoraggiamento offerto a molti artisti, molti <strong>de</strong>i quali assursero all’apice <strong><strong>de</strong>l</strong>l’arte <strong><strong>de</strong>l</strong> fumetto:<br />

Franquin, Morris, Will, Paape, Mézières, Gir-Moebius… per citarne solo alcuni. In realtà, Jijé arrivò<br />

addirittura a offrire in dono alcuni <strong>de</strong>i suoi “eroi“ ai giovani artisti.<br />

Vero e proprio camaleonte, Jijé passava facilmente dal<strong>la</strong> caricatura (Blondin et Cirage o<br />

Commissaire Major) al realismo (Jerry Spring, Jean Valhardi, Don Bosco o Tanguy et Laverdure);<br />

con <strong>la</strong> stessa rapidità con cui abbandonava i personaggi, riusciva a creare nuovi eroi o a cambiare<br />

stile e argomento.<br />

Jojo e Becassine<br />

Il successo di Tintin nel supplemento a Le Xxe Siècle stimolò altri giornali cattolici a fare altrettanto.<br />

Nel 1936, il gruppo a capo <strong>de</strong> Le Croisé, giornale per stu<strong>de</strong>nti battesimali, chiese a un giovane<br />

artista di creare per loro un nuovo Tintin. Nacquero così Les aventures <strong>de</strong> Jojo di Jijé. Sebbene<br />

l’autore avesse dotato il suo personaggio di un naso appuntito (« per evitare di farlo diventare un<br />

altro Tintin », come spiegò in seguito), egli ricevette una quere<strong>la</strong> per p<strong>la</strong>gio dall’ufficio di Hergé.<br />

Blondin e Cirage<br />

Nel 1939, dopo Le Croisé, un altro giornale <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> “crociata eucaristica“ iniziò a pubblicare i fumetti<br />

di Jijé, Zonnen<strong>la</strong>nd, stampato dall’abbazia di Averbo<strong>de</strong>. In questo periodo Jijé creò Blondin et<br />

Cirage, un duo che non aveva nul<strong>la</strong> di razzista…<br />

Cirage sfuggiva i cliché <strong><strong>de</strong>l</strong>l’epoca: non par<strong>la</strong>va da “negro“ ed era completamente uguale al suo<br />

amico, a volte persino più acuto di lui.<br />

Nello stesso anno, Jijé spedì alcuni <strong>de</strong>i suoi disegni ad un editore di Marcinelle che aveva appena<br />

prodotto un nuovo giornale: Spirou. I disegni piacquero molto al capo-redattore, Charles Dupuis:<br />

cominciarono così Freddy Fred e Trinet et Trinette. Nel<strong>la</strong> primavera <strong><strong>de</strong>l</strong> 1940 incominciarono i guai:<br />

le truppe te<strong>de</strong>sche invasero l’O<strong>la</strong>nda, il Belgio e il nord <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> Francia. Ma l’editore di Marcinelle riuscì<br />

ad ottenere i permessi necessari affinché il suo giornale potesse uscire nuovamente. Dal momento<br />

che l’artista Rob-Vel non riusciva a tenere il ritmo di pubblicazione, Jijé dovette impegnarsi a far<br />

continuare le avventure di Spirou. Ben presto Jijé divenne il principale artista <strong><strong>de</strong>l</strong> giornale.<br />

Jean Valhardi e Jacquot<br />

Jean Valhardi era <strong>de</strong>stinato a diventare <strong>la</strong> prima serie realista di Jijé. Nelle prime avventure, questo<br />

audace <strong>de</strong>tective dai nervi di ferro e dai pugni d’acciaio era accompagnato da Jacquot. Per Jijé si<br />

trattava <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> prima col<strong>la</strong>borazione con uno sceneggiatore, oltre che <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> prima esperienza con il<br />

pennello, che si rivelò un’importante scoperta.<br />

13


Vergini e martiri<br />

Il fatto Jijé fu l’autore di così tanti fumetti cattolici non è una coinci<strong>de</strong>nza: egli ricevette infatti <strong>la</strong><br />

sua educazione artistica direttamente dal frate Henri Balthasaar. Nel 1940, questi riuscì quasi<br />

a convincere Jijé che il fumetto potesse essere uno strumento per cristianizzare i giovani. Don<br />

Bosco, pubblicato in bianco e nero nel<strong>la</strong> serie Spirou dal 1941 al 1942, incontrò un gran<strong>de</strong><br />

successo.<br />

Jerry Spring & Pancho<br />

Un bel giorno, l’editore Paul Dupuis disse a Jijé : « Tu che sei così bravo nel disegnare cavalli,<br />

dovresti creare una storia sul genere Far-West per Spirou… ». Fu così che nel 1954 Jerry Spring<br />

venne al<strong>la</strong> luce, per poi continuare a uscire sul giornale fino al 1977.<br />

B.03<br />

Il Giornale di Spirou<br />

Seguendo le orme <strong>de</strong>i pionieri Rob-Vel, Jijé e Sirius, 150 artisti e 25 sceneggiatori si fecero un<br />

nome e/o fecero carriera presso il giornale a fumetti più vissuto <strong><strong>de</strong>l</strong> Belgio. In qualità di membri<br />

<strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> cosid<strong>de</strong>tta “Scuo<strong>la</strong> Marcinelle“ (così <strong>de</strong>nominata per via <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> località in cui avveniva <strong>la</strong><br />

stampa), i veterani di Bruxelles (Franquin, Morris, Peyo, Paape, Will, Tillieux e Roba) esercitarono<br />

un’enorme influenza sullo sviluppo e sul<strong>la</strong> <strong>de</strong>mocratizzazione <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> Nona Arte.<br />

Il fumetto realista: 1950-1975<br />

Dal 1938, Jean Doisy divenne <strong>la</strong> forza ispiratrice <strong><strong>de</strong>l</strong> giornale, producendo il 50-60% di tutti i<br />

pezzi editoriali. Victor Hubinon, Eddy Paape, Dino Attanasio, Gérald Forton, Mitacq e molti altri<br />

consegnarono pagine didattiche, serie avventurose, biografie o episodi <strong>de</strong> L’oncle Paul. Nello<br />

stesso periodo, quattro <strong>de</strong>buttanti (Franquin, Morris, Will e successivamente Peyo), cercarono<br />

l’ispirazione in una vena umoristica. Nei primi anni ‘50, tali influenze grafiche portarono al<strong>la</strong><br />

riduzione <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> componente editoriale a un terzo <strong><strong>de</strong>l</strong> giornale.<br />

Il fumetto umoristico: 1955-1980<br />

Yvan Delporte, capo-redattore dal 1955 al 1968, stimolò e potenziò l’umorismo <strong><strong>de</strong>l</strong> giornale. Il<br />

vecchio gruppo “realista“ rimase in vita, ma non produsse nuove serie. L’ editore Paul Dupuis<br />

<strong>de</strong>si<strong>de</strong>rava mantenere un certo spirito « al<strong>la</strong> Spirou » al fine di offrire al contempo un giornale<br />

popo<strong>la</strong>re, allegro e di qualità.<br />

Nuovi sviluppi: 1970-…<br />

!<br />

14


Il fumetto ha esplorato ogni direzione, unendo umorismo e avventura, introducendo nuove eroine<br />

– cosa una volta impensabile - e giocando con un pubblico più “fumettista“, avverso al<strong>la</strong> censura<br />

o al<strong>la</strong> tradizione. Si tratta di un periodo in cui tutto è nuovamente messo in discussione, in cui<br />

l’umorismo nero e <strong>la</strong> parodia spingono talvolta l’”eroe” c<strong>la</strong>ssico verso l’oblio…<br />

B.04<br />

E.P. Jacobs<br />

Pseudonimo di Edgar-Pierre Jacobs,<br />

nato a Bruxelles nel 1904, <strong>de</strong>ceduto nel 1987.<br />

Uomo di teatro, artista lirico, pittore e grafico, Jacobs fu il creatore <strong><strong>de</strong>l</strong> fumetto B<strong>la</strong>ke et Mortimer,<br />

pubblicato per <strong>la</strong> prima volta il 26 settembre 1946 nel primo numero di Tintin. Egli introdusse <strong>la</strong><br />

ten<strong>de</strong>nza all’iper-realismo nel<strong>la</strong> Nona Arte. La sua agile combinazione di generi (fantascienza,<br />

fantastico e poliziesco), il suo senso <strong><strong>de</strong>l</strong> teatro e l’uso drammaturgico <strong><strong>de</strong>l</strong> colore, gli permisero<br />

di realizzare sul<strong>la</strong> carta <strong>de</strong>gli spettaco<strong>la</strong>ri effetti teatrali, ineguagliabili nel<strong>la</strong> storia <strong><strong>de</strong>l</strong> fumetto.<br />

