lo Special Air Service e la Regia Aeronautica - AVIA

lo Special Air Service e la Regia Aeronautica - AVIA lo Special Air Service e la Regia Aeronautica - AVIA

29.04.2013 Views

(8) Con Stirling c'erano il Sgt Broligh ed i paracadiitisti Coo- per. Canoll e Seekings. (9) Con Mayne c'erano il Sgi McDonald ed i paracadutisti Bennett e White. (10) Le Matricole Militari dei C.202 distriitti erano: 77 19. 7730. 7749. 7755. 7756. 7759. 7760. 7768. 7769 mentre quella dell'aereo danneggiato era 7882. Da sinisrrri. Uomini del SAS sulle loro jeep Willis. Copricapo arabi e barbe incolte rappresentavano un tratto comune del loro aspetto, normalmente piuttosto trasandato. In evidenza le mitragliatrici Vickers K binate montate sul cofano dei mezzi. Foto ricordo di un gruppo appartenenti al SAS nella loro base di Kabrit. Abbigliamento e aspetto generale sono particolarmente curati per l'occasione. Davanti al radiatore della jeep si nota il condensatore cilindrico dell'acqua di raffreddamento. 4 -Trasferimento dei Gmppi 15 lo e 160" CR.42 da Agedabia a Ara dei Fileni. . . 5 - Richiesta al Comando Superiore Fone hate di presidiare i w i di Tamet. En Nofilia. Ara dei . . . . . . ileni con un battaglione di fant-nito di [la sortolineatura è nell'origimle]. 6 - Assicurare coi reparti dislocati ad Ara dei Fileni e ad En Nofilia la sorveglianza aerea sulla Via Balbia [...l. Per il SAS, l'attacco ad Agedabia rappresentò indiscutibilmente un grande successo: mentre il colpo di Mayne a Tamet aveva causato danni limitati e non aveva indotto a prendere specifi- che misure difensive, l'incursione di Fraser mise in profonda agitazione i comandi aeronautici italiani, forzandoli a prendere decisioni che necessariamente diminuirono l'efficacia della forza aerea nel delicatissimo periodo dell'offensiva inglese e della conseguente ritirata italo-tedesca. Secondo gli inglesi, in questi due primi raid vennero distrutti in totale 61 aerei (24 a Tamet da Mayne e 37 ad Agedabia da Fraser); i danni accertati dagli italiani ammontarono invece a 29 velivoli perduti (5 a Tamet e 24 ad Agedabia) più altri - almeno una decina - danneggiati. Prima della fine dell'anno, venne organizzata dal SAS un'altra operazione "multipla", pia- nificata con lo stesso stile di quelle che avevano avuto successo: piccoli gruppi di incursori (quattro o cinque) portati in prossimità degli obiettivi dal LRDG, lasciando all'iniziativa dei sin- goli comandanti le modalità di approccio e di attacco. Quattro pattuglie, rispettivamente al comando di Stirling, Mayne, Fraser e Lewes, da Gialo si diressero verso vari aeroporti della costa: Stirling a Sirte, Mayne nuovamente a Tamet, Fraser ad Arae Philenorum (Arco dei Fileni, al confine tra Tripolitania e Cirenaica, 'Marhle Arch' per gli inglesi) e Lewes a En Nofilia. Gli esiti delle varie incursioni furono ineguali: in pratica solo Mayne raggiunse con successo l'obiettivo. Stirling (8) dovette fermarsi per il passaggio di una colonna corazzata tedesca e fu costretto a rinunciare all'attacco per tornare rapidamente al punto di ritrovo, al fine di non perdere l'appuntamento con il LRDG. L'aeroporto di Arco dei Fileni fu trovato abbandonato. Fraser tornò al luogo di appuntamen- to con il Long Range Desert Group e attese - inutilmente - per ben sei giorni. C'era stata eviden- temente un'incomprensione sulle coordinate del punto di ritrovo. Quando cibo e acqua stavano per finire, Fraser ed i suoi quattro compagni decisero di raggiungere a piedi le linee inglesi. Dopo un'epica camminata nel deserto di otto giorni in condizioni impossibili, riuscirono a rien- trare nelle loro linee. Lewes attaccò a En Nofilia. Vennero piazzate bombe su due aerei, gli unici trovati sul campo. Si trattava probabilmente di aerei inefficienti al volo, abbandonati sul campo durante la ritirata. dato che non se ne trova traccia nei resoconti italiani. I1 3 1 dicembre. sulla via del ritor- no, Lewes venne ucciso dalle mitragliatrici di un Messerschmitt Bf 110 (o da un attacco di "Stuka", secondo altre fonti) mentre era a bordo dei mezzi del Patrol T2 del tenente C. S. Morris. Numerosi i feriti. I1 ritorno a Gialo fu particolarmente difficile e avventuroso perché gli attacchi aerei avevano distrutto quattro dei cinque automezzi del LRDG. 'Paddy' Mayne fu più fortunato. Alle prime ore del 28 dicembre s'infiltrò con i suoi nel campo di Uadi Tamet (9). In quel momento si trovavano sul terreno i nuovissimi Macchi C.202 del Io Stormo, arrivati dall'Italia da un mese circa e appena trasferiti dalla base di E1 Merduma, considerata troppo esposta. Sui preziosi caccia furono applicate da Mayne ed i suoi le 'bombe Lewes'. Tra le fiamme che si svilupparono dopo le esplosioni vennero distrutti nove velivoli del 17" Gruppo e danneggiato uno del 6" (10). Il colpo fu indubbiamente molto duro per gli italiani. Gli aerei perduti appartenevano al

