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Senato della Repubblica – 52 – XV LEGISLATURA 281ª Seduta Assemblea - Resoconto stenografico 26 febbraio 2008 papaveri piuttosto che grano o altri cereali; tuttavia mi vergogno un po’ nel leggere documenti spediti da un Ministro che, sebbene in prorogatio o comunque in via di esaurimento, ancora può creare confusione nell’opinione pubblica. Concludendo, noi possiamo dire sì a questo provvedimento, con la convinzione però che sicuramente si potrebbe spendere ancora meglio nel campo delle missioni internazionali, pensando soprattutto all’interesse primario della sicurezza della nostra popolazione. PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Ramponi. Ne ha facoltà. RAMPONI (AN). Signor Presidente, svolgerò alcune considerazioni di carattere tecnico e alcune di carattere politico. Per quanto riguarda il discorso tecnico vorrei segnalare che, nonostante anche la volta scorsa fossero previste relazioni da parte dei Ministri degli affari esteri e della difesa (previsioni contenute anche in questo decreto), in entrambi i casi si è regolarmente disatteso e anche questa volta gli inviti a far sì che i Ministri degli esteri e della difesa riferissero in Parlamento sono risultati pasticciati come la volta precedente. Questa mancanza di rispetto della norma da parte dei Ministri degli affari esteri e della difesa nei confronti del Parlamento assume, a mio parere, particolare gravità, ha un carattere di arroganza e impedisce alla pubblica opinione di essere informata sull’andamento di operazioni delle quali, anche oggi, noi discutiamo il finanziamento. La legge è piena di richiami al fine di garantire la copertura di iniziative sia nei confronti delle operazioni di cooperazione guidate dal Ministero degli affari esteri sia nei confronti di operazioni militari guidate dal Ministro della difesa. Laddove, però, prima di approvare la copertura per l’anno successivo ci si aspetterebbe di conoscere a che punto sono stati sviluppati gli impegni definiti dalla legge precedente, questo non è dato sapere. Ho già detto ciò in Commissione e lo ribadisco in questa sede. Non potendo, vista la situazione attuale, prevedere una integrazione e un cambiamento dell’articolato della legge (perché, come ben si sa, essa è assolutamente blindata), mi auguro però che nel prosieguo (sperando che il prossimo Governo sia il nostro) si sia più puntuali nello svolgere questa attività di corretta informazione del Parlamento e dell’opinione pubblica su quanto concretamente realizzato dalle nostre missioni. L’opinione pubblica, tra l’altro, è sollecitata soltanto nel momento in cui, purtroppo, vi è il sacrificio di un nostro uomo; inoltre, non conoscendo tutto l’aspetto positivo caratterizzante lo sforzo finanziario e umano del popolo italiano, l’opinione pubblica finisce per chiedersi, legittimamente, per cosa vanno a morire i nostri uomini. Un secondo aspetto di riflessione si desume dalla relazione tecnica, dove appare chiara l’esistenza di una disuguaglianza inaccettabile riferita ai compensi che lo Stato italiano dà ai suoi collaboratori impiegati in mis-
Senato della Repubblica – 53 – XV LEGISLATURA 281ª Seduta Assemblea - Resoconto stenografico 26 febbraio 2008 sioni di pace, a seconda che essi appartengano al Ministero degli affari esteri o della difesa. È veramente clamoroso il fatto che, a un certo punto, personale degli esteri che fa parte di certe missioni e che ha le caratteristiche di funzionario aggiunto amministrativo contabile o di assistente amministrativo o di collaboratore contabile o di collaboratore amministrativo percepisca un’indennità che è superiore a quella di un generale di brigata. È incredibile che un contabile prenda tre volte quello che prende un capitano, quattro volte quello che prende un sottufficiale, cinque volte quello che prende un finanziere. Ricordo che il finanziere normalmente è un diplomato che poi fa tre anni di specializzazione; ricordo che queste persone che indossano le stellette corrono rischi e corrispondono a richieste molto superiori a quelle che si fanno ad un contabile, il quale peraltro svolge la sua attività solo in certe zone avvalendosi, tra l’altro, della protezione e della copertura proprio del personale militare. Quindi, anche questo è un discorso che va corretto; è un discorso che denuncia una carenza di interessi nei confronti del proprio personale da parte del Ministero della difesa; lo dico perché mi auguro che nel prosieguo non si verifichi più per una questione di giustizia. Vorrei fare un paio di considerazioni politiche prima di concludere. Il punto vero è che ancora una volta dal punto di vista politico nell’ambito dell’attuale maggioranza in liquidazione appare molto chiara una frattura fra la componente di sinistra, che anche qui ha appena espresso alcune idee, e la componente di sinistra più moderata o centrale della ex Margherita. Questa frattura fa sì che si possa chiaramente capire la ragione fondamentale per cui la maggioranza