Le tecniche grafiche di rappresentazione I - Dipartimento di ...
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Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà <strong>di</strong> Architettura<br />
Corso <strong>di</strong> Disegno dell’Architettura – prof. Alessandro Merlo<br />
Matteo Bargellini
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo Grafiche<br />
Matteo Bargellini
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo Grafiche<br />
Matteo Bargellini
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà <strong>di</strong> Architettura<br />
Corso <strong>di</strong> Disegno dell’Architettura – prof. Alessandro Merlo<br />
Matteo Bargellini
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo Grafiche<br />
Matteo Bargellini
TECNICHE GRAFICHE<br />
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo<br />
Grafiche<br />
- il tratteggio: tratteggio questa tecnica base del<br />
<strong>di</strong>segno non deve tradursi in una casuale<br />
stesura <strong>di</strong> tratti; non si tratta infatti <strong>di</strong> uno<br />
“scarabocchio”, ma <strong>di</strong> un’operazione<br />
precisa che si compone <strong>di</strong> tratti paralleli<br />
l’uno all’altro, che poi si intersecano, nelle<br />
<strong>di</strong>fferenti <strong>di</strong>rezioni, in modo regolare.<br />
-il il puntinato: in questa tecnica, che si presta in<br />
modo particolare ad inchiostri liqui<strong>di</strong>, molto<br />
più che in altre, una <strong>di</strong>scriminante<br />
fondamentale è lo spessore dei punti,<br />
determinato dall’utilizzo <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi pennini.<br />
GLI STRUMENTI:<br />
-carboncino<br />
-sanguigna e crete<br />
-lapis<br />
-penna ed inchiostro<br />
Matteo Bargellini
IL CARBONCINO<br />
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo Grafiche<br />
La tecnica del carboncino è quella che presenta<br />
il più antico impiego, attestato già in ambito<br />
preistorico (basti pensare ai complessi<br />
pittorici rinvenuti nelle varie grotte europee,<br />
da Altamira a Sormion, da La Magdalaine a<br />
Lascaux); trattasi <strong>di</strong> un materiale generato<br />
dalla carbonizzazione <strong>di</strong> pezzi <strong>di</strong> legno<br />
leggeri e porosi (solitamente <strong>di</strong> salice o <strong>di</strong><br />
vite), senza giungere alla combustione<br />
completa.<br />
Pitture rupestri <strong>di</strong> <strong>Le</strong>scaux<br />
TIPI DI CARBONCINI:<br />
Vi sono carboncini <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>mensioni, ma<br />
l'intensità del nero è comunque la stessa. Nella<br />
fattispecie il carboncino viene posto in<br />
commercio con <strong>di</strong>fferenti sezioni per rispondere<br />
a <strong>di</strong>verse esigenze, ovvero si trovano a sezione<br />
rotonda, quadrata e triangolare (quest'ultimo<br />
tipo viene solitamente adoperato per la<br />
realizzazione <strong>di</strong> scenografie). I carboncini<br />
devono essere perfettamente scorrevoli e molto<br />
morbi<strong>di</strong>; quelli <strong>di</strong> qualità inferiore presentano in<br />
genere delle particelle più dure che rigano il<br />
foglio. Si trovano in commercio due tipi <strong>di</strong><br />
prodotti soggiacenti alla categoria “carboncino”,<br />
cioè il carboncino da <strong>di</strong>segno (o carboncino<br />
compresso) ed il carbone naturale da <strong>di</strong>segno.<br />
Matteo Bargellini
IL CARBONCINO COMPRESSO<br />
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo<br />
Grafiche<br />
Composto da antracite e colla <strong>di</strong> farina<br />
modellate sotto pressione fino ad ottenere<br />
un bastoncino lungo me<strong>di</strong>amente 12 cm, il<br />
carboncino compresso è molto fragile.<br />
Lascia un segno nero, molto profondo e<br />
regolare, ma a <strong>di</strong>fferenza del carboncino<br />
naturale non offre una così ampia gamma<br />
<strong>di</strong> sfumature. È usato soprattutto per i<br />
<strong>di</strong>segni grafici, molto tecnici e regolari.<br />
Si trova in commercio in 5 gradazioni <strong>di</strong><br />
durezza: extramorbido, morbido, me<strong>di</strong>o,<br />
duro ed extraduro, oltre ad essere<br />
