Libretto%20Scienze-10
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L’astronomia nella città di Lecco<br />
DEEP SPACE pag. 2<br />
Fin dalla sua apertura, nel gennaio 2005, il planetario di Lecco è diventato<br />
il punto di riferimento per gli appassionati di astronomia di un vasto<br />
territorio.<br />
Un polo scientifico e un punto di aggregazione tra amici uniti dalla stessa<br />
passione, dove è possibile scambiarsi conoscenze, idee ed esperienze in<br />
un ambiente informale, caloroso, ma ricco di competenze variegate e di<br />
alto livello.<br />
La città si è così arricchita di una struttura dedicata alla scienza e alla<br />
divulgazione a tutto campo della cultura astronomica, di cui si sentiva<br />
l'esigenza, visti i dati di affluenza registrati nei primi sette anni di attività:<br />
oltre 80mila ingressi, come risposta a un'offerta didattica e divulgativa tra<br />
le più ricche nell'ambito dei planetari del nostro Paese, tanto che al<br />
Gruppo Deep Space è stato assegnato per ben due volte il premio<br />
nazionale dell'Unione Astrofili Italiani.<br />
IN COPERTINA: Il messaggio di Arecibo è stato trasmesso nello spazio<br />
dal Radiotelescopio omonimo, a Porto Rico, il 16 novembre 1974.<br />
È stato indirizzato verso l'ammasso globulare M13, in Ercole a 26.000 anni<br />
luce di distanza.
Nascita e attività del Gruppo DEEP SPACE Lecco<br />
DEEP SPACE pag. 3<br />
Il 7 ottobre 1996, dalle ceneri dello storico Gruppo Astrofili Abbadia<br />
Lariana nato nel 1984, gli amici Erasmo Bardelli, Gianni Salice,<br />
Enrico Buratti, Davide Donato, Marco Derrigo e Loris Lazzati fondano il<br />
Gruppo Astrofili DEEP SPACE di Lecco.<br />
La divulgazione dell’astronomia alle scuole e al pubblico è la vera<br />
vocazione del nostro sodalizio, che fin dai primissimi mesi di attività ha<br />
organizzato lezioni, conferenze e serate osservative. Grazie a questi<br />
incontri, il gruppo è diventato il punto di riferimento per tutti coloro che<br />
vogliono avventurarsi alla scoperta del cielo stellato, per conoscerlo e<br />
osservarlo.<br />
Il gruppo Deep Space ha un nutrito e qualificato gruppo di conferenzieri,<br />
tra i quali Loris Lazzati, Marco Zambianchi, Paulo Tsingos, Gianpietro<br />
Ferrario, Gianluca Norini, Roberto Ratti, Bianca Salmaso e molti altri, ai<br />
quali si aggiunge l’apporto costante degli astronomi e dei ricercatori<br />
dell’osservatorio di Brera-Merate: Paolo D’Avanzo, Stefano Covino, Laura<br />
Proserpio, Luigi Foschini, Elio Antonello, Andrea Melandri. Più volte<br />
abbiamo potuto fregiarci della collaborazione di prestigiose personalità del<br />
mondo dell’astronomia, come Margherita Hack, Cesare Guaita e Corrado<br />
Lamberti, del giornalismo scientifico come Giovanni Caprara, e soprattutto<br />
di astronauti: Maurizio Cheli, Michael Fincke, Umberto Guidoni, Samantha<br />
Cristoforetti, Sandra Magnus e Paolo Nespoli.<br />
L’astronautica, grazie al socio Marco Zambianchi, è un fiore all’occhiello: il<br />
Planetario è diventata la sede di Astronauticon, la convention nazionale di<br />
astronautica, che grazie ai suoi contenuti e ai suoi ospiti ha portato<br />
migliaia di appassionati in città.
