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La tavola rotonda su “Fortuna e traduzioni del Decameron in Europa” Da sinistra: SneÅana Milinkovic, ´ Frans Denissen, Sergio Cappello, Gianfelice Peron, Cesáreo Calvo, Alessandra Petrina 200
GIANFELICE PERON INTRODUZIONE L’intento di questa Tavola Rotonda è quello di porsi sulla linea delle precedenti analisi affrontate a intervalli diversi sulla traduzione all’estero di autori o di singole opere della letteratura italiana. Abbiamo preso in considerazione tra gli altri Petrarca, l’Orlando Furioso, Leopardi. Ci è parso che, continuando su questa linea che è dunque una delle linee-guida dei convegni monselicensi sui problemi della traduzione, avremmo potuto puntare utilmente l’attenzione sul Boccaccio e in particolare sul Decameron, dando al nostro incontro prospettive ampie in generale sotto il profilo della storia della ricezione del Boccaccio in Europa e specificamente della traduzione vera e propria del suo capolavoro. “Boccaccio europeo” come Petrarca? Forse no, anzi in principio va detto che è Petrarca che “tira la corsa” in Europa all’amico Boccaccio, come dimostra la storia della Griselda boccacciana trasposta e rifatta in latino da Petrarca e in quella veste linguistica diffusasi ben presto nell’Europa. Certo anche per Boccaccio le opere latine vere e proprie destarono attenzione maggiore o comunque più precoce. Per una questione di lingua forse: il latino era più “leggibile” in Europa del complesso e articolato italiano del Certaldese. Ma poi certamente il modello narrativo del Decameron che superava le forme della novella breve, isolata o comunque non inserita in una cornice, e superava ancor più gli exempla e i fabliaux di tanta letteratura mediolatina e oitanica si diffuse a partire probabilmente dalla Francia, approdando successivamente per imitazioni o vere e proprie traduzioni in tutta Europa, anche se in modi e tempi diversi e secondo una casistica particolare e diversa per le singole letterature. Si parte dunque dalla Francia, a Parigi tra l’altro sarebbe legata la nascita “casuale” del Boccaccio che ebbe verosimilmente un rapporto con il francese meno conflittuale di quello del Petrarca. La sua fortuna è rilevata dall’Heptameron di Marguerite de Navarre, la quale 201
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GIANFELICE PERON<br />
INTRODUZIONE<br />
L’<strong>in</strong>tento <strong>di</strong> questa Tavola Rotonda è quello <strong>di</strong> porsi sulla l<strong>in</strong>ea<br />
delle precedenti analisi affrontate a <strong>in</strong>tervalli <strong>di</strong>versi sulla traduzione<br />
all’estero <strong>di</strong> autori o <strong>di</strong> s<strong>in</strong>gole opere della letteratura italiana.<br />
Abbiamo preso <strong>in</strong> considerazione tra gli altri Petrarca, l’Orlando<br />
Furioso, Leopar<strong>di</strong>. Ci è parso che, cont<strong>in</strong>uando su questa l<strong>in</strong>ea che è<br />
dunque una delle l<strong>in</strong>ee-guida dei convegni monselicensi sui problemi<br />
della traduzione, avremmo potuto puntare utilmente l’attenzione<br />
sul Boccaccio e <strong>in</strong> particolare sul Decameron, dando al nostro<br />
<strong>in</strong>contro prospettive ampie <strong>in</strong> generale sotto il profilo della storia<br />
della ricezione del Boccaccio <strong>in</strong> Europa e specificamente della traduzione<br />
vera e propria del suo capolavoro.<br />
“Boccaccio europeo” come Petrarca? Forse no, anzi <strong>in</strong> pr<strong>in</strong>cipio<br />
va detto che è Petrarca che “tira la corsa” <strong>in</strong> Europa all’amico<br />
Boccaccio, come <strong>di</strong>mostra la storia della Griselda boccacciana trasposta<br />
e rifatta <strong>in</strong> lat<strong>in</strong>o da Petrarca e <strong>in</strong> quella veste l<strong>in</strong>guistica <strong>di</strong>ffusasi<br />
ben presto nell’Europa. Certo anche per Boccaccio le opere<br />
lat<strong>in</strong>e vere e proprie destarono attenzione maggiore o comunque<br />
più precoce. Per una questione <strong>di</strong> l<strong>in</strong>gua forse: il lat<strong>in</strong>o era più “leggibile”<br />
<strong>in</strong> Europa del complesso e articolato italiano del Certaldese.<br />
Ma poi certamente il modello narrativo del Decameron che superava<br />
le forme della novella breve, isolata o comunque non <strong>in</strong>serita <strong>in</strong><br />
una cornice, e superava ancor più gli exempla e i fabliaux <strong>di</strong> tanta<br />
letteratura me<strong>di</strong>olat<strong>in</strong>a e oitanica si <strong>di</strong>ffuse a partire probabilmente<br />
dalla Francia, approdando successivamente per imitazioni o vere e<br />
proprie traduzioni <strong>in</strong> tutta Europa, anche se <strong>in</strong> mo<strong>di</strong> e tempi <strong>di</strong>versi e<br />
secondo una casistica particolare e <strong>di</strong>versa per le s<strong>in</strong>gole letterature.<br />
Si parte dunque dalla Francia, a Parigi tra l’altro sarebbe legata la<br />
nascita “casuale” del Boccaccio che ebbe verosimilmente un rapporto<br />
con il francese meno conflittuale <strong>di</strong> quello del Petrarca. La sua<br />
fortuna è rilevata dall’Heptameron <strong>di</strong> Marguerite de Navarre, la quale<br />
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