Silvano Bracci - I Frati MInori a Fano - Fondazione Cassa di ...
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II - Quanto appena detto ha messo in evidenza<br />
le due interpretazioni della Regola acuitesi dopo<br />
la morte <strong>di</strong> San Francesco: una considerevole<br />
parte dei frati con il pretesto della pre<strong>di</strong>cazione,<br />
in aiuto o in sostituzione del clero locale generalmente<br />
poco colto, propendeva per strutture<br />
dentro le città realizzando monumentali chiese e<br />
gran<strong>di</strong> complessi conventuali comprensivi <strong>di</strong> officine<br />
e scantinati adatti ad accantonare derrate<br />
necessarie per una comunità numerosa, <strong>di</strong> conseguenza<br />
venivano accettati lasciti, donazioni ed<br />
elemosine in danaro; un altro gruppo, per fedeltà<br />
al modello e alla Regola del fondatore, viveva<br />
in piccole comunità al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> centri abitati o<br />
ad<strong>di</strong>rittura in romitaggi rigettando ogni genere<br />
<strong>di</strong> possesso. La contrapposizione tra le due anime<br />
vide qualche repressione verso gli estremisti,<br />
gli “spirituali”, che a loro volta non fecero mancare<br />
polemici giu<strong>di</strong>zi contro chi aveva accettato<br />
interpretazioni accomodanti e <strong>di</strong>spense pontificie<br />
nella povertà comunitaria. Ciò nonostante<br />
l’Or<strong>di</strong>ne rimase unico.<br />
Attorno a fra Paoluccio dei Trinci <strong>di</strong> Foligno,<br />
che dal 1368 si era ritirato a Brogliano sul pianoro<br />
<strong>di</strong> Colfiorito tra Umbria e Marche, fiorì<br />
una comunità <strong>di</strong> frati, per lo più non sacerdoti,<br />
votati alla contemplazione nella povertà non solo<br />
in<strong>di</strong>viduale ma comunitaria. Da questi frati, che<br />
non calzavano scarpe ma portavano zoccoli per<br />
<strong>di</strong>fendersi dalle serpi da cui l’appellativo “zoccolanti”,<br />
si sviluppò il movimento interno all’Or<strong>di</strong>ne<br />
denominato de observantia regulae a cui il<br />
Ministro Generale concesse <strong>di</strong> accettare novizi<br />
ed aprire altri “luoghi”. Il movimento dell’Osservanza<br />
ebbe una eccezionale espansione dopo<br />
che nel 1402 vi si aggregò Bernar<strong>di</strong>no da Siena,<br />
giovane <strong>di</strong> grande spiritualità e cultura, che seppe<br />
armonizzare contemplazione e pre<strong>di</strong>cazione,<br />
povertà e stu<strong>di</strong>o, sostenendo l’usus pauper dei<br />
beni strumentali. I frati della “famiglia” osservante<br />
vivevano in conventi modesti al <strong>di</strong> fuori<br />
della città ed ottennero dai confratelli della<br />
“comunità” <strong>di</strong> poter abitare alcuni luoghi cari<br />
a san Francesco, quali l’eremo delle Carceri e la<br />
Porziuncola ad Assisi e il monte della Verna in<br />
Toscana 20 .<br />
La soluzione pratica bernar<strong>di</strong>niana dell’annosa<br />
questione della povertà e della contrapposizione<br />
fra pre<strong>di</strong>cazione e contemplazione richiamò<br />
nella “famiglia” osservante anche frati della<br />
“comunità”, ma soprattutto il senese con la sua<br />
pre<strong>di</strong>cazione popolare attrasse elementi dall’ambiente<br />
dotto, tra i quali nel 1415 San Giovanni<br />
da Capestrano e nel 1416 San Giacomo della<br />
Marca che, a loro volta, <strong>di</strong>ventarono animatori<br />
della “famiglia” accogliendovi innumerevoli giovani<br />
affascinati dalla loro pre<strong>di</strong>cazione. L’unico<br />
Or<strong>di</strong>ne dei <strong>Frati</strong> Minori, ormai con due anime<br />
sempre più evidenti e contrapposte, da Leone X<br />
con la bolla Ite vos in vineam meam del 29 maggio<br />
1517 sarà <strong>di</strong>viso in due rami: <strong>Frati</strong> Minori<br />
Osservanti e <strong>Frati</strong> Minori Conventuali.<br />
La ripetuta presenza <strong>di</strong> frate Giacomo della<br />
Marca a <strong>Fano</strong> alimentò il desiderio <strong>di</strong> avere anche<br />
qui i frati dell’Osservanza oltre ai frati minori<br />
del convento <strong>di</strong> San Francesco dove il santo<br />
alloggiava. È attestata una prima richiesta «per<br />
la gloria <strong>di</strong> Dio e per la salvezza delle anime»<br />
(ad honorem Dei et salutem animarum) datata<br />
16 ottobre 1446 con la quale il Consiglio e la<br />
Comunità fanese pregavano papa Nicolò V <strong>di</strong> inviare<br />
il Vicario degli Osservanti con alcuni confratelli<br />
« per scegliere e far costruire un convento<br />
in quella zona che a loro sarebbe apparsa più idonea<br />
e silenziosa» 21 . Il 4 marzo 1455 Sigismondo<br />
Pandolfo Malatesti, «richiesto <strong>di</strong> scegliere un<br />
luogo conveniente e adatto per la costruzione<br />
<strong>di</strong> un convento dell’Osservanza dell’Or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong><br />
San Francesco, dato che in questa sua città erano<br />
state lasciate molte elemosine per l’e<strong>di</strong>ficazione<br />
del detto convento» (allo scopo si era avuta quasi<br />
una gara tra le famiglie più in vista, quali i<br />
Marcolini, i Peruzzi, i Palazzi, ecc., ma anche da<br />
parte <strong>di</strong> gente meno in vista), convocò presso il<br />
suo palazzo il Consiglio con il quale si convenne<br />
che, «pro minori expen<strong>di</strong>o» cioè per non accollarsi<br />
tante spese, sembrava opportuno concedere<br />
«l’oratorio <strong>di</strong> S. Maria del Metauro con le sue<br />
I FRATI MINORI A FANO<br />
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