Nonostante <strong>la</strong> sua opera sia limitata (11 album), grazie al suo carisma personale Jacobs divenne<br />

una <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> pietre miliari <strong><strong>de</strong>l</strong> fumetto europeo.<br />

Un <strong>de</strong>butto nel fumetto<br />

Jacobs fece il suo <strong>de</strong>butto nel 1941 come illustratore di storie per Bravo. Nel 1942, quando gli<br />

USA entrarono in guerra, le pagine di F<strong>la</strong>sh Gordon non riuscivano più a raggiungere il Belgio<br />

e a Jacobs fu affidato il compito di continuare <strong>la</strong> serie. Poco tempo dopo, quando <strong>la</strong> censura<br />

nazista bandì il fumetto, fu costretto a conclu<strong>de</strong>re <strong>la</strong> storia in una so<strong>la</strong> pagina. Al fine di sostituire i<br />

personaggi di Alex Raymond, Jacobs dovette inventarsi una nuova serie : Le Rayon “U“. Questa<br />

fu <strong>la</strong> storia precorritrice di B<strong>la</strong>ke e Mortimer, e apparve nel primo numero di Tintin il 26 settembre<br />

1946.<br />

Effetti realistici<br />

Jacobs fu il primo fumettista a condurre <strong>la</strong> ricerca sul campo pren<strong>de</strong>ndo appunti, fotografie e<br />

schizzi. Tale documentazione fu indispensabile al padre di B<strong>la</strong>ke e Mortimer per ancorare le sue<br />

storie al<strong>la</strong> realtà: un esperimento perfettamente riuscito. Mappe, cartine, gui<strong>de</strong>, diagrammi, schemi<br />

esplicativi e ritagli di giornale sono infatti onnipresenti nel<strong>la</strong> sua opera.<br />

Spettacolo<br />

Dal momento in cui <strong>la</strong> storia era solidamente radicata al<strong>la</strong> realtà, Jacobs ten<strong>de</strong>va a cambiare<br />

radicalmente direzione cogliendo il lettore di sorpresa attraverso effetti spettaco<strong>la</strong>ri.<br />

Il successo di questa tecnica dipen<strong>de</strong>va in gran parte dall’estremo grado di autenticità raggiunto<br />

dall’autore nelle sue <strong>de</strong>scrizioni <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> realtà. Con Jacobs, l’iper-realismo diventa <strong>la</strong> cul<strong>la</strong> <strong><strong>de</strong>l</strong><br />

fantastico.<br />

15


B.05<br />

La Stampa<br />

La stampa ha sempre cercato di sviluppare nuovi linguaggi per soddisfare le crescenti esigenze.<br />

Al fine di sedurre e di aumentare <strong>la</strong> fe<strong><strong>de</strong>l</strong>tà <strong><strong>de</strong>l</strong> suo pubblico, <strong>la</strong> stampa offre storie disegnate in<br />

serie attribuendo all’ultima immagine <strong>la</strong> facoltà di dare un senso all’intera lettura, o invogliandone<br />

<strong>la</strong> continuazione nel numero successivo!<br />

La stampa religosa<br />

Il fumetto mo<strong>de</strong>rno nacque al<strong>la</strong> fine <strong><strong>de</strong>l</strong> secolo scorso nei quotidiani americani e nei loro supplementi<br />

domenicali. In Belgio, a partire dal 1926, <strong>la</strong> stampa religiosa pubblicò fumetti (tradizionali) nei<br />

supplementi quotidiani per bambini, così come in un gran numero di giornali e riviste illustrate con<br />

fini didattici, <strong>de</strong>stinate principalmente ai boy-scout.<br />

La stampa quotidiana<br />

Ben presto <strong>la</strong> stampa quotidiana <strong>de</strong>collò e numerose serie iniziarono a essere pubblicate su<br />

supplementi ai quotidiani o in quelli <strong>de</strong>stinati ai giovani: alcune di queste serie sarebbero state<br />

l’origine di futuri c<strong>la</strong>ssici <strong><strong>de</strong>l</strong> fumetto. Tale movimento si diffuse nelle Fiandre, mentre nel<strong>la</strong> regione<br />

francofona <strong><strong>de</strong>l</strong> Belgio era soffocato da opere straniere distribuite dal<strong>la</strong> società Opera Mundi.<br />

La stampa specializzata<br />

Il fenomeno opposto si verificò nel<strong>la</strong> stampa specializzata nel fumetto, dove si assistette al<strong>la</strong><br />

graduale invasione <strong><strong>de</strong>l</strong> mercato fiammingo da parte <strong><strong>de</strong>l</strong>le pubblicazioni francofone. Tuttavia, il<br />

settimanale Bravo, creato nel 1936 e pubblicato in o<strong>la</strong>n<strong>de</strong>se sin dagli esordi, non fece <strong>la</strong> sua<br />

comparsa in francese fino al 1940. Spirou, fondato nel 1938, fu quindi <strong>la</strong> prima pubblicazione<br />

in francese specializzata nel fumetto. Con <strong>la</strong> nascita di Tintin nel 1946, <strong>la</strong> stampa per giovani<br />

accolse questo secondo personaggio nel mondo <strong><strong>de</strong>l</strong> fumetto.<br />

Il mensile A suivre, creato nel 1978, introdusse una nuova generazione di artisti nel<strong>la</strong> schiera <strong>de</strong>i<br />

migliori talenti stranieri. Dopo Spirou e Tintin, divenne <strong>la</strong> terza più importante fonte di ispirazione<br />

<strong><strong>de</strong>l</strong> fumetto <strong>belga</strong>.<br />

Altre pubblicazioni<br />

I giornali di informazione generale, <strong>la</strong> stampa femminile e le pubblicazioni ricreative e per il tempo<br />

libero <strong>la</strong>nciarono anch’essi svariate serie a fumetti.<br />

!<br />

16


B.06<br />

Willy Van<strong>de</strong>rsteen<br />

Nato a Anversa nel 1913 e <strong>de</strong>ceduto nel 1990.<br />

Le creazioni di Van<strong>de</strong>rsteen furono straordinariamente ricche e variegate, tanto che ogni elemento<br />

conquistò una nuova generazione o un nuovo pubblico. Da cui <strong>de</strong>rivò <strong>la</strong> sorpren<strong>de</strong>nte edizione di<br />

innumerevoli album. Bob e Bobette, <strong>la</strong> più importante serie di Van<strong>de</strong>rsteen, ha affascinato i lettori<br />

sin dai suoi esordi nel 1945, e dopo tre generazioni lo scalpore è ancora presente. Il suo successo<br />

è dovuto a un equilibrio di suspense e divertimento, umorismo e teatralità, <strong>la</strong>crime e risate…<br />

I primi anni<br />

Pare che il piccolo Willy disegnasse storie di cavalieri per i suoi compagni di giochi sui marciapiedi<br />

<strong><strong>de</strong>l</strong> “Seefhoek“, il quartiere popo<strong>la</strong>re dove nacque. Il suo primo fumetto pubblicato risale al<strong>la</strong><br />

seconda guerra mondiale. Pudifar <strong>de</strong> Kater in Won<strong>de</strong>r<strong>la</strong>nd , il supplemento per giovani al quotidiano<br />

De Dag Newspaper, Simbad <strong>de</strong> Zeerover in Bravo o Floche et F<strong>la</strong>che in Franc Jeu furono i suoi<br />

primi esitanti tentativi, che già tradivano il dinamismo tipico di Van<strong>de</strong>rsteen. Le avventure di Rikki<br />

en Wiske iniziarono il 30 marzo 1945 sul quotidiano De Nieuwe Standaard, con l’uscita di due<br />

fumetti a ca<strong>de</strong>nza giornaliera.<br />

Bob et Bobette colpiscono nel segno<br />

Nel<strong>la</strong> seconda serie, Op het Ei<strong>la</strong>nd Amoras (Sull’iso<strong>la</strong> Amoras) (dicembre 1945), Rikki fu sostituito<br />

da Suske. Van<strong>de</strong>rsteen capì che il contatto quotidiano con un pubblico di lettori era un vantaggio<br />

eccezionale. Ciò gli permetteva di fare riferimento ad argomenti di attualità, una fonte inesauribile di<br />

ispirazione. I primi episodi di Bob e Bobette contenevano già questi primi elementi, che avrebbero<br />

