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primo - Assemblea Regionale Siciliana

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– XLI –<br />

Scritti e discorsi<br />

dei propri convincimenti in un discorso tenuto a Palermo<br />

il 25 aprile 1976 (II, 598); rivolgendosi ai suoi amici di<br />

partito egli formulava una domanda molto precisa: «Il<br />

nostro è stato un ruolo attivo o è stato il ruolo di chi ha cercato<br />

di godere e di utilizzare ciò che di buono la società<br />

dava, bruciando e utilizzando il presente senza preoccuparsi<br />

del domani?» (II, 612). Evidentemente, tra questa<br />

immagine di partito di gestione e l’altra espressa nel discorso<br />

di Moro, correva una buona distanza.<br />

Piersanti cercava di accorciare per quanto stava in lui<br />

questo tratto di cammino, adoperandosi sempre nella ricerca<br />

di soluzioni unitarie. All’unità della Democrazia<br />

cristiana doveva, tendenzialmente, corrispondere l’unità<br />

sempre più larga delle forze politiche democratiche, presenti<br />

nell’<strong>Assemblea</strong> siciliana. Si può notare a questo<br />

proposito un reale parallelismo tra le vicende nazionali e<br />

quelle isolane. Preceduta da lunghi periodi di accostamento<br />

(a partire dagli accordi di fine legislatura della primavera<br />

1975), l’intesa col Partito comunista si concretò<br />

in una maggioranza che esplicitamente appoggiava la<br />

Giunta di governo presieduta da Piersanti nel febbraio<br />

1978, maggioranza destinata a durare fino al febbraio<br />

1979. Naturalmente l’unità realizzata con la maggioranza<br />

della prima Giunta di governo non impediva al<br />

Presidente di constatare la eterogeneità politica persistente<br />

tra Democrazia cristiana e Partito comunista; come<br />

nel 1975 aveva affermato: «Vi sono molti nodi che il<br />

P.C.I. non ha sciolto e che fanno tuttora da ostacolo alla<br />

collaborazione politica con questo partito» (II, 582), così<br />

nel 1979 prendeva atto della impossibilità per la<br />

Democrazia cristiana di far parte della Giunta regionale

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