PDF - Senato della Repubblica
PDF - Senato della Repubblica
PDF - Senato della Repubblica
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
<strong>Senato</strong> <strong>della</strong> <strong>Repubblica</strong> – 56 –<br />
XV LEGISLATURA<br />
281ª Seduta Assemblea - Resoconto stenografico<br />
26 febbraio 2008<br />
Prima di affrontare l’esame analitico delle missioni, per il quale mi<br />
rimetterò al testo scritto, nelle quali l’Italia è presente, voglio però affrontare<br />
un punto che ha già costituito motivo di discussione nell’esame di<br />
questo decreto-legge presso la Camera e anche in quest’Aula. Tutte le<br />
missioni nelle quali siamo impegnati hanno una solida e inappuntabile<br />
base giuridica sotto il profilo <strong>della</strong> legittimità internazionale e non ci sarebbe<br />
stato motivo alcuno per il Governo, al di là <strong>della</strong> impossibilità pratica,<br />
di scorporare questa o quella missione dal pacchetto complessivo. In<br />
tutti i teatri in cui sono presenti le nostre Forze armate, lo sono su richiesta<br />
e in attuazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni<br />
Unite il che evidenzia, una volta di più, la coerenza fra la politica<br />
estera e di difesa del Governo e i nostri obblighi costituzionali nei confronti<br />
<strong>della</strong> comunità internazionale.<br />
Un’ultima questione inerente al testo al nostro esame riguarda l’Afghanistan;<br />
voglio ricordare e rivolgere un pensiero commosso agli ultimi<br />
due avvenimenti dolorosi che ci sono stati in quel Paese pochi giorni fa: la<br />
morte del maresciallo Pezzullo e l’altro incidente che ha coinvolto altri<br />
nostri militari. Credo che sia giusto che, quando affrontiamo questi<br />
temi, lo facciamo sempre con il rispetto dovuto a coloro che mettono a<br />
rischio la propria vita per rispondere ad un mandato che viene loro assegnato<br />
dal Governo e dal Parlamento. Per quanto riguarda l’Afghanistan,<br />
voglio respingere di nuovo queste considerazioni sull’uso di procedure e<br />
su attività dei nostri militari non corrispondenti al mandato ricevuto, ai caveat<br />
nazionali e alle regole d’ingaggio loro assegnate.<br />
È in corso però una discussione all’interno dell’Alleanza Atlantica<br />
sull’efficacia <strong>della</strong> missione e sulla necessità di una revisione anche strategica<br />
che consenta di migliorare gli obiettivi finali. Alcuni Paesi dell’Alleanza,<br />
come è noto, hanno sollecitato in varie sedi un incremento dell’impegno<br />
militare da parte dei Paesi che non hanno truppe schierate nelle regioni<br />
mediorientali. Noi abbiamo detto di no a questa richiesta, insieme ad<br />
altri nostri partner europei, ma vorrei dire che la dialettica interna all’Alleanza,<br />
soprattutto quando è vivace, è un fatto altamente positivo, perché<br />
tende a mettere in evidenza diverse sensibilità e punti di vista, a favorire<br />
la comprensione e la sintesi politica fra Paesi alleati, che hanno un comune<br />
bagaglio di valori e di princìpi. Non è un caso che la stessa<br />
NATO stia elaborando indirizzi che valorizzino sempre più un approccio<br />
comprehensive al caso afgano, in cui la cooperazione effettiva ed efficace<br />
di tutte le istituzioni internazionali (ONU, Unione Europea, Banca mondiale<br />
eccetera) è vista come assolutamente indispensabile al risultato finale,<br />
che è quello <strong>della</strong> stabilizzazione e <strong>della</strong> pacificazione di quel Paese.<br />
Questo per sgombrare il campo da una serie di preconcetti che vorrebbero<br />
la NATO militarmente e muscolarmente impegnata ad espugnare<br />
l’Afghanistan; non è così, anche se bisogna ammettere che alcune cose<br />
non vanno sempre come si vorrebbe.<br />
Ci sono stati tanti problemi, sono stati commessi degli errori e, purtroppo,<br />
a farne le spese sono state molto spesso le popolazioni civili.