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Le civiltà della Grecia (pdf) - Atlas Media Network

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Busto di Pericle.<br />

Protagonisti<br />

PERICLE, SIGNORE DI ATENE<br />

L’UOMO PIÙ IMPORTANTE DEL SUO TEMPO<br />

Nato nel 495 a.C., Pericle fu il vero protagonista politico del suo tempo. Di origini<br />

aristocratiche, guidò il governo di Atene per oltre trent’anni, dal 461 al 429 a.C.<br />

Egli trasformò la sua città, ricostruendo l’Acropoli con una serie di maestose opere<br />

pubbliche e grandiosi monumenti, e la rese una fortezza inespugnabile. <strong>Le</strong>gò ai suoi<br />

progetti i nomi di alcuni dei maggiori artisti del tempo, l’architetto Fidia (490-430<br />

a.C.) e gli scultori Mirone e Policleto; promosse lo sviluppo del teatro favorendo le<br />

opere dei più grandi tragediografi greci: Eschilo, Sofocle e poi Euripide.<br />

Proprio nel segno di questo straordinario splendore, un intero periodo <strong>della</strong> storia<br />

prese il nome di Età di Pericle.<br />

UN ARISTOCRATICO A SERVIZIO DELLA DEMOCRAZIA<br />

Ricco di ingegno e oratore affascinante, Pericle non governò con la forza, ma conquistando<br />

il consenso popolare e perfezionando i meccanismi <strong>della</strong> partecipazione<br />

democratica ateniese. Nell’Età di Pericle, infatti, la democrazia si rafforzò e si estese<br />

alle classi più povere, che poterono partecipare direttamente alla vita politica, dovere<br />

fondamentale di un buon cittadino. Così ne parla lo stesso Pericle:<br />

Per dimenticare le fatiche, abbiamo procurato al nostro spirito moltissimi svaghi, celebrando<br />

secondo il costume tradizionale giochi e feste che si susseguono per tutto l’anno e abitando in<br />

case fornite di ogni agio […]. Presso di noi le stesse persone si curano dei loro interessi privati<br />

e delle questioni pubbliche; coloro che si dedicano ad attività particolari conoscono perfettamente<br />

i problemi politici; poiché, soli tra tutti, consideriamo il cittadino che non se ne cura non<br />

una persona tranquilla e per bene ma un uomo addirittura inutile.<br />

da Plutarco, Vita di Pericle<br />

VINCITORE DI BATTAGLIE, UCCISO DALLA PESTE<br />

Fu ammirato e amato da molti, ma anche odiato dai suoi rivali che lo accusavano<br />

di demagogia, cioè di lusingare il popolo per ottenere il consenso.<br />

Sotto il suo governo prese avvio uno dei conflitti più lunghi e disastrosi <strong>della</strong><br />

storia di Atene, la Guerra del Peloponneso, in cui la città combatté contro la<br />

sua avversaria di sempre: Sparta.<br />

Pericle non vide mai la fine di questa guerra, perché perì vittima dell’epidemia<br />

di peste che si abbatté sulla città nel 430 a.C. Ecco il racconto degli ultimi<br />

giorni di vita del grande uomo politico:<br />

Quando ormai la fine di Pericle era prossima, i cittadini migliori e gli amici ancora vivi, seduti<br />

intorno al letto, si misero a discorrere <strong>della</strong> virtù e <strong>della</strong> grande potenza che il morente<br />

aveva avuto, ad annoverarne le gesta e i numerosi trofei: nove battaglie aveva vinto come<br />

generale, e aveva eretto altrettanti trofei in nome del suo paese. Ciò si dicevano l’un l’altro,<br />

credendo che Pericle avesse ormai perso conoscenza e non potesse udire. Invece egli sentì<br />

e capì tutto, e nel bel mezzo del discorso intervenne a dire di stupirsi che elogiassero e ricordassero<br />

di sé alcuni eventi, in cui aveva avuto parte anche il caso e che a molti generali<br />

era riuscito di compiere precedentemente, mentre non citavano la sua gloria più grande: “il<br />

fatto”, disse testualmente, “che nessun Ateniese per colpa mia dovette vestirsi a lutto”.<br />

da Plutarco, Vita di Pericle<br />

60 CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS

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