Il Planetario un polo scientifico di prim’ordine<br />
DEEP SPACE pag. 4<br />
Dall’8 gennaio 2005, la riconosciuta competenza didattica e divulgativa<br />
maturata dai Soci del Gruppo nel corso degli anni, ha favorito<br />
l’individuazione del nostro sodalizio come gestore del neonato Planetario<br />
“Città di Lecco”, sorto per l’appunto nel capoluogo lariano.<br />
In questo prestigioso contesto, tra i maggiori a livello nazionale, grazie ad<br />
una cupola da otto metri di diametro, a un proiettore Gambato da 3.200<br />
stelle, e all’innovativo sistema di monitor ad alta definizione, il pubblico e<br />
gli studenti possono assistere a proiezioni all’altezza delle proprie<br />
aspettative.<br />
Il Planetario è uno strumento formidabile per imparare le nozioni<br />
fondamentali dell'astronomia sferica: l'eclittica, i punti equinoziali e<br />
solstiziali, la precessione degli equinozi, il cammino del Sole rispetto alle<br />
stelle nel corso dell'anno, la variazione della durata del giorno e della<br />
notte al variare delle stagioni e della latitudine dell'osservatore.<br />
Nel complesso il Planetario è in grado di simulare il cielo realmente<br />
osservabile in condizioni di visibilità ideali da qualsiasi punto della Terra<br />
in qualsiasi data e ora di qualsiasi epoca storica o futura.<br />
Si tratta quindi di uno strumento eccezionale per la divulgazione rivolta<br />
alle scuole di ogni ordine e grado e al pubblico in genere.<br />
La cupola di otto metri di diametro e una capienza di 62 posti, collocano il<br />
Planetario di Lecco ai primissimi posti in Italia.
La Cupola<br />
DEEP SPACE pag. 5<br />
Il planetario si compone di due parti fondamentali: un proiettore e una<br />
cupola che funge da schermo semisferico in acciaio verniciato e raccoglie<br />
la luce proiettata dallo strumento al centro della sala, riproducendo un<br />
cielo assolutamente identico a quello reale. I moti apparenti della sfera<br />
celeste sono realizzati tramite movimenti del proiettore.<br />
La proiezione sfrutta una focalizzazione tramite lenti. Il proiettore, gestito<br />
da un computer, permette di visualizzare le stelle, le costellazioni, il Sole,<br />
la Luna e i pianeti come appaiono realmente a una qualsiasi ora e data<br />
dell’anno, e in qualsiasi epoca storica. E’ possibile vedere 3200 stelle, la<br />
Via Lattea, le nebulose, le galassie, gli ammassi globulari l'alba e il<br />
tramonto, nonché visualizzare le coordinate celesti, i punti cardinali, la<br />
visione mitologica delle costellazioni Zodiacali, la simulazione delle eclissi<br />
di Sole e di Luna, la posizione di eventuali comete, l'esplosione di<br />
supernove, il meccanismo delle eclissi, la presenza di nubi in cielo e altro<br />
ancora. Sotto la cupola del planetario il pubblico assiste a una spettacolare<br />
proiezione che simula la visione di una notte buia e serena popolata da<br />
migliaia di stelle; soprattutto, si possono osservare le stelle e i pianeti<br />
contemporaneamente al Sole, una funzione di alto valore didattico che<br />
solo il Planetario consente.