<strong>di</strong>sponibile la matita secca <strong>di</strong> carboncino<br />
(me<strong>di</strong>a morbida o dura).<br />
Matteo Bargellini
IL CARBONCINO NATURALE<br />
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo<br />
Grafiche<br />
Il carboncino naturale è ottenuto dalla<br />
combustione anaerobica <strong>di</strong> legno non<br />
resinoso, i cui <strong>di</strong>versi gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> durezza sono<br />
dovuti alla durata complessiva della<br />
carbonizzazione. Il carboncino naturale<br />
lascia un tratto grigio-nero e si trova in<br />
commercio in <strong>di</strong>versi tagli: tagli 3-4 mm, 5-10<br />
mm, 12 mm e circa 20 mm <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro<br />
(prendendo l’esempio della Faber Castell i<br />
<strong>di</strong>ametri in commercio sono 4 <strong>di</strong>versi: 4<br />
mm, 6 mm, 9 mm, 12 mm, oltre ad essere<br />
<strong>di</strong>sponibile anche la matita <strong>di</strong> creta nera<br />
morbida, me<strong>di</strong>a o dura).<br />
Matteo Bargellini
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo Grafiche<br />
MODALITÀ MODALIT D’USO USO<br />
Il carboncino si usa per sfregamento e la sua<br />
peculiarità è la tonalità molto intensa che è<br />
capace <strong>di</strong> raggiungere. Questi neri in realtà si<br />
rivelano poco stabili, in quanto possono<br />
essere facilmente sfumati per ottenere una<br />
gamma completa <strong>di</strong> grigi. Il tratto può essere<br />
cancellato <strong>di</strong>rettamente con uno straccio o<br />
essere sfumato con la gomma pane. Proprio in<br />
conseguenza dell’appena detta poca stabilità<br />
dello strumento in questione bisogna prestare<br />
molta attenzione al momento dell’esecuzione,<br />
perché è molto facile sporcarsi o sporcare il<br />
<strong>di</strong>segno con la quantità <strong>di</strong> polvere che si crea.<br />
Per <strong>di</strong>segnare a carboncino è consigliabile<br />
quin<strong>di</strong> tenere il foglio inclinato, per permettere<br />
alla polvere <strong>di</strong> scivolare via (non spostatela<br />
con la mano che sennò sporcate tutto il<br />
foglio!). Il tratto del carboncino mette in<br />
evidenza la trama della carta su cui viene<br />
usato, dunque in base all'effetto che si vuole<br />
raggiungere si può scegliere una carta più o<br />
meno ruvida. Il tipo <strong>di</strong> segno che si lascia sul<br />
foglio <strong>di</strong>pende quin<strong>di</strong> dalla pressione che si<br />
esercita con il carboncino e dall'inclinazione<br />
con il quale si adopera.<br />
Matteo Bargellini
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo<br />
Grafiche<br />
E’ importante iniziare con segni molto leggeri perché<br />
facilmente cancellabili e proseguire con segni<br />
sempre più decisi. Il carboncino si può usare <strong>di</strong><br />
piatto o <strong>di</strong> punta, a seconda degli effetti che si<br />
vogliono ottenere.<br />
Come con le matite o le penne, si può <strong>di</strong>segnare<br />
secondo due TECNICHE:<br />
-tratteggio tratteggio, usando una fitta rete <strong>di</strong> linee parallele o<br />
incrociate per fare i chiaroscuri.<br />
-sfumando sfumando i segni, segni usando le <strong>di</strong>ta, lo sfumino, un<br />
pennello rigido asciutto, un tovagliolo <strong>di</strong> carta<br />
morbido o del cotone idrofilo. Inoltre si può dare<br />
luminosità ad alcuni punti con la gomma pane,<br />
che è capace <strong>di</strong> trattenere il pigmento senza<br />
spanderlo nel <strong>di</strong>segno.<br />
Matteo Bargellini
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo<br />
Grafiche<br />
FISSAGGIO<br />
Dopo aver finito il <strong>di</strong>segno è importante usare un<br />
prodotto fissativo. Per fissare il <strong>di</strong>segno, tenetelo<br />
in una posizione inclinata e spruzzate il fissativo<br />
da una <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> circa 30 cm.<br />
SOLUBILITÀ SOLUBILIT IN ACQUA<br />
Questa proprietà permette <strong>di</strong> creare interessanti<br />
effetti <strong>di</strong> sfumatura ad acquarello.<br />
Potete usare il metodo asciutto su bagnato,<br />
bagnando la superficie sulla quale volete<br />
