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PDF - Senato della Repubblica

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<strong>Senato</strong> <strong>della</strong> <strong>Repubblica</strong> – 58 –<br />

XV LEGISLATURA<br />

281ª Seduta Assemblea - Resoconto stenografico<br />

26 febbraio 2008<br />

Governo, diversa da quella <strong>della</strong> destra e da quella de «la Sinistra-l’Arcobaleno».<br />

Quanto alle informazioni che volevo fornirvi molto rapidamente, lo<br />

scorso anno, nel dibattito che si è svolto in quest’Aula si è chiesto con<br />

un ordine del giorno che si affrontasse in modo innovativo la questione<br />

dell’oppio in Afghanistan. Esiste una contraddizione clamorosa ed è sotto<br />

gli occhi di tutti. L’Afghanistan in questo momento ha il massimo di controllo<br />

internazionale e, nello stesso tempo, ha raggiunto il massimo nella<br />

produzione dell’oppio: una contraddizione veramente paradossale.<br />

Si era proposto, in via sperimentale, che la comunità internazionale<br />

acquistasse a scopo farmaceutico dei quantitativi di oppio. Questa proposta<br />

non è peregrina ed ha fatto strada nell’arco di questo anno. Nel Parlamento<br />

britannico ha trovato molte voci a sostegno.<br />

Non si è riusciti a portarla avanti fino in fondo per due ragioni evidenti:<br />

perché occorre a tale scopo un consenso generalizzato e, in secondo<br />

luogo, perché si fa osservare, giustamente, che per comperare partite di<br />

oppio in un contesto di sicurezza occorre un quadro di legalità e di controllo<br />

del territorio che, purtroppo, in Afghanistan non c’è.<br />

Nel dibattito dell’anno scorso, si è insistito sul tema <strong>della</strong> conferenza<br />

internazionale, ripreso poco fa dal senatore Ramponi ed affrontato anche<br />

alla Camera. Questo è un obiettivo giusto ed il Governo, nei limiti del<br />

possibile, ha fatto il suo dovere per seguire l’indicazione che veniva dal<br />

Parlamento.<br />

Sull’Iraq c’è, come tutti sanno, una conferenza internazionale: il 3<br />

novembre si è svolta ad Istanbul, la sessione successiva si svolgerà a Kuwait<br />

City, il 21 aprile. Il formato di questa conferenza internazionale è<br />

noto: vi partecipano i Paesi del G8, cioè quelli economicamente più sviluppati,<br />

i cinque Paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle<br />

Nazioni Unite ed i Paesi confinanti.<br />

Ad Istanbul, durante la conferenza sull’Iraq, nella riunione plenaria,<br />

io stesso ho lanciato l’idea di estendere questo formato di conferenza internazionale<br />

all’Afghanistan. È un’idea di buon senso: ho osservato che,<br />

nella peggiore delle ipotesi, avrebbe dato risultati scarsi o nulli, ma di<br />

certo non negativi. D’altronde, la conferenza sull’Iraq non ha dato certamente<br />

risultati pratici consistenti e tuttavia ha creato un clima migliore, ha<br />

posto intorno allo stesso tavolo e, a cena, intorno alla stessa tavola imbandita,<br />

Condoleezza Rice e il ministro degli affari esteri iraniano Motaki, ha<br />

creato un forum in cui almeno c’è un canale di discussione.<br />

È evidente che per l’Afghanistan i Paesi confinanti hanno un ruolo<br />

decisivo nella stabilizzazione. Sappiamo che la Cina e la Russia sono insidiati<br />

dal fondamentalismo islamico, esattamente quello che si vuole<br />

sconfiggere in Afghanistan. Sappiamo che l’Iran è stato il nemico storico<br />

dei talebani, ha il dovere di proteggere una minoranza sciita contro il fondamentalismo<br />

islamico, che in questo caso è sunnita e talebano. Sappiamo<br />

che il Pakistan e l’India sono i due convitati di pietra sulla scena afgana,<br />

che si combattono per procura all’interno del territorio afgano.

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