PDF - Senato della Repubblica
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<strong>Senato</strong> <strong>della</strong> <strong>Repubblica</strong> – 126 –<br />
XV LEGISLATURA<br />
281ª Seduta Assemblea - Allegato B<br />
26 febbraio 2008<br />
Regione Bosnia anche grazie ad un impiego più efficace e flessibile delle<br />
truppe. Tale ridimensionamento non ha significato alcun disimpegno <strong>della</strong><br />
comunità internazionale dai Balcani, ma rappresenta il passaggio ad una<br />
nuova fase nel processo di stabilizzazione <strong>della</strong> Regione in cui assume<br />
un rilievo crescente il rafforzamento delle forze di sicurezza locali e più<br />
in generale delle strutture istituzionali.<br />
In particolare, per quanto riguarda il teatro bosniaco rimane centrale<br />
l’operazione Althea a guida UE, per il controllo dell’applicazione degli<br />
Accordi di Dayton, in relazione alla quale, a partire dal mese di febbraio<br />
2007, è stato avviato un percorso di oculata contrazione del contingente<br />
multinazionale denominato EUFOR. Il livello di forze ora raggiunto è previsto<br />
che si stabilizzi per tutto il 2008 ai livelli del 2007, poiché si è registrata<br />
negli ultimi tempi una accresciuta instabilità politica in Bosnia,<br />
anche in correlazione con la recente evoluzione <strong>della</strong> situazione in Kosovo<br />
a seguito <strong>della</strong> dichiarazione d’indipendenza unilaterale del Governo di<br />
Pristina da Belgrado avvenuta il 17 febbraio scorso e riconosciuta dal Governo<br />
italiano qualche giorno dopo.<br />
L’attuale forza di EUFOR, il cui comando è attualmente attribuito ad<br />
un generale di divisione spagnolo, affiancato da un vice comandante italiano<br />
(generale di brigata Carmelo De Cicco), si attesta su circa 2.550<br />
unità, con un contributo da parte italiana di circa 300 unità.<br />
Sempre in Bosnia continua l’impegno per l’addestramento <strong>della</strong> polizia<br />
locale da parte <strong>della</strong> European Union Police Mission (EUPM) a guida<br />
italiana (generale di brigata dei Carabinieri Coppola), con l’attuale contributo<br />
di 13 elementi dell’Arma dei carabinieri.<br />
La progressiva riduzione degli effettivi in Bosnia non è stata seguita<br />
anche in Kosovo, dove si è ritenuto opportuno continuare a mantenere una<br />
presenza militare alleata più robusta. Infatti, la pianificazione NATO posta<br />
a base dell’operazione Joint Enterprise prevede che KFOR abbia una<br />
forza stabile schierata permanente in Kosovo, dell’ordine delle 15.600<br />
unità, rinforzata alla bisogna, di tre battaglioni di riserva operativa forniti<br />
da Italia, Germania e Regno Unito, e da due battaglioni di riserva strategica<br />
forniti da Francia e Italia.<br />
I battaglioni di riserva operativa vengono schierati a rotazione, su richiesta<br />
del Comando NATO, per svolgere attività addestrativa preventiva,<br />
a premessa di un eventuale impiego effettivo come rinforzi.<br />
Nell’ambito di questa missione il contingente italiano in seno a<br />
KFOR si compone normalmente di circa 2.300 uomini (siamo fra i primi<br />
contributori assieme alla Germania e alla Francia). L’attuale IT-Senior National<br />
Representative in KFOR è il generale di brigata Giovanni Savarese,<br />
che ricopre anche l’incarico di Deputy Chief of Staff Operation. In particolare,<br />
circa 1.950 unità operano nell’area ovest (Pec, Dakovica e Decani)<br />
nell’ambito <strong>della</strong> Multinational Task Force – West (MNT-W), su base Brigata<br />
Aosta alle dipendenze del generale di brigata Nicolò Falzaperna,<br />
circa 100 unità operano presso il quartier generale di KFOR (Pristina) e<br />
circa 250 Carabinieri operano nella Multinational Specialized Unit<br />
(MSU) di base a Pristina, ma con raggio d’azione in tutto il Kosovo.