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Cap. V – Volzana - Dott. Faustino Nazzi

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una questione di giurisdizione per la visita progettata dal visitatore apostolico nella chiesa di<br />

San Mauro-<strong>Volzana</strong>.<br />

Un ultimo tentativo per una chiesa regolare: “*A nome del comune di Modrea, soggetta<br />

alla pieve di <strong>Volzana</strong>, si presentarono in capitolo Elio Scriz e Valentino Gabricio di <strong>Volzana</strong>,<br />

portavoce e deputati del comune, accompagnati dall'ecc.mo avv. Rossi che presentò una<br />

duplice richiesta, una risalente al 1584, insistendo ed umilmente implorando il capitolo di<br />

concedere quello che è contenuto nella presente supplica e nella precedente allegata. I rev.di<br />

capitolari, presa visione della duplice richiesta, decisero di scrivere al rev.do pre Mattia<br />

Mussulino di <strong>Volzana</strong>, comunicandogli che per ora non possono concedere la licenza<br />

richiesta, cioè di far celebrare nella cappella come nella supplica, se la chiesa non è prima<br />

finita e consacrata dal rev.do ordinario o da un qualche altro incaricato dall'ordinario<br />

stesso. Solo a questo punto il capitolo è disposto a concedere volentieri il permesso e non<br />

altrimenti. Nel frattempo il rev.do arcidiacono controlli lo stato dei lavori della cappella e se<br />

gli pare, a nome dell'intero capitolo, conceda pure la licenza richiesta sempre alla condizione<br />

richiesta e non altrimenti” 65 .<br />

L'ordine comporta una trafila burocratica di licenze e sembra tutto logico e civile, ma di<br />

mezzo ci va la carica emotivo-innovativa di un popolo bisognoso di esprimersi tutte le volte<br />

che percepisce che le istituzioni sono inadeguate alle attese ed alle urgenze. Non ha mai<br />

creduto all'infallibilità di nessuno, neanche di Dio: quando si è convertito ha semplicemente<br />

optato per il "dio più forte"; si è tenuto cioè sempre e solo ai fatti, più che per intelligenza per<br />

necessità. Credere al trascendente è un lusso di chi ha il paradiso in terra, non di chi vive già<br />

nell'inferno quotidiano. Subire le violenze della fede è un destino storico, ma non darà mai la<br />

sua adesione convinta. Ha sempre temuto le angherie dei potenti non quelle di un Dio<br />

dell'inferno. Quando davvero ha creduto allora si trattava del "suo" Dio che cercava di<br />

riscattare dal monopolio dei padroni. La bestemmia popolare ha per oggetto sempre il dio dei<br />

forti e si arricchisce di nuovi obiettivi secondo il potere di turno, ad esempio san Marco sotto<br />

Venezia, san Domenico, san Francesco contro i frati ecc. Se tutto ciò era un male, non era<br />

superiore a quello che subiva dalla religione costituita. Il Concilio di Trento ha tentato di<br />

offuscare queste evidenze col sacro impreziosito di metalli nobili, stoffe damascate e seriche,<br />

architetture barocche e rococò, culture mistico psicotiche ecc., rifiutando di ridimensionarsi e<br />

di lasciar crescere: l'ordine è mortificazione.<br />

La successione degli eventi fin qui documentata sembra chiarita dall'ispezione in loco<br />

dell'arcid. Curzio Cusano: è il testo a cui rimanda la nota marginale all'apertura dell'intera<br />

vicenda. “*Riferì di aver visto un sacello da poco ex novo costruito nelle pertinenze di San<br />

Mauro di Modrea, dove per l'innanzi, negli anni appena trascorsi, fu abbattuto un sacello<br />

fatto di tavole per varie superstizioni e scandali accaduti. Sentita la relazione i capitolari,<br />

capendo che nel luogo era stato costruito quel sacello contro l'intenzione del rev.do capitolo,<br />

addirittura successivamente per scandali e superstizioni drasticamente condannato ed<br />

abominato, fu decretato di non costruire giammai una qualsiasi cappella in quel luogo in<br />

modo da cancellare gli abusi ivi perpetrati e da perpetrarsi, se prima non si sia provveduto in<br />

modo adeguato. Quindi fu decretato e stabilito che la predetta cappella costruita<br />

temerariamente senza licenza e all'insaputa del capitolo, sia spinata quanto prima e<br />

cancellata. Ad eseguire quanto stabilito fu incaricato il rev.do Giovanni Battista Sarti,<br />

canonico presente e disponibile, al quale si raccomanda di ricorrere, se del caso, anche al<br />

evenerit detur notitia prelibato reverendo capitulo ut possit consultius provideri et prout scriptum fuit in litteris<br />

exaratis in libro litterarum".<br />

65 AMC Def n. 32, 10-6-1589, p. 222v. “Pro communi villae Modreae subditae Plebi <strong>Volzana</strong>e comparuere Helius<br />

Scriz, Valentinus Gabricius de <strong>Volzana</strong>, nuntii et deputati dicti communis cum excellentissimo Rossis advocato et<br />

presentavit binas supplicationes una cum concessione de anno 1584, instans et humiliter petens concedi prout in<br />

praesenti supplicatione et concessione praedicta. Quibus lectis et auditis reverendi capitulares antefati, decreverunt<br />

quod scribantur litterae venerabili domino presbitero Mathiae Mussulino de <strong>Volzana</strong>, quod de praesenti non possent<br />

petitam licentiam concedi, scilicet celebrari faciendi in capella ut in supplicatione praefata, nisi prius completa tota<br />

ecclesia et facta consecratione de ea per reverendum ordinarium vel ab aliquo alio reverendo episcopo habenti<br />

licentiam a domino ordinario. Quo facto libenter eidem communi licentiam concedent et non aliter; hoc interim<br />

reverendus dominus archidiaconus videat status capellae et si ei videbitur, nomine totius capituli, concedet ut supra<br />

petitum est et cum dicta comminatione et non aliter”.<br />

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