Cap. V – Volzana - Dott. Faustino Nazzi

in piena sintonia con le rivendicazioni dei movimenti del dissenso religioso luterano. Viene
spontaneo riferirsi alla tradizione gnostica della chiesa aquileiese; la rivendicazione della
propria autonomia sia comunitaria che individuale costituisce l'aspirazione dell'uomo in ogni
tempo. Questi movimenti popolari rifiutano un cristianesimo clericale fatto di promesse non
mantenute e per giunta dispendioso oltre ogni sua giustificazione materiale e spirituale.
Il capitolo ricorre a Roma. “*Fu proposto e deciso, con l'accordo di tutti, escluso il rev.do
Sebastiano de Rubeis, di informare Roma sui fatti accaduti sulla chiesa di recente individuata
nella contrada di Tolmino come documentato nelle lettere di cui un esemplare sta in mano del
rev.do canonico Bernardo” 61 .
Nel frattempo la popolazione, riconosciuta l'emergenza della cappella-baracca, ritenta la
via della legalità. Col primo modello si era raccolto un mucchio di offerte che ora si vorrebbe
impiegare per la costruzione di una chiesa legale e più dignitosa. Il capitolo: “*Sulla richiesta
del comune di Modrea per l'inventario delle offerte versate alla chiesa costruita di recente ed
altro come nella supplica, si decise di fare l'inventario dei soldi e delle cose offerte alla
cappella al cospetto del sig. luogotenente di Tolmino e di testimoni qualificati da convocare.
Quanto poi alla questione se abbattere o mantenere la cappella, visto che il rev.do capitolo
non procedette a concedere il permesso di costruirla, non intende ingerirsi fino alla
decisione che prenderanno i sig. superiori nelle mani dei quali ora si trova la questione” 62 .
Si devono attendere le decisioni superiori, compresa Roma. La sacra baracca è ancora lì
fremente promesse e minacce. I soldi, “*in mano di Gibillino di Tolmino”, sono rivendicati
“*da quelli di Modrea... per loro uso e consumo”. Per compiacere le attese delle parti si
toglie di mezzo la costruzione fatiscente. “*Presa visione in capitolo della supplica fatta da
quelli di Modrea sul destino delle offerte alla cappella ora distrutta nella contrada di
Tolmino”, si ricorrere all'Arciduca suggerendo di destinare la somma “*in uso e nell'utilità
delle chiese di Tolmino”, in compenso della requisizione di decime e di altri privilegi come la
"pescagione", “*sequestrati per disposizione dei rappresentanti regi e loro vice”; bisogna
fare presto “*perché non vadano disperse in danno delle chiese soggette al rev.do capitolo in
montibus” 63 . La cappella abusiva è stata abbattuta, con quella facilità con cui era stata tirata
su.
"*Per trattare l'affare della chiesa di San Mauro di Caporetto" s'incarica il can.
Scarsaborsa con il rev.do visitatore apostolico che si trova attualmente in Gorizia e faccia del
suo meglio riportando poi in capitolo i risultati al suo ritorno. I problemi con il visitatore
apostolico erano pure altri e cioè la sua pretesa di tenere le visite nelle chiese soggette al
capitolo, senza umiliarsi a chiedere il permesso o d'intesa. Si decise drasticamente "*di
scrivere ai singoli vicari di Volzana, San Vito, Circhina e Chinesa che non permettano di
visitare le rispettive chiese, soggette a questo capitolo, da parte di qualsiasi visitatore non in
possesso dell'autorità da parte dell'ente competente e nel caso che ciò succeda, si dia notizia
al rev.do capitolo, perché possa prendere le decisioni necessarie così e come è contenuto nel
registro delle lettere" 64 . La questione non si riferisce alla chiesa fantomatica di Modrea, ma di
61 AMC Def n. 32, 11-9-1584, p. 65. “Propositum et diffinitum fuit, nemine discrepante, nisi reverendo domino
Sebastiano de Rubeis, quod scribatur Romae de rebus successis in materia ecclesiae de novo repertae in contrata
Tulmini in omnibus prout in ipsis literis quarum exemplum remansit in manibus reverendi Bernardi canonici”.
62 AMC Def n. 32, 16-10-1584, p. 66. “In materia supplicationis communis villae Modreae, occasione
inventariandi pecunias oblatas capellae de novo constructae et ut in ea, diffinitum fuit quod fiat inventarium
pecuniarum et rerum oblatarum ipsi capellae cum praesentia clementissimi domini locumtenentis Tulmini et testium
vocandorum. Quo vero ad destruendam vel conservandam capellam ipsam, stante quod reverendum capitulum non
processit ad dandam facultatem construendi capellam ipsam, non intendit in hoc se ingerere usque ad resolutionem
dominorum superiorum in cuius manibus difficultas ipsa reperitur”.
63 AMC Def n. 32, 25-6-1585, p. 92v. “in manibus Gibillini de Tulmino... per illos de Modrea... ad eorum usum”.
AMC Def n. 32, 27-6-1585, p. 93. “Lecta et audita supplicatione in capitulo occasione pecuniarum oblatarum
capellae dirutae in contrata Tulmini per illos de Modrea perventarum... pro usu et utilitate ecclesiarum Tulmini...
elevatis sub dictatione per regios vel eorum vicegerentes”. AMC Def n. 32, 5-7-1585, p. 94. “ne in sinistrum vadant
ad damnum ecclesiarum subditarum reverendo capitulo in montibus”.
64 AMC Def n. 32, 4-8-1586, p. 129. "Ad tractandum negotium ecclesiae Sancti Mauri de Caporeto". AMC Def n.
32, 12-8-1586, p. 129v. "Quod scribantur littere vicariis Tulmini, Volzanae, Sancti Viti, Circhinae et Chinese eos
admonentes ut non sinant visitare ecclesias subditas huic reverendo capitulo in illis partibus per quempiam dominum
visitatorem non habentem authoritatem specialem visitandas a dominio a quo et de praemissis, quatenus casus
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