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F. TERRANOVA, Osservazioni su Gai 2.108 pp. 281 - Università di ...

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familiae emptor non ha più, dopo l’introduzione dell’here<strong>di</strong>s institutio,<br />

alcun concreto interesse al compimento dell’atto, continua tuttavia a<br />

non poter essere considerato soggetto estraneo allo stesso, e quin<strong>di</strong> testis<br />

nel senso <strong>di</strong> terzo (<strong>di</strong>sinteressato al compimento del negotium). 78 La<br />

<strong>su</strong>a presenza, se<strong>pp</strong>ur mantenuta propter ueteris iuris imitationem, maschera,<br />

in un certo senso, quella dell’erede. 79 Si legga infatti<br />

<strong>Gai</strong> 2.103: ...nunc uero alius heres testamento instituitur, a quo<br />

etiam legata relinquuntur, alius <strong>di</strong>cis gratia propter ueteris iuris imitationem<br />

familiae emptor adhibetur rell.<br />

Da questo testo si evince chiaramente come, almeno in un primo<br />

tempo, l’introduzione dell’here<strong>di</strong>s institutio non abbia alterato la struttura<br />

esteriore del testamento librale, che infatti conserva la <strong>su</strong>a bilateralità.<br />

80 Man mano però che l’istituzione d’erede va as<strong>su</strong>rgendo a caput<br />

tura esterna del testamento, in quanto atto librale». V. in argomento anche B. ALBANESE,<br />

La <strong>su</strong>ccessione ere<strong>di</strong>taria, cit., 422 ove l’autore evidenzia che la mancipatio familiae, l’in iure<br />

cessio here<strong>di</strong>tatis e l’u<strong>su</strong>capio pro herede rivelano in età classica «un forte squilibrio tra<br />

quella che è la loro struttura formale e quello che è il loro scopo attuale».<br />

78 Sul punto v. quanto rilevato da G. GANDOLFI, «Prius testamentum ruptum est», cit.,<br />

217: «I Romani anche nell’età classica dovevano attribuire maggior importanza <strong>di</strong> quanto<br />

noi pensiamo al ruolo del familiae emptor, pur con la consapevolezza degli effetti mortis<br />

causa del negozio». Questi «non doveva essere solitamente una qualsiasi comparsa: egli veniva<br />

probabilmente scelto dal testatore con la consapevolezza <strong>di</strong> farlo partecipare ad un atto<br />

<strong>di</strong> alta importanza e con un ruolo <strong>di</strong> altrettanta importanza». L’autore argomenta tale<br />

ipotesi analizzando due fonti Svet., Nero, 4.1 e D. 48.18.1.6 (Ulp. 8 de off. proc.) per l’esegesi<br />

delle quali riman<strong>di</strong>amo a ID., op. cit., 217-219.<br />

79 Così P. VOCI, Diritto ere<strong>di</strong>tario romano 2 , II, cit., 71 s.: «...il t. per aes et libram è atto<br />

esteriormente bilaterale, che ha come parti il testatore e il familiae emptor: la figura dell’erede,<br />

sostanzialmente tanto più importante del familiae emptor, resta in ombra». V. in<br />

argomento E. HENRYSONIS, Commentatio in Tit. X. Libri secun<strong>di</strong> Institutionum de Testamentis<br />

or<strong>di</strong>nan<strong>di</strong>s, cit., 441.<br />

80 «La menzione dell’avvenuta mancipatio familiae si ritrova in numerosi documenti<br />

epigrafici e papirologici, e non come mera clausola <strong>di</strong> stile, bensì con l’in<strong>di</strong>cazione precisa<br />

dei nomi del familiae emptor, del libripens e dell’antestatus». Così G. GANDOLFI, «Prius<br />

testamentum ruptum est», cit., 215 e ivi nt. 18, con in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> fonti. Essa non era, inoltre,<br />

«semplicemente una formalità essenziale se l’interpretatio continuava a considerare,<br />

propter ueteris iuris imitationem, il negozio come posto in essere dal testatore e dal familiae<br />

emptor» (op. cit., 216). Mancipatio familiae e nuncupatio testamenti vanno, <strong>di</strong>fatti, a costituire<br />

la struttura del testamento librale <strong>di</strong> età classica, e sono fra loro in corrispondenza<br />

biunivoca, poiché è solo con il compimento <strong>di</strong> entrambe, me<strong>di</strong>ante la pronunzia dei verba<br />

richiesti, che si consegue l’effetto che il negotium intende realizzare: consentire a un sog-<br />

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