Sotto il destino e fra i monti - IIS Fazzini-Mercantini
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Enrico che fatica così a mantenere i contatti con i fam<strong>il</strong>iari e <strong>il</strong> "caro padrone".<br />
Ai primi di dicembre manda saluti dopo un lungo s<strong>il</strong>enzio. Lo scrivente, probab<strong>il</strong>mente settentrionale, scrive "ciau", che tra l'altro non è <strong>il</strong> consueto saluto<br />
di Enrico; <strong>il</strong> 21 dicembre saluta e ringrazia per un vaglia ricevuto. Nel vaglia <strong>il</strong> signor Angelini aveva aggiunto due righe di saluto, dando buone notizie da<br />
casa, con la raccomandazione che Enrico scrivesse bene <strong>il</strong> suo nome nella corrispondenza dove invece spesso è storpiato.<br />
Aggiunge "Addio Addio", un saluto presente anche in altre lettere dei <strong>fra</strong>telli.<br />
La sua corrispondenza è scarna e poco variata. Non scrive lui, si riconoscono diverse grafie e diverse mani. Spesso <strong>il</strong> nome del signor Michele è modificato<br />
da chi scrive. Manda saluti, dà di sé buone notizie e con la stessa formula chiede altrettanto al destinatario. Ha fatto l'addestramento a Pistoia per poi essere<br />
mandato nel vicentino, dove trascorre anche un certo periodo in un ospedale da campo, poi in un convalescenziario.<br />
Arriva "alle porte del Trentino" e tornerà a casa a fine guerra; lo attesta una bella lettera della signorina Maria che descrive l'atmosfera di festa a Roma.<br />
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