Silvano Bracci - I Frati MInori a Fano - Fondazione Cassa di ...
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Ritratto <strong>di</strong> Padre Lodovico<br />
da Viadana (olio su tela,<br />
Viadana, chiesa <strong>di</strong> Santa<br />
Maria del Castello)<br />
34<br />
Due musicisti a Santa Maria Nuova<br />
Mons. Riccardo Paolucci ha lasciato, tra l’altro, un saggio su<br />
I <strong>Frati</strong> Minori e la Cappella Musicale <strong>di</strong> <strong>Fano</strong> 1 in cui leggiamo<br />
che alcuni frati del convento <strong>di</strong> S. Maria Nuova prestarono<br />
servizio liturgico-musicale nel Duomo fanese. Andando<br />
alla fonte, possiamo precisarne i nomi: P. Pietro Tomba dal<br />
1804 al 1816 quale ‘Mansionario cantore’ “finché non si fosse<br />
trovato altro sacerdote secolare, abile a tale impiego” 2 ; P.<br />
Elzeario Niccolini da Montebaroccio, chiamato a servire con<br />
lo stesso ufficio nel coro é nell’orchestra essendo “già corista<br />
in Santa Maria Nuova e musico notissimo in questa città”,<br />
dal 1809 fino al 1817 quando fu colto da immatura morte 3 ; P.<br />
Domenico Carletti da Serrungarina, dal 1854 al 1872 quale<br />
Maestro <strong>di</strong>rettore della cappella musicale «organista e professore<br />
<strong>di</strong> musica <strong>di</strong> non ignobile nome [...] molto acconcio al<br />
servizio dell’orchestra, sia per la sua nota capacità, sia ancora<br />
per la <strong>di</strong>ligenza con cui l’avrebbe compiuto», come lo presentò<br />
l’Arci<strong>di</strong>acono nel Capitolo dei canonici, quin<strong>di</strong> votato all’unanimità<br />
dai Canonici «per la pochezza dello stipen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> scu<strong>di</strong> 30 che il Carletti però avrebbe accettato<br />
essendo religioso», il quale «ebbe l’avventura <strong>di</strong> <strong>di</strong>rigere la musica in Cattedrale nell’occasione del<br />
passaggio <strong>di</strong> Pio IX nella nostra città», come scrive il Paolucci.<br />
Due frati <strong>di</strong> Santa Maria Nuova, però, meritano speciale menzione: il grande maestro e compositore<br />
P. Lodovico da Viadana, <strong>di</strong> cui parla anche il Paolucci, e, in anni più recenti, il P. Umberto Franca,<br />
organista, <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> coro e docente <strong>di</strong> paleografia musicale.<br />
Padre Lodovico da Viadana nacque nel 1560 a Viadana 4 , <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Cremona in provincia <strong>di</strong> Mantova.<br />
Il suo nome era Tommaso Grossi, ma da quando entrò nell’Or<strong>di</strong>ne dei <strong>Frati</strong> Minori Osservanti nel<br />
convento San Francesco della città natale <strong>di</strong>ventò “Lodovico da Viadana” e con questo nome è entrato<br />
nella storia della musica 5 . Non si ha <strong>di</strong> lui una perfetta cronologia, egli stesso però ci informa della<br />
sua innata propensione per la musica nel de<strong>di</strong>care a Fulvio Gonzaga il Completorium Romanum octo<br />
vocibus decantandum Liber secundus, Opera XVI, Venetiis apud Iacobum Vincentium, 1606: «Siccome<br />
naturalmente l’uomo è <strong>di</strong> varii humori, et <strong>di</strong> varii membri composto, così per natura parimente egli<br />
vuole delle cose nelle quali risplenda qualche bella varietà non poco <strong>di</strong>lettarsi: Laonde la Musica la<br />
quale è uno degli abiti virtuosi dell’intelletto, et contiene in se unite con soavissime proportioni tutte<br />
quelle <strong>di</strong>fferenze, che nel suono si ritrovano; come dell’altre varietà più <strong>di</strong>lettevole et honorata conviene<br />
che fra esse tenga il principato. Questa ragione fin da miei primi anni mi indusse a darmi tutto<br />
agli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>vina facoltà» 6 .<br />
Fu operoso presso l’Accademia <strong>di</strong> Padova negli ultimi anni del ‘500, per cui alcuni vorrebbero che sia<br />
stato allievo <strong>di</strong> Costanzo Porta (1529-1601) frate minore conventuale maestro <strong>di</strong> cappella al duomo<br />
<strong>di</strong> Padova e nella Basilica del Santo, da cui anche l’errata assegnazione <strong>di</strong> Lodovico all’Or<strong>di</strong>ne dei<br />
francescani conventuali. È documentata la presenza del Viadana dal 1593 al 1597 a Mantova quale<br />
maestro <strong>di</strong> cappella del duomo, a cui potrebbe essere seguito un ipotetico breve soggiorno a Roma;<br />
nei primi anni del ‘600 è Vicario del convento <strong>di</strong> San Luca a Cremona, dal 1602 è maestro <strong>di</strong> cappella<br />
nella cattedrale <strong>di</strong> Reggio Emilia, dal 1608 in quella <strong>di</strong> Concor<strong>di</strong>a Sagittaria che però dal 1586 era<br />
stata traslata nella chiesa <strong>di</strong> Sant’Andrea a Portogruaro. Egli si trovava nel convento San Francesco <strong>di</strong>