<strong>di</strong>pingere, in modo uniforme e <strong>di</strong>segnando sopra<br />
con il carboncino.<br />
Oppure bagnato su asciutto, <strong>di</strong>segnando sulla<br />
superficie asciutta, sfumando il carboncino con<br />
un pennello .<br />
ROBERT LEEDY<br />
“Barn at Tosa – San Sano, Italy” – Drawings from Italy, 1993<br />
Carboncino acquerellato<br />
Matteo Bargellini
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo Grafiche<br />
APPLICAZIONI DELLA TECNICA DEL CARBONCINO PER RITRARRE SOGGETTI ARCHITETTONICI<br />
JAMES WINES<br />
Highrise of Homes, 1981,<br />
MoMA, New York,<br />
Inchiostro, acquerello e carboncino.<br />
FRANCESCO DE NICOLA<br />
I Ponti Rossi, Napoli,<br />
Carboncino.<br />
FRANCO PURINI<br />
Uffici della Camera dei Deputati a Roma, 1966/1968,<br />
Matita e carboncino su carta da lucido, 81x104 cm.<br />
Matteo Bargellini
HUGH FERRISS<br />
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo Grafiche<br />
Matteo Bargellini
LA SANGUIGNA E LE CRETE<br />
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo Grafiche<br />
La sanguigna (che è una creta) trae il proprio<br />
nome dalla caratteristica colorazione<br />
rossastra del tratto rilasciata dal minerale<br />
ferroso che la costituisce, ovvero l’ematite.<br />
Nel Rinascimento era conosciuta col<br />
termine “matita” (derivato appunto da<br />
“ematite”) e veniva impiegata montando<br />
piccoli pezzi su delle cannucce portamine;<br />
solo recentemente la sanguigna è collocata<br />
in un legno come avviene per le matite a<br />
grafite.<br />
Solitamente alla sanguigna vengono associate<br />
due TECNICHE GRAFICHE, GRAFICHE spesso<br />
combinate:<br />
-il tratteggio: si campiscono le parti in ombra<br />
lasciando pulita la superficie in luce.<br />
-la tecnica a spolvero: si usa uno straccio per<br />
spandere sul foglio la polvere della<br />
sanguigna per poi rimuoverla in<br />
corrispondenza delle parti in luce per<br />
mezzo <strong>di</strong> una mollica <strong>di</strong> pane o <strong>di</strong> una<br />
gomma tenera.<br />
Matteo Bargellini
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo Grafiche<br />
PAOLO ZERMANI: Progetto per la Cappella-Museo della Madonna del Parto, Monterchi, Arezzo, 2000<br />
Matteo Bargellini
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Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo Grafiche<br />
la parola matita (amatita o ematita) deriva dal latino hæmatites = gr.<br />
Aimatites. Nel Rinascimento “matita” era il termine con cui si in<strong>di</strong>cava<br />
la sanguigna, derivato da lapis haematites. In seguito alla scoperta<br />
della grafite si sostituì l’ematite con questa roccia (lapis = pietra).<br />
Nonostante l’o<strong>di</strong>erna equipollenza delle locuzioni sarebbe dunque più<br />
appropriato usare la voce “lapis” rispetto a “matita”.<br />
L’antenato della matita è lo stilo, strumento impiegato nel sec. I d.C.<br />
dai Romani; si trattava <strong>di</strong> una bacchetta <strong>di</strong> metallo usata per graffiare<br />
il papyrus. I romani in realtà <strong>di</strong>sponevano già <strong>di</strong> strumenti <strong>di</strong> scrittura<br />
<strong>di</strong>versificati a seconda del tipo <strong>di</strong> scritto e del supporto utilizzato: quelli<br />
provvisori erano eseguiti con punte d'osso o <strong>di</strong> metallo su tavolette <strong>di</strong><br />
legno ricoperte <strong>di</strong> cera, mentre per gli scritti permanenti usavano il<br />
papiro (papyrus), su cui scrivevano con una bacchetta tagliata a punta<br />
e intinta nell'inchiostro. Pennelli piatti e canne tagliate con i bor<strong>di</strong><br />
larghi erano usati su materiali meno ruvi<strong>di</strong> del papiro come le pelli <strong>di</strong><br />
animale preparate (Pergamena).<br />
Matteo Bargellini
LA GRAFITE<br />
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo<br />
Grafiche<br />
La grafite (dal greco gràfein=scrivere) è un<br />
minerale (fase polimorfa <strong>di</strong> esagonale<br />
bipiramidale del carbonio) che si presenta in<br />
cristalli tubolari a contorno esagonale o, più<br />
frequentemente, in masse lamellari, <strong>di</strong> colore<br />
grigio-nero e lucentezza metallica, untuose al<br />
