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En estas nuestras partes ouo & ay oy dia vn monesterio de monjas muy deuoto & santo, el nombre del qual yo aqui callere por no amenguar en alguna parte a alguna su fama, en el qual no ha mucho tiempo seyendo a la sazon no mas de ocho monjas & el abadesa, & todas mugeres moças, acaescio que vn buen hombrezillo que era de vna su huerta muy fermosa ortelano, no seyendo contento del poco salario que alli le dauan, fecha que ouo su cuenta con el mayordomo de las monjas se torno al lugar de lanpolechio de donde el era. (h. 162 vº) È facile osservare che la traduzione è estremamente legata al testo italiano, soprattutto dal punto di vista sintattico, ma questo non comporta violenza alla lingua d’arrivo. Compiendo un salto di quasi quattro secoli 21 dall’ultima delle traduzioni medievali arriviamo a quella integrale del 1876, anonima, anche se possiamo ipotizzare il nome di Mariano Blanch, traduttore di tutte le opere letterarie (francesi) della casa editrice per la quale lavorava. In una prima analisi colpiscono già le grandi differenze col testo originale: Hay en nuestro país un monasterio de mujeres, célebre en otra época por su santidad. No hace todavía mucho tiempo que la comunidad se componía de ocho monjas, sin contar la madre abadesa, teniendo en aquel entonces un huerto muy lindo y un hortelano excelente. Un día se le antojó al tal jardinero abandonar las monjas, bajo el pretexto de que el sueldo que se le daba era mezquino. Así pues, dirígese en busca del intendente, pídele que se le arregle su cuenta y regresa al pueblo de Lamporecchio, su patria. Si notino, tra l’altro: il cambiamento di prospettiva temporale (fu > “hay”, se ne tornò > “dirígese”), fraintendimenti (“célebre en otra época 22 por su santidad”), soppressioni (come l’inciso il quale io non nomerò per non diminuire in parte alcuna la fama sua o il dato rilevantissimo sull’età in questa novella otto donne con una badessa, e tutte giovani), cambiamenti poco fortunati (“teniendo en aquel entonces un huerto muy lindo y un hortelano excelente”), amplificazioni (il quale, non contentandosi del salario, fatta la ragion sua col castaldo delle donne > “Un día se le antojó al tal jardinero abandonar las monjas, bajo el pretexto de que el sueldo que se le daba era mezquino. Así pues, dirígese en busca del intendente, pídele que se le arregle 21 La traduzione di García-Ramón non è in realtà la prima: è la prima ad includere la novella in esame. Per ottenere dati su tutte le traduzioni rimandiamo ancora al Catalogo del Progetto Boscán. 22 I corsivi che si troveranno nelle traduzioni sono miei. 228

su cuenta”), e una drastica semplificazione della sintassi, poiché il lungo periodo risulta drammaticamente spezzato in quattro frasi. Viene da chiedersi che cosa possa aver provocato un cambiamento così radicale del testo. Si tratta forse di una traduzione fatta su un originale diverso dal solito? Oppure su un’altra versione spagnola o in altra lingua? Ci troviamo davanti ad un traduttore che si prende libertà estreme con il testo di Boccaccio? La prima possibilità 23 è altamente improbabile. La seconda, invece, si dimostra subito azzeccata. Basta un semplice confronto con la versione francese più diffusa all’epoca (pubblicata ripetutamente dalla casa editrice parigina dei fratelli Garnier) per accorgersi che il traduttore lavorò su quel testo e non sull’italiano. Possiamo intuirne le motivazioni: una scarsa conoscenza dell’italiano e viceversa una dimestichezza molto maggiore con il francese 24 . Il confronto anche solo di questo brano è più che sufficiente: Il y a dans notre pays un monastère de filles qui fut autrefois célèbre par sa sainteté. Il n’y a pas encore longtemps qu’il n’était composé que de huit religeuses, sans y comprendre madame l’abbesse. Elles avaient alors un très-beau jardin et un très-bon jardinier. Il prit fantaisie un beau matin à ce jardinier de les quitter, sous prétexte que les gages qu’on lui donnait n’étaient pas assez forts. Il va donc trouver leur intendant, lui demande son compte et s’en retourne au village de Lamporechio, sa patrie. (p. 138) Si tratterebbe di una delle edizioni (degli stessi Garnier) dei Contes de Boccace, tradotti da Antoine Sabatier, noto col nome di Sabatier de Castres (1742-1817) e pubblicati per la prima volta nel 1779. Due delle traduzioni posteriori (quella pubblicata nel 1882, in cui figura il nome del sivigliano Leopoldo García-Ramón 25 come traduttore e quella anonima della casa editrice Maucci nel 1898) 23 Cioè l’uso di un’edizione in qualche modo alterata, come ad esempio l’edizione “rassettata” del 1573, oppure un’edizione ridotta o ammodernata, in realtà inesistente. 24 Il ruolo del francese nella trasmissione di opere straniere (non solo italiane, caso meno giustificato rispetto a opere in russo, svedese o tedesco in quanto lingua apparentemente più ‘vicina’ allo spagnolo) è ancora da studiare e nel nostro caso può riservare alcune sorprese. A partire dal Settecento sono frequenti casi di questo genere, delle volte dichiarati, altri nascosti. 25 Scrittore e traduttore sivigliano nato nel 1849 e dimorante a Parigi, dove lavorava stabilmente per la casa editrice dei fratelli Garnier, per la quale tradusse allo spagnolo autori quali Andersen, Maupassant. È autore di alcuni romanzi e di due curiosi trattati: El arte de fumar. Tabacología universal (Parigi, Garnier, 1881) y Filosofía de bolsillo: el arte de vivir (Nancy 1893). 229