attuale non fosse in condizioni di governare. La componente di sinistra che è abbastanza pesante ha cambiato un po’posizione; giustamente ha detto: «Noi non siamo più per un ritiro dall’Afghanistan; siamo per una permanenza, ma non per una permanenza NATO». Però, come al solito, non dice quale tipo di permanenza vede e si dimentica che la permanenza NATO è una permanenza richiesta dalle Nazioni Unite. Allora dobbiamo dedurre che non va bene neanche quello che fanno le Nazioni Unite. Inoltre, si dice: «Noi vorremmo una Conferenza internazionale». Sul punto siamo tutti d’accordo, ma non si può votare contro il finanziamento di una missione perché internazionalmente non è accettata questa opzione – che è italiana, ma che purtroppo non è accettata – o perché vi è la NATO che, tra l’altro, è messa lì dalle Nazioni Unite. Questo rivela ancora una volta una posizione, a mio parere, contraria per principio, una posizione classica e tipica del ruolo dell’opposizione, un’incapacità di fare proposte concrete e di assumersi la responsabilità della guida di un Paese. Ecco perché piano piano la sinistra ha trascinato la parte più responsabile e moderata verso la sconfitta e il crollo del Governo. Infine, a nome del Gruppo di Alleanza Nazionale debbo dire che, ancora una volta, queste missioni si caratterizzano per un impegno vero ed autentico per la pace, assumono i connotati di una forma di carità –se
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<strong>Senato</strong> <strong>della</strong> <strong>Repubblica</strong> – 52 –<br />
XV LEGISLATURA<br />
281ª Seduta Assemblea - Resoconto stenografico<br />
26 febbraio 2008<br />
papaveri piuttosto che grano o altri cereali; tuttavia mi vergogno un po’<br />
nel leggere documenti spediti da un Ministro che, sebbene in prorogatio<br />
o comunque in via di esaurimento, ancora può creare confusione nell’opinione<br />
pubblica.<br />
Concludendo, noi possiamo dire sì a questo provvedimento, con la<br />
convinzione però che sicuramente si potrebbe spendere ancora meglio<br />
nel campo delle missioni internazionali, pensando soprattutto all’interesse<br />
primario <strong>della</strong> sicurezza <strong>della</strong> nostra popolazione.<br />
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Ramponi. Ne ha<br />
facoltà.<br />
RAMPONI (AN). Signor Presidente, svolgerò alcune considerazioni<br />
di carattere tecnico e alcune di carattere politico.<br />
Per quanto riguarda il discorso tecnico vorrei segnalare che, nonostante<br />
anche la volta scorsa fossero previste relazioni da parte dei Ministri<br />
degli affari esteri e <strong>della</strong> difesa (previsioni contenute anche in questo decreto),<br />
in entrambi i casi si è regolarmente disatteso e anche questa volta<br />
gli inviti a far sì che i Ministri degli esteri e <strong>della</strong> difesa riferissero in Parlamento<br />
sono risultati pasticciati come la volta precedente.<br />
Questa mancanza di rispetto <strong>della</strong> norma da parte dei Ministri degli<br />
affari esteri e <strong>della</strong> difesa nei confronti del Parlamento assume, a mio parere,<br />
particolare gravità, ha un carattere di arroganza e impedisce alla pubblica<br />
opinione di essere informata sull’andamento di operazioni delle<br />
quali, anche oggi, noi discutiamo il finanziamento.<br />
La legge è piena di richiami al fine di garantire la copertura di iniziative<br />
sia nei confronti delle operazioni di cooperazione guidate dal Ministero<br />
degli affari esteri sia nei confronti di operazioni militari guidate<br />
dal Ministro <strong>della</strong> difesa. Laddove, però, prima di approvare la copertura<br />
per l’anno successivo ci si aspetterebbe di conoscere a che punto sono<br />
stati sviluppati gli impegni definiti dalla legge precedente, questo non è<br />
dato sapere. Ho già detto ciò in Commissione e lo ribadisco in questa<br />
sede.<br />
Non potendo, vista la situazione attuale, prevedere una integrazione e<br />
un cambiamento dell’articolato <strong>della</strong> legge (perché, come ben si sa, essa è<br />
assolutamente blindata), mi auguro però che nel prosieguo (sperando che<br />
il prossimo Governo sia il nostro) si sia più puntuali nello svolgere questa<br />
attività di corretta informazione del Parlamento e dell’opinione pubblica<br />
su quanto concretamente realizzato dalle nostre missioni.<br />
L’opinione pubblica, tra l’altro, è sollecitata soltanto nel momento in<br />
cui, purtroppo, vi è il sacrificio di un nostro uomo; inoltre, non conoscendo<br />
tutto l’aspetto positivo caratterizzante lo sforzo finanziario e<br />
umano del popolo italiano, l’opinione pubblica finisce per chiedersi, legittimamente,<br />
per cosa vanno a morire i nostri uomini.<br />
Un secondo aspetto di riflessione si desume dalla relazione tecnica,<br />
dove appare chiara l’esistenza di una disuguaglianza inaccettabile riferita<br />
ai compensi che lo Stato italiano dà ai suoi collaboratori impiegati in mis-