tatto.<br />
La grafite si trova in rocce <strong>di</strong> metamorfismo<br />
termico regionale, come calcari cristallini, scisti<br />
o gneiss, derivate dalla trasformazione <strong>di</strong><br />
preesistente materiale organico. In natura si<br />
trova soprattutto in Siberia, mentre in Italia si<br />
trovano giacimenti in Val Pellice e in Val<br />
Chisone.<br />
La grafite è un materiale morbido, morbido caratteristica<br />
che deriva dalla sua particolare struttura. Infatti<br />
nella grafite gli atomi <strong>di</strong> carbonio sono <strong>di</strong>sposti<br />
su strati paralleli, costituiti da un reticolo <strong>di</strong><br />
esagoni regolari. La facile sfaldabilità sfaldabilit <strong>di</strong> questi<br />
piani ne permette l’uso come lubrificante solido<br />
e per la fabbricazione delle matite.<br />
Matteo Bargellini
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo Grafiche<br />
<strong>Le</strong> prime matite risalgono al sec. XVI ed erano costituite da pezzi <strong>di</strong><br />
grafite avvolti in panni o pelli. Nel 1564 fu scoperto un enorme giacimento<br />
<strong>di</strong> grafite in Inghilterra, che le consentì <strong>di</strong> monopolizzare la produzione <strong>di</strong><br />
matite (<strong>di</strong> forma quadrata per aderire a quella naturale della grafite),<br />
finché non si stu<strong>di</strong>ò un metodo <strong>di</strong> produzione dalla polvere <strong>di</strong> grafite.<br />
Il primo tentativo avvenne nel 1662 a Norimberga (Germania), dove<br />
venne impiegata una miscela <strong>di</strong> grafite, zolfo e antimonio.<br />
Nel 1795 Jacques Conté mise a punto un metodo <strong>di</strong> miscelazione della<br />
grafite con l’argilla l argilla. A seconda della quantità <strong>di</strong> argilla si possono<br />
ottenere matite più dure (più argilla) o più morbide (meno argilla) e quin<strong>di</strong><br />
ottenere un segno <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferente cromia.<br />
Nel 1812 lo statunitense William Monroe inventò un proce<strong>di</strong>mento grazie<br />
al quale l'impasto trafilato <strong>di</strong> grafite e argilla poteva essere racchiuso tra<br />
due metà met <strong>di</strong> legno <strong>di</strong> cedro o ginepro.<br />
La grafite è mischiata con argilla e agenti inumidenti (sego sulfonato e<br />
grassi animali). La mistura si presenta come una lunga estrusione<br />
tagliata su misura, seccata e cotta a 1850 °F (circa 1000 °C). Per<br />
aumentarne la forza e la levigatezza la grafite è poi trattata con una<br />
mistura calda che comprende cera, paraffina e grassi naturali idrogenati.<br />
I ceppi <strong>di</strong> cedro (o <strong>di</strong> ginepro) sono tagliati in asticelle piccole, asciugate<br />
in un forno e poi tinte, con strati <strong>di</strong> lacca.<br />
Matteo Bargellini
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo Grafiche<br />
Matteo Bargellini
MATITE “SPECIALI SPECIALI”<br />
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo<br />
Grafiche<br />
-Portamine:<br />
Portamine: costituito da una struttura in<br />
plastica o altro materiale contenente una serie <strong>di</strong><br />
sottili mine <strong>di</strong> grafite. Premendo il pulsante<br />
all'estremità del portamine, viene fatta<br />
fuoriuscire una mina. In questo modo non è più<br />
necessario far la punta alla matita. I portamine<br />
possono essere “a SCATTO” SCATTO (detta pure matita<br />
automatica) o “a PINZA”. PINZA<br />
Matteo Bargellini
LE GOMME<br />
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo<br />
Grafiche<br />
-Plastic Plastic Eraser in pratica è la gomma standard<br />
-Coarse Coarse Texture Ink Eraser: Eraser:<br />
è la “gomma <strong>di</strong><br />
sabbia”, chiamata così per la sua superficie<br />
sabbiosa e ruvida. E’ ottima per lavorare con<br />
l’inchiostro, rimuovere macchie o linee realizzate<br />
con troppa pressione o sfumare i retini grazie<br />
alla sua qualità “raschiosa“.<br />
-Kneaded Kneaded Rubber Eraser èla “gomma pane”.<br />
E’ perfetta per le aree delicate (si può modellare<br />
e dargli la forma <strong>di</strong> cui si ha bisogno) e per<br />
rimuovere gli screen tones (retini).<br />
