PDF - Senato della Repubblica
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<strong>Senato</strong> <strong>della</strong> <strong>Repubblica</strong> – 73 –<br />
XV LEGISLATURA<br />
281ª Seduta Assemblea - Resoconto stenografico<br />
26 febbraio 2008<br />
zioni politiche che giustificassero la presenza delle truppe italiane in questi<br />
Paesi. Lo voglio dire con grande chiarezza a proposito del Kosovo, l’unico<br />
Paese sul quale mi soffermerò: quando il Governo invoca il multilateralismo,<br />
in una polemica antica con il nostro schieramento, possiamo anche<br />
accettare questa posizione, ma allora vorremmo ricordare che una politica<br />
multilaterale presuppone, nelle sedi opportune, che il Paese (in questo<br />
caso l’Italia) difenda le proprie posizioni.<br />
Abbiamo riconosciuto l’indipendenza del Kosovo (su cui ha convenuto<br />
anche il Gruppo Alleanza Nazionale), abbiamo autorizzato l’invio<br />
di 2.000 funzionari europei, ma siamo ancora convinti che non sia stato<br />
fatto da parte dell’Italia tutto il possibile in sede europea perché non si<br />
arrivasse a questa drammatica conclusione.<br />
Il fatto che abbiamo accettato il riconoscimento dell’indipendenza del<br />
Kosovo non ci può dire solo di guardare avanti, vice ministro Intini: dobbiamo<br />
anche guardare indietro, perché il Kosovo resta una mutilazione del<br />
dritto internazionale, perché non esiste copertura dell’ONU (la risoluzione<br />
n. 1244 non parla dello status del Kosovo) e perché l’immagine dei carri<br />
armati italiani che difendono i santuari ortodossi in Kosovo non è certamente<br />
l’emblema di un Paese pacificato che si avvia sulla strada dello sviluppo<br />
e <strong>della</strong> democrazia. A chi pensa che questo sia un errore dell’attuale<br />
Presidenza americana e di George W. Bush, voglio ricordare che a Dayton<br />
Madeleine Albright, il Segretario di Stato di Clinton, accoglieva Tachi, attuale<br />
presidente del Kosovo, allora solo comandante di una organizzazione<br />
terroristica che era l’UCK, e lo faceva sedere fra i rappresentanti serbi,<br />
creando la famosa frattura con l’allora Governo legittimo serbo di Milosevic,<br />
che non si sedette al tavolo.<br />
Voglio dire di stare attenti a immaginare che le politiche internazionali<br />
dei grandi Paesi siano legate a personaggi o a realtà politiche: sono<br />
una strategia geopolitica e ancora una volta nel dire sì al Kosovo dobbiamo<br />
riconoscere il fallimento dell’Europa nei Balcani. La gravità <strong>della</strong><br />
situazione è tale che credo che di Kosovo continueremo ancora a parlare,<br />
non certamente in senso positivo, ma per difendere, attraverso gli italiani,<br />
una presenza minima di una minoranza serba che rischia di essere cacciata<br />
dalle sue terre.<br />
Multilateralismo fallito nel caso del Kosovo, una situazione in Libano<br />
molto discutibile (siamo andati per aprire una finestra di opportunità, ma<br />
non mi pare che ci siamo riusciti), una presenza in Afghanistan che richiede<br />
una diversa dinamica politica e forse un diverso impegno delle nostre<br />
truppe in quel Paese. Quello che daremo stasera è un voto a favore,<br />
che guarda avanti nella continuità necessaria <strong>della</strong> politica estera, ma che<br />
non può dimenticare gli errori che questo Governo ha fatto sul piano politico.<br />
(Applausi dal Gruppo AN).<br />
ANTONIONE (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.<br />
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.