La sala conferenze multimediale<br />
A rendere la struttura di primissimo livello in campo nazionale è anche la<br />
sala multimediale attigua alla cupola, dove è possibile proiettare immagini<br />
e filmati di ogni genere e che viene utilizzata per le conferenze di<br />
approfondimento che non necessitano della simulazione della volta<br />
celeste.<br />
Personaggi di rilievo dell'astronomia italiana e internazionale sono spesso<br />
ospiti per conferenze di particolare interesse scientifico.<br />
Comodamente seduti in questa sala multimediale, é possibile assistere alle<br />
riprese effettuate in remoto con il telescopio dalla cupola astronomica<br />
situata sopra il Planetario, o dall’Osservatorio astronomico OVM in<br />
Valmalenco di proprietà di un nostro socio. http://www.cieloinvalmalenco.it/<br />
Planetario Città di Lecco Palazzo Belgiojoso Corso Matteotti 32<br />
Tel. 0341 367584 www.deepspace.it<br />
DEEP SPACE pag. 6
Il pendolo di Foucault<br />
In un Planetario con una ricca<br />
dotazione scientifica e tecnologica,<br />
non può mancare il<br />
pendolo di Foucault.<br />
Questo strumento dimostra<br />
empiricamente la rotazione<br />
terrestre. L’alternarsi del<br />
giorno e della notte rende<br />
naturalmente evidente questo<br />
movimento, ma dal punto di<br />
vista empirico questa<br />
osservazione non basta, come<br />
dimostrano millenni di storia<br />
dell’astronomia, per provare<br />
che sia la Terra a girare su se<br />
stessa e non il Sole e la sfera<br />
celeste a ruotare attorno a<br />
una Terra immobile al centro<br />
dell’Universo.<br />
A provare inconfutabilmente<br />
che il nostro pianeta gira<br />
come una trottola è proprio il<br />
pendolo di Foucault.<br />
DEEP SPACE pag. 7<br />
Mentre il pendolo oscilla, la Terra ruota sotto di esso: lo spostamento del<br />
piano di oscillazione del pendolo, visibile già dopo pochi minuti, è in realtà<br />
apparente. E’ la Terra, invece, a essersi spostata!<br />
Nella foto sopra a destra: il pendolo<br />
di Foucault.<br />
A sinistra un semplice strumento<br />
che fa capire in modo più immediato<br />
l’esperimento.
Il tubo di Newton<br />
DEEP SPACE pag. 8<br />
Il fenomeno della caduta dei gravi fu attentamente studiato da Galileo, cui<br />
si attribuisce anche l’esperimento, probabilmente mai effettuato, del lancio<br />
di oggetti di massa diversa dalla torre di Pisa per mostrare l’indipendenza<br />
del tempo di caduta dalla massa.<br />
Newton diede una spiegazione dinamica a tale fenomeno mentre quella di<br />
Galileo era una descrizione puramente cinematica.<br />
A Newton fu attribuita l’idea di utilizzare un tubo a vuoto per mostrare<br />
come in assenza di aria questa sia la maggiore responsabile della parte<br />
degli attriti nel moto di caduta di gravi di massa diversa.
La Spark Chamber<br />
E’ un autentico orgoglio degli autocostruttori del Planetario.<br />
Tra i molti strumenti realizzati dall’ingegno dei soci, questo è forse il più<br />
sorprendente: si tratta di un rivelatore di muoni, particelle effimere create<br />
dall’impatto dei raggi cosmici con l’atmosfera terrestre. Un sistema di<br />
condensatori a piastra metallica, la presenza di gas come mezzo di<br />
rilevazione e una notevole tensione elettrica sono gli elementi essenziali:<br />
La tensione genera una scarica elettrica rosso/giallastra quando un muone<br />
attraversa il gas.<br />
Un contatore d’impulsi tiene il conteggio dei muoni rilevati.<br />
Queste radiazioni vengono prodotte dai fenomeni più violenti dell’Universo,<br />
come l’esplosione di supernove e i Nuclei Galattici Attivi.<br />
L’ispirazione è venuta dalle nostre gite al Cern di Ginevra.<br />
La spark chamber (camera a scintillazione) è una riproduzione in<br />
dimensioni ridotta di un analogo strumento presente a Ginevra.<br />
DEEP SPACE pag. 9<br />
Lo strumento è stato inaugurato da Umberto Guidoni durante la sua visita<br />
a Lecco del 19 settembre 2011. L’astronauta ha acceso la camera e dopo<br />
pochi secondi sono apparsi i lampi, tra gli applausi del pubblico.<br />
Per i soci è stato un grande risultato perche replicare uno strumento di<br />
questo tipo richiede notevole perizia costruttiva.
Tellurio<br />
DEEP SPACE pag. <strong>10</strong><br />
Il simulatore di Equinozi riproduce il movimento di rivoluzione della Terra<br />
intorno al Sole, mostrando in modo immediato come varia l’angolazione<br />
con cui un osservatore vede il firmamento e gli elementi della sfera<br />
celeste da diverse latitudini.<br />
Un mappamondo può mostrare in parte quest’effetto, ma per apprezzarlo<br />
interamente e in modo efficace occorre aggiungere alcuni elementi:<br />
il Sole, un osservatore sulla superficie terrestre e un cerchio esterno che<br />
rappresenta l’eclittica completano questo efficace tellurio.<br />
Diventa così facile spiegare al pubblico perché l’eclittica e l’equatore<br />
celeste cambiano inclinazione in cielo a seconda della latitudine da cui si<br />
osserva.<br />
E’ una delle domande più frequenti poste dagli spettatori alla fine delle<br />
proiezioni.<br />
Il simulatore di equinozi fornisce una risposta molto convincente.
