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Silvano Bracci - I Frati MInori a Fano - Fondazione Cassa di ...

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LA CHIESA DI SANTA MARIA NUOVA A FANO<br />

30<br />

statua lignea, il quarto de<strong>di</strong>cato a San Francesco<br />

era l’altare della stessa comunità francescana<br />

pur se venne dato in ius patronatus all’orefice<br />

Giambattista Buffi che commissionò al pesarese<br />

Giovanni Maria Luffoli la tela con la Vergine e<br />

il Bambino, Sant’Eligio e Santa Caterina d’Alessandria<br />

sulla quale però i frati fecero aggiungere<br />

da una mano meno felice l’immagine del proprio<br />

santo fondatore. Il primo altare a destra era de<strong>di</strong>cato<br />

a San Giovanni Battista o al Battesimo <strong>di</strong> Gesù<br />

con relativa tela <strong>di</strong> Bartolomeo Giangolini, il secondo<br />

a Sant’Antonio <strong>di</strong> Padova la cui immagine<br />

su tela “<strong>di</strong> buona mano [...] incognita” 55 fu sostituita<br />

da una statua lignea (si veda il saggio Le statue<br />

lignee e gli stucchi <strong>di</strong> <strong>Silvano</strong> <strong>Bracci</strong>, sempre in<br />

questo volume) a sua volta rimpiazzata negli anni<br />

1930 da altra in gesso; il quarto a San Giuseppe<br />

<strong>di</strong> ius patronatus della confraternita dei falegnami<br />

che commissionò una tela raffigurante la Santa<br />

Famiglia a Giacinto Geminiani (1611-1681) che<br />

però da circa il 1740 la confraternita trasferiva<br />

nella chiesa <strong>di</strong> Sant’Agostino (oggi conservata<br />

nella chiesa parrocchiale della Santa Famiglia),<br />

mentre la tela che sostituiva la precedente, presentata<br />

da Agostino Pellegrini con queste parole: “un<br />

San Giuseppe senza nome e senza valore” 56 , è stata<br />

rimossa nel 1958 dall’allora padre Guar<strong>di</strong>ano<br />

perché rovinata (purtroppo non ne rimane descrizione<br />

né traccia). Poiché secondo le regole liturgiche<br />

i numerosi sacerdoti della fraternità <strong>di</strong> Santa<br />

Maria Nuova celebravano messa singolarmente<br />

nelle prime ore del giorno, tra gli otto laterali dovevano<br />

essere stati eretti altari minori de<strong>di</strong>cati alla<br />

Ss. Vergine <strong>di</strong> Loreto, alla Madonna Addolorata,<br />

a San Giovanni da Capestrano, a San Pasquale<br />

Baylon, a Santa Margherita da Cortona, a San<br />

Giacomo della Marca <strong>di</strong> cui si sa che Bartolomeo<br />

Giangolini aveva pitturato il quadro 57 , come abbiamo<br />

dedotto dai registri parrocchiali.<br />

V - Il convento a sua volta ha conosciuto ampliamenti<br />

e ristrutturazioni a seconda della destinazione<br />

che i francescani ne facevano, quali l’infermeria<br />

per frati anziani, il noviziato per aspiranti non sa-<br />

cerdoti, lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> teologia e <strong>di</strong> filosofia per frati<br />

incamminati al sacerdozio. Fortunatamente i vari<br />

interventi non hanno stravolto l’architettura del<br />

piano terra che presenta tuttora armoniose linee<br />

cinquecentesche. Più volte nel convento si sono<br />

tenuti anche i Capitoli della Provincia francescana<br />

marchigiana, ai quali partecipavano i guar<strong>di</strong>ani<br />

dei numerosi conventi della regione per il cui<br />

sostentamento furono elargite generose elemosine<br />

in danaro o in natura da parte del Municipio e<br />

delle più abbienti famiglie fanesi, quali Alavolini,<br />

Negusanti, Bertozzi («Il Sig. Cavaliere Francesco<br />

de’ Conti Bertozzi» era Sindaco Apostolico del<br />

convento fanese negli anni 1815-1821 58 ), Almerici,<br />

Boccaccio, Montevecchio, ecc. A tale proposito<br />

riportiamo in nota alcuni elogi <strong>di</strong> persone che si<br />

leggono nel registro delle sepolture della parrocchia.<br />

59<br />

La fraternità francescana si segnalò spesso nell’ambito<br />

della città non solo nel settore spirituale, ma<br />

anche in quello culturale, per la presenza e l’azione<br />

<strong>di</strong> religiosi eccellenti. Valga ricordare a tale proposito<br />

padre Ludovico da Viadana musicista (si veda<br />

la scheda Due musicisti a Santa Maria Nuova <strong>di</strong><br />

<strong>Silvano</strong> <strong>Bracci</strong>) e padre Bartolomeo Cimarelli che<br />

nel 1621 nel convento fanese apriva una biblioteca<br />

per uso pubblico per la quale il Consiglio contribuì<br />

con 50 scu<strong>di</strong> (si veda il saggio La pubblica<br />

libreria <strong>di</strong> Massimo Bonifazi, sempre in questo<br />

volume). Nel 1682 il convento fu <strong>di</strong>chiarato<br />

“Stu<strong>di</strong>o generale <strong>di</strong> teologia”, a tale scopo ospitò<br />

giovani frati studenti e valenti frati docenti che<br />

prestarono la propria opera anche presso l’Università<br />

Nolfi. Dallo Stato d’Anime della parrocchia<br />

<strong>di</strong> San Salvatore risulta che negli anni 1761-1768<br />

la fraternità dei <strong>Frati</strong> Minori era composta <strong>di</strong> 60<br />

persone.<br />

Dovunque andassero i francescani osservanti,<br />

coinvolgendo i laici nel loro entusiasmo per gli<br />

ideali vissuti da san Francesco, istituivano una<br />

Fraternità del Terzo Or<strong>di</strong>ne Francescano. A <strong>Fano</strong><br />

i frati <strong>di</strong> Santa Maria al Metauro ne seguivano<br />

una in città 60 , rimasta sempre vivace e numerosa<br />

lungo i secoli: nel 1792 vi si associava il Vicario

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