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PDF - Senato della Repubblica

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<strong>Senato</strong> <strong>della</strong> <strong>Repubblica</strong> – 14 –<br />

XV LEGISLATURA<br />

281ª Seduta Assemblea - Resoconto stenografico<br />

26 febbraio 2008<br />

che allora ero un po’ giovane, una fonte di esperienza, nella quale gli<br />

aspetti magistrali, oltre che politici e di carattere culturale, avevano una<br />

prevalenza su ogni altra motivazione che ci poteva vedere anche in contrasto.<br />

Questo volevo rappresentare, con nostalgia, ammirazione e riconoscenza<br />

ad un grande uomo <strong>della</strong> nostra Patria. (Applausi dal Gruppo FI<br />

e dei senatori De Gregorioe Sinisi).<br />

PRESIDENTE. La ringrazio, senatore Biondi.<br />

Come avete visto, ho fatto un’eccezione: ho dato la parola ad un altro<br />

senatore di Forza Italia; ma si tratta solo di un omaggio ad un anziano e<br />

brillante parlamentare da parte di un altro anziano parlamentare, che è il<br />

sottoscritto.<br />

COSSUTTA (IU-Verdi-Com). Domando di parlare.<br />

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.<br />

COSSUTTA (IU-Verdi-Com). Signor Presidente, gli onorevoli colleghi<br />

che mi hanno preceduto hanno parlato di Fanfani e del suo ruolo importante,<br />

prima nell’attività dell’Assemblea Costituente e poi nella costruzione<br />

<strong>della</strong> <strong>Repubblica</strong>, nell’attività parlamentare, nella sua funzione, a<br />

lungo, di Presidente del <strong>Senato</strong>.<br />

Da parte mia, vorrei soltanto sottolineare (per questo ho chiesto la<br />

parola) una sua particolarità che allora mi colpì molto e che mi fa riflettere<br />

ancora oggi: mi riferisco alla sua grande apertura sulle questioni di<br />

politica internazionale, in alcuni casi anche al suo coraggio. Penso ai rapporti<br />

nell’area mediterranea, con i Paesi dell’altra costa del mare che ci<br />

circonda (con i Paesi arabi in modo particolare), e a quelli con i Paesi dell’Est<br />

europeo e con l’Unione Sovietica.<br />

Voglio ricordare un episodio che mi riguarda personalmente. Fanfani,<br />

ministro degli esteri, mi telefonò un giorno (ero a Botteghe Oscure, nella<br />

sede del PCI) per dirmi: devo andare a Mosca per firmare un accordo turistico<br />

fra l’Italia e l’Unione Sovietica, vuoi venire con me? Io allora ero<br />

presidente onorario di un’associazione turistica, l’Italturist, che era la più<br />

importante azienda turistica per i rapporti con l’allora Unione Sovietica:<br />

accettai di buon grado e feci questo viaggio. Fanfani per la verità mi<br />

fece partecipare solo a margine <strong>della</strong> trattativa, che non riguardava soltanto<br />

l’attività turistica tra i due Paesi, ma volle che sedessi con lui alla<br />

conferenza stampa conclusiva di quell’incontro, nella sede del Cremlino.<br />

Fanfani e Gromyko erano seduti vicini; ai lati dell’uno e dell’altro, rispettivamente,<br />

da una parte c’era il presidente <strong>della</strong> Intourist, il mio carissimo<br />

amico Boychenko, e dall’altra, al fianco di Fanfani, io stesso, come presidente<br />

<strong>della</strong> Italturist: cosa di poco valore.<br />

Solo che la mattina dopo mi telefonò in albergo un mio caro amico e<br />

compagno che era uno dei dirigenti <strong>della</strong> sezione internazionale del Partito<br />

sovietico, il quale mi disse: ho visto sulla «Pravda» (in verità, sulla prima

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