10 STORIA mrrrmm nostro reparto di punta, il cui arrivo in Africa, negli ultimi giorni di novembre, era stato salutato con grande entusiasmo. Sui Macchi C.202 dei due Gruppi del I O Stormo, una sessantina di aerei in tutto, si riponevano elevate e giustificate speranze, corroborate dai primi brillanti successi nei combattimenti aerei. Fino a quel giorno, dopo circa un mese di scontri aerei. il 17" Gruppo aveva perso otto velivoli, per abbattimenti o incidenti; in una sola notte ne perdeva ben nove ad opera di quattro uomini privi di costosi equipaggiamenti. Al termine di questo ciclo di operazioni. considerate dai comandi inglesi d'indubbia effica- cia, Stirling ottenne il permesso di reclutare altri 50 uomini. tra ufficiali, sottufficiali e truppa. La seconda fase Nonostante le ridotte dimensioni e I'equipaggiamento 'fatto in casa'. le missioni del SAS, al di là dello specifico scopo immediato. ebbero anche obiettivi strategici. inquadrandosi regolar- mente in operazioni più vaste, con risvolti di medio-lungo termine. Con la crescita degli organici e sull'onda dei successi conseguiti, questa tendenza si accentuò. anche se non sempre con risul- tati proporzionati all'intensità degli sforzi. Ma a Stirling stava a cuore dare un contributo alla guerra in generale. non solo effettuare brillanti colpi di mano. Così, nei primi mesi del 1942. furono pianificate azioni più complesse, finalizzate a rendere inefficiente il complesso aeropor- tuale di Bengasi e dintorni. L'area era giustamente considerata vitale quale snodo logistico per le forze dell'Asse. Nella terza settimana di marzo, una prima azione combinata raggiunse risultati niodcsti. Delle quattro pattuglie. comandate da Stirling, Mayne, Dodds e Fraser. solo quella di 'Paddy' Majcne (11) inflisse qualche danno alla Berka, uno degli aeroporti dell'aerea bengasina. dagli italiani indicato come K2. Stirling trovò vuoto l'aeroporto di Benina. Fraser scoprì un solo aereo a Barce e Dodds non riuscì a penetrare nella base di Slonta (probabilmente quella da noi identi- ficata come Maraua). Mayne era convinto di aver distrutto 15 aerei, mentre i danni reali furono più limitati, in totale due CR.42 ed un Ca 133 incendiati e quattro CR.42 danneggiati. Un reso- conto abbastanza dettagliato si trova nella relazione trimestrale dell'aeroporto di Bengasi K2: 1...1 Il mattino del 21 marzo si verificarono alcuni atti di sabotaggio con sacchetti incendiari. Rimasero distnitti dal fuoco 3 apparecchi di ciii due CR.42 ed I Ca 133 e danneggiati 4 CR.42 riparabili presso la locale SRAM (12). Fii incendiato un deposito di miinizioni tedesco. posto siil laio iiortlest con lievi danni. Altri sacchetti fiirono posti presso la tenda dell'llfficio Tappa Voli che presero fiioco senza arrecare danni. Furono evitati altri danni con la pronta rimozione di 4 sacchetti trovati sui CR.42. Iti prece- denza. all'inizio degli scoppi. furono notati numerosi altri scoppi fuori campo, in direzione dell'aeroporto 762 [Bengasi K11 e del caseggiato della Petrolibia sul lato nord del campo ed infine iiii ultinio in prossi- mità di un apparecchio Jii 88 tedesco decentrato sul lato ovest del campo. Tutti gli apparecchi esistenti siil campo di volo furono oggetto d'ispezione per controllare se su di essi vi fossero stati posti altri ordigni incendiari. Il Comando tedesco comunicò di aver tolto in tempo da un Jii 52 diie sacchetti incendiari C di aver fermato alle ore 08.15 dite arabi sospetti. (13) Militari britannici osservato i rottami di un Macchi C.202 fatto esplodere. (I 1 i Con Mayne c'er;iiio i para- cadiitisti Bennett. Rose e Byme. (12) I qiiattro CR.42 datinespiati apparienevano alla 153;' Squedri- glia del 3" Griippu ed avevano le MM 7030.7604.8439.7623. (13) Bengasi K2 - Reliizione aeroponiiale periodic~i. Io trimestre 1943. USSMA. Roma.