<strong>de</strong>terminato il futuro successo <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> serie : umorismo, suspense e fantastico. La comparsa di una<br />

serie di colorati personaggi come il professor Barabas (Professor Barnabas) e Lambik (Orville)<br />

contribuirono ulteriormente a tutto questo.<br />

Van<strong>de</strong>rsteen e il giornale di Tintin<br />

Van<strong>de</strong>rsteen aveva raggiunto una gran<strong>de</strong> fama nelle Fiandre quando Hergé, direttore artistico di<br />

Tintin, gli chiese di col<strong>la</strong>borare con il suo giornale. Mentre Van<strong>de</strong>rsteen continuava <strong>la</strong> produzione<br />

<strong><strong>de</strong>l</strong> suo giornale, tra il 1948 e il 1959 disegnò otto episodi di Bob e Bobette per Tintin. Su richiesta<br />

di Hergé, egli adattò i suoi personaggi al gusto <strong><strong>de</strong>l</strong> borghese Tintin: <strong>de</strong>dicò più attenzione<br />

all’impaginazione e allo sfondo e sviluppò sceneggiature più equilibrate. Le storie che comparvero<br />

su Tintin costituirono l’apice <strong><strong>de</strong>l</strong>l’opera di Van<strong>de</strong>rsteen.<br />

Studio Van<strong>de</strong>rsteen<br />

Van<strong>de</strong>rsteen era un cantastorie nato, un artista che «fantasticava più velocemente di quanto non<br />

potesse disegnare». A partire dal 1951, cominciò a circondarsi di vari col<strong>la</strong>boratori, principalmente<br />

per soddisfare <strong>la</strong> domanda crescente <strong><strong>de</strong>l</strong>le sue storie, <strong>de</strong>i suoi personaggi e <strong><strong>de</strong>l</strong>le sue serie. Di<br />

qui, egli creò Bessy and Judy nel 1952, De Ro<strong>de</strong> Rid<strong>de</strong>r nel 1959, Jerom nel 1960, Pats nel<br />

1962, Karl May nel 1963, Biggles nel 1965, Safari nel 1969, Robert en Bertrand nel 1972, Tits<br />

17


nel 1974… L’elenco sembra infinito: l’ultima creazione è <strong>la</strong> serie Geuzen. Quando si trattava di<br />

<strong>la</strong>nciare una nuova serie, Van<strong>de</strong>rsteen voleva assolutamente scrivere di suo pugno <strong>la</strong> scenografia<br />

e gli schizzi a matita. Soltanto dopo l’uscita di alcuni album <strong>la</strong>sciava <strong>la</strong> responsabilità ai suoi<br />

col<strong>la</strong>boratori.<br />

La macchina <strong><strong>de</strong>l</strong> tempo: storia e satira sociale<br />

Van<strong>de</strong>rsteen amava utilizzare <strong>la</strong> Storia come sfondo per le sue storie, adattando<strong>la</strong> alle sue proprie<br />

preferenze. I suoi periodi preferiti erano sicuramente il Medioevo e il sedicesimo secolo, sebbene<br />

fosse altrettanto affascinato dal<strong>la</strong> Belle Epoque. Fondamentalmente, <strong>la</strong> storia gli permetteva di<br />

evocare fatti di attualità.<br />

B.07<br />

Marc Sleen<br />

Pseudonimo di Marc Neels,<br />

nato a Gentbrugge, nel 1922.<br />

Dopo il suo <strong>de</strong>butto come fumettista, il 24 dicembre 1944 Sleen creò il suo primo fumetto su Ons<br />

Volk, un giornale fiammingo. La sua produzione crebbe velocemente e nel corso <strong>de</strong>gli anni ’40 e<br />

’50 disegnò circa 5-6 serie simultaneamente, e da solo, per numerosi giornali e periodici. Nero,<br />

<strong>la</strong> sua serie di maggior successo che gli fece guadagnare <strong>la</strong> fama, iniziò in De Nieuwe Gids il 3<br />

aprile 1947.<br />

Il periodo anteriore a Nero<br />

Marc Steen non è solo un eccellente fumettista. I suoi primi <strong>la</strong>vori dimostrano infatti <strong>la</strong> sua eccellenza<br />

in tutti i rami <strong><strong>de</strong>l</strong>l’arte p<strong>la</strong>stica: dalle foto nello stile di Permeke, attraverso pure e semplici stampe<br />

cittadine e in fine nel<strong>la</strong> pittura. Sleen scoprì il suo talento di fumettista durante <strong>la</strong> realizzazione <strong>de</strong>i<br />

disegni per il Tour <strong>de</strong> France, una serie illustrata che rappresenta uno <strong>de</strong>i massimi esempi <strong><strong>de</strong>l</strong><br />

genere fumettistico.<br />

Non solo Nero!<br />

Dopo il suo <strong>de</strong>butto nelle caricature, nel 1944 Sleen iniziò una produzione fumettistica che gli<br />

permise di sviluppare a tempi record una lista impressionante di opere. L’umorismo benevolo,<br />

lo stile straordinariamente vivido e le <strong>de</strong>scrizioni puntuali influenzeranno fortemente artisti come<br />

Jean-Pol e Hurey. A Sleen piace rappresentare Norman Norman, il cittadino ordinario: nel<strong>la</strong> sua<br />

opera, infatti, non appaiono mai veri e propri eroi.<br />

La gran<strong>de</strong> famiglia di Nero<br />

Nel corso <strong>de</strong>gli anni, Nero si circondò di dozzine di personaggi pittoreschi che resero i fumetti di<br />

Sleen così speciali. A parte <strong>la</strong> famiglia di Nero e <strong>la</strong> malfamata famiglia di Pheip, ci sono numerosi<br />

personaggi più profondi: presentiamo di seguito solo una minima parte di essi. Accanto a Bob e<br />

Bobette, Nero costituisce <strong>la</strong> base <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> prospera famiglia <strong>de</strong>i fumettisti fiamminghi.<br />

18


Genere burlesco e fantastico<br />

Nelle storie di Sleen, come sanno tutti coloro che hanno posato gli occhi su uno <strong>de</strong>i suoi fumetti,<br />

l’umorismo è sempre presente. È evi<strong>de</strong>nte che <strong>la</strong> sua fantasia non conosce confini: umorismo<br />

assurdo e sit-com, allusioni e ammiccamenti… in breve, sono liberamente rappresentati tutti gli<br />

aspetti <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> comicità.<br />

Safari<br />

Marc Sleen è anche conosciuto come appassionato di safari: Allemaal Beestjes (l’equivalente<br />

<strong>belga</strong> <strong>de</strong> Il mondo <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> natura) e molte altre creazioni dimostrano il suo infinito amore per <strong>la</strong><br />

natura. Ecco perché risulta impensabile par<strong>la</strong>re di Sleen senza nominare gli animali. Animali nei<br />

“safari“, animali in Nero…<br />

B.08<br />

Maurice Tilleux<br />

Nato a Huy nel 1922 e <strong>de</strong>ceduto nel 1978.<br />

Dal 1945, Tillieux creò numerosi fumetti sotto vari pseudonimi. Poco al<strong>la</strong> volta, si specializzò nel<br />

mistero e nel<strong>la</strong> comicità. Felix, il suo primo personaggio famoso, apparse negli Heroïc Albums<br />

nel 1949. Questa serie servì da mo<strong><strong>de</strong>l</strong>lo per Gil Jourdan, che iniziò <strong>la</strong> sua carriera in Spirou il<br />

20 settembre 1956. Soggetti pieni di suspense, umorismo e atmosfera fecero diventare questo<br />

fumetto un c<strong>la</strong>ssico <strong><strong>de</strong>l</strong> genere “po<strong>la</strong>re“. Con <strong>la</strong> fine <strong>de</strong>gli anni ’60, smise di disegnare e iniziò<br />

a scrivere sceneggiature per molti artisti di Spirou. Tillieux è anche l’autore di molti racconti<br />

polizieschi e di libri per bambini.<br />

1949-1956 : Felix<br />

Felix fu <strong>la</strong> prima gran<strong>de</strong> serie di Tillieux. Un poliziesco che divenne ben presto un fumetto per<br />

