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primo - Assemblea Regionale Siciliana

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Piersanti Mattarella<br />

mercio incide pesantemente in una regione con una rete<br />

fittamente capillarizzata di esercizi, che danno lavoro a<br />

migliaia di persone; che l’edilizia, settore portante, pur<br />

fra mille contraddizioni, dell’economia isolana per tutti<br />

gli anni ‘50 e ‘60, coinvolge, nella sua crisi, imprenditori<br />

e maestranze, di cui la Sicilia è particolarmente ricca,<br />

con un indotto di notevoli dimensioni, tipico di un sistema<br />

industriale povero di risorse e di tecnologia; che i risultati<br />

contraddittori dell’annata agraria, che vedono, accanto<br />

al buon andamento del settore oleario, una grave<br />

flessione dell’importantissimo comparto granario e vinicolo,<br />

non possono non avere negative refluenze sull’agricoltura<br />

siciliana.<br />

Non si possono peraltro coerentemente ricercare effetti<br />

deflazionistici senza poi riscontrare, nei fatti e nelle<br />

zone più depresse, la caduta a vite di certi consumi. Qui<br />

non si tratta di vedere se gli effetti di una politica deflazionistica<br />

siano o no positivi in un quadro più generale; si<br />

tratta, piuttosto, di constatare che in tal modo la Sicilia<br />

paga un prezzo altissimo a fronte della crisi.<br />

Tale crisi non è certo frutto di decisioni recenti nè è arrivata<br />

per caso. Essa è, al contrario, la conseguenza di un<br />

progressivo deterioramento dell’economia siciliana,<br />

particolarmente rilevabile attraverso un esame dei dati<br />

riguardanti il periodo 1970-1976.<br />

Il prodotto interno lordo al costo dei fattori è aumentato<br />

in Sicilia durante questo periodo del 3,24 per cento:<br />

tale incremento è superiore, sia pure di poco, alla media<br />

dell’intero Mezzogiorno (2,29 per cento) ma è inferiore<br />

all’incremento medio, registrato nello stesso periodo, in<br />

campo nazionale, che è del 3,34 per cento. Sembrerebbe<br />

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