Simulatore di eclissi<br />
DEEP SPACE pag. 11<br />
Questo strumento, autocostruito, aiuta a capire il meccanismo delle<br />
eclissi.<br />
E’ stato ideato per spiegare in modo immediato come mai non avviene<br />
un’eclisse di Luna e una di Sole a ogni lunazione.<br />
La motivazione è l’inclinazione del piano dell’orbita lunare sull’eclittica (che<br />
è il piano dell’orbita terrestre). E questo fa sì che, quando Terra, Luna e<br />
Sole sono allineati, il nostro satellite passi sopra o sotto l’eclittica stessa.<br />
In Luna nuova, per esempio, il disco selenico passa sopra o sotto il disco<br />
solare, e non c’è eclisse. Questa avviene solo se la Luna si trova su uno<br />
dei nodi della sua orbita, cioè l’intersezione con l’orbita terrestre, o nelle<br />
immediate vicinanze.<br />
Costruito da un socio Deep Space, il simulatore comincia il suo<br />
esperimento con il movimento di rivoluzione della Terra intorno al Sole.<br />
Dopo pochi secondi si mette in moto anche la Luna, che effettua<br />
rapidamente i suoi giri.<br />
Solo quando l’allineamento avviene in vicinanza dei nodi un led si accende<br />
segnalando l’avvenuto eclissi.
Tellurio<br />
DEEP SPACE pag. 12<br />
L’eliogeo mostra come varia l’altezza del Sole nelle diverse stagioni.<br />
Spostando la ruota dei mesi, cambia l’inclinazione dell’asse terrestre<br />
rispetto ai raggi solari.<br />
Uno strumento di facile utilizzo e comprensione per le scolaresche.
Simulatore della precessione e della nutazione<br />
DEEP SPACE pag. 13<br />
Oltre alla rotazione e alla rivoluzione, la Terra ha altri due movimenti.<br />
Il nostro simulatore rende semplice e immediata la comprensione di questi<br />
due movimenti poco intuitivi e lentissimi, riproducendoli ad altissima<br />
velocità.<br />
L’asse terrestre, pur mantenendo inalterata la sua inclinazione (salvo<br />
variazioni millenarie che qui non ci interessano) ruota su se stesso<br />
compiendo un giro ogni 26mila anni.<br />
Questo movimento si chiama precessione dell’asse, e origina la<br />
precessione degli equinozi.<br />
Mentre compie questa rotazione colossale, l’asse viene però fatto oscillare<br />
leggermente avanti e indietro dall’attrazione lunare, come se vibrasse:<br />
questa è la nutazione. Ogni oscillazione avviene con un periodo di 18,6<br />
anni.
Sono due telluri “paradosso”<br />
Vedere che una ruota viaggia in salita è sorprendente.<br />
Naturalmente non c’è nessuna violazione delle leggi fisiche: la ruota sale<br />
ma il suo baricentro si abbassa<br />
Tellurio “a testa in giù”<br />
DEEP SPACE pag. 14<br />
Gli australiani non stanno a testa in giù , si potrebbe sintetizzare così la<br />
funzione di questo semplicissimo tellurio, che dimostra come non esistano<br />
nello spazio un su o un giù.<br />
Ogni luogo ha la sua verticale, il suo zenit, e nessuno è preferibile agli<br />
altri.
DEEP SPACE pag. 15
Un cercatore altazimutale<br />
DEEP SPACE pag. 16<br />
Cercare di notte un oggetto è difficile, figuriamoci di giorno.<br />
Con questo cercatore s’impostano le coordinate sui due cerchi graduati e<br />
l’oggetto è centrato.<br />
Uno dei più classici esempi di oggetti da trovare nella luce del giorno è<br />
Venere, anche perché il pianeta è così luminoso che, trovato con un<br />
piccolo binocolo, diventa facilmente visibile.<br />
Basta conoscere le coordinate in un dato momento: l’astro si sposta, per<br />
cui azimut e altezza variano costantemente.<br />
Se s’impostano correttamente, l’oggetto può essere osservato attraverso il<br />
tubo forato.
