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Cap. V – Volzana - Dott. Faustino Nazzi

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coi piedi di piombo.<br />

(15) Pre Intiussio (?) (-1564-) ♣ "*Lette le lettere del vicario di Tolmino scritte in favore<br />

di pre Urbano suo cooperatore, riguardo alla vicaria di <strong>Volzana</strong> che si vocifera sia vacante<br />

per aver ricevuto dei soldi da un altro sacerdote in conto di detto vicariato e così come è<br />

scritto nelle lettere, fu deciso di emettere un editto su questo fatto per poterlo approfondire<br />

meglio e si risponda al cooperatore che il rev.do capitolo avrà sempre cura di<br />

raccomandarlo e quando giungerà il momento di poterlo gratificare" 33 . Si tratta di un<br />

tentativo di simonia e della possibile rimozione del fedifrago.<br />

Non sappiamo se pre Michele fosse effettivo e legittimo vic. di <strong>Volzana</strong> o un vicario di<br />

passaggio e di compromesso. Nel 1564 si cita un altro vicario. "*Processo contro pre Intiusso<br />

(?) nella cura di <strong>Volzana</strong>. Si decise che il rev.do arcidiacono vada cavalcando fino a <strong>Volzana</strong><br />

per formare processo se è del caso a proposito della diceria che detto prete abbia venduto il<br />

beneficio della villa, per fare un'approfondita inchiesta" 34 . Dalla nostra ricerca questo sembra<br />

l'unico caso almeno sospetto di commercio simoniaco di benefici, ma dovevano essere<br />

frequenti, anche se il tutto avveniva nel rispetto delle "regole".<br />

Un caso matrimoniale ♣ "*Per Mattia Baldassarre di Modrea. Lo stesso presentatosi<br />

disse che tempo fa lui prese in casa Margherita fu Michele di Modriza, senza domicilio e<br />

mendicante. Quindi sposò Pietro suo figlio di circa 14 anni; ma dato che questa ragazza fu<br />

rapita da alcuni suoi parenti il sig. luogotenente di Tolmino li catturò fino alla<br />

chiarificazione di diritto. Quindi i due sposi furono esaminati dal vice arcidiacono sostituto<br />

rev.do De Copettis sull'affinità vicendevole e Pietro e Margherita furono sospesi per<br />

l'esistenza d'impedimento di 4° grado. Chiesero allora all'arcidiacono di consigliarli sul da<br />

farsi. Questi rispose che non era il caso di consulti, ma di rivolgersi direttamente al rev.do<br />

legato per la dispensa essendo nella condizione di ottenerla" 35 .<br />

Il matrimonio nel passato fino al concilio di Trento e per molto tempo anche dopo si<br />

celebrava laicamente e spesso "per verba de praesenti", cioè per un'intesa fra i due, come una<br />

promessa, un regalo, un gesto d'affetto esplicito e certamente la copula. I ministri erano gli<br />

sposi con il loro consenso vicendevole. La benedizione non era necessaria, anche se gradita,<br />

ma non richiesta regolarmente; quando interveniva costituiva un accessorio del matrimoniosacramento<br />

in atto. La mancanza di un rituale per la celebrazione del matrimonio fino al 1575<br />

quando fu adottato quello di rito romano, ne è chiara prova. Costituiva problema, come si<br />

vede nel caso presente, l'impedimento di solito di 3° o 4° grado di parentela, per i quali si<br />

doveva chiedere la dispensa che veniva concessa di solito per la ristrettezza demografica<br />

paesana e per la povertà dei nubendi. Non c'era però premura né tra il popolo né tra il clero se<br />

non altro per evitare spese. La maggiore età erano i 14 anni per i maschi e meno ancora per le<br />

donne. Il parere dei genitori doveva farsi valere prima del consenso effettivo fra gli interessati<br />

che se mancava il matrimonio era considerato clandestino, ma valido tanto che se<br />

l'opposizione dei parenti ne determinava la rottura questi venivano perseguiti e puniti con gli<br />

33 AMC Def n. 29, 4-1-1564, p. 69v. "Lectis literis vicarij Tulmini scriptis ad favorem presbiteri Urbani<br />

cooperatoris dicti vicarij circa vicariam de <strong>Volzana</strong> quae dicitur vacare ob certam receptionem pecuniarum habitam<br />

ab alio sacerdote super dicto vicariatu et prout in dictis literis, fuit diffinitum quod ponatur edictum super huiusmodi<br />

re pro ea melius consulendo et respondeatur praedicto cooperatori quod reverendum capitulum habebit curam semper<br />

commendare et dare modo veniat occasio eum gratificandi".<br />

34 AMC Def n. 29, 7-1-1564, p. 70. "Contra presbiterum Intiussum in Plebe <strong>Volzana</strong>e. diffinitum fuit quod<br />

dominus archidiaconus debeat equitare <strong>Volzana</strong>m ad formandum processum si oportuerit super eo quod asseritur<br />

dictum presbiterum vendidisse beneficium dictae villae ad hoc ut fiat matura provisio".<br />

35 AMC Def n. 29, 31-1-1564, p. 77. "Pro Matthia Baltassar de Modrea. Idem personaliter constitutus dixit quod<br />

aliter ipse excepit in domo sua Margettam filiam quondam Michaelis de Modriza quae non habebat domicilium et<br />

mendicabat. Item desponsavit Petrum filium suum annorum circa 14, sed quia dicta puella fuit rapta per nonnullos<br />

suos affines magnificus dominus Locumtenens Tulmini caturavit raptores sequestratores de puella usque ad jus<br />

cognitum. Unde hi per reverendum dominum presbiterum dominum de Copettis archidiaconum substitutum fuissent<br />

examinati super affinitate et suspensi fuissent dicti Petrus et Margetta, existente impedimento in quarto gradu;<br />

supplicaverunt per dominum reverendum archidiaconum consuli quid agendum sit. Quod reverendus archidiaconus<br />

dixit nolle consulere et quatenus sint habiles ad dispensationem declaravit quod petantur dispensatio a reverendissimo<br />

Legato".<br />

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