-Gomma Gomma-matita: matita: è una matita che al posto della<br />
grafite ha una gomma; è utile per cancellare<br />
angoli e punti dettagliati. È dotata inoltre <strong>di</strong> uno<br />
spolverino per evitare <strong>di</strong> sporcare il <strong>di</strong>segno.<br />
Matteo Bargellini
JERZY FEDRO<br />
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo Grafiche<br />
Matteo Bargellini
LA PENNA E L’INCHIOSTRO<br />
L INCHIOSTRO<br />
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo Grafiche<br />
Gli inchiostri per scrivere sono essenzialmente soluzioni<br />
acquose <strong>di</strong> prodotti coloranti, a cui vengono aggiunti altri<br />
prodotti atti a conferire loro le caratteristiche più idonee per<br />
l'impiego. Questo tipo <strong>di</strong> inchiostro deve dare una traccia<br />
nitida senza sbavature, deve essiccare rapidamente senza<br />
attraversare la carta, deve scorrere facilmente sulla penna<br />
(normale o stilografica), non deve formare grumi o depositi<br />
nei calamai o nei serbatoi delle penne e non deve corrodere i<br />
materiali con cui viene a contatto.<br />
Evoluzioni storiche<br />
-Inchiostro Inchiostro cinese<br />
-Inchiostro Inchiostro ferrogallico<br />
-Inchiostro Inchiostro <strong>di</strong> sicurezza<br />
-Inchiostro Inchiostro <strong>di</strong> china<br />
Matteo Bargellini
NOTE STORICHE<br />
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo Grafiche<br />
Inchiostro cinese: cinese nel 300 d.C. i cinesi produssero una sorta <strong>di</strong> tintura<br />
rossiccia, formata da linfa e resina vegetale, per una specie <strong>di</strong> primitiva<br />
stampa xilografica. Nel IV secolo d.C. Wei-Tang elaborò una sostanza<br />
composta da un residuo carbonioso, resine ed acqua che formava dei<br />
bastoncini per scrivere (una sorta <strong>di</strong> matite). Questo tipo <strong>di</strong> inchiostro,<br />
usato per oltre mille anni, veniva esportato in Occidente con il nome <strong>di</strong><br />
Inchiostro In<strong>di</strong>ano o "inchiostro <strong>di</strong> China".<br />
Inchiostro ferrogallico: è un tipo <strong>di</strong> inchiostro nero a base acquosa.<br />
Quest'inchiostro penetra profondamente nelle fibre della carta,<br />
risultando quasi indelebile. Per la facilità <strong>di</strong> produzione ed il costo<br />
ridotto è stato usato sino al sec. XX. Esistono cenni <strong>di</strong> utilizzo<br />
dall’epoca romana, ma la grande <strong>di</strong>ffusione avvenne nel Me<strong>di</strong>oevo<br />
(ve<strong>di</strong> le miniature).<br />
Gutemberg sfruttò la sua proprietà <strong>di</strong> indelebilità, correggendo la base<br />
acquosa con oli, per la stampa tipografica. <strong>Le</strong>honar<strong>di</strong> invece lo abbinò<br />
a dei coloranti aci<strong>di</strong> per creare un inchiostro <strong>di</strong> sicurezza. sicurezza<br />
La <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> questo inchiostro si ridusse fino a scomparire con<br />
l’introduzione ,all’inizio del XX secolo, <strong>di</strong> inchiostri <strong>di</strong> china (basati su<br />
pigmenti quin<strong>di</strong>), che non danneggiavano i pennini, e poi delle penne a<br />
sfera, che impiegano un inchiostro grasso simile a quello tipografico.<br />
Matteo Bargellini
TIPI DI PENNE<br />
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo<br />
Grafiche<br />
Penne a cannuccia<br />
Penne stilo<strong>grafiche</strong><br />
Penne a serbatoio<br />
Penne a china<br />
Pennello<br />
Matteo Bargellini
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo<br />
Grafiche<br />
PENNA A CANNUCCIA<br />
Sono le più versatili e più economiche. <strong>Le</strong> cannucce<br />
possono essere usate con pennini che tracciano<br />
segni <strong>di</strong> spessore <strong>di</strong>verso per rispondere alle<br />
varie esigenze. Tra i <strong>di</strong>versi tipi a punta fine o a<br />
punta tronca si evidenziano il pennino per<br />
scrittura in tondo, quello per corsivo, quello per<br />
musica e quello per scrittura fiorita. <strong>Le</strong> penne<br />
per la scrittura hanno il cannello <strong>di</strong> attacco<br />
aperto e <strong>di</strong> forma ovale, quelli per la calligrafia o<br />