“adulti“ (secondo gli standard <strong><strong>de</strong>l</strong>l’epoca): storie forti con azioni concitate e l’immancabile presenza<br />

di una donna bel<strong>la</strong> e sicura di sé. I dialoghi intelligenti erano il pezzo forte di Tillieux: da una parte,<br />

essi intensificavano il senso di realismo, dall’altra, erano studiati per fare <strong><strong>de</strong>l</strong>le splendi<strong>de</strong> allusioni<br />

e per ren<strong>de</strong>re l’umorismo <strong>de</strong>i personaggi.<br />

1956-1969 : Gil Jourdan<br />

Gil Jourdan divenne <strong>la</strong> serie più conosciuta di Tillieux: si trattava di una vera e propria continuazione<br />

di Felix. L’album di 44 pagine dava più spazio al<strong>la</strong> creazione di un ambiente e quindi l’atmosfera<br />

divenne importante almeno quanto <strong>la</strong> storia stessa.<br />

!<br />

19


B.09<br />

Bob <strong>de</strong> Moor<br />

Nato ad Anversa nel 1925 e <strong>de</strong>ceduto nel 1992.<br />

Oltre ad essere stato il principale col<strong>la</strong>boratore di Hergé per 30 anni, De Moor fu soprattutto un<br />

genio <strong><strong>de</strong>l</strong> fumetto incredibilmente creativo. Era un creatore factotum di avventure storiche, trovate<br />

comiche, umorismo e suspense, burlesco puro… in pratica, riusciva a primeggiare in tutti gli stili<br />

(realismo, “linea chiara“, caricatura). Grazie al<strong>la</strong> sua insaziabile sete di <strong>la</strong>voro e al<strong>la</strong> sua fervida<br />

immaginazione, riusciva a fare molte cose contemporaneamente: fumetti giornalieri sui quotidiani<br />

fiamminghi, racconti storici in Tinitin e persino cartoni animati per i Belvision Studios.<br />

Nel 1951, De Moor <strong>de</strong>dicò un’intera storia al<strong>la</strong> Compagnia <strong><strong>de</strong>l</strong>le Indie Orientali. Questa storia – in<br />

origine un unico episodio – conteneva tutto ciò che lui amava disegnare: avventura, mare, velieri,<br />

età <strong><strong>de</strong>l</strong>l’oro e un marinaretto chiamato Cori. 25 anni dopo, De Moor riprese questo fumetto e<br />

<strong>de</strong>cise di crearne una serie.<br />

In ogni caso, il suo talento come disegnatore storico si espresse pienamente soltanto quando<br />

iniziò a disegnare una serie di storie distinte per Tintin, affiancato inizialmente da De Leeuw van<br />

V<strong>la</strong>an<strong>de</strong>ren.<br />

B.10<br />

B.11<br />

Il Giornale di Tintin<br />

Il 26 settembre <strong><strong>de</strong>l</strong> 1946,Tintin venne al<strong>la</strong> luce. Fu un gran<strong>de</strong> piacere per Ray B<strong>la</strong>nc redigere il<br />

giornale insieme ad Hergé, che aveva concepito il primo numero in combutta coi “tre moschettieri“<br />

<strong><strong>de</strong>l</strong> tempo: Jacobs, Laudy e Cuvelier. Sotto <strong>la</strong> direzione artistica di Hergé, il giornale accolse ben<br />

presto un secondo gruppo di giovani artisti (W. Van<strong>de</strong>rsteen, J. Martin, B. De Moor, A. Weinberg,<br />

R. Reding, F. Craenhals… ) che avrebbe affascinato un’intera generazione di lettori dai 7 ai 77<br />

anni. Erano in arrivo <strong><strong>de</strong>l</strong>le nuove correnti di artisti… impegnati nel ren<strong>de</strong>re felici milioni di lettori in<br />

tutto il mondo. Si può dire con certezza che Tintin, con il suo concorrente Spirou, abbia contribuito<br />

all’opera di popo<strong>la</strong>rizzazione di innumerevoli eroi di fumetti di qualità nel corso di oltre 40 anni.<br />

André Franquin<br />

Nato a Etterbeek (Bruxelles) nel 1924 e <strong>de</strong>ceduto nel 1997.<br />

Egli è consi<strong>de</strong>rato – anche se sarebbe il primo a negarlo – <strong>la</strong> figura chiave di quel<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> di artisti<br />

che molto semplicemente si rifiutò di seguire lo stile <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> “linea chiara“. Numerosi artisti famosi<br />

hanno cercato di “disegnare come Franquin“…<br />

!<br />

20


Grazie a Jijé, egli riprese il fumetto Spirou e rimase fe<strong><strong>de</strong>l</strong>e al<strong>la</strong> sua serie dal 1946 al 1969,<br />

quando abbandonò i suoi personaggi. Franquin è l’inventore di Gaston, l’eroe senza <strong>la</strong>voro, e<br />

di Idées noires, una serie di trovate di umorismo nero che egli illustrò per <strong>la</strong> prima volta per Le<br />

trombone illlustré e in seguito per Flui<strong>de</strong> G<strong>la</strong>cial.<br />

Spirou e Fantasio all’apice<br />

L’influenza di Franquin su Spirou nel corso <strong>de</strong>i 23 anni in cui egli disegnò <strong>la</strong> serie è di primaria<br />

importanza per <strong>la</strong> storia <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> Nona Arte. Questo in virtù <strong><strong>de</strong>l</strong> cuore e <strong><strong>de</strong>l</strong>l’anima che egli riuscì<br />

a immettervi, ma anche <strong><strong>de</strong>l</strong>l’invenzione di nuovi personaggi: il conte di Champignac con il suo<br />

castello fatiscente e le folli invenzioni piene di umorismo e di poesia rappresenta soltanto uno<br />

<strong>de</strong>i numerosi esempi.<br />

Gaston Lagaffe, l’antieroe, il re di blun<strong>de</strong>r e il gigante <strong>de</strong>i fumetti<br />

Un bel giorno, Franquin entrò nel<strong>la</strong> redazione di Spirou con un’i<strong>de</strong>a rivoluzionaria per l’epoca :<br />

un eroe senza un soldo, un tipo eccentrico e un eroe spavaldo e burlone. All’inizio, Gaston<br />

era stato concepito solo per ravvivare le pagine di Spirou… ma il nuovo eroe ebbe un tale<br />

successo che nel 1957 ottenne una serie tutta sua!<br />

Trombone Illustre, mostri e pensieri grotteschi<br />

I mostri di Franquin comparvero sui muri <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> società Dupuis prima ancora di arrivare sulle<br />

pagine <strong>de</strong> Le trombone illustré, un supplemento c<strong>la</strong>n<strong>de</strong>stino di Spirou. Anche lì si possono<br />

trovare i primi episodi <strong><strong>de</strong>l</strong>le Idées noires nel 1977.<br />

In ragione <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> tecnica grottesca davvero insolita, come per i suoi contenuti, Idées noires fu un<br />

importante punto di svolta nel<strong>la</strong> vita e nell’opera <strong><strong>de</strong>l</strong>l’artista.<br />

B.12<br />

Jacques Martin<br />

Nato a Strasburgo nel 1921 e <strong>de</strong>ceduto nel 2010.<br />

Oltre ad essere uno <strong>de</strong>i padri fondatori <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> famosa “linea chiara“, Martin è il maestro indiscusso<br />

<strong><strong>de</strong>l</strong> fumetto storico.<br />

Alex, il suo eroe principale apparso brevemente su Tintin nel 1948, è un giovane gallo romanizzato<br />

che vive al tempo di Cesare. In questa serie, Martin espresse il suo interesse per l’antica Roma.<br />

L’erudizione storica e letteraria di Martin, il suo stile c<strong>la</strong>ssicistico e le sue attente ricostruzioni<br />

architettoniche hanno fatto di Alex un capo<strong>la</strong>voro unico nel<strong>la</strong> storia <strong><strong>de</strong>l</strong> fumetto. Spinto<br />

dall’impellenza di narrare storie, Martin <strong>la</strong>sciò il suo secondo principale eroe, Lefranc, prima a<br />

