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Scarica intero convegno in formato PDF - Provincia di Padova

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La prima traduzione <strong>in</strong> terre ispaniche dell’opera è quella catalana,<br />

che non sembra aver avuto però troppa <strong>di</strong>ffusione. Da un punto<br />

<strong>di</strong> vista stilistico costituisce un’eccezione al modo <strong>di</strong> tradurre dei<br />

traduttori me<strong>di</strong>evali, per cui è ipotizzabile una sua appartenenza a<br />

cerchie borghesi, estraneee ai chierici, detentori quasi esclusivi della<br />

cultura <strong>in</strong> quell’epoca <strong>in</strong> terre catalane 38 .<br />

La traduzione castigliana me<strong>di</strong>evale segue molto da vic<strong>in</strong>o il testo<br />

italiano, delle volte troppo, il che provoca dei fra<strong>in</strong>ten<strong>di</strong>menti e<br />

traduzioni erronee dovute forse ad una padronanza limitata della<br />

l<strong>in</strong>gua del Boccaccio.<br />

Le traduzioni moderne seguono non solo modalità traduttive <strong>di</strong>verse,<br />

ma soprattutto strade testuali <strong>di</strong>verse, che potrei riassumere così.<br />

Solo una delle traduzioni è fatta <strong>di</strong>rettamente sul testo orig<strong>in</strong>ale<br />

italiano, quella <strong>di</strong> L. Obiols pubblicata nel 1904. Pur essendo la più<br />

fedele, dal punto <strong>di</strong> vista stilistico è abbastanza piatta e poco accurata<br />

l<strong>in</strong>guisticamente.<br />

La prima delle traduzioni <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e cronologico (1876) è sicuramente<br />

fatta su una traduzione francese. Questa versione spagnola è<br />

plagiata <strong>in</strong>teramente da L. García-Ramón e dalla casa e<strong>di</strong>trice Maucci<br />

nel 1898. Probabilmente, la ricreazione – o grossolana manipolazione<br />

che <strong>di</strong>r si voglia – <strong>di</strong> Olme<strong>di</strong>lla è fatta anche su <strong>di</strong> essa. La traduzione<br />

<strong>di</strong> Barriobero è anche un plagio <strong>di</strong> questa.<br />

L’anonima traduzione del 1924 è forse <strong>in</strong><strong>di</strong>pendente dalla precedente,<br />

ma è sicuramente stilata a partire dalla stessa versione francese.<br />

Per ultimo, la traduzione del 1928 sarebbe un ibrido: ha davanti<br />

il testo italiano e anche lo stesso testo francese citato (o meno probabilmente<br />

una traduzione basata su <strong>di</strong> esso); quando non capisce il<br />

testo italiano traduce spregiu<strong>di</strong>catamente dalla versione francese.<br />

Il panorama è dunque piuttosto scoraggiante. In Spagna i lettori<br />

hanno dovuto leggere f<strong>in</strong>o a non molto tempo fa 39 il Decameron (potremmo<br />

<strong>di</strong>re ad<strong>di</strong>rittura il Boccaccio <strong>in</strong> generale, dato che altre ope-<br />

38 Cfr. RENESTO (2001).<br />

39 Non teniamo conto delle traduzioni antiche, la cui circolazione dopo il C<strong>in</strong>quecento<br />

è pressoché nulla. La prima traduzione del dopoguerrra spagnolo sembra sia stata quella<br />

<strong>di</strong> Francisco José Alcántara (stampata però ad Andorra nel 1961). Altre provengono dall’Argent<strong>in</strong>a<br />

(Juan G. de Luaces, Julio Valenti) e si stamparono <strong>in</strong> Spagna alla f<strong>in</strong>e degli anni<br />

Sessanta. Tuttavia, le più <strong>di</strong>ffuse oggi sono le traduzioni <strong>di</strong> Pilar GÓMEZ BEDATE (1983),<br />

Ester BENÍTEZ (1987) e María HERNÁNDEZ (1994).<br />

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