esempio 2 - Liceo Scientifico Antonelli
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Obucina Marija<br />
I E<br />
TEMA<br />
Atene è l’odierna capitale della Grecia e la città dove nel VI secolo a.C. nacque la democrazia.<br />
Secondo fonti storiche, la formazione di Atene è avvenuta in seguito al sinecismo dei villaggi<br />
dell’Attica durante il medioevo ellenico ma, secondo il mito, la città fu fondata da Atena e<br />
Poseidone i quali però finirono per discutere in quanto ciascuno voleva che la città portasse il<br />
proprio nome e stabilirono che sarebbero stati gli ateniesi stessi a decidere il nome della città,<br />
lasciandoli scegliere tra i due: possiamo notare come anche nel mito sia presente quella<br />
caratteristica che ha contrassegnato la storia di Atene e cioè la libera partecipazione e decisione da<br />
parte di tutti i cittadini.<br />
Inizialmente Atene fu retta probabilmente da una monarchia che con il passare del tempo si<br />
trasformò in un governo di aristocratici dove a governare erano nove arconti, tutti provenienti dalla<br />
nobiltà. Nel corso del VII secolo però Atene fu soggetta a dure lotte interne: fu a quel punto che<br />
Dracone prese il potere sulla città ma nonostante le sue riforme la situazione rimase pressoché<br />
immutata.<br />
Così ad Atene comparve Solone che venne eletto come arconte. Gli interventi importanti<br />
dell’operato di Solone sono principalmente due: l’abolizione della schiavitù per debiti (seisachteia),<br />
decisamente importante per i contadini poveri che riacquistano la libertà; la seconda novità politica<br />
fu la suddivisione della popolazione non più in base alla nascita ma in base al loro censo annuo e<br />
quindi l’avvio ad una politica timocratica che si proponeva di “spezzare” il potere degli<br />
aristocratici; l’obiettivo, però, non fu raggiunto in modo completo poiché in ogni caso l’aristocrazia<br />
possedeva la maggior parte dei territori agricoli; un altro limite di questa riforma fu quella di non<br />
includere nella suddivisione cittadini che praticavano l’artigianato o il commercio ovvero una classe<br />
che, con la seconda colonizzazione greca, si andò sviluppando e che appunto non possedeva territori<br />
da coltivare.<br />
Tutte le riforme di Solone non riuscirono, però, subito a modificare la suddivisione delle classi o ad<br />
evitare la tirannide perché non rompono i privilegi aristocratici ma misero in atto una serie di<br />
cambiamenti che avrebbero e hanno rivoluzionato profondamente la politica ateniese.<br />
Come scritto precedentemente, dopo Solone, ad Atene s’instaurò Pisistrato e con lui la tirannide che<br />
però non fu così “severa” o “crudele” come in altre città; Pisistrato, infatti, diede avvio a riforme<br />
che favorirono la partecipazione e il maggiore interessamento dei cittadini alla vita politica della<br />
città.<br />
In seguito a Pisistrato fu eletto Clistere, il quale compì le riforme più radicali che avrebbero<br />
avvicinato Atene alla sua più “alta” forma di democrazia. Egli divise il territorio dell’Attica in<br />
centotrentanove “demi” dove ciascun cittadino doveva essere iscritto poiché se così non fosse stato<br />
ciò avrebbe significato non essere nati ad Atene, che avrebbe comportato a non partecipare alla vita<br />
politica della città; infatti, se si va a cercare il significato di “politeia”, questa ha tre significati:<br />
regime politico, corpo civico e diritto di cittadinanza i quali, apparentemente, possono non essere<br />
collegati, ma se si pensa a questa riforma di Clistene, come scrive Ampolo “l’insieme dei cittadini<br />
(corpo civico) era caratterizzato dalla possibilità di partecipare alla vita politica (regime politico)<br />
proprio perché possedeva il diritto di cittadinanza.<br />
Un’altra importante riforma di Clistene fu quella di allargare i magistrati sorteggiati ad un numero<br />
decisamente maggiore e quello di “mescolare” i cittadini attraverso il raggruppamento di trenta<br />
trittìe in dieci tribù dove, in ciascuna di esse, vi era una trittìa della costa, una della città e una della<br />
montagna; tutte le tribù partecipavano all’Ecclesia dalla quale venivano sorteggiate sei mila persone<br />
che partecipassero all’Eliea che non erano permanenti ma vi era la rotazione, cinquecento membri<br />
che entrarono nella Bulè (cinquanta per tirbù) dove anche qui vigeva la rotazione e nove arconti che
andavano a far parte dell’Areopago. L’unica carica che non era sorteggiata era quella di stratega,<br />
poiché non tutti i cittadini conoscevano l’arte della guerra.<br />
Si affermava così l’isonomia ovvero l’uguaglianza delle leggi per tutti i cittadini.<br />
Inoltre Clistene introdusse l’ostracismo, procedura che permetteva di espellere una persona che era<br />
accusata di voler ostacolare la democrazia dalla città per dieci anni e che avrebbe conferito ai<br />
cittadini maggiore controllo sui magistrati.<br />
Precedentemente abbiamo citato il sorteggio e la rotazione: il primo permetteva a tutti i cittadini di<br />
partecipare alla politica di Atene, spezzando definitivamente il potere dell’aristocrazia; la seconda,<br />
invece, concedeva la garanzia a tutti i cittadini di far parte del governo ateniese due volte nella<br />
propria vita. Furono questi i due criteri alla base della democrazia di Atene, fondamentali per il suo<br />
funzionamento.<br />
“Abbiamo una costituzione che non emula le leggi dei vicini […] e poiché esse è retta in modo che<br />
i diritti civili pettino alla maggioranza, essa è chiamata democrazia”. E’ con queste parole che si<br />
apre il discorso di Pericle, pronunciato in ricordo ai morti che avevano combattuto contro Sparta nel<br />
431 a.C., riportato dallo storico Tucidide: esso ci fa capire come la democrazia di Atene fosse e sarà<br />
unica poiché, come scrisse Aristotele, solamente in una città con un numero esiguo di abitanti è<br />
possibile attuare riforme che portino ad una democrazia.