Bob De Moor e poi a Gilles Chaillet, così da potersi concentrare unicamente sul<strong>la</strong> scrittura <strong>de</strong>i<br />

soggetti.<br />

21


B.13<br />

Morris<br />

Pseudonimo di Maurice <strong>de</strong> Bevere,<br />

Nato a Kortrijk nel 1923 e <strong>de</strong>ceduto nel 2001.<br />

Morris iniziò <strong>la</strong> sua carriera in uno studio di produzione di cartoni animati durante <strong>la</strong> seconda<br />

guerra mondiale, col<strong>la</strong>borando anche con Moustique a partire dal 1945. Nel 1946, introdusse per<br />

<strong>la</strong> prima volta Lucky Luke nello Spirou Almanac <strong><strong>de</strong>l</strong> 1947. Nel 1948 accompagnò Jijé e Franquin<br />

negli Stati Uniti, dove incontrò Goscinny, che al suo ritorno in Belgio nel 1955 sarebbe diventato<br />

il suo sceneggiatore.<br />

Lucky Luke è una parodia <strong>de</strong>i grandi miti e <strong>de</strong>i temi <strong><strong>de</strong>l</strong> “Far West“,basato principalmente su di<br />

un nucleo storico. La grafica accentuata e bril<strong>la</strong>nte e lo stile narrativo cinematografico fecero<br />

di questo fumetto uno <strong>de</strong>i più grandi c<strong>la</strong>ssici. Lucky Luke diventò una star internazionale <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong><br />

Settima Arte con tre lungometraggi di disegni animati, un film con un cast in carne ed ossa di<br />

attori europei e anche con una serie televisiva di cartoni animati prodotta dagli studi americani di<br />

Hanna & Barbera.<br />

B.14<br />

B.15<br />

Paul Cuvelier<br />

Nato a Mons nel 1923 e <strong>de</strong>ceduto nel 1987.<br />

Fin dal<strong>la</strong> sua prima infanzia, Cuvelier mostrò una passione esclusiva per il disegno. Da adolescente<br />

era solito inventare storie che illustrava man mano per i suoi fratelli più giovani. Successivamente,<br />

nacque Corentin Feldoe. Nel 1945, Cuvelier, armato di alcune <strong><strong>de</strong>l</strong>le sue opere, si recò ad incontrare<br />

Hergé: questi, pur essendo rimasto affascinato dai suoi <strong>la</strong>vori, si rifiutò di dargli qualsiasi consiglio<br />

ma lo orientó comunque verso il fumetto.<br />

Un anno più tardi, Paul Cuvelier era integrato nel prestigioso gruppo di <strong>la</strong>voro che stava preparando<br />

<strong>la</strong> nascita di Tintin. Il disegnatore <strong>de</strong>cise subito di trasformare le storie di Corentin in un fumetto,<br />

tuttavia, si rese presto conto che per soddisfare i suoi crescenti obiettivi artistici l’illustrazione<br />

di questo fumetto non gli sarebbe bastata: gli mancava il tempo per <strong>de</strong>dicarsi ad altre forme<br />

d’espressione artistica. Aprì un <strong>la</strong>boratorio a Mons con l’i<strong>de</strong>a di <strong>de</strong>dicarsi esclusivamente al<br />

disegno, al<strong>la</strong> pittura e al<strong>la</strong> scultura e all’esposizione <strong>de</strong>i suoi <strong>la</strong>vori.<br />

Victor Hubinon<br />

Nato nel 1924 a Angleur (vicino a Liegi) e <strong>de</strong>ceduto nel 1979.<br />

Insieme allo sceneggiatore Jean Michel Charlier, Hubinon creò <strong>la</strong> serie Buck Danny per Spirou nel<br />

1947. Buck Danny divenne una saga di 40 album sui piloti <strong><strong>de</strong>l</strong>le forze armate statunitensi dal<strong>la</strong><br />

seconda guerra mondiale ai giorni nostri. Per via <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> sua stretta connessione con <strong>la</strong> politica<br />

<strong><strong>de</strong>l</strong>l’epoca, questo fumetto era permeato <strong><strong>de</strong>l</strong>lo “spirito <strong><strong>de</strong>l</strong> tempo”. Grazie al<strong>la</strong> documentazione<br />

22


estremamente precisa, il disegno quasi geometrico che enfatizzava <strong>la</strong> trama e gli intrighi mozzafiato<br />

<strong><strong>de</strong>l</strong> fumetto, questa serie divenne un c<strong>la</strong>ssico nel suo genere. Hubinon, come Charlier, fu uno <strong>de</strong>gli<br />

autori di Barbe-Rouge, una serie <strong>de</strong>dicata al<strong>la</strong> marina, ai corsari e al<strong>la</strong> pirateria <strong><strong>de</strong>l</strong> diciottesimo<br />

secolo.<br />

Le serie umoristiche Blondin et Cirage, Fifi and Pistolin mostrarono un Hubinon completamente<br />

diverso. Tuttavia, l’episodio di Blondin et Cirage intito<strong>la</strong>to Les Nouvelles Aventures <strong>de</strong> Blondin et<br />

Cirage rive<strong>la</strong>rono molto poco <strong><strong>de</strong>l</strong>le possibilità umoristiche di Hubinon, che dovette sforzarsi di<br />

rimanere fe<strong><strong>de</strong>l</strong>e al<strong>la</strong> grafica di Jijé, disegnatore originariamente di questi personaggi. Pistolin, creato<br />

in col<strong>la</strong>borazione con Goscinny, gli die<strong>de</strong> l’opportunità di sviluppare uno stile più personale.<br />

B.16<br />

B.17<br />

Tibet<br />

Nato a Marsiglia nel 1931 e <strong>de</strong>ceduto nel 2010.<br />

Nel 1949, Tibet fece il suo <strong>de</strong>butto in Heroïc-Albums con Dave O’Flynn, un <strong>de</strong>tective ostinato<br />

ispirato agli esempi americani. Due anni più tardi, il disegnatore si unì al gruppo di Tintin. L’influenza<br />

<strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> linea chiara di Hergé è più che palese, eppure il tocco ironico e ri<strong>la</strong>ssato di Tibet è altrettanto<br />

visibile. Chick Bill, apparso originariamente sotto forma di fumetto con animali, venne al<strong>la</strong> luce<br />

in Ons Volkske, il fratellino di Tintin. Trentacinque anni dopo, Chick Bill ha attraversato più di<br />

sessanta esi<strong>la</strong>ranti avventure a fumetti.<br />

Nel 1955, Tibet inizio Ric Hochet (conosciuto in Italia anche come Ric Ro<strong>la</strong>nd), di nuovo in<br />

col<strong>la</strong>borazione con A.P. Duchâteau. Ric Hochet è un fumetto poliziesco realista che ha già<br />

trascinato i suoi eroi in una cinquantina di investigazioni. Tibet è anche conosciuto per le sue<br />

caricature.<br />

Macherot<br />

Nato a Verviers nel 1924 e <strong>de</strong>ceduto nel 2008.<br />

Macherot è il più gran<strong>de</strong> autore di fumetti sugli animali <strong><strong>de</strong>l</strong> Belgio grazie alle due serie : Chlorophylle<br />

e Sibylline, pubblicate rispettivamente su Tintin nel 1953 e su Spirou nel 1965. Chloro, il topo color<br />

noccio<strong>la</strong>, e Sibylle, il topo campagnolo, vivono <strong>la</strong> maggior parte <strong><strong>de</strong>l</strong>le loro avventure in campagna<br />

: difendono i loro amici (corvi, scoiattoli, conigli, lontre e molti altri) dagli intrusi umani, dai topi di<br />

fogna, dalle martore voraci e da altre bestie più o meno pericolose. Chloro si reca anche a visitare<br />

le cittadine di provincia e il regno immaginario di « croquefredouille », un paese popo<strong>la</strong>to da animali<br />

dalle sembianze umane. Macherot utilizzò quest’ultimo per dare via libera al<strong>la</strong> sua vena satirica.<br />

Con l’aiuto di Greg per il soggetto, Macherot fu anche il creatore di Colonel Clifton per Tintin nel<br />