Cannocchiali<br />
DEEP SPACE pag. 17<br />
Per comprendere come Galileo vedeva gli astri con i suoi primordiali<br />
ma rivoluzionari cannocchiali, li abbiamo riprodotti.<br />
Dopo la costruzione di alcuni telescopi di ottima resa, la curiosità di<br />
metterci nei panni del padre della scienza moderna ci ha spinto a<br />
realizzare due cannocchiali identici ai suoi dal punto di vista ottico.<br />
Ne abbiamo costruiti due, con lunghezza focale, diaframma e<br />
ingrandimenti identici a quelli degli strumenti di Galileo: un tuffo indietro<br />
di quattro secoli.
Meridiana<br />
DEEP SPACE pag. 18<br />
Uno strumento antico per arricchire una struttura moderna.<br />
Sulla parete esterna del Planetario spicca una meridiana.<br />
Sono molte le motivazioni alla base della sua costruzione.<br />
Una di carattere estetico: la parete era enorme e spoglia, serviva un'idea<br />
efficace per renderla viva.<br />
La seconda è di ordine storico e didattico: le meridiane sono uno degli<br />
strumenti più antichi e nobili dell'astronomia, spesso vere e proprie opere<br />
d'arte che ornano monumenti e nuclei storici di straordinario pregio.<br />
La nostra è molto più semplice, anche per essere di fruizione più immediata<br />
da parte del pubblico.<br />
Avevamo a disposizione pannelli in cristallo verniciato, con scritte indicanti<br />
il Planetario.<br />
Abbiamo pensato di incidere, ovviamente dopo uno studio dettagliato, le<br />
linee delle ore e la tabella di correzione.<br />
Dopo alcune prove pratiche con una meridiana di cartone, abbiamo girato<br />
il lavoro al vetraio incisore.<br />
Nel gennaio 2008 la meridiana è stata installata e da allora fa bella mostra<br />
di sé nella cornice di Palazzo Belgiojoso.<br />
Non manca il motto che dà a ogni meridiana la sua distinta personalità,<br />
nel nostro caso «Segno solo le ore liete».
La Luna<br />
DEEP SPACE pag. 19<br />
Molti hanno la curiosità di sapere dove sono sbarcate le sei missioni lunari<br />
che hanno portato 12 astronauti a calcare il suolo del nostro satellite.<br />
Trovare cartine che lo mostrino non è difficile, ma una rappresentazione<br />
tridimensionale è molto più efficace. Ecco quindi un grande semiglobo che<br />
mostra la faccia visibile della Luna, con sei bandierine nei punti di sbarco.
Il telescopio Salmoiraghi<br />
DEEP SPACE pag. 20<br />
I telescopi sono gli strumenti per antonomasia dell'astronomia e il<br />
Planetario ne ha ovviamente una ricca dotazione.<br />
Tra questi vi sono due rifrattori d'epoca.<br />
Il primo, di proprietà del Comune, è un Salmoiraghi da 130 mm. con una<br />
lunghezza focale di 1500 mm.<br />
E' dotato di una montatura equatoriale con movimento in AR impresso da<br />
un sistema meccanico a molla con peso.<br />
Lo strumento, restaurato e montato su un carrello per il trasporto in<br />
cortile, viene usato per le osservazioni del pubblico il venerdì sera.<br />
Ovviamente ci sono strumenti molto più moderni e potenti a disposizione<br />
del pubblico, ma il Salmoiraghi ha un irresistibile fascino “vintage”.
