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Silvano Bracci - I Frati MInori a Fano - Fondazione Cassa di ...

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LA CHIESA DI SANTA MARIA NUOVA A FANO<br />

Lunetta con il busto del<br />

Salvatore, appartenente<br />

alla chiesa preesistente<br />

24<br />

suo inse<strong>di</strong>amento dentro la città, sappiamo da<br />

Francesco Gonzaga che nella seconda metà del<br />

secolo era composta <strong>di</strong> venti frati 47 .<br />

Nonostante le necessità per il compimento della<br />

fabbrica, il guar<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> Santa Maria Nuova il<br />

28 febbraio 1543 “fornisce un carro <strong>di</strong> calcina<br />

per fare i pilastri della loggia” del conservatorio<br />

<strong>di</strong> San Michele 48 , ma poteva contare sulla generosità<br />

della Comunità citta<strong>di</strong>na che perio<strong>di</strong>camente<br />

elargiva aiuti: in quello stesso anno,<br />

ad esempio, concesse do<strong>di</strong>ci some <strong>di</strong> grano per<br />

e<strong>di</strong>ficare il porticato davanti alla chiesa, dove<br />

tuttora fa bella mostra <strong>di</strong> sé il magnifico portale<br />

in pietra <strong>di</strong> Bernar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Pietro da Carona<br />

trasferito dalla chiesa <strong>di</strong> San Lazzaro, sul cui<br />

fastigio è scolpito l’invito: «EIA XICOLE (christicolae)<br />

INTRATE IN CONSPECTU DOMINI<br />

IN DEVOTIONE» (Orsù, cristiani, entrate alla<br />

presenza del Signore con devozione). Fu certamente<br />

un atto intelligente l’aver scampato dalla <strong>di</strong>struzione,<br />

inserendola sul portale quattrocentesco,<br />

la lunetta marmorea che sovrastava la porta<br />

della precedente chiesetta: dopo il semicerchio<br />

esterno alto cm 24 e dal <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> cm 232,<br />

ornato da un nastro ad onda <strong>di</strong> cm 5, è scolpita<br />

una duplice cornice contenente l’iscrizione:<br />

«TEMPLUM S. SALVATORIS» <strong>di</strong>visa da una<br />

escrescenza della cornice inferiore che forma un<br />

tondo baldacchino per la sottostante scultura;<br />

all’interno della cornice si estende un campo<br />

verdemare trapuntato <strong>di</strong> stelle d’oro, <strong>di</strong> cui rimane<br />

qualche traccia, che fa da sfondo al busto<br />

a tutto tondo del Salvatore (cm 70 x 50), scolpito<br />

in pietra <strong>di</strong> alabastro con finissimi tratti, specie<br />

nella barba e nei ricci capelli, con l’avambraccio<br />

destro alzato e tre <strong>di</strong>ta aperte (Christus docens) e<br />

con la sinistra al petto reggente il globo regale;<br />

alla base della scultura si legge «EGO SUM VIA<br />

VERITAS».<br />

Alcune controversie si ebbero tra monaci e francescani,<br />

che si erano assunti l’obbligo <strong>di</strong> celebrare<br />

le liturgie in favore dei parrocchiani <strong>di</strong> San<br />

Salvatore <strong>di</strong>etro corresponsione <strong>di</strong> un salario da<br />

parte dei camaldolesi <strong>di</strong> Monte Corona, ai quali

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