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Senato della Repubblica – 74 –
XV LEGISLATURA
281ª Seduta Assemblea - Resoconto stenografico
26 febbraio 2008
ANTONIONE (FI). Signor Presidente, colleghi, membri del Governo,
il voto del Gruppo di Forza Italia al decreto sarà favorevole, ma credo che
in questa dichiarazione di voto sia giusto anche fare qualche riflessione di
ordine politico. Il voto di oggi si svolge in un clima ed in uno scenario
politico totalmente diversi rispetto a quelli che abbiamo vissuto nelle occasioni
precedenti in questa legislatura; possiamo in qualche modo verificare
come il voto libero che la Sinistra-l’Arcobaleno si accinge a dare sia
in qualche modo un sigillo ad un percorso politico che finisce qua, il fallimento
di un progetto politico nato nel 1996, che con la caduta del Governo
Prodi vede la Sinistra-l’Arcobaleno dissociarsi totalmente dal Partito
Democratico ed essere libera di portare avanti delle posizioni che noi non
condividiamo ma che sono assolutamente legittime e che sono in quest’Aula
finalmente chiare.
Sono tanto chiare che, l’ultima volta, noi avevamo voluto mettere in
evidenza con il nostro voto proprio le difficoltà politiche e l’assenza di
una maggioranza parlamentare che sostenesse il Governo nella politica
estera. Un Governo che non ha la maggioranza politica in Parlamento
non è un Governo che ha l’autorevolezza per guidare il nostro Paese in
Italia e all’estero, un’autorevolezza che è necessaria. Finisce quindi con
questo voto quella che è stata un’ambiguità presente in tutta la legislatura.
Il Partito Democratico, a sua volta, è libero di fare una scelta diversa,
che secondo il suo leader diventa innovativa, ma che i fatti politici dimostrano
non essere nient’altro che la necessità di dover prendere un percorso
alternativo a «la Sinistra-l’Arcobaleno», la necessità di correre da
soli non per scelta ma per contingenza, la necessità di cercare di trovare
un percorso nuovo.
Si tratta tuttavia di un percorso che non può essere considerato all’altezza
di una guida autorevole del nostro Paese. Non lo è perché, quando
fallisce un progetto politico, chi è responsabile di questo fallimento dovrebbe
avere almeno il buon senso, e forse qualche volta anche il buon
gusto, di prenderne atto. Le ricette che oggi propone in termini miracolistici
non possono essere considerate in alcun modo ricette degne dell’attenzione
che è giusto che i nostri cittadini e gli elettori diano; non lo
sono, non possono esserlo.
Per quel che riguarda noi, perché votiamo a favore? Le ragioni rimangono
le stesse: siamo convinti che sia necessario rispettare tutti gli impegni
presi in sede internazionale. Il nostro Paese ha un ruolo importante
nel suo passato e lo avrà ancora di più nel suo futuro. Il nostro è un impegno
anche nei confronti delle nostre forze militari, che con grande sacrificio,
spesso con l’estremo sacrificio, portano alta la bandiera del nostro
Paese. Il nostro voto, signor Presidente, sarà quindi favorevole. Con questo
voto, finalmente potremo guardare al futuro in maniera diversa. (Applausi
dal Gruppo FI e dei senatori Giaretta e Banti).
ZANONE (PD-Ulivo). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.