Il telescopio Secretan a Paris<br />
DEEP SPACE pag. 21<br />
Il secondo telescopio d’epoca in possesso del Planetario è un rifrattore<br />
francese Secretan a Paris, con un diametro di 140 mm. e una focale di<br />
1700 mm.<br />
La sua costruzione risale a inizio 900, leggermente più antica di quella del<br />
Salmoiraghi. Non è solo in mostra, ma viene utilizzato per le osservazioni<br />
pubbliche. La focale notevole lo rende indicato per Luna e pianeti, ma si<br />
presta bene anche all’osservazione di oggetti deboli, come nebulose o<br />
ammassi. La montatura è altazimutale, più facile da usare e comoda<br />
anche per i meno esperti.<br />
Lo strumento è stato rimesso a nuovo, compreso il treppiede in legno che<br />
all’acquisto mancava (al suo posto c’era un treppiede in ferro).<br />
Siamo risaliti all’aspetto originale attraverso vecchie immagini, in modo da<br />
ristrutturarlo con cura.
Lifter<br />
DEEP SPACE pag. 22<br />
Fra questi strumenti scientifici particolari, uno è da record: il lifter,<br />
un oggetto leggerissimo che si alza e vola senza motore.<br />
Anno 1923, il dott. Thomas Townsend Brown e il prof. Alfred Biefeld,<br />
scoprono l'effetto propulsivo su condensatori con facce la cui area<br />
superficiale è fortemente asimmetrica, presso la Denison University in<br />
Granville, Ohio. ll disegno di base del sollevatore è stato completamente<br />
descritto nel Townsend Brown US Patent N° 2949550 archiviato il 16<br />
agosto 1960 e intitolato "Elektrokinetic".<br />
L'elevatore è un condensatore asimmetrico che utilizza alta tensione<br />
(> 20KV) per produrre una Spinta.<br />
Il sollevatore funziona senza parti in movimento, vola in silenzio, utilizza<br />
solo l'energia elettrica ed è in grado di sollevare il proprio peso, più un<br />
ulteriore carico utile.<br />
Oltre <strong>10</strong>0 repliche del lifter sono realizzate da vari ricercatori, compresa<br />
una versione da 5 m, fatta volare a 15 m di altezza, realizzata dal<br />
professor Saburo.<br />
Oggi, più di 350 repliche Lifter sono state costruite con successo da molti<br />
sperimentatori e fisici nel mondo, tra questi il N° 335 in data<br />
14-04-2006 di Erasmo Bardelli Gruppo Astrofili DEEP SPACE Lecco.
Razzo Saturn5<br />
Il Saturn V è ancora<br />
oggi il più colossale<br />
razzo realizzato dall'uomo:<br />
alto 1<strong>10</strong> metri,<br />
esattamente come il<br />
Duomo di Milano, ha un<br />
diametro di <strong>10</strong> metri<br />
alla base.<br />
Per confronto, il<br />
campanile di San<br />
Nicolò, a Lecco, è più<br />
basso di 14,6 metri.<br />
E' un razzo multistadio<br />
a combustibile liquido,<br />
non riutilizzabile, usato<br />
per lanciare le capsule<br />
Apollo.<br />
In totale ne furono<br />
lanciati 13, tra il 1967<br />
e il 1973, tutti con<br />
successo.<br />
Gli ultimi esemplari,<br />
non lanciati nelle<br />
missioni lunari, vennero<br />
riutilizzati per i<br />
laboratori Skylab.<br />
DEEP SPACE pag. 23<br />
Con i suoi 3,3 metri di altezza, attira immediatamente l'attenzione dei<br />
visitatori, specie dei bambini.<br />
Il modellino del razzo Saturn V, il vettore che portò l'uomo sulla Luna, è<br />
stato realizzato dal presidente Erasmo Bardelli per ricordare la più grande<br />
impresa nella storia dell'umanità. E' una riproduzione fedele del<br />
gigantesco missile, tra le più grandi in Italia.<br />
Costruito con materiale ordinario, senza partire da un kit apposito, è stato<br />
ricostruito grazie alle immagini Internet, in mancanza di disegni.
