F. TERRANOVA, Osservazioni su Gai 2.108 pp. 281 - Università di ...
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Nel t.p.a.e.l. <strong>di</strong> età risalente non si pone il problema se il legatario<br />
ante litteram sia, o meno, interessato al negotium perché è con il familiae<br />
emptor che il testatore compie l’atto. Tale regime si trasmette anche<br />
al t.p.a.e.l. <strong>di</strong> età evoluta ove l’erede ha preso il posto del familiae<br />
emptor, tanto che <strong>Gai</strong>o stesso scrive che è ormai a <strong>su</strong>o carico (a quo)<br />
che etiam legata relinquuntur.<br />
Si potrebbe, in conclusione, ipotizzare che sino a quando l’here<strong>di</strong>s<br />
institutio continua a essere considerata la <strong>di</strong>sposizione da cui testamenta<br />
uim ...accipiunt, il problema se il legatario fosse testis in re <strong>su</strong>a venisse<br />
risolto in senso negativo. Ma cosa accade nello svilu<strong>pp</strong>o storico <strong>su</strong>ccessivo,<br />
quando, cioè, l’istituzione d’erede perde la posizione <strong>di</strong> caput<br />
et fundamentum totius testamenti?<br />
Di certo non sfugge che l’esito ultimo <strong>di</strong> questo processo evolutivo<br />
culmina in quanto leggiamo nell’articolo 597 del Cod. civ.:<br />
Incapacità del notaio, dei testimoni e dell’interprete. – 1. Sono<br />
nulle le <strong>di</strong>sposizioni a favore del notaio o <strong>di</strong> altro ufficiale che<br />
ha ricevuto il testamento pubblico, ovvero a favore <strong>di</strong> alcuno dei<br />
testimoni o dell’interprete intervenuti al testamento medesimo.<br />
6. Abbiamo rilevato che sino a quando il familiae emptor partecipa al<br />
testamento librale con un ruolo puramente formale, il <strong>su</strong>o intervento all’atto<br />
oscura in un certo senso la presenza dell’erede. L’introduzione dell’here<strong>di</strong>s<br />
institutio nel t.p.a.e.l. sembrerebbe, infatti, non creare almeno in<br />
a<strong>pp</strong>arenza alcun problema, tanto che l’atto mantiene, esteriormente e formalmente,<br />
la <strong>su</strong>a struttura bilaterale. Come si giustifica, però, tutto ciò?<br />
Sul punto, in verità, la Parafrasi <strong>di</strong> Teofilo offre una risposta che non è stata,<br />
da quel che ci ri<strong>su</strong>lta, tenuta nella dovuta considerazione e della quale<br />
non si sono valutate sino in fondo le possibili implicazioni. Vogliamo<br />
riportare questa fonte a conclusione del lavoro svolto, perché potrebbe, a<br />
nostro modo <strong>di</strong> vedere, aprire qualche nuova prospettiva <strong>di</strong> indagine, rimettendo<br />
in <strong>di</strong>scussione alcune questioni, da lungo tempo valutate dalla<br />
dottrina maggioritaria come punti fermi. Si legga quin<strong>di</strong><br />
PT. 2.10.10:...Eê kaì tà málista gàr <strong>su</strong>nekécuto pálaitòtoioûtonnómimon,kaì<br />
pollÖjæpeplÔrwtotapacÖj,<br />
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