su cuenta”), e una drastica semplificazione della s<strong>in</strong>tassi, poiché il<br />

lungo periodo risulta drammaticamente spezzato <strong>in</strong> quattro frasi.<br />

Viene da chiedersi che cosa possa aver provocato un cambiamento<br />

così ra<strong>di</strong>cale del testo. Si tratta forse <strong>di</strong> una traduzione fatta<br />

su un orig<strong>in</strong>ale <strong>di</strong>verso dal solito? Oppure su un’altra versione spagnola<br />

o <strong>in</strong> altra l<strong>in</strong>gua? Ci troviamo davanti ad un traduttore che si<br />

prende libertà estreme con il testo <strong>di</strong> Boccaccio? La prima possibilità<br />

23 è altamente improbabile. La seconda, <strong>in</strong>vece, si <strong>di</strong>mostra subito<br />

azzeccata. Basta un semplice confronto con la versione francese più<br />

<strong>di</strong>ffusa all’epoca (pubblicata ripetutamente dalla casa e<strong>di</strong>trice parig<strong>in</strong>a<br />

dei fratelli Garnier) per accorgersi che il traduttore lavorò su quel<br />

testo e non sull’italiano. Possiamo <strong>in</strong>tuirne le motivazioni: una scarsa<br />

conoscenza dell’italiano e viceversa una <strong>di</strong>mestichezza molto maggiore<br />

con il francese 24 . Il confronto anche solo <strong>di</strong> questo brano è più<br />

che sufficiente:<br />

Il y a dans notre pays un monastère de filles qui fut autrefois célèbre par sa<br />

sa<strong>in</strong>teté. Il n’y a pas encore longtemps qu’il n’était composé que de huit<br />

religeuses, sans y comprendre madame l’abbesse. Elles avaient alors un<br />

très-beau jard<strong>in</strong> et un très-bon jard<strong>in</strong>ier. Il prit fantaisie un beau mat<strong>in</strong> à<br />

ce jard<strong>in</strong>ier de les quitter, sous prétexte que les gages qu’on lui donnait<br />

n’étaient pas assez forts. Il va donc trouver leur <strong>in</strong>tendant, lui demande<br />

son compte et s’en retourne au village de Lamporechio, sa patrie. (p. 138)<br />

Si tratterebbe <strong>di</strong> una delle e<strong>di</strong>zioni (degli stessi Garnier) dei Contes<br />

de Boccace, tradotti da Anto<strong>in</strong>e Sabatier, noto col nome <strong>di</strong> Sabatier<br />

de Castres (1742-1817) e pubblicati per la prima volta nel 1779.<br />

Due delle traduzioni posteriori (quella pubblicata nel 1882, <strong>in</strong><br />

cui figura il nome del sivigliano Leopoldo García-Ramón 25 come<br />

traduttore e quella anonima della casa e<strong>di</strong>trice Maucci nel 1898)<br />

23 Cioè l’uso <strong>di</strong> un’e<strong>di</strong>zione <strong>in</strong> qualche modo alterata, come ad esempio l’e<strong>di</strong>zione<br />

“rassettata” del 1573, oppure un’e<strong>di</strong>zione ridotta o ammodernata, <strong>in</strong> realtà <strong>in</strong>esistente.<br />

24 Il ruolo del francese nella trasmissione <strong>di</strong> opere straniere (non solo italiane, caso<br />

meno giustificato rispetto a opere <strong>in</strong> russo, svedese o tedesco <strong>in</strong> quanto l<strong>in</strong>gua apparentemente<br />

più ‘vic<strong>in</strong>a’ allo spagnolo) è ancora da stu<strong>di</strong>are e nel nostro caso può riservare alcune<br />

sorprese. A partire dal Settecento sono frequenti casi <strong>di</strong> questo genere, delle volte <strong>di</strong>chiarati,<br />

altri nascosti.<br />

25 Scrittore e traduttore sivigliano nato nel 1849 e <strong>di</strong>morante a Parigi, dove lavorava<br />

stabilmente per la casa e<strong>di</strong>trice dei fratelli Garnier, per la quale tradusse allo spagnolo autori<br />

quali Andersen, Maupassant. È autore <strong>di</strong> alcuni romanzi e <strong>di</strong> due curiosi trattati: El arte de<br />

fumar. Tabacología universal (Parigi, Garnier, 1881) y Filosofía de bolsillo: el arte de vivir<br />

(Nancy 1893).<br />

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