cartografia hanno cannelli tubolari.<br />
I pennini possono usare qualsiasi inchiostro nella<br />
quantità necessaria per ottenere segni pesanti e<br />
segni leggeri e hanno il pregio <strong>di</strong> non incepparsi,<br />
a meno che la carta non sia troppo morbida e<br />
pelosa. Oltre alle cannucce normali, esistono<br />
anche quelle provviste <strong>di</strong> un piccolo serbatoio <strong>di</strong><br />
rame, ma sono poco efficienti rispetto alle penne<br />
stilo<strong>grafiche</strong> o a quelle a china; inoltre si devono<br />
pulire dopo l'uso per evitare che si occludano.<br />
Matteo Bargellini
PENNA STILOGRAFICA<br />
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo<br />
Grafiche<br />
È una penna composta da una cannetta piena<br />
d'inchiostro e da un pennino. L'inchiostro liquido<br />
confluisce al pennino attraverso un sistema <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>stribuzione che combina gravità e capillarità.<br />
L'inchiostro può essere fornito o da cartucce o<br />
da un contagocce oppure da una varietà <strong>di</strong><br />
meccanismi per rifornire l'inchiostro nel<br />
serbatoio. Ad esempio alcune penne hanno una<br />
pompetta <strong>di</strong> gomma collegata al serbatoio<br />
dell'inchiostro per risucchiare l'inchiostro da una<br />
boccetta. La maggior parte delle penne<br />
stilo<strong>grafiche</strong> <strong>di</strong> nuova produzione usano o delle<br />
cartucce usa e getta oppure un serbatoio<br />
rimovibile con un meccanismo a vite o a pistone<br />
per la fornitura dell'inchiostro.<br />
<strong>Le</strong> penne stilo<strong>grafiche</strong> dovrebbero essere caricate<br />
con inchiostri stilografici idrosolubili: idrosolubili l'inchiostro<br />
viene aspirato nel serbatoio attraverso il<br />
pennino. La gamma dei pennini è assai limitata<br />
se la si confronta con quella delle cannucce.<br />
Matteo Bargellini
PENNA A SERBATOIO (GRAPHOS)<br />
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo<br />
Grafiche<br />
Per queste penne esistono inchiostri speciali, speciali in una<br />
vasta gamma <strong>di</strong> colori, che si versano<br />
<strong>di</strong>rettamente nel serbatoio. Sono dotate <strong>di</strong><br />
pennini <strong>di</strong> forme <strong>di</strong>verse, <strong>di</strong>verse ognuna in spessori<br />
<strong>di</strong>versi.<br />
Ad esempio la penna Graphos Rotring possiede una<br />
gamma <strong>di</strong> 8 forme <strong>di</strong> pennino, contrassegnate<br />
con lettere dell'alfabeto, che tracciano linee<br />
larghe, spesse, sottili o finissime.<br />
Matteo Bargellini
PENNA A CHINA (RAPIDOGRAPH)<br />
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo<br />
Grafiche<br />
Tracciano linee <strong>di</strong> vario spessore me<strong>di</strong>ante punte<br />
intercambiabili formate da un sottile tubicino<br />
metallico il cui tratto è perfettamente uniforme in<br />
qualsiasi <strong>di</strong>rezione la penna venga guidata. Una<br />
corretta manutenzione richiede che le punte<br />
siano vuotate e lavate con cura quando non<br />
sono usate per un certo periodo. In caso <strong>di</strong> uso<br />
continuato è bene tenerle nell'apposito<br />
umi<strong>di</strong>ficatore in modo che l'inchiostro non<br />
essicchi nel canale <strong>di</strong> alimentazione.<br />
Matteo Bargellini
PENNELLI<br />
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo<br />
Grafiche<br />
Se intendete <strong>di</strong>segnare a inchiostro con il pennello,<br />
acquistate dei buoni pennelli morbi<strong>di</strong> e flessibili,<br />
possibilmente <strong>di</strong> martora e ricordatevi <strong>di</strong><br />
sciacquarli sempre dopo l'uso. l'uso<br />
Con i pennelli cinesi e l'inchiostro in tavolette si<br />
ottengono stesure sottilissime e trasparenti.<br />
La tavoletta <strong>di</strong> inchiostro viene sfregata su una<br />
tavolozza <strong>di</strong> steatite e inumi<strong>di</strong>ta con acqua<br />
<strong>di</strong>stillata fino a quando il colore raggiunge<br />
l'intensità <strong>di</strong> nero o <strong>di</strong> grigio desiderata.<br />
Matteo Bargellini
TIPI DI INCHIOSTRO<br />
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo Grafiche<br />
