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Silvano Bracci - I Frati MInori a Fano - Fondazione Cassa di ...

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LA CHIESA DI SANTA MARIA NUOVA A FANO<br />

18<br />

San Giacomo della Marca e altri <strong>Frati</strong> Santi a <strong>Fano</strong><br />

I conventi francescani fanesi hanno ospitato frati illustri non solo per cultura ma anche per santità, che<br />

vogliamo presentare.<br />

San Bonaventura da Bagnoregio (1217-1274), eletto Ministro Generale dell’Or<strong>di</strong>ne nel capitolo convocato<br />

anticipatamente all’Ara Coeli <strong>di</strong> Roma il 2 febbraio 1257, soggiornò nel convento <strong>di</strong> San<br />

Francesco nel gennaio 1258, sembra in concomitanza con una congiura <strong>di</strong> ghibellini guidati da Guido<br />

da Carignano scoperta proprio dal santo che ne fece parola con i magistrati guelfi secondo quanto<br />

riferisce l’Amiani 1 .<br />

Di un beato Antonio da <strong>Fano</strong> (sec. XV) fa cenno Agostino Pellegrini <strong>di</strong>cendo che «<strong>di</strong>etro il ciborio<br />

amovibile posto sopra la mensa dell’altare <strong>di</strong> Sant’Antonio <strong>di</strong> Padova si trova questa iscrizione: “in<br />

memoria aeterna erit justus / Dominus custo<strong>di</strong>t omnia ossa eorum”» e cita uno scritto dell’agostiniano<br />

Carlo Moretti datato 1675 che ne dà qualche notizia: «[...] con la sua santità e dottrina estinse la pessima<br />

eresia de’ Faniscolari [...] pieno <strong>di</strong> meriti ed infinita bontà, passò al Signore nel convento dell’Or<strong>di</strong>ne<br />

predetto fuori della città <strong>di</strong> <strong>Fano</strong>, nel qual monastero rifabbricato entro le mura fu traslato il <strong>di</strong> lui<br />

corpo, che tutto intero conservasi nella chiesa <strong>di</strong> S. Maria Nuova del suo Or<strong>di</strong>ne predetto nell’altare<br />

<strong>di</strong> S. Antonio» 2 . Di questo venerato frate non abbiamo altre in<strong>di</strong>cazioni biografiche, poiché Vincenzo<br />

Nolfi nel ricordare santi francescani osservanti fanesi si limita a queste parole: «F. Antonio, che l’anno<br />

1430 fu Confessore <strong>di</strong> Alfonso Rè <strong>di</strong> Aragona, e <strong>di</strong> lui Ambasciatore a Papa Martino V» 3 e così pure<br />

il Wad<strong>di</strong>ng all’anno 1430: «Erano attivi in questo tempo frate Antonio da <strong>Fano</strong> Confessore del Re <strong>di</strong><br />

Aragona Alfonso e Oratore presso papa Martino per trattare della concor<strong>di</strong>a [...]» 4 , ma l’Amiani allo<br />

stesso anno parla <strong>di</strong> un beato Antonio agostiniano fanese “detto il Juniore”, rispetto ad un omonimo<br />

agostiniano seniore, nato circa il 1393 che poi fu confessore del re Alfonso d’Aragona, morto verso il<br />

1432 5 . Sta <strong>di</strong> fatto, come <strong>di</strong>ce il Pellegrini, che dalla chiesa <strong>di</strong> Santa Maria Nuova in San Lazzaro era<br />

stato trasferito a Santa Maria Nuova in San Salvatore il corpo mummificato del ‘beato’ Antonio da<br />

<strong>Fano</strong> francescano osservante conservato appunto nell’altare <strong>di</strong> Sant’Antonio. Ma durante gli interventi<br />

<strong>di</strong> restauro del 1958-59 si pensò <strong>di</strong> trasferirlo dato che non ne esisteva venerazione, così in una elencazione<br />

<strong>di</strong> “lavori eseguiti in economia” relativi al mese <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre 1959 si legge tra l’altro: «Per apertura<br />

e chiusura <strong>di</strong> porte nella Chiesa, chiusura della nicchia del Beato Antonio, [...]» 6 e a suo tempo dalla<br />

viva voce <strong>di</strong> P. Francesco Talamonti, il Guar<strong>di</strong>ano che promosse e seguì i lavori, abbiamo saputo che<br />

quel corpo “tutto intero” fu tolto e murato verticalmente all’inizio della parete destra della chiesa nel<br />

vano tamponato <strong>di</strong> un passaggio che immetteva nell’attuale convento. Di questo santo frate fanese, pur<br />

denominato “beato”, non è stato mai promosso un processo per il riconoscimento del culto da parte<br />

dell’autorità ecclesiastica.<br />

Sappiamo che San Giacomo della Marca (1393-1476) fu presente più volte a <strong>Fano</strong>, alloggiando nel<br />

convento <strong>di</strong> San Francesco. Nel 1423 fu incaricato da papa Martino V <strong>di</strong> intervenire contro i <strong>Frati</strong>celli<br />

dell’opinione: «Erasi la loro Setta ancora in <strong>Fano</strong>, e ne’ Stati de’ Malatesti introdotta, onde ad estirparla<br />

inviò in queste parti il Pontefice Commissario Apostolico il P. Giacomo Frate Minore dell’Osservanza<br />

<strong>di</strong> S. Francesco, oggi su gl’Altari dal Mondo Cattolico venerato» 7 .<br />

Nel 1427 si trovava a <strong>Fano</strong> per la seconda volta allorché giungeva da Rimini Pandolfo III Malatesti:<br />

«Ormai messo a dura prova da anni <strong>di</strong> battaglie e <strong>di</strong> eccessi, ammalatosi all’inizio dell’autunno del<br />

1427, ma indomito e ostinato fino alla fine, progettò <strong>di</strong> fare un pellegrinaggio a pie<strong>di</strong> da Rimini fino<br />

al santuario mariano <strong>di</strong> Loreto. Giunse tuttavia sino a <strong>Fano</strong>» 8 , al non meno noto santuario mariano <strong>di</strong>

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