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PDF - Senato della Repubblica

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<strong>Senato</strong> <strong>della</strong> <strong>Repubblica</strong> – 258 –<br />

XV LEGISLATURA<br />

281ª Seduta Assemblea - Allegato B<br />

26 febbraio 2008<br />

il 19 dicembre scorso l’Assemblea generale dell’ONU ha approvato<br />

una risoluzione, promossa dall’Italia, che conteneva la moratoria contro<br />

la pena di morte nel mondo;<br />

si è appreso, per mezzo di una lettera inviata nei giorni scorsi dal<br />

Presidente del Movimento per l’avvenire dell’Afghanistan, Abdullah<br />

Naibi, e grazie ad un appello promosso il 17 gennaio 2008 da Reporters<br />

senza Frontiere, che Said Parweiz Kâmbakhch, ventitreenne studente di<br />

giornalismo dell’Università di Mazaré Charif, si trova dal 27 ottobre<br />

2007 ristretto in carcere;<br />

Said Parweiz Kâmbakhch, giovane militante <strong>della</strong> sinistra laica afghana,<br />

è accusato di «blasfemia e di aver veicolato giudizi diffamatori nei<br />

confronti dell’Islam»;<br />

il giornalista, collaboratore del giornale Jahan-e Naw (Il mondo<br />

nuovo), èaccusato di ciò sulla base di alcuni articoli sul ruolo delle donne<br />

nelle società islamiche rinvenuti nella sua abitazione;<br />

nella citata lettera-appello del 17 gennaio, Reporters senza frontiere<br />

si dice «molto preoccupata per la pressione esercitata dai conservatori<br />

religiosi sulle autorità, [le cui] accuse [nei confronti di Said Parweiz<br />

Kâmbakhch] di blasfemia contro l’Islam nascondono la volontà di attentare<br />

alla libertà di stampa»;<br />

il fratello del giovane, Sayed Yaqub Ibrahimi, anch’egli giornalista,<br />

ha dichiarato che il suo arresto è illegale, nella misura in cui «tutti i casi<br />

potenzialmente sanzionabili che riguardano la stampa devono essere giudicati<br />

dalla Commissione di valutazione dei media prima di essere sottoposti<br />

ad una Corte di giustizia»;<br />

lo stesso Sayed Yaqub Ibrahimi ha messo in evidenza come «il sistema<br />

giuridico statale sia stato chiamato in causa da parte dei procuratori<br />

soltanto dopo il Consiglio dei Mullah, che ha invocato la pena di morte<br />

per insulti contro i testi sacri»;<br />

i giornalisti afghani hanno scritto nelle settimane scorse al Presidente<br />

<strong>della</strong> <strong>Repubblica</strong> Hamid Karzaï, chiedendo la liberazione del giovane<br />

collega;<br />

soltanto due giorni più tardi il Consiglio dei Mullah ha messo pubblicamente<br />

in guardia le autorità dall’ipotesi di liberazione del giornalista<br />

che è ancora in carcere;<br />

inoltre, Reporters senza frontiere, in un comunicato stampa, si è<br />

detta «preoccupata per la sorte di Ghows Zalmay, un anziano giornalista<br />

che è stato incarcerato all’inizio di novembre per avere pubblicato una traduzione<br />

del Corano» ritenuta «non islamica, in particolare nei passi che<br />

riguardano l’adulterio e l’atto del mendicare» dai religiosi conservatori;<br />

anche per Ghows Zalmay il Consiglio dei Mullah ha chiesto la<br />

pena capitale,<br />

si chiede di sapere:<br />

se il Governo non ritenga che la questione sia, nella misura in cui<br />

chiama in causa il ruolo attivo dell’Italia nell’ambito <strong>della</strong> ricostruzione<br />

civile e giuridica dell’Afghanistan e, al contempo, l’impegno internazionale<br />

per l’approvazione in sede di Nazioni Unite <strong>della</strong> moratoria sulla

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