PDF - Senato della Repubblica
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<strong>Senato</strong> <strong>della</strong> <strong>Repubblica</strong> – 265 –<br />
XV LEGISLATURA<br />
281ª Seduta Assemblea - Allegato B<br />
26 febbraio 2008<br />
152/2006, affinché la tariffa costituisca il giusto corrispettivo per lo svolgimento<br />
del servizio di raccolta, recupero e smaltimento, senza divenire<br />
indebito strumento di pressione fiscale;<br />
se il Governo non ritenga opportuno verificare la situazione dei pagamenti<br />
e delle garanzie contrattuali dei dipendenti del consorzio Gaia, in<br />
modo che vengano salvaguardati i diritti minimi garantiti.<br />
(4-03440)<br />
BOCCIA Maria Luisa, PISA, PALERMI, DE PETRIS, RUSSO<br />
SPENA, RIPAMONTI, SALVI, BRISCA MENAPACE, DONATI, DI<br />
LELLO FINUOLI, PELLEGATTA, GAGGIO GIULIANI, EMPRIN GI-<br />
LARDINI, ALFONZI, VALPIANA, PALERMO, SILVESTRI, BULGA-<br />
RELLI, TIBALDI, PECORARO SCANIO, VILLONE, VANO. – Al Ministro<br />
<strong>della</strong> giustizia. – Premesso che:<br />
la notizia, apparsa sugli organi dell’informazione, relativa al blitz<br />
operato dalla Polizia giudiziaria la sera dell’11 febbraio 2008, al Secondo<br />
Policlinico di Napoli, dipartimento di Ostetricia, per un presunto aborto<br />
illegittimo, ha destato viva preoccupazione nell’opinione pubblica, come<br />
testimoniano le numerose dichiarazioni da più parti rese alla stampa, nonché<br />
le manifestazioni annunciate per il giorno 14 febbraio 2008;<br />
suscitano in particolare viva preoccupazione le modalità operative<br />
prescelte dalla Polizia giudiziaria per realizzare le indagini, effettuate sulla<br />
base di una denuncia anonima, peraltro in assenza di un adeguato riscontro<br />
in ordine alla plausibilità – da valutarsi sia pur allo stato degli atti –<br />
<strong>della</strong> notitia criminis, rivelatasi poi del tutto infondata;<br />
non si comprende quindi sulla base di quali ragioni la Polizia giudiziaria<br />
abbia ritenuto di procedere a una perquisizione, che appare, quantomeno<br />
prima facie, arbitraria, del dipartimento di ostetricia senza neppure<br />
acquisire dai responsabili <strong>della</strong> struttura e dal personale competente, le informazioni<br />
necessarie al vaglio preliminare <strong>della</strong> fondatezza <strong>della</strong> notizia<br />
di reato. Informazioni che, se correttamente e preventivamente acquisite,<br />
avrebbero consentito di dimostrare l’assoluta infondatezza <strong>della</strong> notitia<br />
criminis e la piena legittimità del trattamento di interruzione volontaria<br />
<strong>della</strong> gravidanza, praticato nel Policlinico di Napoli. L’assunzione, che sarebbe<br />
stata peraltro doverosa, di tali informazioni avrebbe del resto consentito<br />
di evitare il ricorso all’escussione non solo delle degenti del reparto,<br />
ma anche e soprattutto <strong>della</strong> donna che aveva legittimamente deciso<br />
di interrompere la gravidanza per gravi malformazioni del feto. Le stesse<br />
modalità con cui si è svolta tale escussione hanno determinato una significativa<br />
violazione del diritto <strong>della</strong> donna alla privacy e al rispetto del trattamento<br />
dei propri dati personali, la cui tutela è tanto più rilevante in<br />
quanto si tratta di dati sensibili;<br />
del resto, desta forte preoccupazione il sequestro disposto dalla Polizia<br />
giudiziaria, a quanto riportato dai giornali, sulla base di una specifica<br />
autorizzazione del Pubblico ministero, non solo delle cartelle cliniche, ma<br />
anche del feto, soprattutto perché non sembra potessero ritenersi sussistenti<br />
i requisiti del fumus criminis e del periculum in mora;