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The last of thies three, moste gratiouse souereigne lorde, was John Bocas of Certaldo, whiche in lyke wyse as the tother twayne, Dante and Petracha, wer moste exellent in the vulgare ryme, so thys Bocas was aboue all others in prose, as it apperythe by his hundrith tayles and many other notable workes. Nor he was noo lesse elegaunte in the prose of his oune tunge then he was in the Latyne tunge, wherin, as Petrak dyd wryte clerkly certeyn volumes in the Latyne tunge, so dyd thys clerke. 18 [L’ultimo di questi tre, mio signore e sovrano, era Giovanni Boccaccio di Certaldo, il quale, così come gli altri due, Dante e Petrarca, eccellevano nella poesia in volgare, così questo Boccaccio eccelleva sopra ogni altro nella prosa, come è evidente dalle sue cento novelle e da molte altre famose opere. E non era meno elegante nella prosa in volgare che nella prosa in latino, lingua nella quale questo dotto scrisse così come Petrarca scrisse dottamente volumi in latino] Il passo mostra chiaramente che il compito che si prefigge Henry Parker è quello di riscattare dall’oblio il Boccaccio latino, puntando sulla fama dell’autore del Decameron. Al contrario, nella versione quattrocentesca del De claris mulieribus, Boccaccio viene esplicitamente nominato come l’autore del De Casibus: Iohn Bokase, so clepyde is his name That wrote the fall of pryncyis stronge and bolde, And into Englissh translate is the same. 19 [Giovanni Boccaccio, così si chiamava, che scrisse un libro sulla caduta dei principi forti e audaci, che ora è tradotto in inglese] prova ulteriore che il Boccaccio del lettore inglese quattrocentesco rimane il Boccaccio moralista e latino. La descrizione di De casibus come “the fall of pryncys” collega questo testo a un’altra e ben più famosa versione inglese di un testo boccacciano, vale a dire The Fall of Princes di John Lydgate, traduzione di straordinaria lunghezza, intrapresa tra il 1431 e il 1439 con il tramite della versione francese di Laurent de Premierfait. La versione di Lydgate è particolarmente interessante per noi perché ci introduce a una seconda ondata dell’interesse inglese per Boccaccio, interesse che trova il suo principale J.P. Carley, London, The British Library, 2000, pp. 153-169. La traduzione di Parker è pubblicata in Forty-six Lives Translated from Boccaccio’s De Claris Mulieribus by Henry Parker, Lord Morley, a cura di H.G. Wright, Early English Text Society, London, Oxford University Press, 1943. 18 Forty-six Lives, cit., p. 2. 19 Versi 16-18. Citati in COWEN, An English Reading of Boccaccio, cit., p. 130. 256

punto di riferimento nella biblioteca di uno dei personaggi più significativi dell’umanesimo inglese: Humphrey, Duke of Gloucester. Fratello di Enrico V e Protettore d’Inghilterra durante l’infanzia di Enrico VI, Humphrey giocò un ruolo fondamentale nella politica inglese della prima metà del Quattrocento, ma oggi è ricordato soprattutto come bibliofilo e mecenate, appassionato collezionista di manoscritti che in buona parte donò alla neonata biblioteca dell’Università di Oxford; ancora oggi, la sala centrale della Bodleian Library porta il suo nome. Spesso indicato come il primo ispiratore dell’umanesimo in Inghilterra, Humphrey si servì di una rete di contatti in Italia per acquisire copie di testi medievali e umanistici, e commissionò traduzioni di classici latini e greci, nonché di testi contemporanei italiani 20 . Benché purtroppo della sua biblioteca sopravvivano solo una quarantina di manoscritti, abbiamo elenchi di donazioni, copie delle lettere con cui commissionava acquisti e traduzioni agli umanisti italiani, e altri documenti che ci permettono di valutare l’impatto che la sua attività ebbe nell’allargare i confini culturali inglesi e nel promuovere lo scambio intellettuale con le culture europee contemporanee, in particolare quella italiana e francese 21 . Negli ultimi anni della sua vita, allontanatosi da una vita politica che aveva offerto più fallimenti che successi, Humphrey si dedicò alla costruzione del suo palazzo di Plesaunce a Greenwich, e qui edificò una biblioteca che non serviva solo a raccogliere i volumi che aveva collezionato nel corso della sua vita, ma anche ad offrire un luogo di studio e di lavoro a umanisti e scrittori, italiani e inglesi, che si avvalessero della sua protezione. La scena viene evocata dall’anonimo traduttore del trattato De Agricultura di Palladius, attraverso il riferimento a una serie di studiosi: 20 Per una prima valutazione del contributo di Duke Humphrey all’umanesimo inglese, si veda R. WEISS, Humanism in England During the Fifteenth Century, Oxford, Blackwell, 1941 (seconda ed. 1957), pp. 39-70. Molte delle conclusioni di Weiss sono state messe in discussione da David Rundle (On the Difference between Virtue and Weiss: Humanist Texts in England during the Fifteenth Century, in Courts, Counties and the Capital in the Later Middle Ages, a cura di D.E.S. Dunn, New York, St Martin’s Press, 1996, pp. 181-203); e da S. SAYGIN, Humphrey, Duke of Gloucester (1390-1447) and the Italian Humanists, Leiden, Brill, 2002. 21 Per la ricostruzione della biblioteca di Duke Humphrey, siamo indebitati soprattutto ad A. SAMMUT, Unfredo duca di Gloucester e gli umanisti italiani, Padova, Antenore, 1980. Si vedano anche D. RUNDLE, Two Unnoticed Manuscripts from the Collection of Humfrey, Duke of Gloucester, “The Bodleian Library Record”, 16 (1998), pp. 211-224, 299-313; A. PETRINA, Cultural Politics in Fifteenth-century England. The Case of Humphrey, Duke of Gloucester, Leiden, Brill, 2004. 257

