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una questione di giurisdizione per la visita progettata dal visitatore apostolico nella chiesa di<br />
San Mauro-<strong>Volzana</strong>.<br />
Un ultimo tentativo per una chiesa regolare: “*A nome del comune di Modrea, soggetta<br />
alla pieve di <strong>Volzana</strong>, si presentarono in capitolo Elio Scriz e Valentino Gabricio di <strong>Volzana</strong>,<br />
portavoce e deputati del comune, accompagnati dall'ecc.mo avv. Rossi che presentò una<br />
duplice richiesta, una risalente al 1584, insistendo ed umilmente implorando il capitolo di<br />
concedere quello che è contenuto nella presente supplica e nella precedente allegata. I rev.di<br />
capitolari, presa visione della duplice richiesta, decisero di scrivere al rev.do pre Mattia<br />
Mussulino di <strong>Volzana</strong>, comunicandogli che per ora non possono concedere la licenza<br />
richiesta, cioè di far celebrare nella cappella come nella supplica, se la chiesa non è prima<br />
finita e consacrata dal rev.do ordinario o da un qualche altro incaricato dall'ordinario<br />
stesso. Solo a questo punto il capitolo è disposto a concedere volentieri il permesso e non<br />
altrimenti. Nel frattempo il rev.do arcidiacono controlli lo stato dei lavori della cappella e se<br />
gli pare, a nome dell'intero capitolo, conceda pure la licenza richiesta sempre alla condizione<br />
richiesta e non altrimenti” 65 .<br />
L'ordine comporta una trafila burocratica di licenze e sembra tutto logico e civile, ma di<br />
mezzo ci va la carica emotivo-innovativa di un popolo bisognoso di esprimersi tutte le volte<br />
che percepisce che le istituzioni sono inadeguate alle attese ed alle urgenze. Non ha mai<br />
creduto all'infallibilità di nessuno, neanche di Dio: quando si è convertito ha semplicemente<br />
optato per il "dio più forte"; si è tenuto cioè sempre e solo ai fatti, più che per intelligenza per<br />
necessità. Credere al trascendente è un lusso di chi ha il paradiso in terra, non di chi vive già<br />
nell'inferno quotidiano. Subire le violenze della fede è un destino storico, ma non darà mai la<br />
sua adesione convinta. Ha sempre temuto le angherie dei potenti non quelle di un Dio<br />
dell'inferno. Quando davvero ha creduto allora si trattava del "suo" Dio che cercava di<br />
riscattare dal monopolio dei padroni. La bestemmia popolare ha per oggetto sempre il dio dei<br />
forti e si arricchisce di nuovi obiettivi secondo il potere di turno, ad esempio san Marco sotto<br />
Venezia, san Domenico, san Francesco contro i frati ecc. Se tutto ciò era un male, non era<br />
superiore a quello che subiva dalla religione costituita. Il Concilio di Trento ha tentato di<br />
offuscare queste evidenze col sacro impreziosito di metalli nobili, stoffe damascate e seriche,<br />
architetture barocche e rococò, culture mistico psicotiche ecc., rifiutando di ridimensionarsi e<br />
di lasciar crescere: l'ordine è mortificazione.<br />
La successione degli eventi fin qui documentata sembra chiarita dall'ispezione in loco<br />
dell'arcid. Curzio Cusano: è il testo a cui rimanda la nota marginale all'apertura dell'intera<br />
vicenda. “*Riferì di aver visto un sacello da poco ex novo costruito nelle pertinenze di San<br />
Mauro di Modrea, dove per l'innanzi, negli anni appena trascorsi, fu abbattuto un sacello<br />
fatto di tavole per varie superstizioni e scandali accaduti. Sentita la relazione i capitolari,<br />
capendo che nel luogo era stato costruito quel sacello contro l'intenzione del rev.do capitolo,<br />
addirittura successivamente per scandali e superstizioni drasticamente condannato ed<br />
abominato, fu decretato di non costruire giammai una qualsiasi cappella in quel luogo in<br />
modo da cancellare gli abusi ivi perpetrati e da perpetrarsi, se prima non si sia provveduto in<br />
modo adeguato. Quindi fu decretato e stabilito che la predetta cappella costruita<br />
temerariamente senza licenza e all'insaputa del capitolo, sia spinata quanto prima e<br />
cancellata. Ad eseguire quanto stabilito fu incaricato il rev.do Giovanni Battista Sarti,<br />
canonico presente e disponibile, al quale si raccomanda di ricorrere, se del caso, anche al<br />
evenerit detur notitia prelibato reverendo capitulo ut possit consultius provideri et prout scriptum fuit in litteris<br />
exaratis in libro litterarum".<br />
65 AMC Def n. 32, 10-6-1589, p. 222v. “Pro communi villae Modreae subditae Plebi <strong>Volzana</strong>e comparuere Helius<br />
Scriz, Valentinus Gabricius de <strong>Volzana</strong>, nuntii et deputati dicti communis cum excellentissimo Rossis advocato et<br />
presentavit binas supplicationes una cum concessione de anno 1584, instans et humiliter petens concedi prout in<br />
praesenti supplicatione et concessione praedicta. Quibus lectis et auditis reverendi capitulares antefati, decreverunt<br />
quod scribantur litterae venerabili domino presbitero Mathiae Mussulino de <strong>Volzana</strong>, quod de praesenti non possent<br />
petitam licentiam concedi, scilicet celebrari faciendi in capella ut in supplicatione praefata, nisi prius completa tota<br />
ecclesia et facta consecratione de ea per reverendum ordinarium vel ab aliquo alio reverendo episcopo habenti<br />
licentiam a domino ordinario. Quo facto libenter eidem communi licentiam concedent et non aliter; hoc interim<br />
reverendus dominus archidiaconus videat status capellae et si ei videbitur, nomine totius capituli, concedet ut supra<br />
petitum est et cum dicta comminatione et non aliter”.<br />
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