(8) Con Stirling c'erano il Sgt<br />

Broligh ed i paracadiitisti Coo-<br />

per. Canoll e Seekings.<br />

(9) Con Mayne c'erano il Sgi<br />

McDonald ed i paracadutisti<br />

Bennett e White.<br />

(10) Le Matricole Militari dei<br />

C.202 distriitti erano: 77 19.<br />

7730. 7749. 7755. 7756. 7759.<br />

7760. 7768. 7769 mentre quel<strong>la</strong><br />

dell'aereo danneggiato era 7882.<br />

Da sinisrrri.<br />

Uomini del SAS sulle <strong>lo</strong>ro jeep<br />

Willis. Copricapo arabi e barbe<br />

incolte rappresentavano un tratto<br />

comune del <strong>lo</strong>ro aspetto,<br />

normalmente piuttosto<br />

trasandato. In evidenza le<br />

mitragliatrici Vickers K binate<br />

montate sul cofano dei mezzi.<br />

Foto ricordo di un gruppo<br />

appartenenti al SAS nel<strong>la</strong> <strong>lo</strong>ro<br />

base di Kabrit. Abbigliamento e<br />

aspetto generale sono<br />

partico<strong>la</strong>rmente curati per<br />

l'occasione. Davanti al radiatore<br />

del<strong>la</strong> jeep si nota il condensatore<br />

cilindrico dell'acqua di<br />

raffreddamento.<br />

4 -Trasferimento dei Gmppi 15 <strong>lo</strong> e 160" CR.42 da Agedabia a Ara dei Fileni.<br />

. .<br />

5 - Richiesta al Comando Superiore Fone hate di presidiare i w i di Tamet. En Nofilia. Ara dei<br />

. . . . . .<br />

ileni con un battaglione di fant-nito di [<strong>la</strong> sortolineatura è nell'origimle].<br />

6 - Assicurare coi reparti dis<strong>lo</strong>cati ad Ara dei Fileni e ad En Nofilia <strong>la</strong> sorveglianza aerea sul<strong>la</strong> Via<br />

Balbia [...l.<br />

Per il SAS, l'attacco ad Agedabia rappresentò indiscutibilmente un grande successo: mentre<br />

il colpo di Mayne a Tamet aveva causato danni limitati e non aveva indotto a prendere specifi-<br />

che misure difensive, l'incursione di Fraser mise in profonda agitazione i comandi aeronautici<br />

italiani, forzandoli a prendere decisioni che necessariamente diminuirono l'efficacia del<strong>la</strong> forza<br />

aerea nel delicatissimo periodo dell'offensiva inglese e del<strong>la</strong> conseguente ritirata ita<strong>lo</strong>-tedesca.<br />