Sono più di 340 le immagini plastificate 30 x 40 cm<br />
DEEP SPACE pag. 24<br />
Il Planetario ha una collezione di oltre 340 immagini astronomiche<br />
plastificate in formato 30x40 cm.<br />
Un patrimonio cospicuo da utilizzare per lezioni nelle scuole ed esposizioni<br />
pubbliche: le foto toccano tutti i rami dell'astronomia.<br />
Dal Sistema Solare con riprese dei pianeti e dei satelliti effettuate dalle<br />
sonde spaziali, al profondo cielo con galassie, nebulose e ammassi.<br />
Non manca una sezione interamente dedicata al Sole stesso, così come c'è<br />
vasto spazio per i corpi minori (asteroidi e comete), la Luna, le eclissi,<br />
le aurore.<br />
Per quanto concerne l'astronautica, c'è un vasto stock di immagini riprese<br />
dalla Stazione spaziale Internazionale e foto degli astronauti che sono stati<br />
ospiti del Planetario in occasione delle diverse edizioni di Astronauticon.<br />
La conquista della Luna con tutte le missioni Apollo dalla 1 alla 17 può<br />
essere ripercorsa attraverso le nostre immagini.<br />
Non manca una meritato ricordo degli albori dell'era spaziale, dal primo<br />
satellite, lo Sputnik 1, al primo essere vivente lanciato nel cosmo, la<br />
cagnetta Laika, fino naturalmente al volo di Yuri Gagarin, primo uomo<br />
nello spazio.
NEBULOSE<br />
DEEP SPACE pag. 25<br />
COMPARAZIONI<br />
SOLE
La Cupola Astronomica<br />
DEEP SPACE pag. 26<br />
Al Planetario non c'è una sola cupola, ma due. Coronando un sogno<br />
inseguito da diversi anni, il gruppo Deep Space ha realizzato, sul tetto<br />
della struttura, un osservatorio astronomico.<br />
La cupola ospita un telescopio C11 da 280 mm. di diametro, con una<br />
focale di 2800 mm.<br />
Lo strumento può essere comandato sia manualmente che in remoto: con<br />
quest'ultima modalità, stando seduti comodamente in sala multimediale,<br />
si possono vedere in diretta su grande schermo le immagini riprese dal<br />
telescopio.<br />
Un osservatorio a portata di mano, gestito da un gruppo di volontari,<br />
rappresenta un'ottima attrattiva turistica per la città, oltre che non costare<br />
nulla alla collettività. Il battesimo della cupola è stato di altissimo livello: il<br />
nastro è infatti stato tagliato dall'astronauta Umberto Guidoni durante la<br />
sua visita al Planetario del 19 settembre 2011. Per chi vuole osservare il<br />
cielo da località buie e ideali, ricordiamo che c'è solo l'imbarazzo della<br />
scelta: le uscite mensili ai Piani Resinelli e le numerose osservazioni<br />
pubbliche rappresentano l'altra faccia della divulgazione teorica svolta al<br />
Belgojoso.
Il rover Sojourner<br />
Non è la prima sonda a essere atterrata con successo su Marte, ma è stata<br />
la prima in grado di muoversi sul suolo del Pianeta Rosso .<br />
La missione MARS PATHFINDER, lanciata il 4 dicembre 1996, toccò il suolo<br />
marziano il 4 luglio 1997, nella regione Ares Vallis, prossima all'equatore,<br />
dove anticamente un fiume sfociava in un lago.<br />
Il rover Sojourner, chiuso nel Lander atterrato con l'innovativa tecnica degli<br />
airbag, esplorò la superficie muovendosi cautamente sul terreno sino al<br />
momento dell’ultima trasmissione, avvenuta il 27 settembre 1997: a quel<br />
punto Pathfinder aveva inviato a Terra 16500 immagini dal Lander e 550<br />
dal Rover Sojourner, oltre alle analisi del suolo, delle rocce e a dati<br />
meteorologici.<br />
Il Lander poco dopo l'atterraggio si aprì e il piccolo rover scese sul suolo<br />
marziano attraverso due «scivoli».<br />
Sul robottino erano montate due<br />
telecamere che riprendevano il suolo<br />
marziano.<br />
Questo piccolo rover in grandezza<br />
naturale, assolutamente bello da<br />
