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Silvano Bracci - I Frati MInori a Fano - Fondazione Cassa di ...

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LA CHIESA DI SANTA MARIA NUOVA A FANO<br />

20<br />

frate Giacomo che nel successivo aprile a Ferrara contribuiva con Borso d’Este alla pacificazione <strong>di</strong><br />

Sigismondo Pandolfo con Malatesta Novello, è confermato dal dono che costui insieme alla consorte<br />

Violante <strong>di</strong> Montefeltro gli fece del prezioso co<strong>di</strong>ce Papias Vocabularium oggi nella Biblioteca Vaticana<br />

(Ross. Lat. 564) recante l’autografo del frate: «Hunc librum Pappie (sic) donaverunt mihi fratri Iacobo<br />

magnificus Dominus Malatesta et eius devotissima uxor Domina Violans pro animabus eorum et suorum<br />

parentum, quem librum de<strong>di</strong> loco Sanctae Mariae de Gratia iuxta opidum (sic) Montisprandonis<br />

or(<strong>di</strong>nis) mi(norum), manu propria» 11 .<br />

Con Sigismondo Pandolfo ebbe a trattare frate Giacomo della Marca al suo rientro (1439) dalle missioni<br />

apostoliche e <strong>di</strong>plomatiche in Bosnia e Ungheria. A <strong>Fano</strong> pre<strong>di</strong>cava la quaresima del 1440 durante<br />

la quale biasimò pubblicamente le eccessive spese per l’abbigliamento femminile, come poco sopra<br />

abbiamo letto da Vincenzo Nolfi. In questa occasione il ‘magnifico signore’ avrebbe detto al frate <strong>di</strong><br />

soprassedere sull’argomento perché a lui le donne piacevano per lo sfarzo delle vesti, ma accettò che il<br />

pre<strong>di</strong>catore si interponesse in una vicenda <strong>di</strong> posse<strong>di</strong>menti raccontata dal Nolfi: «In quest’anno medesimo<br />

il Conte d’Urbino [Guidantonio <strong>di</strong> Montefeltro] rinovò l’hostilità contro li Stati <strong>di</strong> Sigismondo,<br />

imperoché portatosi all’improviso sopra il Castello <strong>di</strong> Tavoleto, quello in fine prese... Grandemente<br />

sdegnato Sigismondo si condusse nel Monte Feltro con quanti più armati poté, et ivi occupò alcune<br />

Castella del Conte. Il Conte all’incontro prevedendo molto <strong>di</strong>fficile la ricuperazione de’ suoi Luoghi<br />

del Monte Feltro occupatoli dal Malatesta, per fare una <strong>di</strong>versione voltò l’Armi contro le Terre del<br />

Vicariato, che teneva Sigismondo, et avendole travagliate molto, finalmente <strong>di</strong>ede all’improvviso sopra<br />

Rupoli, Castello già della Famiglia de’ nostri Gabuccini, e trovandolo sprovvisto <strong>di</strong> Gente, con una<br />

facilità se ne rese Padrone, e per incuter timore agli altri, lo <strong>di</strong>ede in potere de’ soldati, da quali fu<br />

saccheggiato, e poco meno, che spianato, e fu nel principio <strong>di</strong> Marzo, et il medesimo accadde pochi<br />

giorni doppo <strong>di</strong> Monte Bello... Così vedendosi assai forte [Sigismondo] pensò <strong>di</strong> risentirsi <strong>di</strong> questo<br />

nuovo insulto con gire à trovare il Conte, e battersi seco; Ma temendo che il Piccinino Generale del<br />

Duca <strong>di</strong> Milano dovendo passare per la Romagna non s’impadronisse <strong>di</strong> qualche suo Luogo in quella<br />

Provincia, si <strong>di</strong>spose <strong>di</strong> dar orecchio al Padre Frà Giacomo da Monte Brandone, che ancora stava <strong>di</strong><br />

stanza, e pre<strong>di</strong>cava in <strong>Fano</strong>, il quale con ogni suo potere procurava d’unire questi due Signori, e così in<br />

brieve egli ne concluse la Pace con con<strong>di</strong>zione, che fossero da ogni parte restituiti i Luoghi occupati, e<br />

se ne stipulò l’istrumento sotto li 28 <strong>di</strong> Marzo» 12 .<br />

Nel 1445 era a <strong>Fano</strong> e fu amorevolmente accanto al suo confratello Giovanni de’ Bertol<strong>di</strong> da Serravalle<br />

(oggi castello della Repubblica <strong>di</strong> San Marino), già ministro provinciale dei <strong>Frati</strong> Minori delle Marche,<br />

lettore <strong>di</strong> teologia, commentatore <strong>di</strong> Dante, vescovo <strong>di</strong> Fermo dal 1410 e dal 15 <strong>di</strong>cembre 1418 vescovo<br />

<strong>di</strong> <strong>Fano</strong>, il quale ultranovantenne rendeva la sua anima a Dio il 3 febbraio 1445 13 .<br />

Qualche anno più tar<strong>di</strong>, nel 1454, fu Sigismondo Pandolfo a chiamare frate Giacomo a pre<strong>di</strong>care<br />

contro le spese suntuarie che conducevano molte famiglie al lastrico a causa <strong>di</strong> prestiti usurari: il 31<br />

<strong>di</strong>cembre il pre<strong>di</strong>catore e due consiglieri furono incaricati «pro utilitate reipublicae huius civitatis» <strong>di</strong><br />

stendere un regolamento che limitasse le spese relative a ornamenti superflui 14 .<br />

Il ricercato pre<strong>di</strong>catore fu a <strong>Fano</strong> per l’ultima volta nel 1464, quando papa Pio II stava organizzando<br />

la crociata contro l’impero turco inviando molti frati dell’Osservanza francescana a sollecitare arruolamento<br />

<strong>di</strong> soldati e a raccogliere elemosine, così «il Padre Giacomo da Monte Brandone, detto della<br />

Marca, era stato destinato alla Provincia dell’Umbria, ed in <strong>Fano</strong>, dove allora pre<strong>di</strong>cava, gli fu presentata<br />

la Commissione» 15 .

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