PDF - Senato della Repubblica
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<strong>Senato</strong> <strong>della</strong> <strong>Repubblica</strong> – 256 –<br />
XV LEGISLATURA<br />
281ª Seduta Assemblea - Allegato B<br />
26 febbraio 2008<br />
stretta, in un momento di vulnerabilità e debolezza psicofisica, a motivare<br />
e giustificare una scelta attuata nel suo interesse fondamentale alla salute<br />
ed in conformità con le procedure previste dalla legge;<br />
alla luce del particolare contesto, stante la documentazione medica<br />
prodotta, inutile era l’interrogatorio alla donna: qualora riscontrate irregolarità<br />
nei referti, su queste semmai andavano interrogati i medici;<br />
altrettanto incommentabile appare la scelta di ostensione del materiale<br />
biologico espulso, quanto censurabile la sua valenza moralmente punitiva;<br />
tanto più l’intera procedura pare criticabile, essendo stata posta in<br />
essere a seguito di denuncia anonima;<br />
considerato che:<br />
il Governo italiano già è stato ammonito dal Comitato per l’applicazione<br />
<strong>della</strong> CEDAW in merito all’insufficienza di dati e di informazioni<br />
sull’impatto delle politiche sanitarie sulle donne, in particolar modo rispetto<br />
all’impatto <strong>della</strong> privatizzazione <strong>della</strong> sanità sulla salute femminile,<br />
e alla mancanza di dati e di informazioni analitiche sull’assistenza sanitaria<br />
disponibile per le donne nel Sud del Paese (raccomandazione 33), e<br />
che sempre il Comitato ha richiesto (raccomandazione 34) allo Stato<br />
membro di monitorare l’impatto delle proprie politiche sanitarie sulle<br />
donne, compreso il Piano sanitario nazionale, e di fornire nel suo prossimo<br />
rapporto informazioni statistiche ed analisi dettagliate sulle misure adottate<br />
per migliorare la salute delle donne, compreso l’impatto di tali misure,<br />
in conformità con la raccomandazione generale 24 del Comitato<br />
sulle donne e la salute. Il Comitato ha richiesto inoltre allo Stato membro<br />
di fornire informazioni sulle politiche sanitarie in atto per le donne del<br />
Sud, politiche ad oggi inesistenti;<br />
il delitto di «feticidio», e lo stato di abbandono morale e materiale<br />
<strong>della</strong> donna che questo presume, mal si addice a chi scelga di operare legittimamente<br />
un aborto in una clinica universitaria, seguita da professionisti.<br />
Sarebbe un uso indebito dello strumento penale, se tale imputazione<br />
servisse quale mezzo di controllo (a posteriori) <strong>della</strong> legittimità <strong>della</strong> valutazione<br />
dei sanitari sullo stato di salute <strong>della</strong> donna e sulla richiesta di<br />
interruzione <strong>della</strong> gravidanza o di aborto terapeutico. Ciò infatti negherebbe<br />
la capacità professionale e morale dei sanitari di valutare insieme<br />
alla donna, con coscienza e responsabilità, l’opportunità e legalità del ricorso<br />
all’aborto nella sua specifica situazione,<br />
si chiede di sapere:<br />
quali iniziative intendano prendere i Ministri in indirizzo affinché<br />
vengano posti in essere i necessari accertamenti per verificare la legittimità<br />
delle operazioni effettuate;<br />
quali misure intendano adottare affinché non si addivenga a superflue<br />
ed arbitrarie compressioni dell’autodeterminazione femminile nella<br />
scelta di sottoporsi ad IVG, nei limiti e con le procedure previste dalla<br />
legge;<br />
quali misure intendano adottare per porre maggiore attenzione alla<br />
carenza di formazione e informazioni sulla salute delle donne, in special