vedere, è praticamente identico<br />
all'originale e funzionante tramite<br />
radio comando.<br />
Il piccolo Rover è visibile<br />
al Planetario.<br />
DEEP SPACE pag. 27
Il miracolo di Spirit e Opportunity<br />
Spirit (chiamato anche MER-A, Mars Exploration Rover-A, per distinguerlo<br />
dalla sonda gemella MER-B, Opportunity) è il primo dei due rover della<br />
NASA giunti su Marte nel gennaio 2004.<br />
Le specifiche del rover prevedevano che avrebbe funzionato per almeno<br />
novanta giorni.<br />
Tali specifiche sono state ampiamente superate e Spirit ha continuato a<br />
marciare sul suolo marziano per lunghissimo tempo.<br />
In data 4 gennaio 20<strong>10</strong> il rover ha "festeggiato" i 6 anni di lavoro sulla<br />
superficie marziana, dimostrando un'incredibile resistenza alle insidie<br />
climatiche del pianeta.<br />
Dal 22 marzo 20<strong>10</strong> non si hanno più contatti con il rover.<br />
Per mesi i tecnici della Nasa hanno cercato di riattivare il contatto con<br />
la sonda, attendendo segnali che dimostrassero che il rover era ancora<br />
attivo. Il 25 maggio 2011 la missione è stata dichiarata ufficialmente<br />
conclusa.<br />
Il modello in grandezza naturale è di notevole effetto e ha alcuni<br />
strumenti, situati sulla «testa», in grado di muoversi e operare.<br />
Il rover è visibile al Planetario.<br />
DEEP SPACE pag. 28
Meteoriti e micrometeoriti<br />
DEEP SPACE pag. 29<br />
Le micrometeoriti sono piccole particelle di polvere cosmica, o residui<br />
cometari, che cadono in grande quantità sulla Terra.<br />
Possono essere vetrose o composte di leghe ferrose.<br />
Ogni anno ne precipitano a tonnellate, senza che ce ne accorgiamo viste le<br />
ridottissime dimensioni delle particelle. Si trovano praticamente ovunque.<br />
Si parla di meteorite quando un oggetto che cade dallo spazio non viene<br />
completamente distrutto dall’ablazione atmosferica.<br />
Il riscaldamento è dovuto alla pressione dinamica generata dalla fortissima<br />
compressione dell’aria di fronte al meteorite.<br />
L’aria si riscalda e a sua volta riscalda il meteorite.<br />
Nella bacheca visibile al Planetario sono esposte alcune meteoriti ferrose<br />
cadute in diverse zone della Terra.<br />
Ci sono perfino due piccolissimi pezzi di Luna e di Marte e notevoli<br />
quantità di micrometeoriti raccolte facilmente nel nostro territorio.
Il Telescopio Coronado PST<br />
DEEP SPACE pag. 30<br />
Più idoneo, meno appariscente ma sicuramente un piccolo gioiello,<br />
è il piccolo Coronado da 40mm. con il filtro Alfa, unico per vedere le<br />
protuberanze solari, le macchie solari e i brillamenti.<br />
Sicuro e facile da usare, è l’unico telescopio che si può utilizzare durante<br />
il giorno, se si vogliono vedere e registrare i fenomeni frequenti sulla<br />
superficie del Sole.<br />
Attualmente lo strumento è montato su una montatura equatoriale<br />
motorizzata a disposizione del pubblico tutti i sabati e le domeniche<br />
prima delle conferenze pomeridiane nel Planetario.<br />
Macchie<br />
solari<br />
Protuberanze solari
Il Sismometro Deep Space<br />
DEEP SPACE pag. 31<br />
Unico nel suo genere, questo sismometro dimostra che con poca spesa<br />
si possono raggiungere risultati di alto valore scientifico.<br />
Anche se limitato rispetto ai più sofisticati e precisi strumenti del suo<br />
genere, questo apparecchio registra il verificarsi di una scossa sismica<br />
attraverso l'accensione di un led, che ne determina anche la direzione.<br />
L'ideatore e costruttore Erasmo.B.
ASTRONAUTI OSPITI AL PLANETARIO<br />
Mike Fincke 2009<br />
Umberto Guidoni 2011<br />
Paolo Nespoli 2011<br />
Samantha Cristoforetti 20<strong>10</strong><br />
Sandra Magnus 2012