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chiedendo il giuramento a Canziano che nega di aver mai promesso di sposarla e lo condanna<br />
a mantenere il figlio fino alla maggiore età e a provvedere di una dote adeguata Menia "more<br />
sclabonico" 99 .<br />
La novità in questo caso di matrimonio è il ruolo del fidanzamento come premessa e non<br />
più promessa di matrimonio, per cui basta un giuramento da parte del fedifrago non più<br />
angustiato dall'eventuale spergiuro come avveniva un tempo. Impari d'ora in poi la ragazza a<br />
non fidarsi di parole non giuridicamente sanzionate davanti al prete ed in chiesa! Meno male<br />
che sopravvive il "more sclabonico" della responsabilità del figlio e della dignità della donna,<br />
grande segno di civiltà di fronte alla vigliaccata gerarchica successiva. Interessante l'accusa di<br />
non offrire in canonica il pranzo ai battezzati; si supponeva a minor prezzo che in trattoria.<br />
Come fare a non tenere una specie di osteria in canonica? Si sarebbe mancato di carità<br />
cristiana!<br />
Il vic. pre Macorigh è spesso soggetto a contrasti giudiziari con privati e colleghi, sia per<br />
conti non saldati che per inframmettenze nelle cure altrui 100 . Nella visita del 1620 l'arcid.<br />
Giovanni Tanzio discute il caso matrimoniale di Simone Vertan di <strong>Cap</strong>oretto e Margherita di<br />
<strong>Volzana</strong>. Ordina al vic. pre Macorigh di pubblicare il matrimonio "de futuro" nella chiesa di<br />
<strong>Volzana</strong> sotto pena di sospensione tra Simone il ricorrente e Margherita, in tre giorni festivi<br />
secondo le lettere del vic. di <strong>Cap</strong>oretto pre Giovanni Querino 101 . Pre Macorigh è ancora fedele<br />
alla tradizione che vedeva nei fidanzati già degli sposi effettivi. Si mette in moto una<br />
procedura giudiziaria nei suoi confronti in vista dell'amozione. Il capitano di Tolmino<br />
presenta una supplica del comune di <strong>Volzana</strong> contro il vicario "*per le molte negligenze e per<br />
le relazioni sulla sua vita scandalosa e per i costumi non proprio religiosi". Il capitolo se ne<br />
convince e lo rimuove "*in base alle informazioni contenute nella supplica e considerato la<br />
richiesta spontanea dello stesso vicario presentata qualche tempo prima". Sotto pena di<br />
sospensione non deve più oltre interferire in quella cura, alla quale per il momento presta<br />
servizio come sostituto pre Vicentino vic. di Tolmino. Si apre il concorso, prorogato per l'8<br />
gennaio 102 .<br />
(25) Pre Antonio Carlino (1621+1632) ♣ Al concorso si presentano pre Antonio Carlino<br />
e pre Antonio Bisiaco di Tolmino; riesce pre Antonio Carlino 103 . Nella visita a San Mauro si<br />
nota "*la sacra pala lignea moderna con figure lignee dorate con antipendio con riquadri di<br />
cuoio dorati, due candelabri nichelati". Si chiede la stessa cosa per l'altare di San Leonardo,<br />
che ha il tabernacolo a cornu evangelii. C'è il riturale romano, ma non il messale nuovo<br />
riformato e le costituzioni patriarcali; predisporre un confessionale decente e acquistare tutti e<br />
tre i registri canonici. Il vicario insegna Pater Ave Credo a memoria durante la messa festiva.<br />
San Mauro di Modrea è sacramentale, le altre 8 filiali semplici: vi è una continua variabilità<br />
nel numero delle filiali. Il vicario "*si comporta rettamente", anche se, "*com'è notorio, tiene<br />
99<br />
ACC Vis arc b. 458, 15/18-6-1619. "nullo modo audeat se ingerere in matrimonio aliquo prosequendi in sua<br />
cura sub graviori poena nisi prius habuerit fidem a vicario nubendis vel tribus proclamationibus in ecclesia juxta<br />
disposita a Concilio Tridentino et reverendo Patriarca et quod non debeat se ingerere in rebus spectantibus vicariatui<br />
Tolmini nec aliis vicariatibus... duas claves diversas cum his diversis seriis super quacumque capsella elemosinarum<br />
levandas alteram a reverendo vicario pro tempore alteram vero a camerario existenti pro tempore juxta formam...<br />
nolle amplius habere in vicarium quia tenet uti uxorem concubinam et quotidianis temporibus eis iniuriam facit verbis<br />
et eo quia quando quis accedit ex eis ad baptizandum et non tendit in eorum favorem ad comedendum, in alia<br />
occasione baptizandi recusat eis seu pueris suis tradere baptismum et hic provideri etc. et ultra quod quando quis<br />
vadit ad reverendum pro petenda solutionem cuiuscumque crediti sui l.° solutionis huiusmodi petenti signo dat<br />
solutionem et quod destruit eorum consuetudinem et hoc exposuere coram archidiacono; et contra formam antiquam<br />
consuetudinis ausus est affere libros introitorum illustrissimo <strong>Cap</strong>itaneo quod non potuit quare ad illustrissimum et<br />
reverendum capitulum hoc spectat pro ut parati sunt coram ipso et his rapraesentantibus ostendere calcula et solvere;<br />
quod audet desponsare sponsos in parrochiali domo et non in ecclesia... habuisse rem cum eo et iam peperit sub<br />
promissione matrimonii".<br />
100<br />
AMC Def n. 37, 9-11-1619. 19-11-1619, p. 155v.<br />
101<br />
ACC Vis arc b 458, 15-6-1620.<br />
102<br />
AMC Def n. 37, 16-11-1620, p. 195; 16-12-1620, p. 211v. "propter multas indolentias et relationes de mala vita<br />
et non religiosis moribus... stantibus relationibus in supplicatione et considerato actu voluntario ipsius presbiteri iam<br />
non multo tempore facto".<br />
103<br />
AMC Def n. 37, 31-1-1621, p. 215.<br />
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