1959. Clifton è colonnello, capo scout, <strong>de</strong>tective, all’occasione spia, collezionista di nastri di sigari<br />

e inglese a tutti gli effetti.<br />

23


B.18<br />

Roba<br />

Nato a Bruxelles nel 1930 <strong>de</strong>ceduto nel 2006.<br />

Roba è il creatore <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> famiglia <strong>de</strong>i fumetti Boule & Bill, apparsa per <strong>la</strong> prima volta come mini serie<br />

su Spirou il 2 dicembre <strong><strong>de</strong>l</strong> 1959. Dal 1960, l’autore consegnò una pagina di fumetti ogni settimana.<br />

Grazie al suo divertente, gentile e poetico senso <strong><strong>de</strong>l</strong>l’umorismo e <strong>la</strong> sua mano umoristica, questo<br />

fumetto sembra fatto apposta per i cartoni animati e per <strong>la</strong> pubblicità.<br />

Nel 1962 Roba iniziò il seguito, La Ribambelle ( La combricco<strong>la</strong> sulle pagine <strong><strong>de</strong>l</strong> Corriere <strong>de</strong>i<br />

piccoli), una serie di storie avventurose che contengono il tipico umorismo e l’atmosfera di Roba:<br />

un gruppo di bambini che vivono fantastiche avventure. Tuttavia, dopo una serie di storie, Roba<br />

si <strong>de</strong>dicò esclusivamente a Boule & Bill.<br />

B.19<br />

Peyo<br />

Nato a Bruxelles nel 1928 e <strong>de</strong>ceduto nel 1992.<br />

Peyo fu il creatore <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> serie medievale poetica Johan et Pirlouit (noti in Italia come Tipitì e Ro<strong>la</strong>nd<br />

su Tipitì o Ro<strong>la</strong>ndo e Pirulì sul Corriere <strong>de</strong>i piccoli), che fece il suo <strong>de</strong>butto in Spirou nel 1952. Nel<br />

1958 I Puffi fecero <strong>la</strong> loro prima comparsa in Johan et Pirlouit e non passò molto tempo prima che<br />

questi gnomi blu offuscassero completamente i loro compagni umani.<br />

Grazie al marketing, ai film d’animazione e ai cartoni animati per <strong>la</strong> televisione, il magico mondo<br />

che uscì dal<strong>la</strong> matita di Peyo e dal<strong>la</strong> macchina da scrivere di Delporte si è fatto conoscere in tutto<br />

il mondo.<br />

© Copyright: illustrazione <strong>de</strong> Eddy Ryssack.<br />

!<br />

24


Horta e i Grandi Magazzini Waucquez<br />

C.00<br />

Introduzione<br />

«Era come l’interno di una stazione ferroviaria: le rampe <strong>de</strong>i due piani, le scalette sospese,<br />

gli incroci di ponti vo<strong>la</strong>nti. I ponti in ferro, gettati sul vuoto, fi<strong>la</strong>vano dritti, altissimi.»<br />

Emile Zo<strong>la</strong>, «Il paradiso <strong><strong>de</strong>l</strong>le signore»<br />

Questa è <strong>la</strong> storia di un gran<strong>de</strong> magazzino come non se ne costruiscono più. Realizzato oltre un<br />

secolo fa, è l’ultimo edificio semi-industriale progettato da Victor Horta che sia sopravvissuto fino<br />

ai giorni nostri. Una vita lunga e ricca di eventi! Per i primi 70 anni, l’edificio ha ospitato un negozio<br />

di tessuti e stoffe. Era stato d’altron<strong>de</strong> costruito proprio per questo scopo, secondo <strong>la</strong> volontà<br />

di Charles Waucquez. Anche i proprietari che gli sono succeduti hanno continuato ad utilizzare<br />

l’edificio per lo scopo originario.<br />

Simbolo <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> trasformazione vissuta dal<strong>la</strong> città di Bruxelles, il negozio ha chiuso i battenti nel<br />

1970 e gli anni seguenti sono stati senza dubbio i più difficili. Non c’è da stupirsi, consi<strong>de</strong>rato<br />

che il quartiere nel quale si trovava il gran<strong>de</strong> magazzino è stato tra i più colpiti, per così dire, dal<br />

progresso <strong><strong>de</strong>l</strong> XX secolo. Ben presto, però, si sono fatti strada speranze e progetti nuovi.<br />

Nel 1984, l’edificio è stato infatti acquistato dallo Stato Fe<strong>de</strong>rale con l’intenzione di ospitarvi un<br />

museo consacrato al fumetto. Il progetto, che aveva visto <strong>la</strong> partecipazione di Hergé, risaliva al<br />

1980. Il <strong>Centro</strong> <strong>belga</strong> <strong><strong>de</strong>l</strong> <strong>Fumetto</strong> è stato inaugurato il 3 ottobre 1989 dai sovrani <strong><strong>de</strong>l</strong> Belgio.<br />

Scopo primario <strong><strong>de</strong>l</strong> centro sono <strong>la</strong> conservazione e <strong>la</strong> valorizzazione <strong><strong>de</strong>l</strong> fumetto, ma il museo<br />

riesce anche a ridare vita alle vetrate, agli arabeschi, alle volute e al<strong>la</strong> luce di questo edificiocapo<strong>la</strong>voro<br />

di Victor Horta.<br />

Jean Auquier, <strong>Centro</strong> <strong>belga</strong> <strong><strong>de</strong>l</strong> <strong>Fumetto</strong>.<br />

25


C.01<br />

Frank Pé<br />

Frank Pé, artista di fama internazionale, ha saputo dimostrare fin dal primo album a fumetti che<br />

il mondo, abitanti compresi, può essere fonte di meraviglia, a condizione di <strong>la</strong>sciar respirare <strong>la</strong><br />

natura e vivere <strong>la</strong> luce. Pittore paesaggista, il suo è un universo popo<strong>la</strong>to in pari misura da animali<br />

e sogni. Con il passare <strong><strong>de</strong>l</strong> tempo e <strong>de</strong>gli album, tra cui i più noti sono «Broussaille» e «Zoo»,<br />

pubblicati dai tipi di Dupuis, Frank Pé è divenuto un maestro nell’uso <strong><strong>de</strong>l</strong> colore.<br />

Illustrazione: Frank Pé, Le 9e Art entre dans l’Art Nouveau (La nona Arte entra nell’Art Nouveau),<br />

<strong>Centro</strong> <strong>belga</strong> <strong><strong>de</strong>l</strong> <strong>Fumetto</strong> 1988.<br />

C.02<br />

Victor Horta e l’Art Nouveau<br />

Per il Belgio, il lungo regno di Leopoldo II (1867-1909) ha rappresentato uno straordinario periodo<br />

di fioritura. L’arte vive proprio allora un momento partico<strong>la</strong>rmente fertile e felice, mentre nell’edilizia<br />

si fanno strada nuove tecniche, come per esempio l’uso di acciaio e vetro, che permettono di<br />

dare vita a spazi enormi, inondati di luce. Con l’Art Nouveau, queste tecniche innovative vengono<br />

applicate all’architettura, per dare al mondo un aspetto più armonioso ed elegante.<br />

Curriculum di un genio<br />

Dopo aver completato gli studi di architettura all’Acca<strong>de</strong>mia di Gand ed essere stato allievo di<br />

architetti come Jules Dubuysson e Alphonse Ba<strong>la</strong>t, cui si <strong>de</strong>vono tra l’altro le Serre Reali di Laeken,<br />

Victor Horta (Gand, 1861 - Bruxelles, 1947) comincia nel 1885 a realizzare i primi progetti. Tra<br />

questi vale indubbiamente <strong>la</strong> pena citare Maison Autrique (1893) e l’Hotel Tassel (1895), vero e<br />

proprio manifesto <strong><strong>de</strong>l</strong>l’Art Nouveau. Da questo punto in poi i capo<strong>la</strong>vori si succedono senza<br />

posa: l’Hotel Solvay (1898), <strong>la</strong> Maison du Peuple (1899), l’abitazione <strong><strong>de</strong>l</strong>lo stesso Horta (se<strong>de</strong><br />

attuale <strong><strong>de</strong>l</strong> Museo Horta, 1901), i grandi magazzini A l’Innovation (1903) e Waucquez (1906). Per<br />

