PDF - Senato della Repubblica

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Senato della Repubblica – xvi – XV LEGISLATURA 281ª Seduta Assemblea - Resoconto sommario 26 febbraio 2008 PRESIDENTE. Poiché agli articoli 6, 7 e 8 del decreto-legge non sono stati presentati emendamenti, dà lettura dell’ordine del giorno G200, presentato dai senatori Castelli e Calderoli, che impegna il Governo ad applicare integralmente il decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957. Essendo stato accolto dal Governo, l’ordine del giorno non è posto in votazione. Passa alla votazione finale. D’ONOFRIO (UDC). Per evitare ricorsi e garantire piena regolarità alle prossime elezioni, il Governo deve varare un provvedimento d’urgenza, non potendosi risolvere per via interpretativa il delicato problema riguardante le disparità nell’applicazione della norma sull’obbligo di raccogliere le firme per la presentazione di candidature. L’emendamento in questione è stato respinto con una votazione che ha visto i voti favorevoli pari ai voti contrari e all’unico astenuto: indice, questo risultato, di una marcata contrarietà di larga parte delle forze politiche al testo in esame e quindi della violazione della regola indicata dal Presidente della Repubblica. (Applausi dal Gruppo UDC). PASTORE (FI). Il Gruppo si esprimerà a favore della conversione del decreto-legge in esame, che è stato emanato sulla base di un ampio accordo tra i vari schieramenti a proposito dello svolgimento contestuale delle prossime elezioni politiche ed amministrative. Ciò non cancella comunque i dubbi su alcune parti del testo, oggetto di proposte emendative che non sono state approvate solo per mancanza del tempo necessario, relative alle modalità di voto degli italiani all’estero e al contestabile meccanismo del voto per corrispondenza, che oltre a poter creare effetti di poca trasparenza non appare del tutto in linea con la ratio del dettato costituzionale. Il Senato, con votazione nominale elettronica ai sensi dell’articolo 120, comma 3, del Regolamento, approva il disegno di legge, composto del solo articolo 1. Discussione e approvazione del disegno di legge: (2011) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 gennaio 2008, n. 8, recante disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché relative alla partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali (Approvato dalla Camera dei deputati) (Relazione orale) TONINI, relatore. L’azione internazionale dell’Italia nel campo della cooperazione allo sviluppo e del sostegno ai processi di pace e la sua partecipazione alle missioni internazionali si svolgono nel pieno rispetto dello spirito e della lettera dell’articolo 11 della Costituzione, in coerenza con i

Senato della Repubblica – xvii – XV LEGISLATURA 281ª Seduta Assemblea - Resoconto sommario 26 febbraio 2008 principi cardine della politica estera italiana, costituiti dal multilateralismo, dall’europeismo, dall’amicizia transatlantica e dalla peculiare vocazione mediterranea del Paese. Il disegno di legge in esame offre dunque un vitale sostegno all’attività di politica estera dell’Italia, protagonista in scenari cruciali e complessi come quello libanese, in cui si avvertono crescenti elementi di preoccupazione, quello afgano, la cui pericolosità è dimostrata dalla tragica recente scomparsa di un militare italiano, e quello balcanico. In particolare, l’autoproclamata indipendenza del Kosovo, in un clima di forte dissenso all’interno delle Nazioni Unite, chiama l’Italia a scelte difficili, che tengano conto della solidarietà atlantica ed europea, senza dimenticare una politica di amicizia e di integrazione comunitaria nei confronti della Serbia e di attenzione nei confronti della Federazione russa. DE GREGORIO, relatore. Il disegno di legge in esame, oggetto di un’approfondita riflessione nelle Commissioni in sede referente, chiama il Paese ad un importante ma necessario sacrificio finanziario per sostenere l’attività internazionale dell’Italia e il meritorio operato dei militari e delle forze di polizia operanti all’estero. Essi sono chiamati infatti a dare concreta testimonianza della politica estera italiana e ad agire spesso nelle parti più povere e disastrate del pianeta per portare un concreto ed efficace supporto alla costruzione della pace, della stabilità e della sicurezza delle popolazioni civili, anche a rischio della loro stessa vita, come purtroppo testimoniato dal recente sacrificio del maresciallo Pezzullo in Afghanistan. In particolare, il testo offre un sostegno concreto al virtuoso modello italiano di cooperazione allo sviluppo, oggetto di ammirazione e di studio negli altri Paesi, e alle iniziative di pace ed umanitarie in cui è impegnato un numero cospicuo di militari. Il testo in esame ha registrato un’ampia convergenza di forze politiche all’interno delle Commissioni competenti: invita dunque coloro che hanno espresso il proprio dissenso, probabilmente perché spinti dall’esigenza di diversificare le proprie posizioni in vista della campagna elettorale, a rivedere tale orientamento e a sostenere l’impegno umanitario e la credibilità internazionale del Paese. (Applausi del senatore Biondi). PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione generale. MARTONE (RC-SE). L’accorpamento in un unico provvedimento di molteplici missioni ha impedito un’analisi approfondita e differenziata dei singoli interventi. Si registra in particolare per la prima volta, già a partire dal titolo del decreto-legge, una commistione tra gli interventi di tipo umanitario e quelli a carattere più strettamente militare, indice di un pericoloso mutamento di indirizzo sul piano politico e culturale. Peraltro, la confusione tra l’obiettivo umanitario e quello militare è alla base dell’ostilità delle popolazioni locali nei confronti dei militari, con conseguente aumento di rischi per l’incolumità di questi ultimi. Rimane quindi aperto il problema di una riconsiderazione degli strumenti che la comunità