Inchiostri da <strong>di</strong>segno: <strong>di</strong>segno sono idroresistenti e quando essiccano formano una superficie lucida su<br />
cui sì s può pu <strong>di</strong>pingere <strong>di</strong> nuovo. nuovo Si vendono in serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi colori: in commercio troviamo la<br />
Rotring e la Pelikan che hanno 18 tinte, la Winsor and Newton 22. Per le penne tipo graphos<br />
esiste una gamma speciale <strong>di</strong> inchiostri colorati, <strong>di</strong> flui<strong>di</strong>tà maggiore. L'inchiostro <strong>di</strong> china nero,<br />
a base <strong>di</strong> nero fumo e, tra tutti, il prodotto maggiormente usato.<br />
Inchiostri non impermeabili: esistono in vari colori e producono un effetto simile all'acquerello<br />
<strong>di</strong>luito. Penetrano nella carta più pi degli altri inchiostri e quando sono asciutti hanno superficie<br />
opaca. Il pigmento dell'inchiostro tende a depositarsi sul fondo, è quin<strong>di</strong> consigliabile agitare il<br />
flacone prima <strong>di</strong> farne uso. Se si <strong>di</strong>mentica il flacone aperto, l’ inchiostro evapora e <strong>di</strong>venta più<br />
denso rendendo più intenso il colore. Se si aggiunge all'inchiostro un piccolo quantitativo <strong>di</strong><br />
acqua <strong>di</strong>stillata questo riacquista la sua flui<strong>di</strong>tà.<br />
Quando si sceglie un inchiostro, bisogna tenere a mente alcune particolarità <strong>di</strong> ciascun colore; per<br />
esempio, gli inchiostri marrone e seppia tendono a sbia<strong>di</strong>re nel tempo. Alcune varietà non<br />
impermeabili <strong>di</strong> inchiostro sono comode perché si <strong>di</strong>luiscono facilmente con l'acqua e<br />
permettono <strong>di</strong> ottenere toni che possono essere ulteriormente alleggeriti se si ripassa con un<br />
pennello imbibito d'acqua.<br />
I negozi <strong>di</strong> colori vendono una grande quantità <strong>di</strong> inchiostri colorati; tra questi ricor<strong>di</strong>amo quelli<br />
prodotti da Faber Castell, Rotring, Winsor and Newton, e FW. Tra gli inchiostri <strong>di</strong> china<br />
segnaliamo le marche: Rotring, Grumbacher, Winsor and Newton e gli inchiostri in tavoletta<br />
cinesi. Tra gli inchiostri stilografici vi sono queste marche: Parker, Faber Castell, Rotring e<br />
Pelikan.<br />
Matteo Bargellini
CARTA PER DISEGNARE AD INCHIOSTRO<br />
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo<br />
Grafiche<br />
Una carta molto sottile è quasi sempre povera <strong>di</strong><br />
appretto cosicchè l'inchiostro la imbeve e si<br />
spande in modo irregolare.<br />
Per <strong>di</strong>segnare a inchiostro è meglio usare carta<br />
da <strong>di</strong>segno pesante, pesante da 200-250 g/m2, che<br />
permette <strong>di</strong> stendere mani <strong>di</strong> colore e <strong>di</strong><br />
correggere senza danni.<br />
La carta per calligrafia, che costa quanto una buona<br />
carta da <strong>di</strong>segno pesante, è l'ideale se si<br />
vogliono ottenere linee nette e precise. La carta<br />
soffice non è adatta perché assorbe l'inchiostro,<br />
tende a ingiallire ed a sfaldarsi; oltretutto si<br />
lacera facilmente ed i filamenti possono<br />
occludere il pennino.<br />
È meglio tendere la carta su una tavoletta da<br />
<strong>di</strong>segno se si intende dare stesure <strong>di</strong> inchiostro<br />
o <strong>di</strong> acquerello.<br />
Matteo Bargellini
TECNICHE<br />
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo<br />
Grafiche<br />
Nel <strong>di</strong>segno a penna la tecnica <strong>di</strong> base utilizza la linea e il punto. punto Questi segni<br />
possono creare infinite strutture e si combinano anche con altri mezzi pittorici.<br />
Non si può iniziare un <strong>di</strong>segno a inchiostro senza essersi esercitati a lungo nel<br />
movimento e nel segno con una penna e un pennello. Bisogna imparare a non premere<br />
troppo per ottenere un flusso regolare dal pennino alla carta.<br />
Quando si adopera una cannuccia col pennino si deve sempre intingere la stessa<br />
quantità quantit <strong>di</strong> inchiostro e imparare a prevedere il momento in cui l'inchiostro l'inchiostro<br />