Horta, questi sono senza dubbio gli anni di maggior successo.<br />

26


C.03<br />

François Schuiten<br />

Da Bruxelles ad Angoulême, passando per Hannover e Las Vegas, François Schuiten sfrutta<br />

non solo il fumetto, ma anche i muri <strong><strong>de</strong>l</strong>le città, <strong><strong>de</strong>l</strong>le metropolitane e addirittura i francobolli per<br />

creare continuamente ponti tra realtà e finzione. Trasformando ogni supporto comunicativo in<br />

un’occasione per dare voce al proprio spirito artistico, Schuiten ci racconta un mondo a portata<br />

d’immaginazione: l’Utopia. La sua opera a fumetti è stata pubblicata dai tipi di Casterman (Le<br />

città oscure, scritto a quattro mani con Benoît Peeters).<br />

Illustrazione: François Schuiten, Le 9e Art entre dans l’Art Nouveau (La nona Arte entra nell’Art Nouveau),<br />

<strong>Centro</strong> <strong>belga</strong> <strong><strong>de</strong>l</strong> <strong>Fumetto</strong> 1988.<br />

C.04<br />

La nascita <strong>de</strong>i Grandi Magazzini Waucquez<br />

Nel fulgore d’inizio secolo, un grossista tessile di Bruxelles incontra un architetto all’apice <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong><br />

gloria. Da questo incontro è <strong>de</strong>stinato a nascere un capo<strong>la</strong>voro, simbolo i<strong>de</strong>ale <strong><strong>de</strong>l</strong>l’unione tra l’Arte<br />

e <strong>la</strong> nuova società <strong>de</strong>i consumi, allora già in piena espansione. Charles Waucquez commissiona<br />

infatti a Victor Horta un edificio adatto ad ospitare il suo commercio di tessuti all’ingrosso. Nel<br />

1906, i Grandi Magazzini Waucquez vengono inaugurati in rue <strong>de</strong>s Sables.<br />

La vecchia rue <strong>de</strong>s Sables<br />

Nota per l’atmosfera <strong>la</strong>boriosa e commerciante, calda ed allegra che vi regnava, rue <strong>de</strong>s Sables<br />

contava diversi conventi e una caserma, presso <strong>la</strong> quale erano alloggiati ben tremi<strong>la</strong> fanti e che fu<br />

smantel<strong>la</strong>ta nel 1905. Questa è stata anche <strong>la</strong> cul<strong>la</strong> di una parte essenziale <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> stampa <strong>belga</strong>:<br />

testate come L’Etoile <strong>Belge</strong>, L’Indépendance <strong>Belge</strong>, Le Peuple, La Cité, Het Laatste Nieuws, Het<br />

Nieuws van <strong>de</strong> Dag e De Nieuwe Gids, Panorama, Libelle, Mon Copain e tante altre.<br />

27


C.05<br />

Ys<strong>la</strong>ire<br />

Con <strong>la</strong> saga <strong>de</strong>i «Sambre» (creata con Ba<strong>la</strong>c, 1986), Ys<strong>la</strong>ire entra a far parte <strong><strong>de</strong>l</strong> gotha <strong><strong>de</strong>l</strong> fumetto.<br />

L’artista ha saputo creare un universo unico e personale, intenso e tragico. I suoi lettori sono<br />

disposti ad aspettare anche sette anni tra un volume e l’altro, lusso riservato ad un numero molto<br />

ristretto di autori. Se non fosse un mo<strong>de</strong>rno contastorie, si direbbe un amico intimo di autori come<br />

Hugo, Nerval e Dumas. Conclusa <strong>la</strong> saga <strong>de</strong>i «Sambre», ambientata nel XIX secolo, Ys<strong>la</strong>ire si<br />

<strong>de</strong>streggia tra disegno, informatica e psicanalisi con una nuova opera, «Memorie <strong><strong>de</strong>l</strong> XX cielo».<br />

Illustrazione: Ys<strong>la</strong>ire, Le 9e Art entre dans l’Art Nouveau (La nona Arte entra nell’Art Nouveau),<br />

<strong>Centro</strong> <strong>belga</strong> <strong><strong>de</strong>l</strong> <strong>Fumetto</strong> 1988.<br />

C.06<br />

Vita e morte <strong>de</strong>i Grandi Magazzini Waucquez<br />

Di vendita in vendita, l’edificio continua per anni ad essere se<strong>de</strong> di un commercio prospero, per<br />

poi essere fermato da un vero e proprio terremoto che scuoterà <strong>la</strong> capitale <strong>belga</strong>. La costruzione<br />

<strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> linea ferroviaria Nord-Midi, progetto ambizioso riproposto a più riprese, ha infatti come effetto<br />

<strong>la</strong> <strong>de</strong>molizione completa <strong><strong>de</strong>l</strong> quartiere <strong>de</strong>i Bas-fonds, uno <strong>de</strong>i più poveri di Bruxelles. Le attività<br />

commerciali chiudono una a una e anche i Grandi Magazzini Waucquez finiscono per chiu<strong>de</strong>re i<br />

battenti.<br />

La vita continua<br />

Su richiesta <strong><strong>de</strong>l</strong> proprietario, che <strong>de</strong>si<strong>de</strong>ra uno spazio maggiore per le proprie attività commerciali,<br />

l’architetto Charles Veraart realizza negli anni 1912-1913 due mezzanini, uno su ogni <strong>la</strong>to<br />

<strong><strong>de</strong>l</strong>l’ingresso, tra il piano terra e il primo piano, cercando di rispettare il più possibile l’architettura<br />

originale di Horta. Pur mantenendo il proprio nome, l’attività viene ceduta nel 1923 al<strong>la</strong> società<br />

Verberckt e poi di nuovo nel 1957 al<strong>la</strong> Vertex. La famiglia Waucquez rimane però sempre<br />

proprietaria <strong>de</strong>i muri.<br />

28


C.07<br />

Dany<br />

Vero fuoric<strong>la</strong>sse, dotato di un tratto morbido e flessibile, proprio come il profilo <strong><strong>de</strong>l</strong>l’eroina da lui<br />

creata, Colombe Tiredaile, il nome di Dany sarà per sempre legato a «La Merveilleuse Odyssée<br />

d’Olivier Rameau» (ed. Joker-Production), serie leggendaria, creata in col<strong>la</strong>borazione con lo<br />

sceneggiatore Greg per <strong>la</strong> rivista Tintin. Autore poliedrico, il talento di Dany spazia dall’umorismo<br />

al semi-realismo e ha saputo creare opere tanto diverse come «Ça m’intéresse» e «Histoire sans<br />

héros» (quest’ultima in col<strong>la</strong>borazione con Jean Van Hamme).<br />

Illustrazione: Dany, Neuvième Art et Art Nouveau (Nona Arte e Art Nouveau),<br />

<strong>Centro</strong> <strong>belga</strong> <strong><strong>de</strong>l</strong> fumetto 1998.<br />

C.08<br />

Metamorfosi di un capo<strong>la</strong>voro<br />

Per tutti gli anni ’70, i Grandi Magazzini Waucquez, sembrano abbandonati al loro <strong>de</strong>stino e<br />

dimenticati da tutti, con l’eccezione forse di qualche appassionato e <strong>de</strong>i suoi abitanti notturni,<br />

vagabondi e <strong>la</strong>druncoli. Nel 1975, però, l’architetto Jean Delhaye, che aveva un tempo col<strong>la</strong>borato<br />

con Horta, riesce a fare in modo che i Grandi Magazzini Waucquez ottengano lo status di<br />

monumento. Bisognerà tuttavia aspettare ancora dieci anni affinché per l’edificio venga messo<br />

a punto un progetto di restauro. Il tutto grazie a due uomini: Guy Dix, amico e un tempo colorista<br />

per Hergé, e Jean Brey<strong><strong>de</strong>l</strong>, architetto che ha saputo avviare una riflessione profonda sul significato<br />

<strong><strong>de</strong>l</strong> patrimonio architettonico <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> città di Bruxelles. Nel 1984 viene creata un’associazione<br />

senza scopo di lucro, anche grazie all’aiuto di associazioni francofone e fiamminghe di fumettisti.<br />

L’edificio, ormai in rovina, viene nel frattempo acquistato dal<strong>la</strong> Régie <strong>de</strong>s Bâtiments, l’agenzia<br />

<strong>belga</strong> responsabile per gli edifici fe<strong>de</strong>rali e <strong>la</strong> loro manutenzione, con l’intenzione di ospitarvi il<br />

<strong>Centro</strong> <strong>belga</strong> <strong><strong>de</strong>l</strong> <strong>Fumetto</strong>.<br />