<strong>Senato</strong> <strong>della</strong> <strong>Repubblica</strong> – xvii –<br />

XV LEGISLATURA<br />

281ª Seduta Assemblea - Resoconto sommario<br />

26 febbraio 2008<br />

principi cardine <strong>della</strong> politica estera italiana, costituiti dal multilateralismo,<br />

dall’europeismo, dall’amicizia transatlantica e dalla peculiare vocazione<br />

mediterranea del Paese. Il disegno di legge in esame offre dunque<br />

un vitale sostegno all’attività di politica estera dell’Italia, protagonista in<br />

scenari cruciali e complessi come quello libanese, in cui si avvertono crescenti<br />

elementi di preoccupazione, quello afgano, la cui pericolosità è dimostrata<br />

dalla tragica recente scomparsa di un militare italiano, e quello<br />

balcanico. In particolare, l’autoproclamata indipendenza del Kosovo, in<br />

un clima di forte dissenso all’interno delle Nazioni Unite, chiama l’Italia<br />

a scelte difficili, che tengano conto <strong>della</strong> solidarietà atlantica ed europea,<br />

senza dimenticare una politica di amicizia e di integrazione comunitaria<br />

nei confronti <strong>della</strong> Serbia e di attenzione nei confronti <strong>della</strong> Federazione<br />

russa.<br />

DE GREGORIO, relatore. Il disegno di legge in esame, oggetto di<br />

un’approfondita riflessione nelle Commissioni in sede referente, chiama<br />

il Paese ad un importante ma necessario sacrificio finanziario per sostenere<br />

l’attività internazionale dell’Italia e il meritorio operato dei militari<br />

e delle forze di polizia operanti all’estero. Essi sono chiamati infatti a<br />

dare concreta testimonianza <strong>della</strong> politica estera italiana e ad agire spesso<br />

nelle parti più povere e disastrate del pianeta per portare un concreto ed<br />

efficace supporto alla costruzione <strong>della</strong> pace, <strong>della</strong> stabilità e <strong>della</strong> sicurezza<br />

delle popolazioni civili, anche a rischio <strong>della</strong> loro stessa vita,<br />

come purtroppo testimoniato dal recente sacrificio del maresciallo Pezzullo<br />

in Afghanistan. In particolare, il testo offre un sostegno concreto<br />

al virtuoso modello italiano di cooperazione allo sviluppo, oggetto di ammirazione<br />

e di studio negli altri Paesi, e alle iniziative di pace ed umanitarie<br />

in cui è impegnato un numero cospicuo di militari. Il testo in esame<br />

ha registrato un’ampia convergenza di forze politiche all’interno delle<br />

Commissioni competenti: invita dunque coloro che hanno espresso il proprio<br />

dissenso, probabilmente perché spinti dall’esigenza di diversificare le<br />

proprie posizioni in vista <strong>della</strong> campagna elettorale, a rivedere tale orientamento<br />

e a sostenere l’impegno umanitario e la credibilità internazionale<br />

del Paese. (Applausi del senatore Biondi).<br />

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione generale.<br />

MARTONE (RC-SE). L’accorpamento in un unico provvedimento di<br />

molteplici missioni ha impedito un’analisi approfondita e differenziata dei<br />

singoli interventi. Si registra in particolare per la prima volta, già a partire<br />

dal titolo del decreto-legge, una commistione tra gli interventi di tipo<br />

umanitario e quelli a carattere più strettamente militare, indice di un pericoloso<br />

mutamento di indirizzo sul piano politico e culturale. Peraltro,<br />

la confusione tra l’obiettivo umanitario e quello militare è alla base dell’ostilità<br />

delle popolazioni locali nei confronti dei militari, con conseguente<br />

aumento di rischi per l’incolumità di questi ultimi. Rimane quindi<br />

aperto il problema di una riconsiderazione degli strumenti che la comunità

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