The last of thies three, moste gratiouse souereigne lorde, was John Bocas<br />

of Certaldo, whiche <strong>in</strong> lyke wyse as the tother twayne, Dante and Petracha,<br />

wer moste exellent <strong>in</strong> the vulgare ryme, so thys Bocas was aboue all others<br />

<strong>in</strong> prose, as it apperythe by his hundrith tayles and many other notable<br />

workes. Nor he was noo lesse elegaunte <strong>in</strong> the prose of his oune tunge<br />

then he was <strong>in</strong> the Latyne tunge, wher<strong>in</strong>, as Petrak dyd wryte clerkly certeyn<br />

volumes <strong>in</strong> the Latyne tunge, so dyd thys clerke. 18<br />

[L’ultimo <strong>di</strong> questi tre, mio signore e sovrano, era Giovanni Boccaccio <strong>di</strong><br />

Certaldo, il quale, così come gli altri due, Dante e Petrarca, eccellevano<br />

nella poesia <strong>in</strong> volgare, così questo Boccaccio eccelleva sopra ogni altro<br />

nella prosa, come è evidente dalle sue cento novelle e da molte altre famose<br />

opere. E non era meno elegante nella prosa <strong>in</strong> volgare che nella prosa <strong>in</strong><br />

lat<strong>in</strong>o, l<strong>in</strong>gua nella quale questo dotto scrisse così come Petrarca scrisse<br />

dottamente volumi <strong>in</strong> lat<strong>in</strong>o]<br />

Il passo mostra chiaramente che il compito che si prefigge Henry<br />

Parker è quello <strong>di</strong> riscattare dall’oblio il Boccaccio lat<strong>in</strong>o, puntando<br />

sulla fama dell’autore del Decameron. Al contrario, nella versione<br />

quattrocentesca del De claris mulieribus, Boccaccio viene esplicitamente<br />

nom<strong>in</strong>ato come l’autore del De Casibus:<br />

Iohn Bokase, so clepyde is his name<br />

That wrote the fall of pryncyis stronge and bolde,<br />

And <strong>in</strong>to Englissh translate is the same. 19<br />

[Giovanni Boccaccio, così si chiamava, che scrisse un libro sulla caduta<br />

dei pr<strong>in</strong>cipi forti e audaci, che ora è tradotto <strong>in</strong> <strong>in</strong>glese]<br />

prova ulteriore che il Boccaccio del lettore <strong>in</strong>glese quattrocentesco<br />

rimane il Boccaccio moralista e lat<strong>in</strong>o. La descrizione <strong>di</strong> De casibus<br />

come “the fall of pryncys” collega questo testo a un’altra e ben più<br />

famosa versione <strong>in</strong>glese <strong>di</strong> un testo boccacciano, vale a <strong>di</strong>re The Fall<br />

of Pr<strong>in</strong>ces <strong>di</strong> John Lydgate, traduzione <strong>di</strong> straord<strong>in</strong>aria lunghezza,<br />

<strong>in</strong>trapresa tra il 1431 e il 1439 con il tramite della versione francese<br />

<strong>di</strong> Laurent de Premierfait. La versione <strong>di</strong> Lydgate è particolarmente<br />

<strong>in</strong>teressante per noi perché ci <strong>in</strong>troduce a una seconda ondata dell’<strong>in</strong>teresse<br />

<strong>in</strong>glese per Boccaccio, <strong>in</strong>teresse che trova il suo pr<strong>in</strong>cipale<br />

J.P. Carley, London, The British Library, 2000, pp. 153-169. La traduzione <strong>di</strong> Parker è pubblicata<br />

<strong>in</strong> Forty-six Lives Translated from Boccaccio’s De Claris Mulieribus by Henry Parker, Lord<br />

Morley, a cura <strong>di</strong> H.G. Wright, Early English Text Society, London, Oxford University Press,<br />

1943. 18 Forty-six Lives, cit., p. 2.<br />

19 Versi 16-18. Citati <strong>in</strong> COWEN, An English Read<strong>in</strong>g of Boccaccio, cit., p. 130.<br />

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