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PDF - Senato della Repubblica

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<strong>Senato</strong> <strong>della</strong> <strong>Repubblica</strong> – 210 –<br />

XV LEGISLATURA<br />

281ª Seduta Assemblea - Allegato B<br />

26 febbraio 2008<br />

la frazione umida dei rifiuti (pari al 40%) né l’inerte (sabbia, metalli, vetro<br />

eccetera, che ammonta al 10-15%);<br />

il 23 gennaio 2008 il Consiglio di Stato ha approvato il ricorso dell’Autorità<br />

per l’energia, nell’introdurre una maggiore equità nel sistema<br />

degli incentivi alle fonti rinnovabili e assimilate Cip6, rendendolo più aderente<br />

ai costi reali, traducibile in un taglio di circa 600 milioni di euro in<br />

bolletta cui andrebbero aggiunti gli oltre 90 milioni euro che l’Autorità sta<br />

già facendo risparmiare in tariffa grazie ad un’attività ispettiva condotta in<br />

collaborazione con la Guardia di finanza per incentivi indebitamente percepiti<br />

dagli operatori attivi nella produzione di energia elettrica da fonti<br />

rinnovabili e assimilate. L’Authority ha calcolato che, grazie al rientro dagli<br />

abusi nel meccanismo Cip6, fino momento in cui il meccanismo stesso<br />

verrà definitivamente esaurito, gli utenti eviteranno di pagare complessivamente<br />

5 miliardi di euro,<br />

si chiede di sapere:<br />

quali motivazioni abbiano addotto le società che avevano manifestato<br />

il loro interesse preventivo a non partecipare alla gara indetta di cui<br />

in premessa e se sia possibile escludere che pressioni dall’esterno siano<br />

state esercitate affinché si determinasse questo esito negativo del bando;<br />

quali effetti tale abbandono possa produrre in termini di affievolimento<br />

dei rigidi standard selettivi adottati per il bando e di modificazione<br />

dei criteri per la valutazione dell’offerta più vantaggiosa, dal momento<br />

che, in base alla facoltà di deroga rispetto anche al codice vigente degli<br />

appalti determinato dalla legislazione emergenziale, la gara d’appalto andata<br />

deserta potrebbe essere sostituita da una negoziazione privata, con o<br />

senza bando, in cui potrebbero essere richiamate i medesimi soggetti;<br />

quali iniziative si intendano assumere per evitare il rischio che abbia<br />

a ripetersi una situazione simile a quella che ha dapprima caratterizzato<br />

la selezione dapprima e poi la gestione <strong>della</strong> Fibe, che ha determinato<br />

fra le altre cose il grave ritardo nel completamento del ciclo dei rifiuti;<br />

per quale motivo si sia ritenuto di non fare ricorso al decreto motivato<br />

del Ministro dello sviluppo economico per singoli impianti previsto<br />

dalle leggi 296/2006 e 244/2007 bensì allo strumento derogatorio di protezione<br />

civile, che determina il superamento delle leggi nazionali e <strong>della</strong><br />

normativa comunitaria in materia di ambiente, fonti rinnovabili, rifiuti e<br />

opere pubbliche;<br />

se non si ritenga che la reintroduzione dei Cip6, rilanciando esclusivamente<br />

gli inceneritori, non determini il boicottaggio degli obiettivi che<br />

la Commissione europea si è data ed ha attribuito a ciascun Paese membro<br />

in termini di produzione da fonti rinnovabili di almeno il 20 per cento dei<br />

consumi primari, aggravando la posizione dell’Italia in sede comunitaria e<br />

le procedure di infrazione relative agli aiuti di Stato e all’attuazione <strong>della</strong><br />

direttiva rifiuti;<br />

se non si ritenga che la concessione dei benefici Cip6, essendo per<br />

sua natura pluriennale, oltre a contrastare palesemente con gli indirizzi di<br />

politica energetica adottati nella legislazione dell’ultimo biennio, contrasti

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