Secondo gli inglesi, in questi due primi raid vennero distrutti in totale 61 aerei (24 a Tamet<br />

da Mayne e 37 ad Agedabia da Fraser); i danni accertati dagli italiani ammontarono invece a 29<br />

velivoli perduti (5 a Tamet e 24 ad Agedabia) più altri - almeno una decina - danneggiati.<br />

Prima del<strong>la</strong> fine dell'anno, venne organizzata dal SAS un'altra operazione "multip<strong>la</strong>", pia-<br />

nificata con <strong>lo</strong> stesso stile di quelle che avevano avuto successo: piccoli gruppi di incursori<br />

(quattro o cinque) portati in prossimità degli obiettivi dal LRDG, <strong>la</strong>sciando all'iniziativa dei sin-<br />

goli comandanti le modalità di approccio e di attacco.<br />

Quattro pattuglie, rispettivamente al comando di Stirling, Mayne, Fraser e Lewes, da Gia<strong>lo</strong><br />

si diressero verso vari aeroporti del<strong>la</strong> costa: Stirling a Sirte, Mayne nuovamente a Tamet, Fraser<br />

ad Arae Philenorum (Arco dei Fileni, al confine tra Tripolitania e Cirenaica, 'Marhle Arch' per<br />

gli inglesi) e Lewes a En Nofilia. Gli esiti delle varie incursioni furono ineguali: in pratica so<strong>lo</strong><br />

Mayne raggiunse con successo l'obiettivo. Stirling (8) dovette fermarsi per il passaggio di una<br />

co<strong>lo</strong>nna corazzata tedesca e fu costretto a rinunciare all'attacco per tornare rapidamente al punto<br />

di ritrovo, al fine di non perdere l'appuntamento con il LRDG.<br />

L'aeroporto di Arco dei Fileni fu trovato abbandonato. Fraser tornò al luogo di appuntamen-<br />

to con il Long Range Desert Group e attese - inutilmente - per ben sei giorni. C'era stata eviden-<br />

temente un'incomprensione sulle coordinate del punto di ritrovo. Quando cibo e acqua stavano<br />

per finire, Fraser ed i suoi quattro compagni decisero di raggiungere a piedi le linee inglesi.<br />

Dopo un'epica camminata nel deserto di otto giorni in condizioni impossibili, riuscirono a rien-<br />

trare nelle <strong>lo</strong>ro linee.<br />

Lewes attaccò a En Nofilia. Vennero piazzate bombe su due aerei, gli unici trovati sul<br />

campo. Si trattava probabilmente di aerei inefficienti al vo<strong>lo</strong>, abbandonati sul campo durante <strong>la</strong><br />

ritirata. dato che non se ne trova traccia nei resoconti italiani. I1 3 1 dicembre. sul<strong>la</strong> via del ritor-<br />

no, Lewes venne ucciso dalle mitragliatrici di un Messerschmitt Bf 110 (o da un attacco di<br />

"Stuka", secondo altre fonti) mentre era a bordo dei mezzi del Patrol T2 del tenente C. S.<br />

Morris. Numerosi i feriti. I1 ritorno a Gia<strong>lo</strong> fu partico<strong>la</strong>rmente difficile e avventuroso perché gli<br />

attacchi aerei avevano distrutto quattro dei cinque automezzi del LRDG.<br />

'Paddy' Mayne fu più fortunato. Alle prime ore del 28 dicembre s'infiltrò con i suoi nel<br />

campo di Uadi Tamet (9). In quel momento si trovavano sul terreno i nuovissimi Macchi C.202<br />

del Io Stormo, arrivati dall'Italia da un mese circa e appena trasferiti dal<strong>la</strong> base di E1 Merduma,<br />

considerata troppo esposta. Sui preziosi caccia furono applicate da Mayne ed i suoi le 'bombe<br />

Lewes'. Tra le fiamme che si svilupparono dopo le esp<strong>lo</strong>sioni vennero distrutti nove velivoli del<br />

17" Gruppo e danneggiato uno del 6" (10).<br />

Il colpo fu indubbiamente molto duro per gli italiani. Gli aerei perduti appartenevano al

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!