finisce<br />
in modo da non dover interrompere nel mezzo <strong>di</strong> una lunga linea. linea<br />
E' utile eseguire un <strong>di</strong>segno preparatorio con una matita morbida se si desidera<br />
realizzare un <strong>di</strong>segno a inchiostro accurato e non un rapido schizzo. Ma una volta<br />
padroneggiata la tecnica, la spontaneità delle linee che fluiscono liberamente e delle<br />
impressioni visive tradotte istantaneamente in immagini crea risultati assai più efficaci <strong>di</strong><br />
quelli che si hanno con riflessione e pianificazione.<br />
Per <strong>di</strong>segnare bene con il pennello occorre una lunga pratica perché la sua punta è molto<br />
flessibile.<br />
Matteo Bargellini
IL TRATTO<br />
-Tratteggio Tratteggio graduato: Si<br />
tracciano linee <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso<br />
spessore con l'aiuto <strong>di</strong> un<br />
righello.<br />
-Tratteggio:<br />
Tratteggio: Si tracciano delle<br />
linee molto leggere con una<br />
penna inclinata. Allo stesso<br />
modo si può fare un tratto<br />
incrociato.<br />
Questo effetto si ottiene con un<br />
pennino spesso.<br />
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Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
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Grafiche<br />
-Puntinato Puntinato graduato: L’effetto<br />
puntinato si ottiene<br />
usando pennini <strong>di</strong> spessore<br />
<strong>di</strong>verso.<br />
-Puntinato: Puntinato: Il puntinato si<br />
ottiene con un pennino<br />
molto sottile.<br />
-Scarabocchiato:<br />
Scarabocchiato: L’effetto<br />
si ottiene scarabocchiando<br />
in maniera più o meno<br />
intensa.<br />
Matteo Bargellini
LE TEXTURES<br />
Questo effetto è dato da un<br />
fazzoletto <strong>di</strong> carta piegato a<br />
fisarmonica e macchiato.<br />
Questo effetto è stato realizzato<br />
passando l'inchiostro<br />
su uno strato <strong>di</strong> cera.<br />
Questo effetto si ottiene<br />
passando un pennello bagnato<br />
su strati spessi <strong>di</strong><br />
inchiostro.<br />
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Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
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Grafiche<br />
Questo effetto si ottiene<br />
spruzzando del fissativo<br />
sull'inchiostro ancora fresco<br />
steso con un pennello.<br />
Questo effetto si ottiene<br />
usando della tela per<br />
<strong>di</strong>pingere, la tela viene<br />
inumi<strong>di</strong>ta con l'inchiostro e<br />
premuta contro il foglio.<br />
Questo effetto si ottiene<br />
usando i polpastrelli con<br />
l'inchiostro.<br />
Matteo Bargellini
Questo effetto si ottiene<br />
soffiando con una cannuccia<br />
sull'inchiostro fresco.<br />
Questo effetto si ottiene<br />
tracciando le linee attraverso<br />
un fazzoletto <strong>di</strong> carta.<br />
Questo effetto si ottiene<br />
usando prima una stesura<br />
<strong>di</strong> inchiostro <strong>di</strong>luito, poi una<br />
volta asciutto <strong>di</strong>segnando<br />
le linee.<br />
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Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
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Grafiche<br />
Questo effetto si ottiene<br />
spruzzando l'inchiostro con<br />
uno spazzolino.<br />
Questo effetto si ottiene<br />
<strong>di</strong>pingendo sopra una maschera.<br />
Questo effetto si ottiene<br />
stendendo l'inchiostro con<br />
un pennello <strong>di</strong>luendolo con<br />
acqua.<br />
Matteo Bargellini
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Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo Grafiche<br />
APPLICAZIONI DELLA TECNICA DELL’ DELL INCHIOSTRO: MELISSA B. TUBBS<br />
Matteo Bargellini
Università Universit degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Facoltà Facolt <strong>di</strong> Architettura<br />
Tecniche<br />
Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Disegno dell’Architettura<br />
dell Architettura – prof. Alessandro Merlo Grafiche<br />
APPLICAZIONI DELLA TECNICA DELLA PENNA PER RITRARRE SOGGETTI ARCHITETTONICI<br />
ARCHITETTONICI<br />
Matteo Bargellini