Un restauro esemp<strong>la</strong>re<br />

Il restauro fu affidato ad un giovane architetto, Pierre Van Aasche (Cooparch). Sorpren<strong>de</strong>ntemente,<br />

e <strong><strong>de</strong>l</strong>iberatamente, l’architetto <strong>de</strong>ci<strong>de</strong> di inserire diversi elementi contemporanei, quali <strong>la</strong>mpa<strong>de</strong><br />

da parete e passerelle, mettendo così in maggior risalto l’opera di Victor Horta. Dopo anni di<br />

abbandono, l’edificio era però ormai in pessimo stato. Sono stati necessari due anni di <strong>la</strong>voro, e<br />

gli artigiani migliori <strong><strong>de</strong>l</strong> Paese, per riportarlo allo splendore iniziale.<br />

29


C.09<br />

Jan Bosschaert<br />

Jan Bosschaert conserva senza dubbio quell’irriverenza per l’ordine costituito tipica <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> sua<br />

città natale, Anversa. È già un illustratore affermato quando incontra lo sceneggiatore Marc<br />

Legendre, che lo invita ad occuparsi <strong><strong>de</strong>l</strong>l’animazione per <strong>la</strong> serie «Sam», di cui è protagonista una<br />

giovane meccanica che ha una passione per le vecchie gabbie. Il personaggio disegnato da Jan<br />

è adorabile, come lo sono <strong><strong>de</strong>l</strong> resto tutte le eroine create dall’autore.<br />

Illustrazione: Jan Bosschaert, Neuvième Art et Art Nouveau (Nona Arte e Art Nouveau),<br />

<strong>Centro</strong> <strong>belga</strong> <strong><strong>de</strong>l</strong> fumetto 1998.<br />

C.10<br />

La Nona Arte incontra l’Art Nouveau<br />

Il 6 ottobre 1989, tre giorni dopo l’inaugurazione al<strong>la</strong> presenza <strong>de</strong>i sovrani belgi, i primi visitatori<br />

possono finalmente scoprire questo tempio <strong><strong>de</strong>l</strong>l’Art Nouveau consacrato al<strong>la</strong> Nona Arte. Il <strong>Centro</strong><br />

è al contempo strumento per <strong>la</strong> promozione <strong><strong>de</strong>l</strong> fumetto, teatro di mostre ed esposizioni, centro<br />

per <strong>la</strong> documentazione, ambasciatore culturale e molto altro. Non c’è da stupirsi quindi che sia<br />

diventato in poco tempo un museo di fama internazionale e uno <strong>de</strong>i più visitati <strong><strong>de</strong>l</strong> Belgio. La<br />

filosofia al<strong>la</strong> base <strong><strong>de</strong>l</strong> progetto si può riassumere con poche semplici parole: chi visita il museo per<br />

il fumetto, <strong>la</strong> Nona Arte, ne esce affascinato dall’Art Nouveau… e viceversa!<br />

Tintin e il Capitano Haddock sul<strong>la</strong> sca<strong>la</strong><br />

Nel 1986, lo Studio Hergé, allora diretto da Bob De Moor, affida agli artigiani impegnati nel<strong>la</strong><br />

realizzazione <strong><strong>de</strong>l</strong> futuro <strong>Centro</strong> <strong>belga</strong> <strong><strong>de</strong>l</strong> <strong>Fumetto</strong> un disegno, poi riprodotto in questo ambiente.<br />

Con questo disegno a tratteggio, che darà vita ad un’immagine finale forte e simbolica, <strong>la</strong> Fondazione<br />

Hergé apporta un contributo importante al<strong>la</strong> creazione <strong><strong>de</strong>l</strong> <strong>Centro</strong> <strong>belga</strong> <strong><strong>de</strong>l</strong> <strong>Fumetto</strong>.<br />

30


C.11<br />

Ferry<br />

Ricreare un mondo che non c’è più o immaginare il mondo di domani, servendosi unicamente di<br />

una successione di immagini e di uno scenario, non è altro che un piccolo miracolo quotidiano,<br />

giustamente apprezzato dagli appassionati <strong><strong>de</strong>l</strong> fumetto. È così che, nel 1989, Ferry si <strong>la</strong>ncia nel<br />

progetto di disegnare <strong>la</strong> nascita <strong><strong>de</strong>l</strong> <strong>Centro</strong> <strong>belga</strong> <strong><strong>de</strong>l</strong> fumetto, sullo scenario firmato da Yves<br />

Duval. L’opera di Ferry (1944), artista originario <strong><strong>de</strong>l</strong>le piane <strong><strong>de</strong>l</strong>le Fiandre, è per lo più incentrata<br />

sul<strong>la</strong> Storia. Dopo aver cominciato <strong>la</strong> carriera di fumettista <strong>la</strong>vorando dapprima per il quotidiano<br />

<strong>belga</strong> Le Soir e poi per le riviste Pilote e Tintin, Ferry prosegue creando <strong>la</strong> serie «Ian Kalédine»<br />

(in col<strong>la</strong>borazione con JL Vernal), le «Chroniques <strong>de</strong> Panchrysia» e, più di recente, un’avventura<br />

di «Alix» e un «Voyage <strong>de</strong> Jhen» <strong>de</strong>dicati al<strong>la</strong> sua città d’elezione, Bruges. Con queste ultime<br />

due opere, Ferry si rive<strong>la</strong> ere<strong>de</strong> <strong><strong>de</strong>l</strong><strong>la</strong> tradizione di Jacques Martin. Disegnatore e sceneggiatore,<br />

ha insegnato per molti anni l’arte <strong><strong>de</strong>l</strong> fumetto all’Institut St-Luc di Gand.<br />

C.12<br />

Bob De Moor<br />

Dal genio burlesco di un’opera come Balthazar al<strong>la</strong> lunga col<strong>la</strong>borazione con Hergé, dal Lion<br />

<strong>de</strong>s F<strong>la</strong>ndres a Monsieur Barelli o Cori le Monsieur, Bob De Moor (1925-1992) ha dato vita nel<br />

corso <strong>de</strong>gli anni ad un’opera che si distingue per ricchezza e originalità, senz’altro una <strong><strong>de</strong>l</strong>le più<br />

importanti nel panorama europeo <strong><strong>de</strong>l</strong> fumetto. De Moor ha svolto un ruolo fondamentale nello<br />

sviluppo <strong><strong>de</strong>l</strong> <strong>Centro</strong> <strong>belga</strong> <strong><strong>de</strong>l</strong> <strong>Fumetto</strong> e ne accettò per primo l’incarico di presi<strong>de</strong>nte, senza per<br />

altro sapere a priori quanto sarebbe stato impegnativo. Ed è stato proprio in veste di presi<strong>de</strong>nte<br />

che ha accolto re Baldovino e <strong>la</strong> regina Fabio<strong>la</strong> il giorno <strong><strong>de</strong>l</strong>l’inaugurazione, il 3 ottobre 1989.<br />

Prima di chiunque altro, Bob De Moor aveva sognato un <strong>Centro</strong> <strong><strong>de</strong>l</strong> <strong>Fumetto</strong> in questa se<strong>de</strong>,<br />

come dimostrano questi disegni inediti. Oggi, l’auditorium <strong><strong>de</strong>l</strong> <strong>Centro</strong> <strong>belga</strong> <strong><strong>de</strong>l</strong> <strong>Fumetto</strong> porta il<br />

suo nome.<br />

31


C.13<br />

Horta e i Grandi Magazzini Waucquez<br />

Una mostra organizzata dal <strong>Centro</strong> <strong>belga</strong> <strong><strong>de</strong>l</strong> <strong>Fumetto</strong><br />

I<strong>de</strong>azione e testi: Jean Auquier<br />

Selezione <strong><strong>de</strong>l</strong>le illustrazioni: Fanny Kerrien, Pierre Saysouk e JA.<br />

Documentazione: Fanny Kerrien e JA.<br />

Traduzioni: Tine Anthoni, Philotrans<br />

Grafica: Pierre Saysouk<br />

Riproduzioni e ingrandimenti: Sadocolor Mounting<br />

Realizzazione: Jean Serneels, Mikaël Cuypers e il <strong>Centro</strong> <strong>belga</strong> <strong><strong>de</strong>l</strong> <strong>Fumetto</strong>.<br />

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